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Gay & Bisex

La prima trasgressione


di gdandolo
08.08.2012    |    11.208    |    2 7.3
"Ritrasse la mano soddisfatto e mi disse di rimettere a posto per non rischiare di farci vedere..."
Erano gli ultimi anni dell'università quando cedetti alla curiosità che mi dominava da anni. Non ero mai stato con un altro ragazzo, solo occasionalmente qualche sega fra amici alle medie. Con il liceo le prime ragazze ed addio alle occasioni buone ma ero ancora attratto dal cazzo anche se da ormai quasi un decennio avevo rapporti solo col mio.
Decisi che avrei provato ma non sapevo da che parte incominciare. Non esisteva ancora la Rete dove poter cercare qualcuno disponibile.

Andai in un parco cittadino dove avevo sentito dire che ci fossero scambisti e gay. Dopo aver parcheggiato poco distante, mi avviai sul marciapiede lungo il viale che lo attraversa. Camminavo con calma, cercando di osservare attorno senza far notare la mia agitazione; non c'era un grande movimento, solo due o tre persone e qualche auto che passava per il viale.

Non sapevo cosa fare, non osavo rivolgermi a nessuno per paura di prendere un granchio e continuavo a chiedermi se le persone che vedevo fossero semplici passanto o anche loro interessati.
Ero nervoso per il timore di essere visto da qualche eventuale conoscente e intanto mi eccitavo sempre maggiormente fino a che mi ritrovai quasi fermo sotto ad un lampione. In quel momento passava un'auto che si fermò alla mia altezza, aveva i finestrini aperti ed il conducente era un ragazzo all'incirca della mia età che mi chiese se cercavo compagnia. «Si». Salìi nell'auto.
«Hai delle belle gambe!»
Era estate, mi resi conto che in pantaloncini e maglietta mi ero fatto abbordare come una puttana. Non avevo pensato a quello quando a casa decisi di uscire ed una marea di nuove sensazioni inaspettate mi stava strapazzando il cervello.
Risposi automaticamente ad alcune frasi di convenevole ma il restare sotto al lampione mi infastidiva.
Per fortuna aveva un posto dove andare, così ci avviammo verso il suo monoloocale lasciando la mia auto dove era. Dopo essere partiti chiese di potermi toccare per sentire cosa avevo da offrire ed io non mi feci pregare per aprire la cerniera e sbottonare i pantaloncini in modo che potesse tastare comodamente.

Ritrasse la mano soddisfatto e mi disse di rimettere a posto per non rischiare di farci vedere. Per fortuna il suo monolocale non era distante ed in pochi minuti arrivammo al portone della casa. Io ero eccitatissimo, avevo rimorchiato un ragazzo e stavo per finirci a letto. Mi fece strada ed entrammo nella sua camera.
«vuoi bere qualcosa ?»
«un po' di acqua, grazie»
il bicchiere d'acqua mi permise di ambientarmi e dopo che lo ebbi sorseggiato propose di spostarsi dal tavolo al letto. Ne approfittai per proporgli di metterci comodi e ci spogliammo prima di coricarci.
Avevo davanti a me un ragazzo nudo, sapevo che era li per me e per alcuni minuti non riuscìi a capacitami che fosse vero. Di nuovo non sapevo cosa fare e da dove cominciare, eravamo seduti di fronte ed osservavo il suo cazzo ripetendomi «è per me, è tutto per me», lo presi in mano per massaggiarlo. Volevo da tempo provare a succhiare un cazzo ed ora lo avevo davanti a me. Provai a prenderlo in bocca ma la mia inesperienza si fece subito notare ed allora lui mi spinse delicatamente per stendermi supino e si sposto di lato al letto iniziando a lavorarmelo con esperienza.

Lavorava con le mani e con la bocca, io ero abbandonato alle sensazioni che mi attraversavano ad ondate estasiato dalla passione che ci metteva e persi la sensazione del tempo. Mi fece venire schizzando sul mio stesso corpo dove spalmò il tutto poi si adagiò su di me appoggiando il su cazzo turgido sul mio ormai rilassato. Prese a sfregarmelo contro come se mi stesse scopando e l'eccitazione i sentirlo su di me mi indusse ad avvinghiarlo con le gambe per permetterci un contatto più intimo.
Sentivo di essere l'oggetto del suo desiderio e godevo nel sentirlo strusciare contro ilo mio sesso per soddirfarsi. Cercò di baciarmi ma a quei tempi era una cosa che non avevo ancora contamplato e rifiutai. Continuammo a restare avvinghiati fino a quando venne mescolando la sua sborra con quella che già imbrattava i nostri corpi.

Mi diede un panno carta per pulirmi e mi offrìi una doccia ma data l'ora che si era fatta preferii tornare a casa.
Quando ora ricordo quei momenti, fantastico su cosa altro avrei potuto scoprire con un simile maestro se solo mi fossi fermato a fare quella doccia...
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