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La partita di carte 6


di papiporcello
24.08.2021    |    862    |    6 9.7
"Poco dopo la mia attenzione si spostò nuovamente sul suo cazzo, diventò enorme nel pantaloncino e lui lo strusciava senza sosta sulla mia pelle, con le dita..."
Era stato tutto così stravolgente che quasi non mi riprendevo più dall'orgasmo, papi aveva perfettamente sincronizzato il suo dito dentro di me con il tocco impazzito della mia lingua alla sua, ci eravamo leccati a vicenda ed era stato stupendo. Adesso però toccava a me, mettendoci tutto il desiderio che avevo in corpo, morivo dalla curiosità di assaggiare il suo cazzo accogliendolo dentro la mia bocca. Non aveva atteso neanche un po' che si era subito sbottonato il pantaloncino per velocizzare i tempi, sotto il volante della sua auto la luce del lampione sopra di noi, illuminava perfettamente un'erezione enorme, era un piacere vederlo dritto e duro tutto per sua figlia. Incrociai i suoi occhi prima di calarmi definitivamente, mi fece qualche complimento sulla mia bravura ma ancora non aveva provato la mia bocca. Gli chiesi di stare rilassato e di lasciarmi fare, in pompini ero esperta da tempo, ma uno grosso così non l'avevo mai gustato. Con la mano stretta intorno al suo cazzo scoprii tutta la cappella, come con zio gli diedi un bacino prima di iniziare e poi con la lingua ci feci qualche giro intorno. Lui fremeva dall'attesa, scostò i miei capelli che non gli permettevano di vedere bene e quando capii che era giunto il momento di farlo entrare, lo guardai negli occhi e lo presi in bocca. Sulla lingua sentivo il gusto della sua venuta in giardino, quel sapore stupendo del suo sperma, salivo e scendevo velocemente e poi rallentavo per gustarlo come un gelato, mentre facevo questo gli parlavo del piacere che stavo provando. Lui era veramente in estasi, stava godendo, ad un certo punto mi diede anche della troia e senza offendermi lo ringraziai per quella parola dedicata a me. Per un po' avevo leccato anche le sue palle, con la testa ero scesa fin lì e lui ne approfittò per appoggiarlo sulla mia faccia, vidde che addirittura mi superava la fronte, disse che sognava da tempo un momento simile, il mio corpo lo eccitava da matti a casa e nelle sue seghe per me pensava sempre che un giorno ci sarebbe riuscito a farsi succhiare il cazzo da sua figlia. Ora quel momento tanto atteso era arrivato, nell'auto stavamo insieme e la sua piccola puttanella era pronta per godersi una grande bevuta di sperma, mi bastarono gli ultimi colpi di sega che papi stava venendo e la mia bocca si riempì tutta di un dolce sapore. Questa volta però non volevo fare come con zio che per paura di essere visto scappò via dalla mia stanzetta come un ladro, ora volevo che lui mi guardasse mentre lo mandavo giù tutto per la gola.
Al ritorno verso casa nostra mi lasciai toccare le gambe e prima di parcheggiare l'auto ebbe l'occasione di darmi un ultimo bacio sulle labbra, rientrando ci sarebbe stata la mamma che certamente non doveva vederci, invece lei era già a letto che dormiva così gli chiesi di aspettarmi in giardino che sarei ritornata subito. Passai in cameretta per spogliarmi di tutto e poi indossai il mio accappatoio e completamente nuda lo raggiunsi. Avevo caldo, tanto caldo, ma non per il tempo, era tutta la mia eccitazione che mi faceva sentire così strana. Da un lato nascosto in giardino abbiamo una doccia esterna coperta dagli sguardi altrui, feci scivolare l'accappatoio dal mio corpo e mi lasciai bagnare dall'acqua. Papi era a pochi passi da me, aveva uno sguardo da porco sul mio corpo, mi guardava dalla testa ai piedi e poi mi sussurrava che ero impazzita. Poco dopo andò a dare un'altra occhiata per sicurezza a mamma che dormiva, ritornò si tolse la maglietta e venne da me sotto quel getto d'acqua con tutto il pantaloncino che indossava, mi fece appoggiare alla parete e iniziò di nuovo a baciarmi. Il suo petto strusciava al mio, i mio seno era schiacciato contro di lui e le sue mani stavano risalendo per giocare con le dita sui miei capezzoli, ma anche per sentire la consistenza delle mie tette da adolescente. Una sensazione stupenda, non ero io in quel momento, mi sentivo come una Regina e lui era proprio il mio schiavo che soddisfava ogni mia perversione. Poco dopo la mia attenzione si spostò nuovamente sul suo cazzo, diventò enorme nel pantaloncino e lui lo strusciava senza sosta sulla mia pelle, con le dita feci scendere l'elastico per liberarlo e con due mani lo tenni stretto segandolo leggermente. Mi voltai dandogli le spalle, adesso lo volevo dentro, non ne potevo più e quindi con due parole gli chiesi di scoparmi e papi nonostante fosse ancora un po' titubante, accostò la cappella al mio ingresso e con dolcezza mi penetrò. Era grosso, non avevo ancora fatto i conti con la sua dimensione, sentivo le pareti della mia fica aprirsi completamente, messa a novanta con le braccia tese avevo assunto una posizione perfetta. Le sue grosse mani sui miei fianchi mi tirarono forte a lui e con colpi lenti ma decisi mi feci cavalcare. Non volevo essere interrotta per alcun motivo e per scongiurare ciò gli dissi che stavo prendendo la pillola prescritta dal ginecologo. Questa cosa che gli avevo rivelato lo incoraggiò ancora di più, si sentiva libero adesso, libero di godere e così fece. Sussurrava il mio nome mentre mi sentivo il caldo del suo sperma invadermi l'utero, continuava anche a spingere fin quando tutto terminò, recuperò lui per me l'accappatoio e me lo fece indossare per poi lasciarmi andare di corsa nella cameretta per asciugarmi.
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