Racconti Erotici > Gay & Bisex > In Erasmus tra amici ...
Gay & Bisex

In Erasmus tra amici ...


di FlavioV
03.12.2023    |    17.815    |    24 9.6
"Mi girò, mi alzò una gamba mettendola sul piano cucina formando un angolo perfetto con quella rimasta a terra..."
Edoardo, uno dei miei migliori amici, era partito da qualche mese per l’Erasmus a Madrid, quando decisi di raggiungerlo per una settimana.
Fui ospitato nella casa in cui viveva insieme a Leslie, un ragazzo di origini franco algerine, alto 1,85, capelli castani, fisico asciutto e sportivo, e a John, un ragazzo inglese, alto 1,90, con un fisico da palestra super definito, capelli neri, occhi profondi. Ognuno aveva la propria stanza; bagno e soggiorno/cucina invece erano in comune. La casa finiva lì. Avevamo tutti ventuno anni, l’unica differenza era che loro avevano scelto di studiare ingegneria, mentre io, finito il liceo, ero andato a lavorare in un rifugio di montagna in Valle d’Aosta.
Appena arrivato, Edoardo mi portò in giro per Madrid e a cena in una bettola meravigliosa con amici, finché tornammo a casa, ci lavammo i denti e … dove avrei dormito? Non se ne era ancora parlato. Edo mi disse che avrei dormito in camera sua, non essendoci quella degli ospiti e non potendomi far dormire con i suoi coinquilini che non mi conoscevano neanche (rise). A me andava benissimo, anche se camera sua era costituita da una scrivania piena di oggetti, un armadio e un letto per fortuna matrimoniale. Non so dirvi perché ma mi prese un brivido e una eccitazione strana. Non sapevo ancora se fossi etero, gay o altro, avevo avuto due ragazze e avevo provato ad andare con due maschi conosciuti in chat. Tutto lì. Ma da quando avevo 14 anni, e avevo conosciuto Edo, mi faceva un effetto strano e, seppur avessimo una bella amicizia, la riservatezza e la timidezza di entrambi aveva sempre impedito di vedersi nudi o in mutande o di condividere anche solo cose intime. Ci spogliammo dandoci le spalle, io mi infilai i pantaloncini e la maglietta del pigiama. Mi coricai e vidi che Edoardo era rimasto solo con i boxer grigi della Calvin Klein, petto nudo, piatto, asciutto, addome difinito. Si infilò sotto le coperte, ci augurammo buona notte e stop. Passai l’intera notte in agitazione, era la prima volta che dormivo così vicino a qualcuno, che sentivo il calore e l’odore del suo corpo, il respiro …avrei voluto toccarlo, abbracciarlo, ma non feci nulla. Verso le otto, sentì Edoardo muoversi, sfregarsi ripetutamente contro il materasso a pancia in giù. Finsi di dormire immaginandomi… di essere il materasso. Ad un certo punto si alzò. Il suo profilo mi fece vacillare. I boxer grigi erano segnati da un’enorme erezione. Andò in bagno. Sentì il rumore di una lunga e abbondante pisciata e lo aspettai tornare, sempre fingendo di dormire. I boxer erano leggermente bagnati dalla pipì e il cazzo era diventato barzotto. Si coricò di nuovo e io cercai di respirare più possibile il calore di quell’aria fatta di maschio, ormone e pipì. Il risveglio fu un risveglio da Erasmus: ore 11. Edoardo si mise una maglietta pulita, si sedette sul bordo del letto e, dandomi le spalle, si cambiò i boxer. Io rimasi a letto a fissarlo e, nonostante la velocità, intravvidi il suo sedere bianco e solido, la linea tra le chiappe… forse lo fissai un po’ troppo tanto che Edo mi disse che lui le mutande se le cambiava e se la cosa era così strana per me. Poi scoppiò a ridere, si vesti e iniziò la giornata. Datemi dello sfigato ma prima di colazione, presi dal cesto i boxer che si era cambiato Edo, me li portai in bagno e annusando quel profumo di vita, ormoni e pipì, mi sparai una sega veloce e violenta, riempiendo il lavandino di sborra.
Passammo tutta la giornata in giro, tornammo a casa, doccia e preparazione per la cena. Saremmo stati solo io e Edo perché John era partito per una settimana a Oviedo e Leslie era fuori con la sua ragazza e probabilmente sarebbe tornato l’indomani.
In cucina non c’era molto, per cui iniziammo a bere un paio di bicchieri di vino, da aperitivo. Edoardo aprì il frigo e quasi si infilò dentro. Maledetto profumo di sapone e freschezza, maledetti pantaloni della tuta grigi che mettevano in evidenza un culo sodo e sportivo e dei boxer fucsia che mi fecero perdere la testa. Mi avvicinai e gli sfiorai il sedere.
Edo si girò di scatto e mi chiese incazzato se gli avessi toccato il culo. Che cosa stavo facendo? Poi per fortuna sia mise a ridere e tirò fuori l’unica cosa di commestibile del frigo: zucchine. Proposi di fare una pasta, mi voltai verso il lavandino e subito mi trovai Edo alle spalle, con uno zucchino appoggiato sul mio culo, lo sguardo soddisfatto e … “ti piacerebbe eh?”. Eravamo un po’ ubriachi, pensai. Opposi una breve resistenza, poi mi girai e mi trovai il mio amico a un centimetro da me. In un attimo le nostre bocche si incontrarono, prima un lungo bacio a stampo e poi di lingua, tanta lingua. Intanto le mie mani si aggrapparono al culo di Edo e le sue frugarono nei miei pantaloncini alla ricerca del mio cazzo che era diventato duro e bagnato. Edoardo si scostò leggermente e mi spinse a terra, in ginocchio davanti a lui. MI sfilò la maglietta e si tolse la sua. Dopodiché mi spinse la faccia contro i suoi pantaloni della tuta altezza pacco. Il cazzo era durissimo. Annusai la patta e gli tirai giù pantaloni e boxer, un enorme cazzo di 17 centimetri uscì dalla prigione e mi sbatté violentemente in faccia. Edo aveva il pene liscio, senza venature, quasi come quello di un bambino, lungo, durissimo e sottile. Sapeva di sapone e di ormoni. Nonostante non avesse peli sul corpo, aveva una folta radura di peli pubici nerissimi. Mi buttai sul suo cazzo e glielo presi in bocca. Lui emise un verso animalesco di piacere che mi spinse a scappellarglielo tutto con i denti, facendo uscire una cappella rosa e pulita, non troppo grossa. Glielo succhiai per un po’, finché lui mi allontanò, mi fece rialzare in piedi e si inginocchiò ai miei piedi. Mi tolse pantaloni e mutande, facendo uscire il mio cazzo che non ne poteva più. Avevo un membro sui 17, un po’ venoso verso la punta del prepuzio che era già aperto e lasciava intravvedere il glande. Me lo prese tutto in bocca e quasi venni alla prima succhiata. Me lo scappellò tutto e mentre con una mano mi teneva giù la pelle del prepuzio, con la lingua mi lustrava la cappella. Quando, guardandomi, dal basso in alto, mi leccò il frenulo ormai tesissimo mi sembrò di venire. Gemevo come una vacca in calore, quando Edo mi chiese con quella sua voce profonda e maschile se mi piacesse. Non mi diede tempo di rispondere, le sue mani si attaccarono furiosamente alle mie natiche e la sua bocca inghiottì completamente il mio cazzo, andando su e giù velocemente. Dopo poco urlai che stavo per venire, ma lui continuò. Il primo schizzo gli riempì la bocca, poi la tolse e feci ancora tre o quattro schizzi che finirono sul pavimento.
Ero esausto. Edo sparì un secondo e tornò. Eravamo di nuovo in piedi uno di fronte all’altro. Edoardo si avvicinò al mio orecchio e mi disse che mi avrebbe scopato, che voleva spaccarmi il culo. Non proprio parole romantiche ma mi eccitarono moltissimo. Mi girò, mi alzò una gamba mettendola sul piano cucina formando un angolo perfetto con quella rimasta a terra. Mi mise un po’ di lubrificante che era andato a prendere prima e avvicinò il suo cazzo al mio buco. In un attimo scivolò dentro per metà, costringendomi a urlare per il bruciore. Edo sembrava non sentire le mie urla e continuò a spingere finché sentì il mio buco aprirsi, lo sfintere cedere e il suo cazzo entrare quasi interamente in me. Mi scopò per un po’, finché chiesi di cambiare posizione perché le gambe iniziavano a farmi male come il culo. Tolse il cazzo per un momento e mi sembrò di avere un po’ di pace dal bruciore, ma fu un attimo. Mi appoggiai al tavolo del soggiorno, perfettamente a 90. Questa volta senza problemi, mi ficcò tutto il cazzo dentro, fino in fondo, facendomi gemere e sbattere con il petto contro il tavolo. Il ritmo della scopata diventò incessante, un martello di 17 centimetri mi stava sfondando lentamente. Il dolore iniziò a diventare piacere e così iniziai ad urlare che lo volevo tutto e di scoparmi fino in fondo. Edo mi mise una mano sul collo, stringendo per tenermi fermo e attaccato al tavolo, e iniziò a scoparmi con così tanta foga che il mio bacino e il cazzo tornatomi duro sbattevano contro il tavolo facendo un rumore forte. A questo si aggiunsero i miei gemiti e quelli di Edoardo che erano ormai un coro. E non ci accorgemmo di nulla. Solo una voce che disse: “Ma cosa state facendo?”. Ci fermammo e voltammo. Era Leslie, in piedi all’ingresso del soggiorno che ci guardava disgustato. Edo si fermò, lasciandomi il cazzo dentro quasi per nasconderlo. “Continuate pure” e se ne andò in camera sua. Edoardo uscì da me, il cazzo umido e duro e insoddisfatto. Non sapevamo cosa fare tanto era l’imbarazzo. Dopo due minuti però comparve sulla porta Leslie, petto nudo, definito e asciutto, piedi scalzi, solo più i jeans addosso. “Posso unirmi anche io?” chiese. Si avvinò a noi e iniziò a baciare con prepotenza Edo, intanto io mi inginocchiai e iniziai ad aprirgli i jeans e abbassarli fino alle caviglie. Il cazzo nei boxer neri iniziava a diventare duro e crescere e … sembrava enorme. Gli abbassai anche i boxer e ammirai un pisello enorme, sui 19 centimetri, largo, i peli pubici perfettamente rasati. Con la mano gli tirai indietro il prepuzio, facendo uscire una cappella enorme, rossa e umida. Me la misi in bocca e iniziai a leccare quel cazzo che sapeva di gioventù e ormoni. Intanto Edo aveva smesso di baciarsi ed era sceso anche lui, ci trovammo vicini e iniziammo a leccare insieme il cazzo di Leslie e a leccarci tra noi. Quell’enorme cappella era mia, così Edoardo si spostò e iniziò a leccargli il buco del culo. Leslie gemeva come un porco. Mentre io continuavo a succhiare la cappella di Leslie, venni spinto con la mano ad andare più a fondo e quasi ne rimasi soffocato, mentre Edo si era rialzato e stava cercando di infilare il suo cazzo nel culo di Leslie lubrificato dalla saliva. In un attimo entrò e lo capì dal brivido del cazzo di Leslie e dal suo urlo di piacere e di dolore. Edo stantuffo per un po’ il culo di Leslie finché quest’ultimo lo fermò e disse che se ben si ricordava, aveva interrotto qualcosa. MI alzai e mi sdraiai sul tavolo, questa volta a pancia in su. Edoardo ormai allo stremo del piacere, si avvicinò e iniziò a scoparmi violentemente finché dopo pochi minuti mi venne dentro. Non feci in tempo a chiedere di toglierlo che una marea di sborra calda mi invase le viscere. Leslie si avvicinò e senza dire nulla, nella stessa posizione, mi ficcò tutto il cazzo in culo. Nonostante il mio buco fosse ormai aperto e spanato, i 19 centimetri si fecero sentire. Lo sperma di Edo facilitò la profondità della penetrazione, fungendo da lubrificante naturale. Sentivo il cazzo di Leslie scivolare sulla sborra di Edoardo e solo il pensiero mi faceva godere. Leslie iniziò a scoparmi sempre più duramente e io gli urlavo “plus fort” “plus fort” provocando la sua reazione da toro. Ad un certo punto si fermò e propose di trasferirci tutti in camera. Mi sdraiai sul letto di Edoardo, Leslie mi mise due cuscini sotto la schiena e Edo mi tirò indietro le gambe. Sentivo il mio buco aperto e alla mercé di tutti. Leslie salì sul letto, in piedi, si abbassò sulle ginocchia e si prese in mano il cazzo. Era la prima volta che, da questa posizione, vedevo il cazzo di un ragazzo mentre mi entrava e usciva dal culo. Lo infilò dentro ripetutamente e mi sembrò di essere trafitto da una spada. Questa posizione mi spaccava e andava verso profondità mai viste. Mi scopò così per vari minuti, finché esausto mi girò di schiena e mi trascinò verso il bordo del letto. Mi prese le mani e me le mise dietro la schiena tenendole forte come se dovesse arrestarmi. Il suo cazzo entrò secco nel mio culo. In questa posizione mi sentivo prigioniero. Poco dopo Edoardo, a cui era tornato duro, lo infilò nel culo di Leslie che urlò e iniziò a scoparlo mentre Leslie scopava me. Sentivo i colpi del cazzo di Edo che davano il ritmo anche alla scopata di Leslie. Gememmo tutti senza tregua, finché Leslie iniziò a sborrarmi nel buco. Ero esausto, mi sdraiai sul letto, solo il mio cazzo era rimasto duro, così Edo si mise sopra di me, dicendo di voler provare anche lui, mise sul mio cazzo tantissimo lubrificante e si sedette su di me, infilandosi il mio cazzo nel suo culo strettissimo. Iniziò a fare la candela su di me e anche se il mio cazzo entrava poco in quel buco così stretto, vedere Edo e il suo cazzo tornato di pietra andare su e giù su di me mi fecero sborrare in un attimo. Edoardo fece un po’ lo stronzo e tolse il culo quando dissi che stavo vendendo così due bei getti di sperma mi finirono sul petto. Edoardo avvicinò il suo cazzo alla mia faccia e me lo mise in bocca. Quasi meccanicamente succhiai quel cazzo che ormai sapeva di sperma, di culi, di maschio, mentre Leslie ci guardava sdraiato a letto e si masturbava. Dopo poco, Edoardo tirò fuori il suo cazzo dalla mia bocca e mi sborrò in faccia, Leslie si alzò e finì la sua sega con uno schizzo sulla mia faccia che si mischiò a quello di Edo. Cademmo sfiniti a letto e ci addormentammo abbracciati l’uno all’altro. Dormimmo fino alle cinque del pomeriggio ma quella era solo una sera della settimana che mi attendeva e nella quale sperimentai senza sosta. Tornato a casa, mia mamma mi venne a prendere alla stazione e non mi riconobbe… avevo perso quattro chili, ero pallido e camminavo a fatica.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per In Erasmus tra amici ... :

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni