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Gay & Bisex

Io e Marco


di scrivinick
13.01.2023    |    625    |    0 8.0
"Alla fine selezionai due ragazze, con le quali mi scambia diverse foto di nudo, da un lato per accertarmi della veridicità degli annunci, dall’altro per..."
Dopo un lungo anno di lavoro, le tanto meritate quanto aspettate vacanze erano arrivate. Insieme ad altri tre amici, avevo organizzato un tour per la Svizzera, fatto di lunghe camminate tra i boschi e le colline elvetiche, unite a momenti di assoluto relax in Spa meravigliose.

Negli otto giorni di girovagare, non sono di certo mancate le “visite” a quelle che, insieme ai Casinò e al cioccolato, restano una delle principali attrazioni del Paese: le case di piacere.

Ho la fama di chiavatore, nonché gran conoscitore dei vari bordelli elvetici, e sono pertanto una delle prime persone che gli amici chiamano per info e dritte. Qualche anno fa mi ero messo addirittura ad organizzare vere e proprie serate di sesso con amici e qualche sedicente ragazza amante di giovani vogliosi e dotati.
Fu proprio durante queste scopate di gruppo che iniziai a provar piacere nel vedere i miei amici all’opera: mi gustavo i loro movimenti, le loro “tecniche”. La mia eccitazione cresceva con la loro, mentre con gli uccelli duri come il marmo violavano le cosce delle puttanelle che assoldavo. Mi soffermavo a guardare le loro smorfie di piacere, unite a gemiti che solo a pensarci mi torna l’eccitazione, e, ovviamente, i loro cazzi.
Giocando a calcio e facendo numerosi tornei durante la stagione estiva, riuscivo sempre a coinvolgere nelle mie serate saffiche amici e conoscenti piuttosto dotati, in modo da non sfigurare con le ragazze che chiamavo, che, proprio per questo motivo, accettavano prontamente i miei inviti.

Ho sempre amato la figa, ma, sempre più spesso, mi ritrovai a masturbarmi prima pensando a quelle serate, poi anche soltanto ai miei amici. A come godevano, ai loro fisici, ai loro uccelli, della cui scelta mi autocompiacevo ogni volta. Avevo fiuto, non c’è che dire: sceglievo sempre ragazzi ben attrezzati.

Giunti a Bellinzona, i miei amici rientrarono nel Varesotto e mi ritrovai pertanto solo nell’ultimo tratto di ritorno verso Milano.
Poiché avevo ancora un giorno libero prima di riprendere il lavoro, decisi di fermarmi a Lugano per una notte. Avrei avuto così modo di passare la serata al Casinò senza la pesantezza di un viaggio di ritorno al termine delle numerose ore al tavolo verde.

Comunicai la mia scelta ad un caro amico, compagno di mille avventure, sia al gioco, che, soprattutto, a mignotte. Di lui avevo ancora un cruccio: non glielo avevo mai visto duro. Me lo sono immaginato diverse volte, ma non avevo ancora avuto il piacere di confrontare la mia immaginazione con la realtà.

Quel pomeriggio mi comunicò che, se non fosse stato un problema, avrebbe approfittato anche lui del mio appoggio in albergo per farsi una serata di gioco tranquilla. Ovviamente accettai e ci demmo appuntamento per le 20.00 in hotel.
Decisi che quella che si stava paventando non era assolutamente una occasione da perdere per accontentare la mia curiosità.
Presi in mano il telefono e iniziai a cercare qualche escort o qualche maiala che si sarebbe fatta scopare da noi due quella sera.
Alla fine selezionai due ragazze, con le quali mi scambia diverse foto di nudo, da un lato per accertarmi della veridicità degli annunci, dall’altro per scegliere accuratamente la nostra vittima sessuale.

Marco mi raggiunse in albergo e da li ci dirigemmo verso il Casinò a piedi.
Dopo quasi cinque ore di gioco e diversi drink tracannati, rientrammo in albergo senza nemmeno un euro in tasca.

“Siamo i soliti coglioni - iniziò - non abbiamo mai un limite e alla fine ci sputtaniamo tutto. Ti è rimasto qualcosa?”

“Niente - risposi - pensa che avevo anche scelto un paio di troie per stasera, ma con cosa le paghiamo?”

Lui era fidanzato, ma dopo qualche drink di troppo, spesso aveva voglia di scoparsi altre ragazze.

“Vediamole” mi chiese.

Presi in mano il telefono e iniziai a far scorrere le immagini delle due, che, foto dopo foto, si mostravano sempre meno vestite, in un climax davvero eccitante per noi che, entrambi seduti in mutande sul letto, iniziavamo a scaldarci e toccarci, prima quasi con delicatezza poi con maggiore foga, i nostri arnesi che stavano iniziando a crescere.

Nello scorrere le foto, incappai nella prima immagine che avevo inviato alle due e - quasi in imbarazzo - mi sbrigai nel far scorrere la foto successiva.

“Cos’era quella?!” Mi chiese prontamente Marco.

“Ma no niente, è che a un certo punto ho scambiato anche io qualche fotina, giusto per scaldare un po gli animi e invogliarle a mandare altro”

“Ahahah che maiale sei! Vediamo”

“Ma no dai, andiamo avanti” Il mio seppur lieve imbarazzo iniziale, stava lasciando posto all’eccitazione di mostrargli le mie foto e sapere del suo interesse nel vederle mi fece svegliare ulteriormente il mio amico lì sotto.

Non feci in tempo a scorrere ulteriormente le foto che Marco mi strappò il telefono dalle mani e tornò indietro al mio scatto. L’immagine ritraeva il mio cazzo duro negli slip, stretto nella mia mano destra.

“Oh oh! Eccolo il pisellone di Milano” Disse mentre mi mostrava un sorriso tutto fuorché innocente, per poi ritornare a puntare gli occhi sull’immagine. Notai anche che con la mano sinistra era tornato a toccarsi con foga il cazzo dalle mutande.

“Va bene, adesso hai visto” Dissi facendo per riprendermi il telefono, ma lui lo allontanò da me.

“Cos’è ti vergogni? Sarà mica la prima volta che te lo vedo! Anche se a pensarci bene, in tiro non te l’ho mai visto - disse abbassando lo sguardo verso il mio pacco - “un po’ come ora” Concluse ghignando.

Me lo spostai più volte con il pollice “Non è ancora in tiro tranquillo” e gli feci l’occhiolino.

“Oh oh!” Disse nuovamente. La sua mano non si era ancora staccata dal suo cazzo.

Proseguì nello scorrere le foto, ma quelle delle due ragazze sembravano quasi non
interessargli. Giunse finalmente alla mia seconda foto. Ero ancora in mutande, ma avevo leggermente abbassato l’elastico degli slip per mostrare l’inizio dell’asta. Sono sempre completamente depilato, pertanto la prima parte nel mio membro era in bella vista. Non ho un cazzo lunghissimo - sui 17 centimetri - ma vado molto fiero della mia circonferenza, che si aggira intorno ai 14.

“Come ti fai desiderare oh - disse toccandosi con foga il suo pacco - ma poi quanto cazzo è largo ahaha”

Mi schernii “Normale”

“Seee normale, va che palo”

La foto successiva era ancora mia, nella quale abbassavo ulteriormente le mutande senza però mostrare l’asta interamente.

“Oh ma lo vuoi tirar fuori o no?!” Mi disse.

Risi mentre stavo ormai raggiungendo la piena eccitazione. Questa sua insistenza nel volermelo vedere mi stava mandando in estasi e faceva cavalcare la mia fantasia su cosa sarebbe potuto accadere di lì a poco.

“Se me lo volevi vedere duro, bastava dirlo” Scherzai.

Rise “Ma è la situazione che è eccitante dai” disse mentre si tirava in avanti il cazzo, permettendomi di guardare la parte che si era resa visibile dal movimento dei suoi slip. Era anche lui rasato, ma la sua larghezza non aveva niente a che vedere con la mia.
Notò dove si era soffermato il mio sguardo e, quando incrociai il suo, prontamente risposi “Eh vedo” rilanciando un’occhiata ai suoi slip che mostravamo ormai una potente erezione.
Non disse niente e si infilò la mano direttamente dentro le mutande, afferrandolo.

Scorse velocemente le tre foto delle ragazze per poi finalmente giungere alla mia. Ero sdraiato sul letto, con il mio cazzo duro in primo piano, tenuto dritto dal mio pollice. La cappella rossa ed inumidita era ben in vista.
Rimase un po’ ad osservarlo, anzi a dire il vero se lo gustò per un bel po’.

“Minchia, è proprio grosso”

“Ma va normale”

“See normale, non fare il modesto. Ce l’avessi io un cazzo così” proseguì mentre continuava vistosamente a toccarselo. Io, dal mio canto, non ero da meno. La situazione creatasi me lo aveva fatto intostare parecchio.

“Ma dai di cosa ti lamenti” gli dissi, nella speranza di poter spostare l’oggetto della conversazione sul suo membro.

Non feci in tempo a dirlo che si abbassò le mutande, il suo cazzo in completa erezione fu sollevato dall’elastico degli slip per poi sbattere su suo basso ventre. Prendendoselo in mano, si girò verso di me “Beh, guarda”

Non ci credevo, l’amico oggetto di miei numerosi sogni erotici ultimati in altrettante sborrate - me lo ero immaginato mentre scopava ma anche mentre si segava da solo - si trovava di fianco a me, mostrandomi il suo cazzo duro e mi diceva di guardaglielo.

“Dai non è così male. Non è mica piccolo. Non largo come il mio - proseguii - ma fai la tua porca figura. E poi, chiavatore come sei, penso che nessuna si sia mai lamentata”

Ingrandì la mia foto e avvicinò l’iPhone al suo uccello duro. “Vuoi mettere?”

“Ma è una foto - risposi io, ormai inebriato dall’eccitazione - Meglio dal vivo” E abbassai anche io gli slip, mostrandogli la mia potete erezione.

Me lo presi in mano, scoprendo leggermente anche la cappella che ormai pulsava tremendamente.

Rimase a guardarlo a bocca aperta e occhi sgranati per un po di tempo, mentre la sua mano sinistra teneva sempre ben ancorata la sua verga e con la destra, lasciato sul letto il cellulare, si stava massaggiando le palle.

Io lo mossi un po’ e quel movimento parve risvegliarlo dallo stato di tranche in cui era.

“Minchia Lu, è proprio grosso. Quanto cazzo è largo. E poi è bello venoso” Rimase ancora ad osservarlo mentre se lo accarezzava e io mi gustavo tutta la scena. La voglia di segarmi era tantissima.

“Tira fuori sta cappellona” mi esortò. E di certo non me lo feci ripetere due volte.
Con un colpo di mano mostrai il mio glande, che svettava rosso e pulsante sotto i suoi occhi.

“Minchia! Non è che morde?” Mi domandò.

“Non penso - risposi allenando la presa e tenendolo eretto soltanto con pollice e indice - Chiediglielo”

Quella che per me poteva sembrare una battuta - anche se, a dire il vero, speravo non lo fosse - fu presa sul serio da Marco che si avvicinò con la mano destra aperta.

“Posso?” Mi domandò

Per tutta risposta lo spostai con la mano verso di lui che con le dita iniziò a sfiorarmelo.

Con il pollice da un lato e indice e medio dall’altro, percorse qualche centimetro della mia mazza, che reagirà immediatamente, inturgidendosi ancora di più.

“Gli piace eh, a sto bestione” Disse dandogli una pacca con la mano aperta.

“Puoi verificare tu stesso” risposi invitandolo a proseguire nella sua esplorazione.

Lo afferrò completamente con la mano destra e proseguì ad accarezzarlo, per poi iniziare un movimento dall’alto verso il basso che generò penso la più potente erezione che io abbia mai avuto.

“Se vai avanti così penso che potrei esplodere”

“Be, non vorrai mica andare a letto con il cazzo in gola a questo punto?” Mi rispose, mollando la presa e dedicandosi completamente al suo attrezzo. Io ripresi fra le mani il mio ed iniziai una lenta sega.

“Dopo aver tenuto in mano il tuo, la differenza comunque si sente eccome” Mi disse con un ghigno.

Ormai avevo perso anche io ogni freno inibitorio e, mollato la presa del mio uccello, al quale mi ero immediatamente dedicato quando lui mi aveva lasciato, afferrai il suo con la mia mano destra, contemporaneamente ad un inutile e insensato “Sentiamo” farfugliato con la bocca secca.

Stavo tenendo in mano il suo cazzo. Non ci volevo credere e nella mia mente pensavo che fosse soltanto una delle mie tante perversioni sulle quali decidevo di segarmi. Ma era la realtà. Io e Marco eravamo nudi uno di fianco all’altro e tenevo in mano il suo cazzo duro come il marmo.

Era decisamente più piccolo del mio, ma se lo avessi picchiato contro lo schermo del mio cellulare che giaceva a pochi centimetri di distanza, penso che lo avrebbe rotto.
L’asta, di una lunghezza a colpo d’occhio di 15-16 centimetri, curvava leggermente in punta. Il glande era ancora coperto e decisi si scoprirglielo con molta delicatezza, azione che generò in Marco dei gemiti di piacere. Aveva una cappella rosso fuoco, leggermente inumidita da un po di presperma. Gliela sfiorai con due dita e i suoi gemiti di piacere aumentarono. Provò ad allungarsi meglio sul letto ed io feci per mollare la presa. Mi fermò con la mano “Continua ti prego”.

Mi sistemai più comodamente, dando due o tre colpi anche al mio cazzo che giustamente richiedeva attenzioni e non smetteva di pulsare. “Ci penso io a sto bestione tranquillo” disse mentre lo riprendeva in mano.

Avrei voluto filmare quella scena per potermela godere più e più volte. Eravamo sdraiati sul letto, completamente nudi e l'uno con in mano il cazzo dell'altro.

Ripresi a solleticargli la cappella che era sempre più umida, mentre mantenevo verso l'alto il suo membro eretto che opponeva non poca resistenza. Cazzo se era duro!

Iniziai così la sega, in maniera molto lenta, per godermi il più possibile il momento. Marco iniziò ad ansimare e chiuse gli occhi tra respiri affannati e smorfie di piacere.

Non staccavo gli occhi da lui e dal suo cazzo e, non lo nascondo, avevo una voglia matta di prenderglielo in bocca, ma mi trattenni. La sega in compagnia, di fatto, può essere vista come puro cameratismo, con un pompino mi sarei spinto troppo oltre, pertanto desistii. Per il momento.

Aumentai il ritmo della masturbazione e sentii la sua presa sul mio membro aumentare notevolmente. "Me lo vuoi strappare via?"

"Ah ah. No tranquillo, poi come fai a farci tutti felici?"

Rimasi un po' inebetito dalla sua risposta. "Farci tutti felici?" "Farci?" Riflettei tra me e me, mantenendo sempre il suo cazzo nella mia mano destra, ma fermando qualsiasi movimento.

"Dai non fermarti che ho proprio voglia di sborrare. E di vedere quanta ne esce da questo bel cazzone" Disse continuando a masturbarmi.

Tornai a dedicarmi al suo arnese, mentre l'aria della stanza era ormai satura dei nostri odori e della nostra eccitazione.

Avevo la mano completamente bagnata dal suo presperma "Cazzo a te non serve nemmeno il lubrificante" Gli dissi mostrandogli il mio palmo che luccicava.

"A te ne serve un po' invece" Disse scattando verso il mio membro. Il suo viso era a pochi centimetri dal mio cazzo eretto. Ero in visibilio.

Pensavo mi facesse un pompino, quando invece lasciò cadere della saliva sulla mia cappella. Rimase in quella posizione ancora un po' e sputò nuovamente. "Ecco ora ci siamo" disse alzando la testa. "Anzi" proseguì avvicinandosi ancora di più a me e afferrandomi il cazzo con due mani "Ora ci siamo" Iniziando una fantastica sega a due mani.

Feci scorrere il mio braccio dietro di lui e ripresi a segarlo con veemenza. Con la mano destra iniziai a massaggargli le palle, gesto che apprezzò parecchio, notai dai sui gemiti.
Sentivo il suo corpo caldo contro il mio, avvinghiati per procurarci piacere a vicenda in una posizione di certo non comoda per entrambi, dettaglio che però in quel momento passava decisamente in secondo piano.

Appoggiai la mia fronte sulla sua nuca, proseguendo ad ansimare vicino al suo orecchio. "Vengo Marco"

"Anche io, ma aspetta"

Staccò la presa e rapidamente si mise a cavalcioni sopra di me. Condusse il suo membro contro il mio e iniziò a segare entrambi. "Veniamo insieme" disse guardandomi dritto negli occhi e mordendosi il labbro inferiore.

Penso che fino a quel momento non avessi mai goduto cosi tanto. Afferrai le sue natiche con le mie mani e iniziai a palparle per bene.

Dopo pochi secondi venni sul mio petto con un ultimo sospiro di infinito piacere ed uno schizzo mi colpì anche in faccia.

Marco sborrò poco dopo. Quattro potenti fiotti di sperma che terminarono il loro volo sul mio collo e sul mio viso.

Allungò la mano e mi ripulì la guancia dal nostro seme per poi portarsela in bocca ed assaggiare il succo di entrambi.

"Mmm hai un buon sapore"

"Abbiamo vorrai dire, mi hai appena sborrato in faccia"! Risposi ridendo.

La risata fu subito contagiosa, poi Marco si fece serio nuovamente. "E tu non sei curioso del mio sapore?"

Con la mano afferrai nuovamente il suo cazzo che era ancora barzotto, percorsi tutta la lunghezza dell'asta ripulendogli infine la cappella. Avvicinai la mano aperta alla mia bocca e la leccai tutta, senza mai smettere di guardarlo negli occhi.

"Si, devo ammettere che hai un buon sapore anche tu" Ed entrambi scoppiammo nuovamente a ridire.-

Si alzò da me e scese dal letto. "Dai andiamo a docciarci"

Lo seguii subito, dandogli una sonora pacca sul culo "Ok bel culetto"

"Stai tranquillo tu che me lo sfondi il mio bel culetto con il tuo bestione".

Rimasi inebetito per la seconda volta quella sera. Cosa cazzo mi voleva dire Marco con tutti questi apprezzamenti al mio membro? Che forse il cazzo piaceva anche a lui?

Aprì la porta della doccia e mi fece un cenno "C'è spazio per entrambi qui"

Non me lo feci ripetere due volte ed entrai.

Iniziammo a docciarci uno di fronte all'altro, entrambi con il cazzo ancora barzotto. Marco passò la mano sugli ultimi rimasugli di sperma sul mio petto "Sei pieno di sborra! Ah ah"
Afferrai il suo membro apostrofandolo "Per forza, sto coso è un idrante"

Terminammo la doccia ridendo ancora e Marco, mentre stava uscendo allungò per l'ultima volta la mano verso il mio cazzo scoprendomi il glande.

"Hai ragione, non morde. Anzi mi sa tanto che fa godere parecchio"

E si diresse verso la camera da letto.
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