Racconti Erotici > incesto > Ho rotto il culo a mio figlio! (2a parte)
incesto

Ho rotto il culo a mio figlio! (2a parte)


di Largebutt
13.01.2014    |    33.772    |    3 9.3
"A questo punto Riccardo spinse Carlo in avanti fino a farlo distendere completamente sul petto dell'amico..."
Quanto tempo è passato da quella radiosa giornata di novembre in cui sverginai mio figlio Carlo!
E quante cose sono successe da allora!
Dopo quegli eventi decisivi, il modo di essere di Carlo cambiò radicalmente.
Prima taciturno ed introverso, con pochi amici, e sempre di umore tendente al triste ora allegro, pieno di vita
e ansioso di vivere senza inibizioni tutte le esperienze che la vita gli offriva.
Anche fisicamente manifestò da subito mutamenti significativi.
Carlo era sempre stato un pò effeminato ma adesso dopo essere stato sodomizzato da suo padre soddisfacendo così i suoi desideri più intimi, era diventato una vera signorina. La sua voce era cambiata
diventando più dolce e acuta. Il suo sguardo era ora languido come se tutto il fiume di sborra ingoiato dalla sua bocca e dal suo ano lo avessero reso più liquido e lucente.
Inoltre, la passività era diventata la sua vera vocazione. Docile e sottomesso adorava essere sottoposto
alla volontà altrui ed essere considerato e trattato come un oggetto sessuale.
Fuori di casa era l'irreprensibile e serio studente di medicina di sempre che si comportava e vestiva come tutti i ragazzi della sua età, a casa, invece, si era trasformato in puttana dedita, sotto la guida di mamma e papà, al sesso senza freni.
Quando era con noi vestiva sempre e solo da donna con perizoma, reggicalze, tacchi a spillo.
Passava lungo tempo a depilarsi, cazzo e buco del culo inclusi, nonché a truccarsi ed a pettinarsi i suoi lunghi e folti capelli fino a sembrare una vera troia.
Vederlo anchegiare per casa conciato da puttana con quella sua vita stretta, quel suo meraviglioso culone a mandolino, quei due coscioni torniti che sembravano esplodere da un momento all'altro, mi faceva letteralmente scoppiare i coglioni.
La sera quando tornavo a casa stanchissimo dopo aver lavorato tutto il giorno, non appena entravo in ascensore sentivo il mio cazzo nei pantaloni risvegliarsi impetuoso. Spesso arrivavo sul pianerottolo di casa con la mia botticella (così chiamavo la mia nerchia perché molto larga a mezz'altezza) già estratta dalle mutande che vibrava nuda ed allegra all'aria fresca sapendo che dietro la porta avrebbe trovato la bocca di mio figlio pronta a succhiarla a fondo ed il suo buco del culo pronto a pomparla fino a farla schizzare svuotandone i coglioni.
Quante incredibili porcate facemmo a quei tempi!
Se torno indietro con la memoria si presentano davanti a me una miriade di immagini che farebbero rizzare il cazzo anche un santo.
Devo dire però che il ricordo più sconvolgente è legato alla prima festa di capodanno vissuta dopo i noti eventi di novembre.
Per quell'occasione io e mia moglie, pensando che Carlo avrebbe avuto altri programmi, avevamo invitato a casa due coppie di vecchi amici per passare semplicemente la festa in tranquilla compagnia. Si trattava di Riccardo e Fabrizio con le rispettive mogli Rossana e Patrizia.
Riccardo e Fabrizio erano i miei amici più cari con i quali in gioventù avevo diviso tutto compreso un'infinità di puttane con le quali eravamo abituati a scopare tutti insieme. Rossana e Patrizia erano anch'esse due mie ex compagne di scuola alle quali da ragazzo ricordo di aver infilato più volte il cazzo nel culo.
Nel pomeriggio del 31 dicembre la notizia: Carlo ci comunica di essere stanco per gli studi e di voler passare il capodanno a casa con noi. La cosa chiaramente ci rese felici.
Giunta la sera, arrivarono gli ospiti. Eravamo tutti molto contenti di poter stare insieme e di poter ricordare i vecchi tempi. Segnalo che le signore (compresa mia moglie) si erano vestite in modo veramente sexy il che ci rendeva tutti molto eccitati.
Seduti su divano e poltrone, iniziammo a parlare in tranquillità prima di iniziare il cenone. Alla notizia che Carlo sarebbe stato con noi, gli ospiti si dichiararono molto contenti. "Finalmente vedremo che uomo è diventato vostro figlio". Tutto procedeva nel modo più disteso e sereno.
Quando entrò Carlo, però, calò nella stanza il gelo ed il silenzio più profondi. Tutti rimanemmo come paralizzati dallo sconcerto. Carlo difatti si presentò, con un vestito corto, aderentissimo e semitrasparente, di colore rosso fuoco, truccatissimo e con i tacchi a spillo. Non solo, ma risultava evidente che non indossava nulla sotto: si indovinavano bene, difatti, compressi sotto l'abito elastico, il suo cazzo depilato ed il suo culone nudi. Nessuno osò dire nulla. Dopo il trauma iniziale, ricordo di aver provato una rabbia fortissima per lo sputtanamento in corso ed il desiderio di urlare come un pazzo. Un pensiero al momento confuso, però, mi trattenne dal farlo ed inoltre il mio cazzo che seguiva strade diverse rispetto alla mia mente iniziò a suggerirmi di stare quieto. Carlo non sembrava affatto imbarazzato anzi era a suo perfetto agio ed andò a salutare con bacetti vari gli ospiti manifestando grande allegria e giovialità.
Il primo a tentare di rompere il ghiaccio fu Riccardo che di tutti noi era sempre stato il più disinvolto.
"Mamma mia Carlo", disse balbettando, tutto rosso e con il fiato corto, "sei diventato proprio un gran pezzo di figliol..." e si interruppe non sapendo che vocale usare per terminare la parola.
A questo punto ripresi possesso di me e pensai, per sviare l'attenzione, di proporre un buon aperitivo.
Scelsi per l'occassione qualcosa di molto alcolico. Carlo servì i bicchieri colmi mostrandosi in tutto il suo splendore e sculettando con i suoi enormi chiapponi andando su e giù per la stanza. Infine, una volta
che tutti furono serviti, mio figlio si prese una sedia e si sedette vicino a tutti noi. Una volta seduto accavallò le gambe facendo salire di parecchio il suo vestitino già molto corto. Da sotto il suo coscione nudo, alzato con ostentazione, comparvero a vista i suoi coglioni nudi e devo dire che per poco non gli si vedeva anche il buco del culo.
Carlo inizò a parlare con tutti allegramente. Non so se fu in virtù di questo atteggiamento oppure per effetto dell'alcool, ma il gelo iniziale si sciolse quasi del tutto.Nostro figlio parlava e rideva con il suo tono di voce effeminato passandosi continuamente la lingua sulle labbra turgide e la mano sopra le sue gambe e quelle di coloro che gli stavano vicini. Inoltre, teneva la schiena molto arcuata in modo da spingere in fuori e mettere in risalto il suo culone strabordante.
Era chiaro che qualcosa di terribile stava accadendo nelle mutande dei miei amici (e anche nelle mie...). Si vedevano rigonfiamenti molto sospetti che ormai non si cercava neanche più di mascherare. In particolare la cosa era evidente nei pantaloni di Fabrizio. Da ragazzo era chiamato "cavallo pazzo" per il suo cazzo
enorme (al confronto la mia botticella era un fiammifero) e per la sua estrema porcaggine. Ora, era come se avesse nascosto sotto al vestito un grosso randello turgido che diventava sempre più duro per effetto di quella troia della moglie Patrizia che ci passava la mano sopra accarezzandolo.
In realtà era evidente che anche in mezzo alle gambe delle signore era in atto una bufera. Le gambe accavallate venivano sfregate l'una con l'altra continuamente e con decisione mentre ogni tanto una mano veniva premuta con brevi colpetti veloci contro il grembo. La più spudorata fu mia moglie che infilò addirittura una mano sotto lo spacco inguinale del vestito ed iniziò un intenso lavorio con le dita, ben visibile a tutti da sotto la gonna.
Oramai l'indirizzo della serata era segnato. Non era più possibie arrestare l'inarrestabile. Decisi allora di impartire una sterzata brusca all'andamento delle cose. Non appena Carlo si alzò per prendere un posacenere sul tavolo, mi alzai anch'io e gli andai appresso. Con un gesto rapido lo fermai e, come un fulmine, con entrambe le mani gli alzai da dietro il vestito scoprendo definitivamente il suo enorme culone nudo. Dopo un "iiiiih" di stupore da parte sua, alle mie spalle sentii un "ooh" di meraviglia e, quindi, un applauso di approvazione.
Portai quindi mio figlio davanti al tavolo, scansai con forza piatti e bicchieri rompendone diversi e lo feci piegare in avanti. Con le mani aprii bene i suoi chiapponi e sputai sul suo buco del culo. Rapidamente liberai il mio cazzo e mi misi in posizione. Da dietro allora sentii una presenza e due mani esili sovrapposte alle miei poste sui fianchi larghi di Carlo. Era mia moglie con il corpo completamente schiacciato contro il mio. Fu lei a dare il colpo di reni che mi fece entrare di getto nell'ano di nostro figlio. Si sentì allora un gemito ed un "godo, godo, sìì, lo voglio tutto nel culo, tutto nel culo!". Mia moglie iniziò a spingermi ad intervalli regolari con sempre maggiore forza e sempre più velocemente dettando come un'invasata il ritmo della penetrazione.
Vedere un padre ed una madre che inculano il proprio figlio non è certo uno spettacolo usuale e credo che ebbe un effetto dirompente sui nostri ospiti.
Dopo poco, difatti, vidi arrivare Riccardo e la moglie ormai nudi dalla cintola in giù. Rossana prese per i capelli la testa di Carlo ponendola contro il cazzo del mio amico e iniziò a stantuffarla in modo da fargli entrare la cappella fino in gola. Quindi arrivarono anche gli altri due. Io e mia moglie lasciammo per ospitalità il posto di dietro a loro. Patrizia dapprima si mise ad accarezzare dolcemente il culone, poi, gli infilò più volte la sua manina dentro e fuori, dentro e fuori, con il chiaro intento di fare spazio per il cazzo equino del marito. Fabrizio pose quindi la sua capella gigantesca contro l'ano aperto e la spinse dentro con forza. Non fu contento fino a che la sua lunghissima e larghissima asta non fu ingoiata completamente suscitando contorcimenti e scomposti mugolii di piacere da parte di Carlo, solo in parte attenuati dalla presenza della capella di Riccardo in bocca. Era la prima volta che vedevo la nostra creatura scopata da altri. Comparve in me un pizzico di gelosia che fu però spazzata via dall'eccitazione dilagante ed irrefrenabile.
Dopo un pò, il nostro gruppo decise di spostarsi sul divano. Fabrizio si mise sotto mentre nostro figlio, impalato dal cazzo equino, con la testa all'indietro, i capelli sconvolti, gli occhi socchiusi e la lingua fuori contro il labbro superiore, lo cavalcava con energia facendo sobbalzare ad ogni colpo il suo immenso didietro. A questo punto Riccardo spinse Carlo in avanti fino a farlo distendere completamente sul petto dell'amico. Poi, messosi a cavalcioni dietro, spinse con violenza il suo cazzo contro il buco già ampiamente occupato da "cavallo pazzo". Ci vollero molti tentativi e molto sudore prima di riuscire nell'impresa. Ma, infine, un urlo lacerante di Carlo segnò l'inizio inequivocabile della doppia penetrazione anale. Allora, volli regalare al mio figlioletto la soddisfazione di farsi trapanare da tre cazzi contemporaneamente e gli infilai la mia botticella nell'avida boccuccia. Andammo avanti così senza fermarci per un tempo che mi sembrò infinito. Nell'aria si sentiva solo il suono assordante dello sciabordio dei due cazzi nell'ano ed il gorgoglio della mia capella in gola.
Le signore erano come impazzite dall'eccitazione. Si agitavano, si leccavano e si sditalinavano come forsennate in attesa che arrivasse anche il loro turno. Infine, con loro gioia, il momento giunse. Per lo scopo, Carlo fu posto a pecorina sul tappetto. Tra leccate di lussuria, sputi e morsi fu come divorato dalle tre erinni. Rossana e Patrizia si dedicarono a fistare l'ano del nostro ragazzo fino a far entrare entrambe le loro mani insieme nel suo ano ormai completamente spanato. Lo stantuffare continuo dentro e fuori produceva un risucchio il cui suono rimbombando nella cavità anale ci produceva una eccitazione senza uguali. La madre, come ipnotizzata dalla scena, sfregava meccanicamente la sua fica intrisa come non mai di umori vaginali contro la lingua e le labbra di quel porcellone del figlio. Fu lei che per prima gli pisciò addosso. Tutti risero di quella lurida trovata e le altre due troie la imitarorono subito. A seguire, anche noi maschietti svuotammo a più riprese le nostre vesciche colme. Non so più dire quante volte venimmo ognuno di noi quella sera e quanta sborra e piscio furono versati sopra e dentro Carlo.
All'approssimarsi della mezzanotte, Fabrizio, il più porco di noi tutti, ebbe un'idea sudicia. Carlo fu trasportato di peso e fatto distendere di schiena sul tavolo con le gambe all'indietro e completamente divaricate. I coscioni bianchi e levigati, il culo, i coglioni ed il cazzo completamente depilati offrivano da questa prospettiva uno spettacolo straordinario. La bottiglia di champagne fu stappata e poi diretta verso l'ano di nostro figlio. Il suo buco del culo era ormai talmente dilatato che questa entrò quasi completamente dentro di lui.
Fabrizio iniziò a muoverla a scuoterla con decisione fino a che il suo contenuto non fu tutto versato dentro Carlo. Il clisterone gigante di liquido effervescente mise nostro figlio in stato di estasi. Si dimenava come
un invasato e fu necessario tenerlo fermo perché non cadesse a terra. Alla mezzanotte le coppe furono riempite con lo zampillo che schizzava fuori impetuoso dall'ano del nostro ragazzo. Che nettare meraviglioso! Il gusto delle champagne si era infatti fuso con l'amaro degli umori anali, il salato della sborra
e l'acre del piscio. Il risultato finale era un sapore insuperabile, di quelli che ti entrano nel cervello e non ti lasciano più.
Al termine della serata, Carlo per riconoscenza volle soddisfarci un'ultima volta tutti con la sua bocca carnosa e vogliosa. Leccò e succhiò fino allo stremo le cappelle ormai stanche, i coglioni svuotati, le fiche arrossate ed i buchi del culo allentati, dimostrando una dedizione ed un impegno veramente commoventi. Con questo sforzo conclusivo riuscì solo a raccogliere le ultimissime gocce di sperma ancora disponibili ma queste costituirono, date le condizioni, il trofeo più prezioso. Il riconoscimento totale e senza ombre della sua straordinaria abilità di troia.
Sopra al campo di battaglia aleggiava oramai un pesante odore di sborra e piscio. Per terra e sui mobili si trovavano residui di liquido seminale mentre il tutto era immerso in un lago di urina. Piatti e bicchieri rotti dappertutto. I cibi preparati non erano stati consumati e campeggiavano mezzo rovesciati sul tavolo. Nessuno di noi sicuramentre aveva mai vissuto, ne immaginato di vivere, una esperienza simile!
Quando ci salutammo, eravamo tutti distrutti dalla fatica ma ancora eccitati per l'incredibile accaduto.
Il giorno dopo, ricevemmo le telefonate di ringraziamento da parte dei nostri amici. "Bellissimo! Fantastico! La più bella serata della nostra vita! Dobbiamo rivederci subito! Cosa fate per la Befana? Fate venire Carlo con voi... assolutamente vogliamo Carlo!".
Il nostro caro figlio era impazzito, eccitato come non l'avevamo mai visto prima. Sembrava non raggionasse più. Malgrado l'intenso bruciore all'ano ed il bisogno continuo di evacuare i residui di champagne, sborra e piscio, non smetteva di fare progetti per le feste future!
Per mettere a posto e pulire casa ci volle un'intera settimana (senza contare le spese per ricomprare le suppelletili distrutte), ... ma, cazzo, ne era valsa veramente la pena!
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Ho rotto il culo a mio figlio! (2a parte):

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni