Racconti Erotici > Gay & Bisex > Si può fare!
Gay & Bisex

Si può fare!


di Curios8
07.09.2021    |    7.056    |    5 9.7
"Il professore prese un ago dalla sua borsa, avvicinò la punta sul braccio del clone e provò a punzecchiarlo..."
L'ennesimo fulmine illuminò quella notte senza stelle, una notte spaventosa ma perfetta.
Perfetta per l'esperimento a cui il professore stava lavorando da anni e anni.
Il professore, accademico sulla quarantina d'anni, fisico asciutto da chi passa tanto tempo tra libri, analisi e studi, era intenzionato a dimostrare a tutti gli scettici che lo avevano denigrato, e lo avevano fatto espellere dal centro di ricerca, che aveva ragione.
Quella notte, all'interno del cascinale isolato che aveva affittato da un contadinotto un po' troppo ingenuo, avrebbe dimostrato al mondo intero che le sue teorie si sarebbero rivelate esatte, e che avrebbe cambiato per sempre ogni studio scientifico fino ad allora intrapreso.
Quel poco che riuscì a fare nei laboratori dove lavorava, l'aveva comunque avvicinato al possibile percorso da fare. Da quando nel 1997 venne clonato il primo essere vivente, una pecora, fu per lui, allora ventenne, una cosa strabiliante. E il voler clonare un essere umano fu una vera e propria missione.
Finalmente, quella notte, avrebbe scoperto se tutte le sue ricerche avrebbero dato frutto o se anni di esperimenti sarebbero andati in fumo in una manciata di minuti.
Ma non c'era tempo da perdere, serviva proprio un temporale di fulmini per mettere in atto il tutto.
Nel cascinale erano presenti due cilindri metallici, all'apparenza come dei piccoli silos per contenere liquidi. Un tubo collegava i due cilindri sulla parte alta, mentre dal basso vi erano due collegamenti con una cisterna piena d'acqua, oltre che ad alcuni schermi e computer intenti a elaborare dati e informazioni senza sosta. A coronamento di tutto questo, vi era un lungo cavo metallico che dal centro del tubo alto saliva su, passando attraverso il tetto, collegandosi al parafulmine posto in cima, insieme alla banderuola segnavento. La maggior parte delle attrezzature erano state preparate con materiali di fortuna, è tutto ciò che poteva permettersi senza il consueto sostegno economico da parte dell'Accademia.
Il professore chiuse ermeticamente il primo cilindro, controllò tutte le apparecchiature tecnologiche che fossero collegate e funzionanti, diede un ultimo sguardo in alto per controllare il cielo e si diresse verso il secondo cilindro.
"Finalmente, per la scienza e per la mia dignità, sono pronto a dimostrare a tutti quanto si sbagliassero! Da stasera riscriverò la storia!" disse mentre iniziava a spogliarsi dai suoi indumenti. "Nulla, a parte la mia totale essenza di carne, ossa e sangue, deve interferire." E nello spogliarsi si ricordò di una cosa. "La lettera! Che sciocco, stavo per dimenticarmene! Eccola qua." disse estraendo una busta dalla tasca del suo camice da lavoro.
Le esperienze scientifiche dimostrarono nel corso dei decenni come gli inventori e sperimentatori stessi furono le prime cavie dei loro lavori; il professore sapeva dei rischi che poteva correre con questo esperiemento alla sua prima esecuzione assoluta, per questo volle lasciare scritto i suoi pensieri, le sue volontà e i suoi risultati raggiunti fino ad allora, per spingere altri intraprendenti a proseguire nei suoi studi, per il bene di tutti.
Posata la lettera su un tavolo da lavoro posto lì vicino, velocemente continuò a spogliarsi, finchè, totalmente nudo, si preparò ad entrare nel cilindro.
"Che Dio possa assistermi questa notte! Che la scienza raggiunga un altro traguardo!" pronunciò prima di premere un bottone lì vicino e chiudersi dentro.
Dalla cisterna, l'acqua iniziò a scorrere e a riempire i due silos. Dopodichè calò un silenzio inquietante, interrotto ogni tanto dai tuoni che rimbombavano tutt'attorno.
All'improvviso, un fulmine colpì il parafulmine. La scossa in una frazione di secondo percorse il cavo, colpì il tubo e attraversò i due cilindri, aumentando la sua potenza per la presenza dell'acqua al loro interno.
I computer presero quasi a impazzire, facendo scorrere sullo schermo informazioni e dati, attivando procedure preimpostate.
Il tutto durò non più di un minuto, fino a quando uno dei computer non attivò automaticamente l'apertura della cella in cui era presente il professore. La massa d'acqua spinse l'ingresso e fuoriuscendo con forza, venne anche sbattuto sul pavimento il professore, visibilmente provato da quell'esperienza.

Un leggero movimento della mano e il respiro che riprendeva sotto colpi di tosse insistenti furono il chiaro segnale che era vivo, e probabilmente stava bene.
Con non poca fatica, riuscì a mettersi a sedere, prendendo ampi respiri. Si guardò attorno, comprendendo che era avvenuto l'esperimento, e si alzò, sapendo bene cosa doveva fare ora.
Lentamente si diresse verso il primo cilindro, ancora chiuso. Se tutto era andato secondo i piani lo avrebbe scoperto semplicemente aprendo il portello del silos.
Allungò una mano, fece scattare la serratura e anche lì un fiume d'acqua fuoriuscì con potenza. Una volta svuotato, il professore si sporse all'interno del cilindro a dare un'occhiata. E rimase bloccato dallo stupore.
Lì seduto, che respirava leggermente, c'era una copia di sè stesso. C'era riuscito! Era riuscito a clonare sè stesso, per la prima volta un essere umano riuscì a ricreare una sua copia!
Il professore non perse tempo, doveva comunque controllare se fosse tutto a posto, doveva studiare parametri, fare delle analisi e tutto ciò che serviva per valutare l'integrità e la salute del suo clone.
Riuscì a sollevarlo in piedi, lo portò fuori e lo fece mettere su una sedia posta lì vicino ai computer. Una volta accomodato, il professore prese cavi e ventose, le applicò su diverse parti del corpo del clone e procedette a fare altri studi.
Misurò la pressione, controllò il battito cardiaco con uno stetoscopio, con una piccola torcia controllò la reazione delle pupille. Sembrava tutto regolare.
Decise di controllare anche i riflessi del sè stesso paziente. Prese il martelletto, controllò il punto del ginocchio dove colpire, e con una leggera oscillazione fece impattare il martelletto sul ginocchio. E successe qualcosa di incredibilmente strano.
Non solo la gamba del clone fece la tipica reazione di riflesso, ma anche la gamba del professore ebbe un leggero sussulto, come se avesse colpito anche il suo ginocchio. Forse si trattava di una strana coincidenza, oppure semplice suggestione.
Il professore ci riprovò. E nuovamente una volta colpito il ginocchio del paziente, la gamba di entrambi si mosse. Ciò era un aspetto interessante e che andava studiato.
Il professore prese un ago dalla sua borsa, avvicinò la punta sul braccio del clone e provò a punzecchiarlo. Sentì sul suo stesso braccio come se qualcuno gli stesse passando un ago. Strabiliante. Non erano cloni solo fisicamente, ma in qualche modo trasmettevano anche le proprie sensazioni. Volle provare al contrario, provò a puntellare leggermente l'ago sul proprio collo. Ed effettivamente vide la sua copia sussultare leggermente, finchè portando una mano al collo non aprì gli occhi. E per la prima volta si guardarono, come se fossero a uno specchio.
"Tu...chi sei?" chiese con la voce un po' roca.
"Io sono te. So che ti sembrerà strano, ma sei il risultato di un mio esperimento riuscito direi perfettamente. Tu sei il clone di me stesso, diciamo che sei una replica"
"Io sono... replica? Ma come... io..." disse il clone frastornato, guardandosi attorno e vedendosi attaccato a tutti quei sensori.
"Replica. Sì, non è male come nome dopotutto. Sto analizzandoti per vedere se hai avuto qualche trauma o problema nel processo di clonazione. Ma a quanto pare, sei sanissimo. E sei perfettamente uguale a me." disse tronfio il professore, prendendo uno specchio e girandolo verso il suo sosia "Vedi? Uguale uguale a me, fisicamente, emotivamente e suppongo in ogni altro aspetto, dal carattere ai modi di fare. Ma su quello faremo dei test per avere un quadro completo di te."
La copia si osservò nello specchio con attenzione, spostando poi lo sguardo verso il suo "creatore". Sbalordì nel vedere che aveva ragione su quanto stava dicendo, l'aspetto fisico era identico, era impossibile capire chi fosse l'originale e chi la copia. Ebbe modo anche di squadrare da cima a fondo il professore, dicendo: "Perchè sei completamente nudo?". Egli, come se si fosse ricordato sul momento, sghignazzò e rispose "Ah vero, dimenticavo fossi ancora così. Era necessario per l'esperimento, nulla di esterno a noi stessi doveva interferire nel processo di clonazione. Ora mi rivesto e recupero anche dei vestiti per te. Ti piace vestire sportivo?" chiese, "Sportivo? No no per carità, preferisco abiti più formali e semplici. Anche qualcosa di elegante va bene." rispose il clone.
Il professore si spostò verso la propria pila di abiti buttati a terra precedentemente "Ottimo, niente stile sportivo. Direi che abbiamo anche gli stessi gusti estetici. Sempre più uguali direi." notò con piacere. Mentre si chinava a raccogliere i suoi indumenti, disse: "Tutto ciò è straordinario. L'unione anche di pensiero e di sensazione fisica non era contemplata come possibilità, le teorie sulla clonazione verranno sicuramente confermate. E gestirti, come mia copia, non sarà complicato: sicuramente non ami fumare, come me. Odierai sicuramente le convenzioni sociali classiche, non mangerai i broccoli. E chissà quante altre cose che so solo io avrai pure tu. Come ad esempio...". Ma si interruppe, notando come inspiegabilmente stava avendo una forte erezione. Guardò il suo membro crescere sempre più tra le sue gambe, senza alcun stimolo e senza toccarsi. Era sempre più perplesso, e quando si tirò su eretto gli passò per la mente una possibile spiegazione. Ma non ebbe modo di poterla pronunciare.

Una mano giunta da dietro gli si pose sulla bocca, facendogli bloccare qualsiasi suono avesse mai voluto emettere, mentre una seconda mano lo spingeva dalla schiena, diretto verso il tavolo. Sbattè violentemente col petto sulla sua superficie, ma le mani esterne non lo mollarono mai. "Finalmente posso constatare che ho davvero un bel culo" disse Replica dietro di lui "Fotografarlo o vederlo allo specchio con la coda dell'occhio non gli ha mai reso totalmente giustizia".
Il professore, senza poter proferire parola, ebbe una certezza sull'esito del suo esperimento: il clone aveva totalmente ogni aspetto di sè stesso, anche quelli più segreti e nascosti. Nel mondo accademico nessuno sapeva o sospettava, ma il professore aveva un forte interesse, di carattere sessuale, per le persone del suo stesso sesso. Non ebbe mai occasione di poter realizzare qualche esperienza, se non delle fugaci seghe altrui in qualche locale notturno, se non dell'autoerotismo classico, fino ad arrivare a provare piacere nel potersi stimolare analmente. E se questa cosa la sapeva lui e lui soltanto, ora c'era una seconda persona sull'intero pianeta che lo sapeva. Il suo clone.
E quella mano sconosciuta ma al contempo famigliare, dopo la spinta, fu libera di esplorare le rotondità posteriori del professore. Quest'ultimo ebbe dei moti di ribellione, ma il suo lato di studioso e sperimentatore lo tratteneva un po', per capire fin dove sarebbe arrivata la sua copia.
Si sentiva stringere le chiappe, gliele allargava, passava le dita nella fessura, sfiorava il suo buchino, che pulsava a quelle attenzioni. Qualche leggero gemito fuoriusciva dalla sua bocca seppur ancora tappata dall'altra mano.
L'analisi venne interrotta e bruscamente venne fatto sollevare dal tavolo, voltato e fatto inginocchiare per terra.
"Non posso proseguire nei miei studi se prima non viene preparata la strumentazione" disse con malizia Replica. E tenendosi il cazzo durissimo, lo avvicinò al volto del suo creatore.
Il professore si sentì stranito dal vedere da una angolazione completamente nuova quello che era a tutti gli effetti il suo cazzo. Lo conosceva alla perfezione, ogni vena e ogni piega della pelle, sapeva bene la sua consistenza nelle innumerevoli seghe fatte negli anni. Da quella posizione poteva constatare come i suoi 19 cm sembrassero molti di più. L'unica cosa che non sapeva per ovvi motivi era il suo gusto.
Spalancò la bocca e accolse quel palo di carne tra le sue labbra, e venne preso da un brivido di piacere incredibile. Non solo per il fatto che stava succhiando quel cazzo notevole, ma anche per la sensazione che sentiva attorno al suo di cazzo. Era come se qualcuno lo stesse succhiando, se passava la lingua attorno alla corona della cappella, la stessa cosa avveniva sul suo cazzo. La goduria era praticamente doppia.
"Oh sì, sei proprio bravo a succhiare. Potevi farlo prima invece che aspettare una tua copia per farlo, porco depravato che non sei altro" lo sfotteva Replica, che conduceva quel bel pompino muovendo il bacino e tenendo ferma la testa con le mani. "Succhia da bravo, siamo solo all'inizio di questo esperimento" ribadì mentre toglieva e rimetteva il cazzo in quella bocca affamata.
Il professore stava impazzendo, adorava succhiare con dedizione e sentire il suo cazzo ricevere lo stesso trattamento in maniera invisibile. Volle contribuire alla goduria del suo clone bagnandosi due dita e ficcandosele nel culo.
Replica ebbe un attimo il fiato interrotto, sbarrando gli occhi verso l'alto. Si sentiva, anche se non vi era nulla, come riempire il culo, sentiva stimolare la prostata, esattamente come stava facendo l'originale in ginocchio davanti a lui.
"Che troia vogliosa che sei, mi stai facendo impazzire" grugnì la copia "Alzati veloce, non resisto. Voglio il tuo, il nostro culo" sentenziò estraendo il suo cazzo dalla cavità orale del professore, che si sentì come orfano di quella bellezza.
Una volta alzato, lo scienziato tornò alla posizione originale, a 90 appoggiato a quel tavolo, tenendo ben larghe le gambe.
Il clone si chinò per leccare e penetrare con la lingua quel buchino ancora per poco vergine. Oltre alle lappate nel solco, aumentò anche il suono dei gemiti di entrambi
"Oddio sì! Lecca così! Immagino sentirai anche tu quello che sto sentendo io! Non ti fermare!" disse il professore in estasi per quel trattamento. E in effetti sentiva tra le chiappe i mugolii del suo gemello, sentiva anche lui quella sensazione nel suo culo. Sembrava quasi che volesse aprirlo in due per quanto gli stava allargando le sue rotondità, per poter affondare sempre di più con la lingua. Il prof non poteva non segarsi sotto quei colpi incredibilmente esperti seppur alla prima esperienza della sua copia.

Finalmente, dopo qualche minuto, Replica si alzò, impugnò il suo cazzo durissimo all'inverosimile, ci sputò sopra e si appoggiò al buchino ben lubrificato. Iniziò a spingere.
La doppia sensazione reciproca stava letteralmente facendo urlare di goduria i due. Non riuscivano a trattenersi dall'incitarsi a vicenda, dirsi porcate e a caricarsi eroticamente sempre di più a vicenda. Il cazzo del prof si sentiva come avvolgere da qualcosa di caldo, stretto e accogliente, mentre il culo del clone si stava come allargando per l'ingresso di un corpo non troppo estraneo, duro e bollente.
Centimetro dopo centimetro, il cazzo di Replica continuava il suo percorso, finchè non sentì le sue palle toccare quelle del suo creatore. Era finalmente tutto dentro.
Restarono un po' così, per abituarsi a vicenda. I sospiri erano sempre più intensi in quell'unione così particolare.
Il bacino dell'inculatore iniziò a muoversi, avanti e indietro. Il prof d'istinto si sollevò sulla schiena, appoggiandosi coi gomiti al tavolo, per sentire meglio quella sensazione straordinaria. "Minchia che bello! Dai, sfondami! Scopami più forte!" disse il professore, "Oh sì, ti scopo eccome! Voglio riempirti per bene, tu oggi sei la mia cavia!" rispose infoiato il clone.
Si muoveva sempre più veloce, i colpi del bacino contro il culo del prof, insieme al cigolio del tavolo a ogni affondo, erano la colonna sonora di quel momento. Più spingeva fino in fondo e più il culo di Replica sentiva delle fitte partire dalla prostata toccata da un cazzo che non c'era, mentre per il prof c'era un invisibile sfregamento del suo cazzo, come avvolto dentro delle pareti di carne. E l'abbondante presperma che fuoriusciva dalla sua cappella era segno evidente che stava godendo alla grande.
"Sì... sì..." ansimava sotto ogni colpo il passivo "per la sci-scienza... ah... ah.... sì... scopa la tua ca-cavia... mmmmm... sì! Ne voglio di più! Ah! Ah!"
Afferrati i fianchi, la copia aumentò la velocità dei colpi, senza fermarsi fece mettere sulla schiena appoggiato al tavolo il professore. Voleva vedere sè stesso in preda all'estasi della goduria mentre gli sfondava il culo.
"Guardati... guardami... siamo lo stesso volto della stessa goduria... e da oggi avrò modo di scoparmi ogni volta che voglio..." disse Replica fissando il suo originale negli occhi.
Il prof poteva vedere quel cazzo sparire nel suo culo e a ogni intrusione vedere il proprio cazzo pulsare sempre di più. E lo sentiva, sapeva che la sua creazione stava per arrivare all'orgasmo. "Sì, scopati ogni volta che vuoi... e riempimi sempre... come ora, dai! Voglio la tua sborra dentro di meeee!!!" urlò, e terminato di dirlò portò indietro la testa inarcando la schiena. Il cazzo di Replica si ingrossò, affondò dentro di lui schizzando fiotti di sborra calda. Il professore li sentì tutti, anche se venne preso da uno stordimento per l'orgasmo che, esattamente in contemporanea con il suo scopatore, raggiunse. Mentre la copia sborrava nel suo culo, lui senza toccarsi si schizzò sul petto fino alla sua faccia, lo stesso numero e la stessa abbondanza di sperma che ricevette nel culo. Qualche getto finì nella sua bocca, che ingoiò subito, e Replica, riprendendo fiato, disse: "Mmmm... però, non è male... molto gustosa. Mi piace". Ebbe un sussulto al proprio culo quando fece uscire il proprio cazzo dal professore.
"Questa faccenda delle sensazioni reciproche bisogna approfondirla, caro il mio professore" disse il clone chinandosi su di lui e baciandolo con passione.
"La scienza non si ferma mai di fronte a nulla, anzi, non finisce mai di scoprire ciò che la circonda" rispose il professore "perchè la scienza è sempre curiosa". E guardò con malizia la copia di sè stesso quando sentì tornare duro il suo, il loro, cazzo.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Si può fare!:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni