Racconti Erotici > Gay & Bisex > Il Venditore Ambulante 3 -Can che dorme- IV
Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 3 -Can che dorme- IV


di Soundserio
10.04.2016    |    4.349    |    2 9.7
"L’incontro con il docente durò circa un’ora, prima di rientrare passai in negozio a fare un po’ di spesa..."
Quella sera dopo lo spettacolo al balcone la trascorsi a casa, ne approfittai e feci anche le pulizie della cucina e del bagno, un po’ di buona musica mi tenne compagnia. Quando tutta la casa fu asciutta mi scaraventai sul divano a fare zapping davanti al televisore e il telefonò suonò. Messaggio: -“Ei piccolo grande uomo, come stai? Sono arrivato questa mattina in città per lavoro, vado via domani. Se sei libero e ti va possiamo bere una cosa. Fatti sentire, Edo”-. Mi sorrisero gli occhi, era da un po’ che non vedevo Edoardo, dopo il fatto con Marco e Raffaella riuscimmo a vederci una sola volta per mezzora dove parlammo solo dell’accaduto. –“Ei ciao uomo, tutto bene, spero anche te. Certo che mi va, fammi sapere l’orario cosi ci si mette d’accordo”-. A quanto pare quella era una giornata fortunata. Conclusi la serata davanti a un film e i pensieri andarono a finire su Marco, la sua assenza a casa si faceva sentire, sembrava strano visto che tra noi non c’era un grandissimo rapporto confidenziale, ma visto gli ultimi avvenimenti mi ero legato alla sua presenza. Il momento di malinconia fu subito messo rimosso –“Dovrei liberarmi dal lavoro intorno alle diciassette, domani ti do conferma”- . Io ed Edoardo in passato ci siamo amati, anche se mai nessuno dei due ha trovato il coraggio di esprimerlo, tra noi ci fu una storia d’amore. Durante i mesi trascorsi insieme, quasi conviventi, oltre a condividere piaceri sessuali eravamo di conforto l’uno all’altro, ci sostenevamo, confidavamo e non vi era mai la paura di essere giudicati. Quando ci dovemmo dividere non fu facile per nessuno dei due, ma d’altronde sapevamo già dall’ inizio che la storia segreta sarebbe dovuta volgere al termine prima o poi. L’idea di rivederlo, oltre ad eccitarmi, mi fece andare a letto felice e sereno. La mattina seguente non fui svegliato dal fastidioso rumore di trapano, avevo anticipato l’arrivo dei muratori con la sveglia, alle nove dovevo vedermi con un professore. Alle otto quando i tre arrivarono in veranda la mia serranda era già alzata. Dopo aver fatto la doccia e la colazione ancora nudo, andai in camera e diedi inizio allo spettacolo. L’accappatoio cadde a terra e rimasto completamente nudo inizia a vestirmi lentamente sotto i loro sguardi allibiti. Quella mattina indossai uno slip bianco, un blue jeans e un maglioncino. Prima di uscire andai verso il balcone incrociando i loro sguardi e con un accennò di sorriso abbassai lievemente la serranda lasciando il balcone aperto e uscii di casa. L’incontro con il docente durò circa un’ora, prima di rientrare passai in negozio a fare un po’ di spesa. Messaggio: –“Dalle diciassette sono libero. Dammi il tempo di andare da mia figlia, faccio una doccia e penso che già alle diciotto sia tutto per te”-. Visto che mi trovavo in negozio ne approfittai per comperare qualcosa per cena, magari Edoardo si sarebbe fermato. –“Perfetto, compro qualcosa per cena, cosi se ti va cucino un piatto. Comunque la doccia puoi farla anche da me”- , -“Non credo di trattenermi per cena, non voglio tardare. …Per la doccia vediamo”- , -“Sai che vivo solo ora, non ci sono problemi.. posso darti una mano a sciacquarti..”- , -“Fai il bravo.. non svegliare il can che dorme”- , -“Sai che amo svegliarlo.. rammenti?”- , -“Come scordarlo.. dai a più tardi!”-. Una volta a casa sistemai la spesa e pranzai qualcosa di leggero. Trascorsi il pomeriggio disteso a letto in slip con la finestra aperta. Quella sera i tre non erano in veranda, ma non mi preoccupai, ero in defibrillazione per via dell’arrivo di Edoardo. Alle diciotto sentii suonare il citofono –“Chi è?”- , -“Il can che dorme”- rispose scherzoso –“Sali”-. Per l’occasione indossai qualcosa di elegante, anche se a casa, mi sentivo a disagio con lui sempre in cravatta, poi eravamo da tempo senza vederci e c’era sempre un po’ d’imbarazzo iniziale. –“Ei ciao, come stai?”- salutò baciandomi sulle guance –“Tutto bene e tu?”- , -“Benissimo, sempre i soliti viaggi di lavoro”-. Chiusi la porta invitandolo a entrare. Indossava un pantalone blu scuro in tono con il gilet, una cintura nera abbinata alle scarpe e una camicia bianca. Occhiale al solito posto, barba curata e capello perfetto. –“Vedo che ti sei sistemato bene”- disse scrutando il monolocale –“Si, è stato un vero affare. Vieni ti faccio fare un giro”-. Gli mostrai l’appartamento –“Cosa posso offrirti?”- dissi ritornando in cucina –“Ma niente, non preoccuparti”- , -“Ma dai come niente? Caffè?”- , -“Vada per un caffè”-. Si accomodò sul divano e dopo aver risposto a qualche messaggio telefonico tornò a me –“Quindi ora te la spassi tutto solo?”- , -“Si, cosi ho i miei spazi tranquilli”- , -“Dal profumo presumo che hai già fatto una doccia?!?”- aggiunsi -“Si, sai che non mi fido di te..”- , -“Ahaha ma dai scemo.. comunque non posso farti il tuo caffè preferito”- mentre lo versavo nelle tazzine –“Cioè?”- rispose –“Macchiato”- replicai. Sorridemmo come i vecchi i tempi –“Sei sempre il solito”- disse con un sorriso di imbarazzo –“Che fai mi sei diventato timido?”- , -“Ma no, secondo te?”- , -“Ma non lo so, magari con il tempo hai cambiato gusti”- , -“No tranquillo, sono sempre lo stesso, e tu?”- , -“Anch’io sempre lo stesso e sempre macchiato”- si alzò e mi venne in contro “E’ ancora caldo, facciamo ancora in tempo a macchiarlo se vuoi”- mi abbracciò da dietro. Appena sentii il suo contatto tanti brividi caldi percorsero il corpo. Da quanto non sentivo quella stretta e quel profumo. Mi voltai vis a vis e chiudemmo gli occhi. Lo baciai a stampo. Quando le nostre labbra si staccarono rimanemmo in silenzio a guardarci a pochi millimetri di distanza –“Vuoi macchiarlo?”- dissi a tono basso mentre le mani si erano già portate sul suo corpo. Una accarezzava la schiena sotto il gilet e l’altra palpava il suo cazzo già duro –“Si golosone”- disse poggiando i pugni sul piano cottura intrappolandomi in mezzo –“Amo esserlo”-. Tirai giù la zip e con una mano glielo tirai fuori. Era bello duro e dritto. Iniziai a segarlo con la mano sinistra, i nostri occhi erano uno dentro quello dell’altro, le nostre bocche a poche centimetri, tra noi solo silenzio. La mano prendeva un bel ritmo. Per un secondo venimmo disturbati dal suono di un messaggio, era il mio –“Non vai a rispondere? Potrebbe essere il tuo nuovo amante”- insinuò –“Non preoccuparti, non ho nessun amante”- mi inginocchiai sotto i suoi occhi, scappellai il cazzo portando la pelle alla base e prima di affondarlo tutto -“Ora lo macchio”- non feci in tempo a finire la frase che subito mi avvinghiai a quel palo che non vedevo da mesi. Arrivai sino alla base e risalii risucchiandolo bene. Quando arrivai al glande mi soffermai bene a leccarlo sotto i lamenti di piacere di Edoardo e dopo lo feci scivolare di colpo ancora tutto in gola. Amavo sentire quel gusto tra le labbra. I peli del pube pizzicavano il naso e le grandi palle poggiavano sul mento. Avidamente proseguii a fare su e giù facendo aumentare i suoi mugolii. Edoardo chiuse gli occhi, poggiò il mio capo allo sportello del cucinino e cominciò a spintonarmi la nerchia come sapeva fare. Rimasi seduto a terra con le gambe divaricate e la bocca spalancata che veniva scopata per bene –“Oooh siii quanto mi sei mancato”- disse tra un lamento di piacere e l’altro –“Amo la tua bocca”-. Afferrai dalla base il palo e iniziai a segarlo ancora proseguendo il pompino, avvitavo e svitavo con la mano quel palo che amavo. –“Cosi mi fai venire”- disse dall’alto, ma non mi fermai, fu lui ad arrestare la corsa lungo l’asta tenendomi la testa. Tolse il cazzo dalle labbra e sollevandomi cominciò a baciarmi. –“Mi sei mancato da morire”- confessò tra un bacio e l’altro mentre mi teneva stretto palpandomi il culetto –“Anche tu”- risposi –“Ti voglio”- disse sbragandomi il pantalone e inginocchiandosi. Edoardo amava regalarmi piacere, mi confessò in passato che leccare una figa lo faceva impazzire, ma succhiare il cazzo e vedermi godere era un piacere indescrivibile. –“Aaaaah”- la sua bocca era sempre caldissima e accogliente, la sua grande lingue era ormai abile a fare su e giù sul palo –“Mi mancava il tuo sapore”- disse salendo e scendendo con passione lungo il membro –“Continua, mi fai impazzire cosi”- il suo ritmo aumentò notevolmente fino a che non mi sentii irrigidire, rallentò succhiando e si godette il nettare schizzargli piano nella cavità orale -“Aaaahh aaahhh”- godetti accarezzandogli la testa e i capelli. Non si arrestò proseguì lento a succhiarlo poi alzò lo sguardo verso il mio e sorrise, staccò la bocca e sorprendentemente notai che aveva ingoiato tutto per la prima volta. Lo tirai su e lo bacia avidamente, sentire il nostro sapore mescolato era eccitante –“Ora tocca a me”- sussurrai all’orecchio spingendolo contro il tavolo, poggiò i gomiti sopra sdraiandosi, mi inginocchiai e ciuccia alla grande il suo nerchione che stava per sborrare –“Aah cosi cosi”- stava per schizzare, lo tirai fuori dalla bocca e dopo qualche secondo mi sborrò sul viso. Amavo farmi riempire. Lo ripresi tutto fino alla base in bocca e lo ciuccia ancora. Ripulii il viso portandomi alla bocca il suo nettare, lui mi diede una mano e mi baciò. Ci ricomponemmo con un filo d’imbarazzo, era passato molto tempo dalla nostra ultima avventura –“Allora sicuro che non rimani per cena?”- , -“No, ho detto a mia moglie che sarei rientrato questa sera. Ci organizziamo meglio per la prossima volta”- , -“Ah a proposito, devo darti una notizia.. se il progetto va in porto sarò in città almeno una o due volte al mese”- , -“Davvero?”- , -“Siii”- la felicità fu incontenibile per entrambi, ci abbracciammo spontaneamente con un bacio. Prima di salutarlo lo feci sciacquare per ripulirsi un po’ e sulla porta ci salutammo con un gran bacio –“Ci vediamo presto”- disse –“Fammi sapere quando arrivi, mandami un messaggio”- . Il viaggio che lo attendeva era di due ore piene, ci tenevo e mi preoccupavo per lui. Mentre attendevo il suo arrivo preparai la cena, erano circa le ventuno e trenta quando il telefono squillò –“Ci sei?”- . Controllai il numero ma non era Edoardo, nella stessa chat notai un secondo messaggio antecedente –“Ciao Gabriele, come stai?”-
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il Venditore Ambulante 3 -Can che dorme- IV:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni