Gay & Bisex

L'orgia


di denis777
24.03.2019    |    16.606    |    9 9.4
"La curiosità era grande e per i pochi giorni che seguirono non pensai ad altro..."


Sembrava un annuncio pubblicitario in piena regola. Lo riporto letteralmente come formulato in un celebre sito gay: “Si organizza orgia con numero massimo di 15 partecipanti sabato xxx in xxx dalle ore 21,30 alle ore 1,00 in casa privata. Contributo spese di euro 15. Scrivere a XY entro in giorno …. Allegare breve descrizione con orientamento sessuale, foto completa di volto e recapito”.
In un primo momento rispetto alla curiosità ed alla situazione decisamente intrigante prevalse una sorta di diffidenza, ma per qualche giorno la cosa monopolizzò la mia attenzione e divenne un pensiero costante. Un’orgia di maschi! In verità mi avrebbe fatto piacere organizzarne una, ma non l’ho mai fatto e pensavo che il tizio del sito aveva avuto il coraggio di osare quello che io non ho osato.
Lo dissi a Sasi, un mio amico di avventure, che ne fu entusiasta e si associò, dicendomi: “Andiamoci insieme”. Questo mi tranquillizzò ed entrambi presentammo con un messaggio sul sito la nostra candidatura.
Dopo qualche ora entrambi ricevemmo un whatsapp laconico: “Saresti gradito. Attendere conferma. Pierluigi”. Risposi subito: “Grazie mi fa piacere, ma come ci organizziamo?”. In tempo reale una risposta secca: “Attendi istruzioni!”.
Le istruzioni che ricevemmo il giorno successivo erano semplici: “La lista è chiusa, saremo 15 più me e un amico che collaborerà all’organizzazione. Venire alle ore 21 all’indirizzo …. citofonare al numero xx. Il contributo lo darete all’ingresso. Non è necessario portare nulla”.
La curiosità era grande e per i pochi giorni che seguirono non pensai ad altro. Sasi mi prendeva in giro, trattandomi come una verginella che andava incontro con libidinoso desiderio, ma anche con una sorta di trepido timore alla sua imminente deflorazione.
La cosa mi intrigava decisamente, mi incuriosiva, anche per la dimensione del party (16 persone oltre me, ma ero tranquillissimo perché non sarei andato da solo.
L’agognata sera arrivò. Alle 21,15 citofonammo e una voce calda rispose col consueto laconico pragmatismo: “IV piano int. x subito a dx rispetto all’ascensore, che è gratis”. Salimmo. La porta era semiaperta. Entrammo e fummo accolti da un ragazzo simpaticissimo e carino, sorridente che si presentò come l’ormai celebre Pierluigi.
L’appartamento era molto grande e nella sala d’entrata (dire saletta sarebbe riduttivo) c’erano 4/5 maschi, tutti ancora rigorosamente vestiti.
Fu a che punto che il nostro ospitante, raccolto il contributo, ci invito ad entrare in una stanza adibita a spogliatoio.
Riponemmo i vestiti in un sacco numerato e poi ci fu detto di aspettare … saremmo stati introdotti nella sala dell’orgia.
Io e il mio amico valutammo più che bene questa fase preparatoria: accoglienti, ospitali, ben organizzati.
Mi guardai a lungo con un bell’uomo che si era spogliato con noi. Non alto e un po’ peloso, davvero intrigante e sensuale. Nella stanza però non era consentito alcun approccio, ma valeva la pena attendere. L’attesa, infatti, come si sa aumenta la libido ed io ero emozionato ma vogliosissimo.
Finalmente una voce disse: “Venite”.
La stanza dell’incontro era semioscura, in quanto illuminata solo da candele le cui fiamme ondeggianti coloravano in maniera alterna e varia i corpi dei partecipanti. C’erano tutti e 15. Ventaglio d’età molto variabile … qualche giovanissimo, qualche trentenne e 4 o 5 più maturi. Tutti appetibili e scelti con cura. La musica prodotta da uno stereo faceva da sottofondo.
Per iniziare “le danze”, però, occorreva il permesso. L’incipit lo diede Giulio, il collaboratore di Pierluigi, il nostro ospitante. Questi era al centro della stanza, splendente nella sua virile nudità, e invitò un suo amico che doveva già conoscere, un ben manzo over 40, ma dal fisico scolpito. Iniziarono a baciarsi nella loro prorompente nudità ed a questo punto iniziarono “le danze”.
Tutti si unirono a loro, in un iniziale intreccio di corpi maschili nudi, toccandosi e baciandosi ed a breve si formarono vari sottogruppi.
Io mi trovai appiccicato, non so come, ad un bel biondino e iniziammo a limonare ed a noi subito si uni quello con cui mi ero scambiato uno sguardo intenso nello spogliatoio.
Mentre eravamo in azione, le nostre mani vogliose esploravano i corpi l’uno dell’altro. Il rumore di fondo si fece più intenso e coprì decisamente la tenue e lasciva musica di sottofondo che usciva da uno stereo: erano fremiti di piacere, sospiri, mugolii, gemiti e qualche “Ahhh”.
Il nostro terzetto era in piena azione. Il biondino, passivissimo quanto carino, mi spompinava, mentre il terzo gli leccava voluttuosamente il buchetto, generandogli una forma di piacere che doveva essere notevole, come testimoniavano le smorfie e i gemiti, mentre golosamente continuava ad assaggiarmi.
L’atmosfera era eccitantissima e non nascondo che temevo di raggiungere troppo resto l’orgasmo, che talvolta sembrava imminente visti i sapientissimi giochi di bocca e di lingua del mio infoiatissimo partner dai capelli dorati.
A questo punto si aggiunse un uomo maturo che dalla peluria copiosa e dai baffi faceva intravedere una virilità apparentemente prorompente, che, però, si sarebbe presto rivelata illusoria. Mi leccava i capezzoli estasiandosi e intervallava rapidi bacetti al collo con baci con la lingua davvero coinvolgenti. Quanto poi gli toccai il culo ogni parvenza di virilità scomparve: ululava e diceva “Dai sfondami come una troia, sono tuo!”.
La cosa avvenne in un lampo. Sfilai la mia virilità dalla bocca del biondino, il maturo baffuto si mise a pecora e lo penetrai da subito selvaggiamente.
L’uomo era così eccitato e gaudente che i suoi versi lo resero il protagonista del momento. Accorsero altri a contemplare più che la penetrazione il suo piacere, reso evidente dalla voce strozzata e quasi convulsa con cui diceva: “Sii … dai … dammelo tutto … si … così”.
Lo stantuffavo forte, quando il biondino, che era stato penetrato mentre mi spompinava, mi abbracciò e mi baciò con un sapientissimo gioco di lingua (era la sua specialità evidentemente), mentre ancora ero intento a soddisfare l’uomo, penetrandogli nelle viscere più profonde.
Non volevo arrivare all’orgasmo per cui mi fermai, ma fui prontamente sostituito da una altro che riprese da dove avevo finito e la scena dell’uomo a pecora che gode analmente si protrasse.
Il biondino a questo punto volle essere penetrato da me. Me lo sussurrò nelle orecchie: “Dammelo, ti prego, voglio sentirti dentro di me”. Mi prese per mano e mi portò in un angolo dove c’era un divanetto. Mi fece sedere e si sedette a sua volta su di me, col volto in direzione del mio volto, cavalcandomi e continuando a baciarmi.
Intorno la scena si era ulteriormente evoluta ed era ormai degna di un lascivo baccanale romano.
Tutti erano in azione a piccoli gruppi o in coppia e quacuno palesemente e sonoramente stava raggiungendo il piacere.
Anche io raggiunsi l’apice del piacere, allorché il biondino interruppe la penetrazione si accovacciò e mi fece godere con la sua bocca avida. Espertissimo di succhio e risucchio, mi fece raggiungere un orgasmo copiosissimo, una vera eruzione di nettare, che fu gettata sotto forma di spruzzo, anzi più spruzzi, nella sua bocca e della quale riuscì a non perdere una goccia. Io ansimavo e gemevo … lui fu preso da un sussulto di piacere, al termine del quale mi baciò lasciando trapelare l’umore dolciastro del mio seme. Poi si abbracciamo esausti.
Ormai quasi tutti avevano goduto e a poco a poco la stanza restò quasi deserta e quasi tutti si avviarono in cucina a ristorarsi.
L’accordo era, infatti, che dopo il primo “round”, che era durato un’oretta, ci sarebbe stata una pausa collettiva.
In cucina c’erano quasi tutti…solo 3 o 4 stavano ultimando la loro performance … infatti dopo qualche minuto nella sala non c’era più nessuno.
In cucina Pierluigi e Giulio avevano predisposto un rinfresco di salato e dolce, piuttosto abbondante, con molte bibite.
Tutti e due i servizi igienici della casa erano stati messi a nostra disposizione.
Nel bagno secondario qualcuno stava sciacquandosi. Dovevo orinare e mi diressi nel bagno padronale, ma qui mi trovai di fronte ad una scena davvero singolare.
Nella vasca da bagno un corpo contratto da spasmi di piacere, sul quale due partecipanti erano intenti nel pissing in maniera lasciva, con un flusso che fuoriusciva da membri semieretti e con aria goduriosa. Mi incantai a contemplare la scena, per me insolita, non avendo mai esercitato tale pratica.
Senza preamboli o complimenti, quello più vicino mi disse: “Dai piscia anche tu con noi, che gli piace da morire”. Era vero: il volto del destinatario della pioggia dorata era estasiato da queste parole e io che davvero avevo bisogno di liberarmi accettai e aggiunsi il mio liquido dorato a quello degli altri due.
Arrivò anche Sasi, il mio amico, che fece la stessa cosa, ma ebbe un trattamento di ulteriore riguardo da parte del tizio nella vasca, che, terminato il getto, glielo prese in bocca. Si stava facendo folla … la capienza del seppur non piccolo servizio igienico era ormai al massimo.
La ciliegina sulla torta era costituita dalla presenza di un giovane srlanchese, che si chiamava Sunhill, di cui non ho ancora parlato. Si trattava di un ragazzo che ormai stava in Italia da anni (così poi mi disse poi Pierluigi) ed aveva anche fatto il fotomodello a Milano. E se lo poteva permettere: pelle ambrata, magro, definito ma non palestrato, capezzoli turgidi, senza un pelo, viso gentile, bocca carnosa e la cui dotazione era frutto di grande generosità di madre natura.
La sua presenza era molto apprezzata e parecchi ci provavano con lui, ma era palese che preferiva i più grandi di età.
Il secondo “round”, che iniziò senza più alcuna remora od imbarazzo dopo una quarantina di minuti di pausa, infatti, vedeva Sunhill al centro della sala, tra i due partecipanti più maturi, ai quali a turno succhiava e dai qual a turno era trapanato.
Io riuscii solo ad accarezzarlo. Ne valeva la pena. La pelle era vellutata e trasmetteva una sorta di elettricità, dovuta ai suoi spasimi di voluttà nel dare piacere ai due uomini, che, d’altro canto erano eccitatissimi e si prodigavano a soddisfarle la sua bocca insaziabile ed il suo culo da favola.
Il mio amico Sasi nel secondo “round” superò se stesso. In pratica assaggiò il pisello di quasi tutti e ne ricevette tra le natiche almeno 4 o 5.
Ma anche il mio secondo “round” fu molto fruttuoso.
Incominciai nuovamente col biondino, al quale evidentemente dovevo andare parecchio a genio. Poi mi rivelò che gli piaceva il mio modo sensuale di penetrare e mi rivelò che ero uno dei pochi che riusciva a non fargli male.
Dopo l’inizio vi fu un crescendo. Se ci fosse stato Catullo, il voglioso poeta latino della goduria, avrebbe usato il termine “climax” per la crescente tensione erotica ed il piacere sempre maggiore. Un piacere ed un godimento integrale, che si toccava non solo a livello tattile e visivo, ma davvero con tutti e 5 i sensi. Mentre armeggiavo col biondino, uno che non avevo neppure notato in maniera particolare mi leccò in pratica tutto il corpo. Era un portento … sapeva gustare ogni angolo del corpo, soffermandosi sotto le ascelle, sul petto, sui capezzoli, sull’inguine. Generava un’eccitazione favolosa, alla quale nessuno sarebbe capace di resistere.
Contraccambiai con una lunga leccata sul suo buchetto che era particolarmente sensibile al tocco della lingua, come se fosse in preda a piccoli spasmi. Si unì a noi un maturo che fece una cosa per me insolita, che, forse, a freddo non avrei gradito, vista la tendenza attiva, ma lasciai fare, dapprima per curiosità, poi libidine.
Pur non essendo passivo, soprattutto analmente, infatti provai un piacere insolito ed inaspettato, qualcosa di nuovo che mi meravigliò: mentre giocavo col cazzo turgido intorno al buchetto del partner che mi aveva leccato tutto, mi eccitavo ancora di più, come un vero maiale nel sentire il membro del maturo prendere forma e durezza e il suo abbraccio da dietro e le sue mani che mi stimolavano i capezzoli, generarono una libidine che si tradusse in una penetrazione travolgente del mio partner anteriore.
Stantuffavo con forza…il partner godeva e si sentiva, ma anche io godevo e il massaggio al buco del mio culo con quella carne viva mi mandava in estasi.
Raggiunsi un orgasmo fortissimo … quasi urlai e mentre il mio “quasi inculatore”, masturbandosi selvaggiamente, mi inondava la schiena e anche il partner anteriore, l’abile “leccatore” che penetravo, raggiunse un orgasmo, ma anale e ululò di piacere. Parecchi si voltarono. L’orgasmo per me fu tale da avere addirittura un senso come di capogiro. Mi sedetti esausto sul famoso divano, scenario della fine del primo “round” e Sasi mi venne vicino e mi chiese se fosse tutto a posto. La risposta fu: “A posto … anche troppo!”.
La serata volgeva al termine. Qualcuno già si era rivestito, altri lo stavano facendo, solo 3 o 4 stavano concludendo le “danze”. Era l’una ed il tempo era volato. Ma le sorprese non erano finite: stavo mettendo gli slip e Sunhill, che stava entrando e mi vide, si abbassò e me lo prese in bocca, alla luce, davanti a tutti. Lo lasciai fare per un poco, ma ero esausto e, sorridendo, gli sussurrai all’orecchio “Out of order”.
Qualcuno dovette sentire la frase e vi fu qualche sonora risata. Anche Sunhill sorrise e mi baciò sulla bocca. Ci abbracciammo, suggellando una serata speciale.
Prima di andarcene trascorse ancora parecchio tempo: tutti, nessuno escluso, ringraziò a lungo e sinceramente i nostri ospitanti per la serata. La sala d’ingresso della casa divenne teatro di abbracci ripetuti, bacioni amichevoli e la malinconia nel lasciare quel paradiso non dovette essere solo mia e fu lenita dalla promessa solenne di Pierluigi che avrebbe organizzato un’altra serata.
Nel frattempo si era fatto ancora più tardi e l’out of order, il “fuori servizio”, penso proprio che riguardasse tutti. Ma sarebbe stato breve: ci attendeva il domani, un altro giorno in cui col sole e con la natura risorge anche l’eros e si dischiudono altre e nuove possibilità.



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