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Gay & Bisex

L'etero e il nuovo lavoro


di stellalu
09.03.2020    |    1.651    |    0 9.2
"Di colpo mi dice: bene, inizi domani; accompagnerai mio figlio da un fornitore e avrete un pernottamento..."
Mi presento, mi chiamo Bruno, trentacinque sposato. Fin dall’adolescenza ho capito che piacevo alle donne e ho sempre sfruttato la cosa a mio piacere. Dopo anni di sport; tra calcio, tennis e palestra ho costruito un bel fisico che metto in risalto con jeans attillati, magliettine e pacco ben in vista. Sono alto 180, moro, bei muscoli, pettorali sporgenti e un culo sodo di cui vado orgoglioso.
Mi piace sentirmi gli occhi addosso, confesso che pure qualche maschio mi guarda. Ho avuto molte donne e grazie al mio amico di 22 centimetri li ho sempre fatte godere, ma la voglia non mi passa mai e il fatto che piaccio mi fa eccitare ancora di più. Per cercare di mettere la testa a posto mi sono sposato, ma non avendo un lavoro stabile mi sono messo alla ricerca di qualcosa di meglio. Stefano, un mio compagno di calcetto di circa 24, figlio di un noto imprenditore della zona, si è proposto di autarmi. Mi ha fissato un appuntamento per il lavoro con la madre. L’azienda è familiare e non mi sono stupito che il colloquio fosse con la madre, in più Stefano l’ho sempre visto un po’ come me da ragazzo: con il cazzo sempre duro sempre a caccia di figa.
Al colloquio mi sono trovato una bella cinquantenne con una quarta di seno rifatta, era eccitante e pensavo alle porcate che avremmo potuto fare insieme, lei cortese mi fa: alzati, vediamo se hai il fisico per fare il nostro autista privato. Mi guardava e i suoi occhi si posavano sul pacco, io porco come al solito me lo sfioro con le mani: me la sarei fatta lì stesso. Di colpo mi dice: bene, inizi domani; accompagnerai mio figlio da un fornitore e avrete un pernottamento.
L’indomani iniziamo il viaggio con Stefano. Sale in macchina sul sedile davanti, vestito in modo sportivo e griffato, noto che è più bono di quanto mi ricordassi a calcetto. Il viaggio prosegue tra battute e racconti di fighe scopate. La sera, dopo l’incontro con il fornitore, la cena e il vino siamo andati in camera. Lui mi fa: dormi da me, non voglio stare da solo. Acconsento e mi faccio la doccia da lui, quando torno dal bagno lo trovo disteso sul letto con solo con gli slip gonfissimi, mi dice: che bel corpo che hai, l’ho sempre guardato in doccia a calcetto, sei perfetto, togliti la tovaglia sui fianchi e vediamo chi lo ha più grosso. Io complice l’acqua calda e il vino, ero mezzo barzotto, la tolgo e rimango fieramente nudo, pensando: guarda che cazzone ho, avrai i soldi ma io mi fotto chi voglio.
Lui si avvicina e mi mette le mani sotto le palle. Mi fa: voglio il cazzo. Senza capir nulla me lo trovo in ginocchio che con il mio cazzo in bocca, che in automatico era diventato duro come una pietra. Non avevo mai fatto nulla con un uomo, ma ora vedendo quel ragazzo bellissimo, ricco, con i suoi muscoli duri, il volto maschio con un filo di barba, intento a succhiarmi il cazzo, non ho capito più nulla, l’ho afferrato per la testa e gli ho scopato la bocca. Lo volevo vedere nudo. Gli ho ordinato di spogliarsi, mi sono disteso e ha continuato a pompare. Ero in estasi, un pompino fatto a regola d’arte, sapeva come succhiarlo tutto e si capiva che godeva, non come certe sceme che sembra lecchino un gelato e mi guardano negli occhi mentre ciucciano. Lui godeva, lo vedevo dal suo cazzo duro e bagnato. L’orgasmo è arrivato di botto, senza trattenermi gli ho sborrato tutta la bocca. Ero eccitato e sconvolto, stavo scopando con un bel maschio. Che mi succede? Ero frocio? Me ne sono fregato, mi avvicino e inizio a baciarlo e leccare quel corpo caldo e profumato, mi piaceva e avevo la minchia di nuovo durissima. Lo volevo inculare, lui ha capito si gira e mi dice; divertiamoci. Mi trovo a leccare il suo culo sodo e liscio, con un buco roseo e già aperto. Il porco qualche volta lo aveva già preso. Messo un preservativo, pian piano lo inculo, non entra subito, ma io so come fare, ho inculato tante donne. Me lo scopo a 90 gradi: sentirlo gridare come una troia, ma con la voce da maschio, mi fa sballare totalmente. Godo sentendomi il cazzo stretto in quel buco caldo e anche mentalmente all’idea che mi sto scopando il mio capo, che è pure bono. D’istinto, come faccio per le donne, gli tocco davanti e mi trovo in mano un cazzone duro che pulsa, per un istante mi sembra il mio, quasi fosse uscito dall’altra parte. Inizio a segarlo e lui mi dice: sì, bravo continua. Dura poco e inizia a sborrare come una fontana e io con lui, dentro il preservativo. Mi ritrovo così con la mano sporca della sua sborra e gliela metto in bocca per farmela pulire. Siamo rimasti per un bel po’ lì nudi e sporchi, ma soddisfatti.
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