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Sex e passione con mia madre ninfomane. Cap.2


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
01.04.2024    |    21.252    |    25 9.9
"“Quelle cose che fai nei video?” le chiesi con un'eccitazione che stava arrivando al massimo..."
Rimanemmo ancora per una mezz'oretta seduti sul divano, Martina rannicchiata con le gambe piegate e con la testa appoggiata sulla mia spalla.
Avvertivo, però, che c'era qualcosa che le teneva la testa molto impegnata perché, a tratti,la scuoteva come per cacciare via un pensiero che non voleva accettare. La guardai con tenerezza, mista tuttavia, ad una leggera apprensione.
Cosa non voleva accettare e la impensieriva così tanto? Forse qualcosa che aveva a che fare con il gioco che aveva proposto e che solo adesso, si era accorta di aver fatto il passo più lungo della gamba e avrebbe voluto tornare indietro?
Il mio sguardo incrociò il suo, i suoi occhi mi sembrarono all'improvviso spenti mentre la sua mano continuava a spostare ciocche di capelli ai lati della testa, forse per un momento di nervosismo o di difficoltà nei miei confronti?
“Federico, devo dirti una cosa molto importante che mi riguarda e, non so da che parte cominciare”
“Cosa c'è, Martina. Forse, non ti va più di fare il nostro gioco?”
“No, non è questo. Quando te l'ho proposto sapevo bene cosa stavo facendo ma non posso e non voglio nasconderti questa cosa che fa parte di me, della mia stessa natura e del mondo al quale sono profondamente legata.”
Ad un tratto, a quelle parole mi tornarono alla mente le foto e i video che la riguardavano e, non so il perché ma mi balenò immediatamente la sensazione che stesse per parlarmi proprio di quello.
Arrivai, perciò, alla decisione di anticipare il suo discorso e consentirle, così, di essere molto meno angustiata, una volta che avrebbe preso cognizione del fatto che già sapevo.
“Ti ascolterò con grande attenzione, però aspetta un minuto, perché voglio prima farti vedere una cosa che credo possa avere attinenza con quello che stai per dirmi e, se è così, potrebbe renderti più facile parlarmi di te, della tua natura e di questo mondo al quale ti senti profondamente legata.”
Mi guardò con aria stupita “Ma sei sicuro che quello che mi vuoi far vedere è come dici tu?”
“Credo proprio di sì. Aspetta, torno subito”
Andai, perciò nella cameretta, presi il notebook e la chiavetta USB e tornai nel salone.
Martina, mi guardava con apprensione mentre la inserivo e sembrava che avesse già intuito quello che stavo per mostrarle.
Mi accomodai di fianco a lei e feci scorrere velocemente tutte le cartelle fino ad arrivare a quella taggata “Me e i miei amici” e, subito, sentii la sua mano stringermi forte il braccio.
“No, ti prego non aprirla.” disse, forse per una istintiva reazione che l'aveva colta in quel momento.
“Ma fa parte del gioco, che c'è di strano se ne vediamo insieme il contenuto senza remore e con la maggiore libertà di pensiero ed azione, così come hai detto tu stessa quando hai proposto il gioco?” Mi guardò negli occhi, si fermò per un solo istante a valutare cosa fare e poi fece di sì con il capo.
“Hai ragione, nulla ci può fermare in questo gioco, apri la cartella e guardiamola insieme. Ormai stiamo ballando e continueremo a ballare ma mi devi giurare che non mi giudicherai troppo male, ti prego. Per me è importantissimo.”
“Non potrei mai giudicarti in nessun caso e, adesso, men che meno.”
Visualizzammo per prima le foto, poi cliccai su un video nel quale lei era protagonista di una scena molto hard con tre maschi che la scopavano tutti insieme.”
Mi strinse il braccio con maggiore forza e continuò a farlo per tutto il tempo in cui guardammo anche altri video sempre più spinti e, quando arrivammo a quello con i cinque maschioni che lei succhiava avidamente accovacciata davanti a loro e poi riceveva da ciascuno quantità esagerate di sborra direttamente in bocca e che ingoiava in continuazione, mi disse.
“Basta, amore mio. E' inutile continuare, tutti gli altri sono dello stesso genere e cambiano solo i partner e ciò che facevamo. Ormai sai chi sono e, in fin dei conti, forse è un bene che tu li abbia già visti. Sì, sono una troia e mi piace molto esserlo, per questo ho accennato ad una mia “natura” di cui ti voglio parlare.”
“Ascolterò tutto quello che mi dirai ma ricordati che il mio amore che ho per te non cambieranno in alcun modo.”
“Credo che tu, ormai, abbia ben capito che la mia idea di fare questo gioco e recitare un ruolo diverso da quello di madre/figlio era proprio per consentirci e soprattutto consentire a me, di farti capire perché ho cominciato a comportarmi in modo provocante e provocatorio e questo perché volevo avere la certezza di cosa rappresentavo, e rappresento ancora, per te.
Credi che non mi ero mai accorta di come mi guardavi? Con quello sguardo che tutti gli uomini avevano, quando mi incrociavano per strada, in un bar, in un ristorante o altrove e che ben conoscevo così come ben conoscevo i loro pensieri che non erano solo di ammirazione ma solo di desiderio sessuale e, quindi, con la speranza di portarmi a letto?
Anche nel tuo modo di guardarmi, dall'adolescenza in poi, avevo rivisto quegli sguardi e immaginato i tuoi pensieri anche quando, pur non vedendoti, sapevo che mi osservavi di nascosto.
Per questo ho voluto questo gioco e, ora, posso finalmente parlarti e raccontarti di me senza più remore e, credo che sia stato il destino che ti abbia portato a scoprire i file che abbiamo visto.
Perciò, orma senza più il mio “busto di gesso”, sarò sincera fino in fondo sperando, anzi ne sono convinta che mi comprenderai e che vorrai accettarmi per quello che veramente sono.”
Mi parlò, allora, la sua storia ( v. cap. I parte II ) senza omettere nulla, neanche i dettagli più scabrosi, dal suo irrefrenabile desiderio fin da ragazzina di sesso alla scoperta del piacere della masturbazione titillandosi il suo grosso clitoride alla sorella che aveva la sua stessa natura di femmina affamata di cazzi e che scopava tutti i giorni con Christian, il suo ragazzo.
E, poi, dalla perdita della verginità che volle lei stessa che avvenisse ad opera di Christian e al quale diede anche quella anale per realizzare il suo sogno di diventare una vera zoccola, fino alla scoperta dell'amore saffico proprio con Francesca , sua sorella e alla partecipazione di entrambe a notti di sesso di gruppo e del BDSM.
Poi, raccontò, di me e di Stefano. Di me perché restò incinta e per questo, cacciata via da casa dai genitori e dell'incontro con Stefano che più tardi sposò e che, quindi non era il mio vero padre biologico e che, infine quando avevo quasi un anno, aveva ripreso a fare sesso con molti uomini durante le lunghe assenze di Stefano per lavoro e in quelle occasioni mi portava da sua Francesca lasciandomi a dormire tutta la notte a casa sua e, poi, di quando, Stefano la colse mentre si stava facendo tre maschi ma la accettò per quella che era e, così, cominciarono ad andare a far sesso durante vere e proprie orge e lui, preso il ruolo di marito cuckold, godeva delle sue prestazioni da vera troia, filmando tutto nei minimi particolari.
“Presi coscienza che ero una vera sgualdrina e probabilmente una ninfomane. Però, capii anche che quella era la mia vera natura di donna sempre assatanata di sesso e ne fui felice.” mi disse con piena convinzione.
“E' vero la natura è immodificabile e, perciò, fu essa a comandare come accade anche a me e, perciò, ti capisco bene.”
“Nel senso che anche tu hai sempre voglia di fare sesso? “ mi chiese
“Non so se sia voglia di fare sesso perché non l'ho mai fatto ma di godere, sicuramente sì, tant'è che ho goduto decine e decine di volte masturbandomi mentre pensavo a te.”
“Oh, amore mio. Desiderata a tal punto? Voglio allora confessarti, in questo gioco della verità, anch'io una cosa.
Un giorno, mentre facevi la doccia, ti ho visto e mi sono resa conto che non solo eri diventato un uomo ma anche parecchio, anzi molto dotato quanto quei bastoni di carne degli “Ispanici” e dei “black afroamericani o africani genuini” e che hanno dimensioni davvero notevoli se non esagerate.
Per un attimo quella mia natura e l'istinto ad essa intimamente legata, mi fece desiderare di spogliarmi ed entrare anch'io nella doccia per accarezzare e toccare quella “magnificenza” perché mi sentii come calamitata verso quel tuo cazzone così come lo ero sempre stata con tutti gli altri maschi incontrati sulla mia strada.
Però, in quello stesso momento ebbe inizio una feroce lotta, tra me madre e me Martina ninfomane, nella quale la prima non accettava che la cosa, per quanto bellissima e desiderabile, iniziasse mentre l'altra voleva fortemente che accadesse”.
“Quelle cose che fai nei video?” le chiesi con un'eccitazione che stava arrivando al massimo.
“Sì, esattamente quelle! Il mio desiderio di te era talmente forte che non resistevo mai alla tentazione di toccarmi e arrivare all'orgasmo immaginandoti intento a scoparmi.” mi confidò.
“Martina, mi sento dilaniato da due opposti desideri, come lo sei stata anche tu, penso. Ma come andò a finire quella lotta?”
“Andò a finire che, durante il giorno prevaleva la madre mentre ogni sera, finivo col masturbarmi toccandomi il già grosso clitoride che ho sempre avuto e che, in quelle occasioni, diventava ancora più lungo per l'eccitazione.”
“Ed era questo che accadeva quando sentivo i tuoi gemiti e gli urli soffocati dal cuscino?” le chiesi
“Sì, tesoro e devo aggiungere che quelli furono gli orgasmi più forti che avessi mai provato.”
“Martina, posso dirti, in tutta sincerità, che ho il cazzo durissimo?”
In un attimo, ci ritrovammo avvinghiati l'uno all'altra con passione, la sua lingua frugò nella mia bocca in un profondo bacio, poi mi aiutò a togliermi il pantaloncino e si avventò a bocca spalancata sul mio cazzo riempiendolo di saliva e, subito dopo, ingoiandolo interamente.
“Dai amore mio, mettiti sopra di me al contrario e ti insegnerò come si può godere intensamente nel fare un bel 69. Leccami e succhiami il clitoride ed io farò lo stesso al tuo cazzo.”
Seguii le sue indicazioni, le salii sopra ed infilai la mia testa tra le sue cosce.
Aveva detto il vero, il suo clitoride era davvero enorme con i suoi 4-5 centimetri e, quando la sua bocca cominciò il suo andirivieni sulla mia asta, non riuscii a trattenermi e glielo presi tutto in bocca. Fu una sensazione e una emozione straordinaria, sembrava che stessi succhiando un cazzo, non grossissimo ma duro e scappellato.
Nel giro di pochi minuti, arrivammo ad un orgasmo simultaneo, la mia sborra venne proiettata con forza nella sua avida bocca mentre la sua figa si bagnò ancora molto di più ed io ne approfittai per infilarle tre dita che fecero un rumore di bagnato come quello di una foca che scivola nell'acqua di uno scoglio ma io continuai lo stesso a succhiarle il clitoride e infilarle dentro quasi l'intera mano.
Poi, all'improvviso, le sue membra iniziarono a contorcersi mentre i suoi gridi, non più soffocati da un cuscino, si levarono alti nella stanza e mi disse ansimando e quasi gridando “Presto, scostati!”
Feci giusto in tempo a farlo e dalla figa le uscì un getto lunghissimo, come se fosse stato pipì andando a bagnare il pavimento a quasi un metro di distanza.
“Cosa è successo, Martina? Mi sono spaventato. Stai male?”
“No amore mio, sto benissimo, davvero sto benissimo, tranquillo. E' una cosa che accade a molte donne, quando il piacere raggiunge elevati livelli ed io, tra l'altro, ho un clitoride con una sensibilità davvero fuori dal comune.
“E che vuol dire, squirtato. Non capisco.”
“Amore mio, lo squirting è una forma di eiaculazione fortissima che le donne, ma non tutte, hanno per quel piacere immenso simile ad un vero e proprio orgasmo” aggiunse con una voce che non era più la sua ma somigliava più a quella di una donna invasata da un demone.
Rimanemmo quasi stesi sul divano l'una vicino all'altro, io stremato e lei ancora un po' ansimante.
Ad un certo punto, volsi lo sguardo verso di lei, i suoi occhi erano sottili come una lama e un brillio di sensualità e desiderio sprigionava in modo inequivocabile.
“Ho ancora una voglia enorme e non riesco a pensare ad altro e, sono certa che anche tu stai pensando la stessa cosa.”
“Sì Martina, è esattamente così”.
“Vieni allora, amore mio” disse e, poggiando le mani sullo schienale del divano, allargò le gambe.
“Scopami e fammi godere, sono tutta tua!” disse con una voce piena di desiderio e lussuria.
Quelle parole e quella figa così in bella vista, mi scatenarono una nuova eccitazione talmente forte che il mio cazzo immediatamente tornò durissimo.
Allora, la presi per i fianchi ed entrai dentro di lei con un colpo solo e la mia asta scivolò facilmente in quella cavità nuovamente grondante di umori.
La possedetti per moltissimi minuti facendo affondi forti e prolungati e, seguendo pedissequamente i suoi insegnamenti, arrivavo quasi ad uscire completamente per poi, affondare di nuovo fino alle palle.
I suoi lamenti si trasformarono presto in ripetuti incitamenti inframmezzati solo da respiri affannati e, quando spostai la mia presa dai suoi fianchi ai suoi seni, fu un tripudio di urli mescolati al rumore delle mie palle contro le sue natiche.
Quando, infine, cominciai ad avvertire che la sborra non ne poteva più di restare dentro il miei coglioni, Martina si scostò da me, si girò dalla mia parte, si accovacciò ai miei piedi e spalancando la bocca lo ingoiò fino in gola giusto un attimo prima che io le scaricassi impetuosamente numerosi fiotti del mio seme che lei ingoiò pur continuando a succhiarmi a gola profonda fino a quando non ne uscì più e lei si dedicò, da brava ed esperta troia a pulirmelo totalmente.
“Che straordinaria scopata che mi hai fatto, Federico!” mi disse quasi senza fiato.
“Sei tu che sei una femmina straordinaria!” le risposi.
“Sono felice. Ormai, la troia affamata di sesso e sborra si è presa tutta la mia anima e al solo pensiero che potremo farlo tutte le volte che avremo voglia, di mattina, di pomeriggio, di sera e, perché no, anche tutta la notte, mi vengono i brividi lungo la schiena.
“E' stata un esperienza sublime, Martina. Sei la femmina più femmina che avrei mai potuto sperare di avere nella mia vita!”
“Sono felice che tutto questo sia accaduto e, anche se tu trovassi una ragazza, ricordati che ci sarò sempre, anche in quel caso e, tutte le volte che vorrai cercarmi, sarò sempre felice di farlo con te, se mi vorrai ancora.”
“Ti voglio, ti ho sempre desiderato e mi sembra un sogno averti tutta per me”.
Dopo, andammo nella stanza da bagno e ci infilammo dentro il box della doccia. Martina era raggiante, i suoi occhi brillavano di una gioia che non vedevo da tanto tempo e che la portò ad abbracciarmi stretto a sé.
Poi l'acqua cominciò a scosciare sui nostri corpi e, tra una stretta e un bacio, ci lavammo a vicenda ridendo come due ragazzini felici.
Quando finimmo di lavarci e chiudemmo il flusso della doccia, sembravamo due pulcini totalmente bagnati da una pioggia improvvisa e quel momento, di così tanta complicità e di amore reciproco, divenne uno dei più belli della mia vita.
Lei mi guardò e poi si girò di spalle a me, allungò le braccia indietro e mi prese per i fianchi tirandomi a sé.
“Abbracciami, ti prego” mi disse con una voce che era un misto tra una richiesta di un gesto di affetto e una voglia di sentire il mio corpo stretto al suo. Le presi da dietro i due seni con entrambe le mani e la baciai sul collo. Sentii il suo corpo fremere mentre le usciva l'ennesimo gemito di piacere, spinsi di più allora il mio bacino dietro le sue natiche. Un secondo e più forte gemito risuonò nel box doccia.
“Ma ce l'hai di nuovo durissimo! Ti ricarichi subito, amore!”
Glielo feci sentire ancora più forte facendolo scorrere tra le sue natiche.
“Ma ti è diventato più grosso oppure è una mia impressione?”
“Cresce al crescere della mia voglia di te” le risposi mentre le leccavo il lobo di un orecchio.
“Wow! Che risposta! Non è che per caso, tu hai ancora voglia?” chiese con un pizzico di malizia.
“Sì, per caso, io ho sempre una grandissima voglia di te, e tu?”
Per tutta risposta, appoggiò i palmi delle mani sul vetro della doccia e aprì le cosce mentre spingeva indietro il fondoschiena e chinandosi ancora di più.
“E me lo domandi, non hai sentito che ti ho detto che sarò sempre disponibile? Adesso, fottimi che si fotte una troia ninfomane come me. Fammelo sentire fin dentro l'utero e non ti azzardare a sborrare subito. Fammi godere quanto più tempo possibile.”
Afferrai la mia asta che sembrava davvero più grossa del solito, puntai la cappella all'imboccatura della sua figa ed entrai con tutta la forza del desiderio che avevo per lei.
“Hai un cazzo stupendo, lungo, largo e durissimo, fammelo sentire in tutta la sua potenza, chiavami, fottimi e non ti fermare mentre sto avendo l'orgasmo e vedrai che sono capace di averne anche due/tre di seguito e anche di più se continui come stai facendo”.
La scopai per quasi un'ora senza fermarmi mai neanche quando ebbe anche il secondo e poi il terzo e gridando come un aquila e, poi arrivò anche il quarto, in simultanea col mio mentre anche lei spingeva verso di me e in perfetta sincronia con i miei ripetuti affondi, accadde che il pavimento della doccia, già ampiamente bagnato dei suoi umori vaginali si bagnò anche della mia sborra che le usciva a rivoli dalla figa.
Restammo avvinghiati l'uno all'altra per molti minuti ansimando come una cane ed una cagna in calore mentre il mio cazzo iniziò ad afflosciarsi per poi uscire da solo.
“Wow!” esclamò poco prima di aprire di nuovo il getto dell'acqua che portò via quella enorme quantità di sborra e di umori vaginali.
Adesso, va' nella tua cameretta mentre io ti preparo qualcosa di sostanzioso da mangiare perché stanotte ne avrai molto bisogno, se ne avrai ancora voglia e se ce la farai, ovviamente.” mi disse con aria di sfida ma sorridendo con gli occhi.
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