Racconti Erotici > Gay & Bisex > "Andrea e... Andrea" (la prima volta) - Prima parte
Gay & Bisex

"Andrea e... Andrea" (la prima volta) - Prima parte


di Laocoonte
03.12.2023    |    3.277    |    8 9.8
"Ad un certo punto sento una voce autorevole: “Bastaaaaa…Siete impazziti? La volete finire… Forza andate in spiaggia che poi vi raggiungo”..."
Premessa: avevo già pubblicato il racconto ma essendo abbastanza lungo mi è stato consigliato di ripubblicarlo in due parti. Vediamo cosa succede.
E' un racconto di fantasia con qualche parte di… desiderio di realtà.
Sono i primi anni ’70 quindi tempi molto diversi dagli odierni. Niente cellulare, niente Internet, niente social e tutto quello che concerne la tecnologia di oggi che in pochissimi anni ha fatto progressi giganteschi.

Mi chiamo Andrea. Ho compiuto da poco 18anni. Di media altezza, corporatura esile ma non magro. Amo curare il mio corpo. Biondo riccioluto con occhi verdi. Quando sono a mio agio e ho la situazione sotto controllo sono allegro, simpatico e con tanta voglia di vivere.
Tutto questo mi viene riconosciuto dalle amiche e amici quindi non pecco di orgoglio.
Ho appena superato l’esame di maturità con un ottimo risultato quindi mi si prospetta una estate di sole e mare in compagnia degli amici abitando a pochi km dalla riviera.
La settimana scorsa la nostra vicina, la Cesira è venuta da noi a chiedere se volevo andare a fare il cameriere nel suo albergo. Hanno una Pensione al mare a conduzione familiare: la Cesira, un donnone dal cuore d’oro fa la cuoca. Il marito è addetto a sbrigare le mansioni più varie. Il figlio al bureau, contabilità, rapporto con la clientele e la figlia al servizio sala. Io dovrei aiutare la figlia, la Carla.
Subito ho espresso perplessità in quanto senza esperienza, ma la Cesira col suo fare bonario mi ha rincuorato dicendo che ci avrebbe pensato la Carla a insegnarmi, poi sarebbe solo per gli ultimi dieci giorni di Luglio e venti giorni di Agosto. Accetto, così posso guadagnare due soldini da gestire come pare a me.
Giunto il giorno accordato per iniziare, mio padre mi accompagna. La Cesira mi indica dove dovrei alloggiare. Una stanzetta posizionata sul terrazzo dell’hotel.
Dopo i primi due tre giorni di osservazioni, incertezze e consigli, la Carla mi dice che mi sto comportando bene e infatti anch’io comincio ad appassionarmi. Prendo una confidenza rispettosa con la clientela dalla quale vengo apprezzato con complimenti e mance alla fine della loro vacanza.
Arriva la settimana di Ferragosto e l’hotel è strapieno. Una mattina la Cesira mi dice che un cliente vorrebbe trascorrere quella settimana in hotel e non avendo più posto pensava di farlo alloggiare nelle mia stanzetta. Non posso rifiutare anche perché è solo per una settimana. Ma io dove dovrei andare? La Cesira mi accompagna nello scantinato dove ci sono uno stanzone con cinque letti, uno stanzino e un bagno in comune. Lo stanzino è piccolo ma, va beh… per una settimana… Sistemo le mie cose e ritorno nella sala pranzo per gli ultimi preparativi.
Nel pomeriggio dopo aver sistemato tutto e apparecchiato per la cena vado a rilassarmi un po’. Ero sdraiato sul letto immerso nella lettura di un giallo quando sento schiamazzi, allegre risate e un vociare concitato:
“Dai dai, cambiamoci subito e andiamo in spiaggia”.
“Sì sì, andiamo a vedere quanta figa c’è”.
“Questa settimana è tutta la nostra, ce le scopiamo tutte”.
Sono arrivati i ragazzi che devono alloggiare nello stanzone. Li sento ridere, scherzare, saltare sui letti. Curioso di vedere mi alzo per andare in bagno…
“Ehi ciaoooo… Ragazzi, abbiamo un vicino di stanza…”
“Ci avevano detto al bureaux che il cameriere alloggiava vicino a noi… Sei il cameriere?”.
“Ma è proprio bellino… sembra una ragazzina…”
Con evidente imbarazzo mi sono chiuso dentro al bagno e sento le loro risate ammiccanti.
Come ho aperto la porta per uscire mi si è presentata davanti agli occhi una scena incredibile. Sono praticamente nudi, solo con dei costumini “vedo non vedo” o “se vuoi vendere la mercanzia devi mostrarla”. Mi sono bloccato a guardare questi corpi scolpiti da allenamenti sportivi, poi il mio sguardo è sceso giù fino al loro inguine e… ho mamma… si vedeva chiaramente la forma dei loro piselli già mezzi barzotti, eccitati dal pensiero di scopare prima possibile.
“Ragazzi guardate, è diventato tutto rosso…”
“Ma cos’è, ti piace il cazzo?”
“Dai dai, rimediamo subito…”
Mi hanno preso e gettato sul letto pancia sotto. Uno di loro mi è saltato sopra e ha iniziato a mimare la scopata. Sentivo il suo pisello strisciare sulle mie chiappe. Un altro mi si è avvicinato e abbassato il costume mi ha fatto vedere il pisello:
“Questo ti piace? Me lo faresti un pompino?”… Sarei sprofondato. Ad un certo punto sento una voce autorevole:
“Bastaaaaa…Siete impazziti? La volete finire… Forza andate in spiaggia che poi vi raggiungo”.
Si sono immediatamente ricomposti e sono usciti di gran fretta sghignazzando.
Mi siedo sul letto e guardo: davanti a me un ragazzo penso sulla trentina, non proprio bello ma maschio dalla testa ai piedi.
“Li devi scusare, non sono cattivi ragazzi. Hanno l’ormone a fior di pelle e gli è difficile gestire questa euforica eccitazione”. Mi allunga la mano e dice:
“Mi chiamo Andrea e sono il loro allenatore…” Sorrido e i suoi occhi mi guardano interrogativi...
“Scusami… anch’io mi chiamo Andrea”. Lui fa una bella risata e subito mi è simpatico. Poi mi dice:
“Se non ti offendi ti chiamerò ragazzino così non ci confondiamo”. Sorrido e faccio un cenno di consenso. Lui si ritira in stanza e io continuo la mia lettura.
Con l’hotel strapieno il lavoro diventa più pressante e si corre in continuazione. A sera sono stanco morto. Mi attardo un po’ a conversare ma poi saluto e scendo in stanza. Una bella doccia e mi fiondo sul letto. Provo a leggere ma gli occhi si chiudono e allora mi abbandono tra le braccia di Morfeo.
A notte fonda vengo svegliato da rumori nell’atrio. Sono i ragazzi probabilmente un po’ alticci che stanno rientrando. Accendo la luce, guardo l’orologio e accidenti: sono le 4,00 passate.
“Avete visto la Marika? Ha una figa da urlo. Prima glielo leccata poi l’ho scopata di brutto. Mugolava per il piacere. Mi ha schiantato”.
“E la Lisa… Glielo messo anche nel culo… non voleva ma l’ho presa per i fianchi e glielo infilato tutto… poi mi ha ringraziato”.
“Porca puttana, domani notte facciamo il bis… ahahahah”.
Sento bussare, rispondo. Si apre la porta e Andrea si affaccia:
“Scusami, ho visto la luce accesa, ti dispiacerebbe domattina sulle 10,30 – 11,00 venire a svegliarci, altrimenti andiamo dritto… Grazie”. Accenno un sì e auguro un buon riposo.
Al mattino all’orario stabilito vado per svegliarli. Busso ripetutamente ma non ricevo risposta. Allora apro la porta e… oh mammaaaa… uno spettacolo mozzafiato. Sono tutti completamente nudi. Chi di fianco, chi pancia sotto con il sedere in bellavista, scolpito come le statue greche, chi pancia sopra con il pisello in erezione. Provo a chiamarli finché riesco a svegliarli. Credo di essermi mostrato imbarazzatissimo e con il viso avvampato perché si mettono a ridere e cercano di coprirsi alla meglio. Esco in tutta fretta.
Dopo una settimana nella quale più o meno le cose si ripetono arriva per loro il giorno del ritorno a casa. Ormai si è instaurato un rapporto di simpatia reciproca. I ragazzi si scusano per il primo approccio troppo caloroso e ci salutiamo abbracciandoci. Quando arrivo da Andrea mi dice:
“Io non parto adesso. I miei genitori rimangono fino a mercoledì e allora ritorno con loro”.
Passano due giorni in un tran tran tranquillo. Arriva la sera e cominciavo a sentire quella malinconia che ti prende quando senti che una bella esperienza sta per finire. Sono le 23,00 decido di andare sul terrazzo dell’hotel a guardare la “vita notturna” di una cittadina balneare. Un formicolio di luci che si inseguono a intermittenza. Bar, gelaterie, sale giochi, discoteche, occupate da persone desiderose di vivere quella frenesia della vacanza che ti fa ricercare in ogni angolo la voglia di quel piacere come ognuno lo desidera. Tutto questo fra una ventina di giorni sarebbe finito. Chissà perché il mio pensiero corre da Andrea che il mattino successivo insieme ai genitori sarebbe ritornato a casa. La malinconia si fa più forte, allora scendo e vado in stanza. Faccio la doccia, esco e ritorno in stanza lasciando la porta semiaperta per l’afa che ancora mi tortura, poi mi sdraio sul letto e mi immergo nella lettura. Dopo poco tempo sento che si apre la porta dell’atrio: è Andrea che rientra. Strano non è mai tornato così presto. Mi saluta e va in stanza. Riesce e va in bagno, sento che fa la doccia. Tutti questi rumori mi sono ormai familiari. Lo vedo uscire con solo l’asciugamano attorno ai fianchi.
“Ragazzino, non riesci a dormire? Ti va di venire di la che giochiamo un po’?”. Avverto un brivido lungo il corpo che non capisco, che mi pone interrogativi ma la mia bocca parte senza aver collegato il cervello…
“Andrea, va bene… arrivo”……

CONTINUA…….
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per "Andrea e... Andrea" (la prima volta) - Prima parte:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni