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Gay & Bisex

Giocando a Calcio - 1


di Marcus95
02.05.2022    |    25.640    |    20 8.7
"Nonostante il suo distacco i compagni di classe non lo prendevano in giro o lo schernivano..."
Capitolo 1: Scuola Calcio



«Perché non vai a giocare a calcio?» Disse Andrea il padre di Giorgio.

Gli occhi di Giorgio passarono dal libro di scuola che aveva davanti a suo padre. Un uomo alto e robusto con i capelli corti e scuri. Era una persona che amava tenersi in forma, non era una di quelle persone che passavano d’intere giornate sul divano. Gli piaceva andare a correre o giocare a tennis con i suoi amici. E anche a calcio. Il suo viso era scolpito e ben delineato con anche un accenno di barba ma ben curata. I suoi occhi erano scuri come quelli del figlio.

«Perché?» Replicò il figlio Giorgio guardando strano il padre. Non vedeva il motivo di tale discorso. Lui doveva pensare alla scuola e poi era una persona timida e si sa che le persone timide e insicure non sono fatte per degli sport così fisici e di squadra. A lui serviva uno sport più di nicchia, uno che praticavano in pochi e che non richiedevano alcun contatto fisico. Ecco quello che cercava Giorgio. Un ragazzo di 15 anni che amava passare le giornate sui libri o a guardare dei documentari in televisione. Non aveva molti amici ma quelli che aveva erano buoni amici. La sua insicurezza e la sua timidezza erano dettati dal fatto che lui si sentiva unico rispetto agli altri. Aveva delle passioni diverse dai suoi compagni di classe.

«Così ti fai degli amici e rimani in forma. Ultimamente stai troppo tempo in casa. Dovresti uscire di più e farti nuovi amici» disse Andrea guardando il figlio dall’alto dato che Giorgio era seduto alla sua scrivania a fare i compiti.

«Ma io ho già degli amici» replicò Giorgio.

«Lo so. Infatti ho detto farsi nuovi amici. Non devi perdere quelli che già hai. Devi solo fartene dei nuovi. Il calcio ti aiuterebbe».

Giorgio alzò le spalle e riportò la sua attenzione sui libri. Giorgio non era un brutto ragazzo, anzi era anche carino. Era magro e alto nella media. Capelli corti e neri. Come suo padre aveva un viso delineato ma senza barba e occhi scuri. Quello che serviva a Giorgio era mettere su qualche muscolo. Era troppo magro per Andrea, doveva iniziare a farsi più tonico. Non muscoloso ma tonico, giusto per dare una forma al suo fisico.

«Sai ho un amico, Matteo, che allena i ragazzi del nostro oratorio dove c’è il campo da calcio e la Scuola Calcio. Potremmo andare a parlare con lui e vedere come va. Se la cosa ti può interessare puoi iniziare già settimana prossima mi ha detto. Siamo all’inizio della stagione quindi accettano ancora dei nuovi ragazzi. Che te ne pare?» Incalzò Andrea.

«Sì va bene. Andiamo a sentire» disse Giorgio distratto dai suoi libri e non molto interessato al padre che lo stava guardando.

Il padre Andrea accetto con un sorriso quella risposta monotona e si recò in salotto. Era contento che Giorgio avrebbe per lo meno incontrato il suo amico Matteo. Era un buon proposito per farlo uscire di casa più spesso e farlo interagire con i ragazzi della sua età. Gli amici di Giorgio erano tutti dei “nerd”, molto attenti alla scuola senza però dare libero sfogo alle proprie passioni o svaghi. A quindici anni un ragazzo dovrebbe pensare sì alla scuola ma anche a divertirsi. Giorgio non era molto popolare a scuola. Passava la maggior parte del tempo per conto suo e con un libro in mano. Nonostante il suo distacco i compagni di classe non lo prendevano in giro o lo schernivano. Si limitavano a fare qualche battuta ogni tanto ma non erano battute volgari o violente, anche per questo Giorgio si trovava bene a scuola. Non era preso di mira.

Andrea era anche un po’ preoccupato perché non usciva con nessuna ragazzina. Si sa che a quella età i ragazzi sono pieni di ormoni che galoppano e quindi fare dei pensieri sessuali su altri ragazzi era normale. Tuttavia Giorgio non dava segni di interesse per le ragazze. Neanche per i ragazzi. Andrea era un genitore di mentalità aperta, non avrebbe avuto problemi nel caso Giorgio si fosse dichiarato gay o altro. Però Andrea aveva notato il completo disinteresse sia per le ragazze che per i ragazzi. I suoi amici non contavano dato che anche loro non mostravano grande interesse sessuale per altri ragazzi e ragazze della loro età. Andrea sperava in tutti i modi di spingere Giorgio nella mischia e fargli vivere degli anni felici. La loro famiglia era composta solo da loro due quindi lui faceva di tutto per lui e voleva vederlo felice, ad ogni costo.

Giorgio era ancora seduto alla sua scrivania e faceva i compiti. Si aspettava una richiesta del genere da parte del padre. Erano svariate settimane che suo padre gli proponeva di andare nei posti pieni di ragazzi della sua età. Una volta gli aveva fatto perfino il discorso sul sesso, senza citare le api e i fiori, per fortuna. Gli aveva spiegato che negli anni della pubertà il corpo sarebbe cambiato e che sarebbero cominciati a crescere i peli in vari punti, anche intimi. Giorgio questo lo sapeva perché nel suo intimo aveva visto crescere dei peli molto scuri e riccioluti. Inoltre, anche la sua voce si era leggermente abbassata ed era iniziata a spuntare la barba.

Infine, in un momento imbarazzante suo padre gli aveva rivelato che qualche mattina, quando lo andava a svegliare per andare a scuola, si accorgeva che i suoi pantaloni erano tirati sul davanti. Giorgio era arrossito ma suo padre lo aveva calmato subito dicendo che era una cosa normale e che succedeva anche a lui qualche volta. In realtà Andrea si svegliava ogni mattina con il pisello duro ma non voleva dirlo a suo figlio. Il discorso era velocemente decaduto per la gioia di Giorgio. Andrea invece era deluso perché non aveva ottenuto quello che voleva. Voleva far passare il messaggio che parlare di sesso era completamente normale e non un tabù come molti pensavano. Ma dall’imbarazzo di Giorgio visibile in viso, capì di aver fallito. Quella sera ripensò a cosa avrebbe potuto fare di diverso ma oramai il danno era fatto. Con i suoi amici, Andrea parlava molto spesso di sesso, era un argomento che aveva anche a cuore. Potersi confrontare liberamente con i propri amici era una cosa stupenda e lui andava fiero di avere degli amici con una mentalità simile alla sua. C’era uno scambio di idee ed esperienze molto interessanti.

Sparito suo padre Giorgio si rilassò e continuò con i suoi compiti. Era quasi ora di cena quindi doveva studiare ancora per poco prima di andare a mangiare e riposarsi alla sera. Aveva un ottimo legame con suo padre ma a volte Andrea sembrava troppo preoccupato per lui. A Giorgio piaceva la sua vita così come era. Senza troppi fronzoli.

La cena si consumò come ogni giorno. Sul volto di Andrea c’era sempre un piccolo sorriso. Già vedeva suo figlio entrare in una squadra di calcio del paese e la cosa gli faceva molto piacere. Lui voleva solo aiutarlo.

Finita la cena Giorgio scappò in camera sua prima che suo padre potesse tartassarlo con altre domande sul suo amico che allena la squadra di calcio del paesello. Per quella giornata aveva sentito abbastanza. In camera sua guardò la televisione. C’era un documentario molto interessante su qualche parte remota del globo. C’erano degli indigeni e il documentario mostrava come vivevano e come affrontavano le difficoltà della vita.

Finito il documentario Giorgio prese il suo telefono e si mise nel letto. Aprì un sito di incontri e andò nella sezione dei racconti. Guardò i titoli dei nuovi racconti e ne scelse uno con un titolo intrigante. Con una mano teneva il telefono e l’latra mano sparì sotto le coperte che incontrò ben presto il suo pisello. Era già duro e tirava molto. Lo prese in mano e ne sentì la robustezza. Gli piaceva molto sentire la durezza del suo pisello. La sua cappella era esposta e c’era già una piccola goccia sulla punta segno che era bello eccitato. Iniziò a leggere il racconto e la sua mano andava velocemente su e giù lungo tutto il pisello. Alla sua età doveva ammettere di avere un bel pene in mezzo alle gambe tanto da misurare già ben 15 centimetri.

Oltre ad avere un pisello di 15 centimetri, aveva anche un bel mucchietto di peli sul pube e anche sulle palle. Gli stavano spuntando nel culo anche. Il suo pisello puntava leggermente verso l’alto e non era circonciso. Faceva scorrere il prepuzio lungo tutta la cappella. Giorgio amava sentire la pelle del prepuzio coprirgli e scoprirgli la cappella rosea. Una cosa di cui andava fiero ma che non aveva mai condiviso con nessuno erano le sue palle. Alla sua età aveva delle palle molto grosse e anche penzolanti. Ne andava molto fiero ma a volte non riusciva a farle stare bene dentro alle mutande. Lui portava i boxer proprio per avere più spazio per le palle e poter mettere il pisello di lato.

Quella sera si stava segando forte come sempre. Gli ormoni a palla da adolescente non gli permettevano di farsi una sega con calma ma aveva la foga di provare l’eccitazione maggiore. La sua mano si muoveva molto veloce e delle gocce di precum colavano lungo il suo pisello. Mentre nel racconto erotico i due protagonisti scopavano, Giorgio godeva facendosi una sega con foga. Nella stanza si sentivano le coperte muoversi a ritmo della sega. Suo padre lo avrebbe sentito se fosse stato lì con lui ma Andrea era in salotto quindi non sentiva nulla. Giorgio ansimava mentre il suo pisello veniva perturbato dalla sua mano. Voleva cercare di non sborrare prima della fine della storia ma le sue palle si fecero vicine al membro e un fiotto di sperma bagnò le coperte seguito poi da un altro fiotto e da un altro ancora.

Con la mano toccò l’interno delle coperte e le sentì bagnate da un liquido leggermente sodo. Dalle sue coperte proveniva un odore di cazzo sudato, di palle sudate e di sperma appena sfornato. La mano intrisa di sborra la portò alla faccia e ne inspirò l’odore zuccherino. A lui piaceva annusare la sua sborra. Non aveva mai avuto il coraggio di assaggiarla ma gli piaceva annusarla e poi spalmarla nell’interno della coperte. Così quel buonissimo odore lo avrebbe accompagnato per tutta la notte.

Una volta annusata per bene la spalmò nelle coperte e spense il telefono. Si era divertito molto a leggere quel racconto erotico ma era arrivata l’ora di andare a dormire. Si sistemò bene nelle coperte intrise di sborra e con calma si addormentò pacifico.
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