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Io, Martina e mia zia. Cap. 3 Parte I


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
25.04.2024    |    10.329    |    10 9.4
"” “Certo! E' tutta un'altra cosa mettersi in tiro sia per il maschio che per noi femmine perché diventiamo irresistibilmente strafighe e più lui si eccita, ..."
“Federico! Vieni che è pronto a tavola!”
“Eccomi, Martina, ho una fame da lupi e mi sento sfiancato e completamente svuotato di forze a causa di tutto il sesso che abbiamo fatto, prima di là nel salone e, poi, di nuovo sotto la doccia.
D'altra parte, come si potrebbe mai resistere ad una donna scatenata come te? Sei davvero un uragano e, non a caso, tutti gli uragani hanno sempre avuto un nome di donna e perciò, a mio parere, il prossimo dovrebbero proprio chiamarlo Martina.
Ma devo dire che è stato davvero sublime il piacere che ho provato e che si è accresciuto ancor di più avvertendo anche il tuo piacere e che ci ha scaraventati entrambi in una spirale di godimento talmente intensa che ci ha portati al raggiungimento di più orgasmi sia da parte mia che, soprattutto da parte tua.
“Mi stai, forse dicendo che stanotte non ce la faresti proprio a farlo di nuovo e vorresti dormire nel tuo letto? Ma dai! Un toro come te! Non posso credere che per un paio di scopatine tu dia già forfait!”mi disse con aria canzonatoria e sorridendo maliziosamente, aggiungendo poi “Vediamo, un po' se è vero!” disse mentre si slacciava la vestaglia di raso e restando solo con il perizoma.
“Martina, che intenzioni hai? Non mi dire che vuoi provocarmi di nuovo con quelle belle tette e quel magnifico culo che hai?”
“E' proprio quello che ho in mente di fare, voglio proprio vedere cosa succede se...” e dicendo così si avvicinò a me con aria di sfida ma sorridendo e iniziando a slacciarmi il laccetto del mio short.
Non resistetti che un solo secondo al calore della sua bocca e il mio cazzo immediatamente si rizzò in tutta la sua potenza e, allora, le poggiai le mani sulla testa spingendoglielo fino in gola.
“Avevo ragione, era tutta una finta. Guarda come è già diventato bello duro. Fammelo assaggiare meglio e vediamo cosa succede.” mi disse con la bocca già ben occupata in lungo e in largo.
In quel mentre, squillò il suo cellulare e Martina, vedendo chi stava chiamando, uscì dalla mia asta e disse “E' Francesca. E' strano che mi chiami a quest'ora. Sento un attimo cosa ha da dirmi e poi, riprendiamo quello che stavamo iniziando a fare.”
“Ciao Francy, come mai chiami a quest'ora?... ah, mi dispiace, ma cosa è successo? ...vabbè dai, sono cose che capitano ma vedrai che poi tutto torna come prima....ma certo che puoi venire, sicuramente ti farà bene parlarne un po' con me e sfogarti un po'. Ok, ti aspetto, anzi ti aspettiamo...si certo io e Fede... sì, va alla grandissima e ci stiamo divertendo un casino...te l'ho detto...sì lungo e largo....beh, se ti interessa...certo, basta che tu lo chieda... tranquilla, a che ora vieni? Ok, ciao, a tra poco allora.”
“Cosa è successo a Francesca, c'è qualche problema che la preoccupa?” le chiesi.
“Purtroppo sì, non l'ho mai sentita così angosciata. Il suo compagno l'ha mollata ed è andato via. Mi fa piacere che venga e spero che le faccia bene stare un po' con noi ma che peccato, però, proprio stasera che già pregustavo una bella e intensa nottata insieme a te. Ho una enorme voglia di tenerti vicino. ”
“Beh, stasera purtroppo va così ma avremo tante di quelle occasioni, praticamente ogni giorno, per stare insieme ma dimmi, il suo compagno è solo uscito oppure è andato via di casa?”
“Se ne è proprio andato via. Pensa, dopo quindici anni di vita insieme e il bello, se così si può dire, è che non ha voluto più accettare che lei facesse sesso con altre persone. Proprio lui che per anni se n'è visto bene della natura di Francesca e, insieme, ne hanno fatte di tutti i colori.”
“Mi dispiace. Spero che non accada anche a te una cosa del genere.” le risposi.
“Spero proprio di no. Stefano, lo sai, non è così, mi ha accettata per quello che sono ed è felice quando mi vede in azione a fare quelle cose che hai visto nelle foto e nei video. Ma se dovesse accadere anche a me, nonostante il dispiacere, me ne farei una ragione e continuerei lo stesso a farlo e, se vogliamo dirla tutta, adesso che ci sei tu sarebbe molto più bello se tu prendessi il suo posto in tutto.”
“Intendi dire che potrei prendere il suo posto anche per quello che riguarda la tua vita sessuale?”
“Certo, intendo proprio quello. Non ti farebbe piacere se fosse così?” mi chiese
“E me lo chiedi pure? Non solo mi farebbe piacere, ne sarei felice, Martina!”
“Lo so, stavo scherzando, ormai ti conosco benissimo e anch'io sarei felice di continuare a fare tutto quello che già stiamo facendo ma anche molto di più e, poi, l'idea di poter giocare tutti e due insieme con altre persone, sarebbe davvero bellissimo, se tu sei d'accordo ovviamente. “
“Assolutamente sì. Tutto quello che desideri e poi, tra qualche giorno sarò maggiorenne e potremo andare dove vogliamo o ovunque tu voglia e non mi tirerò mai indietro qualunque cosa a te faccia piacere fare e con chi farlo ed io farò lo stesso.”
“Oh, amore mio è una cosa bellissima quella che hai detto ed io ti insegnerò e ti guiderò nel mondo del sesso e godrò del piacere che tu ne trarrai in qualsiasi ruolo tu abbia voglia di partecipare perché, ricordati che la ricerca del piacere assoluto che può dare solo il sesso più spinto è la molla che ci spinge sempre a provare nuove esperienze, così come ho sempre fatto io nella mia vita e non me ne sono mai pentita.”
“Quindi, se io mi lasciassi andare in un gioco da passivo, tu mi accetteresti comunque?”
“Certo! Come Stefano mi ha accettato per quella che sono e come lo hai accettato anche tu, perché non dovrei farlo pure io nei tuoi confronti? E, poi, prendi me, che mi sono scoperta di essere anche amante delle donne, grazie a mia sorella. ”
"Non hai affatto torto, quindi se io scoprissi di essere bisex tu mi desideresti lo stesso?"
"Assolutamente sì, non cambierebbe nulla tra di noi perché ognuno cerca il piacere secondo la propria natura."
In quel momento Francesca suonò al citofono e, qualche minuto dopo, entrò in casa.
Dall'espressione che aveva sul viso, trapelava tutta la sofferenza che stava patendo per l'addio che le aveva dato il suo uomo ma tutto ciò non aveva minimamente intaccata la sua bellezza e la sua eleganza nel vestire che, comunque, la mostravano come una donna piena di fascino e sensualità.
Abbracciò stretta Martina e, qualche lacrima le bagnò i begli occhi, poi venne a salutare anche me e fece la stessa cosa, mi abbracciò con forza e mi baciò più volte sulle guance.
“Dai, raccontaci cosa è successo ma prima cerca di tranquillizzarti un po'. Perciò vado a prepararti una camomilla che ti farà sicuramente bene. Hai già cenato?” le chiese Martina.
“Non tocco cibo da stamattina” le rispose con tristezza.
“Allora, prima ti preparo la camomilla e dopo vado ad apparecchiare la tavola. La cena è già tutta pronta e ce n'è in abbondanza per tutti e tre. Torno tra qualche minuto, nel frattempo Fede ti terrà compagnia, lo sai quanto sia affezionato a te. Ti adora.”disse Martina prima di allontanarsi per andare in cucina.
Francesca si sedette di fianco a me sul divano e, accavallando le gambe, la gonna salì di una decina di centimetri mettendo in mostra le sue bellissime gambe che tante volte avevo osservato quando Martina mi portava a casa sua ogni volta che usciva per andare a far sesso con qualcuno.”
“Come ti senti, zia? Stai un po' meglio, adesso?” le chiesi.
“Cerco di riprendermi da questa mazzata che mi ha dato quello stronzo, non sarà facilissimo ma vedrai che ci riuscirò. Sono ancora abbastanza giovane e, di certo non mi mancheranno le possibilità di conoscere altri uomini e la mia voglia di vivere intensamente la mia vita, mi aiuterà sicuramente. Morto il Re, viva il Re, come si suole dire e, poi, con te e Martina, comincio già a sentirmi molto meglio.” rispose avvicinandosi di più a me.
“Ne sono felice, lo sai quanto io ti voglio bene, sei la mia bellissima zia e per me, sei come fossi una seconda mamma.”
Lei mi guardò con affetto e, quasi sussurrando, mi disse “A proposito, Martina mi ha parlato molto di voi due e, soprattutto, della grossa fortuna che hai tra le gambe che la fa impazzire di piacere quando... posso essere un po' scurrile?... insomma quando scopate come ricci.”
“E' tutto merito suo, è una femmina straordinariamente attratta da queste cose ma, da quanto mi ha detto, so anche tu lo sei e che, tra voi due, vi piace moltissimo anche giocare da sole.”
“Si è vero. E' un rapporto bellissimo e, come sicuramente saprai, o almeno immagino, ti avrà anche detto che sono stata io ad iniziarla tanti anni fa quando eravamo poco più che adolescenti.”
“Si, me ne ha parlato come, mi ha raccontato anche di Stefano e, devo dire che tutto quello di cui mi ha parlato mi ha portato ad una incredibile eccitazione e di un incontenibile desiderio di lei.”
“Solo di lei?” mi chiese ancora sussurrando mentre appoggiava la sua mano sulla mia coscia “Solo, solo di lei oppure, che so, anche di altre donne?”
“Non saprei dirti, ad essere sincero. Forse se una di quelle donne fosse uguale a lei, credo che potrei anche non resistere ad una forte tentazione, come mi sta accadendo in questo momento, ad esempio.” le risposi.
“Quindi se quella donna fossi io avresti la stessa eccitazione e desiderio?” mi chiese Francesca mentre, dalla coscia, passava ad accarezzare la mia patta sotto la quale il mio uccello era già diventato durissimo e lasciava una grossa sua impronta molto ben visibile sotto il tessuto di cotone.
“Assolutamente sì, sapessi quante volte mi sono segato quando ti spogliavi prima di andare a letto.”
“Mi osservavi di nascosto, eh porcellino che non sei altro? Non me ne ero mai accorta ma, devo dire adesso, che ne sono molto lusingata! Ma quello che sto toccando sembra essere di notevoli dimensioni ed anche decisamente molto duro. ”
“Francesca, ti porto la camomilla. Quanti cucchiaini di zucchero ti metto?” chiese Martina dalla cucina con voce squillante .
“Di solito ne prendo due o tre e, quando ne ho proprio voglia, anche quattro ma stasera me ne basta uno solo e sono sicura che sarà più che sufficiente.” le rispose Francesca e, poi, rivolgendosi a me, senza però smettere di accarezzarmi il bastone che stava quasi per scoppiare “Me lo faresti assaggiare questo bel cazzone? E dimmi, sarai, anche tu, sufficientemente in grado di reggere un'intera notte con due femmine così profondamente zoccole come me e Martina?”
“Assolutamente sì e, se Martina ci sta, ve lo infilo in tutti i buchi che avete mentre l'altra lecca la figa.” esclamai proprio nel momento in cui Martina entrava portando la tazza di camomilla bollente.
“Ma non vi siete scambiato neanche due chiacchiere? Non ho sentito la vostra voce! Tutto bene?” chiese porgendo la tazza a sua sorella.
“Tutto benissimo. Abbiamo chiacchierato un po' a voce bassa e ci siamo dette un sacco di cose molto interessanti che mi hanno fatto passare la tristezza ed ora mi sento molto bene.
La vostra vicinanza sta facendo miracoli perché abbiamo, anche, parlato di come passare il tempo, anzi ad essere precisi, di come passare l'intera notte, questa notte e, perciò, ti ringrazio per la camomilla ma non ne ho più bisogno, anzi addirittura potrebbe rilassarmi troppo mentre invece ho voglia di fare qualcosa per festeggiare la mia nuova libertà e il mio nuovo Re!”
”Bene, sono felice per te! Vado a prendere la bottiglia di un ottimo spumante che è in frigo ma prima ti devo chiedere “In che senso avete parlato di come passare la notte?” chiese Martina con parecchia curiosità ma anche con un pizzico di apprensione.
“Dai Martina, non fare la classica bacchettona che non capisce al volo certe cose. Non dirmi che non avevate già organizzato una bella nottata di sesso, perché conoscendoti a fondo non ci crederei mai! Non mi hai detto che lo fate in continuazione, di mattina, di pomeriggio, di sera, in poche parole ogni momento è buono, oppure ho capito male?”
“Non hai capito male, è solo che pensavo che tu fossi troppo triste per quello che ti è accaduto.”
“Senti, quello stronzo mi ha lasciata ed è vero che sono venuta qui per avere un supporto morale da parte vostra e devo dire, che l'ho subito trovato da parte di Federico ma sono sicura che me lo darai anche tu, perciò, bando alle chiacchiere, ti dico ho una voglia immensa di fare sesso e Fede è totalmente d'accordo. Quale miglior rimedio a tanta tristezza può esistere se non una bella scopata con due persone ti hanno sempre amata?”
“Bravo Fede, vedo che ti sei immediatamente reso disponibile ma sei sicuro che ce la farai a tener testa a tutte e due per una notte intera?”
“Anche la zia mi ha fatto la stessa domanda e stai sicura che ce la farò. E' vero siete entrambe molto porche ma io sono già talmente arrapato all'idea di farvi che mi è venuto durissimo e, tra poco, lo potrete voi stesse constatare con le vostre mani.”
“Allora, fammi toccare, voglio vedere se è vero.” mi disse Martina con aria di sfida.
Allungò quindi la mano sulla mia patta e tastò per qualche secondo. “Caspita, guarda che roba!” e mi aprì la patta dalla quale uscì immediatamente il mio palo di carne già in piena vigorìa.
“Wow. Che meraviglia! Ma quanto è grosso?” esclamò Francesca prendendolo a sua volta in mano.
“Confermo, ma è non solo grosso, è anche durissimo come il ferro e assolutamente instancabile, riesce a sborrare quattro/cinque e spesso anche sei volte durante tutte le ore in cui mi scopa e tu, che sei come me, puoi credermi se ti dico che mi porta ad una serie infinita di orgasmi.
Ma adesso andiamo a cenare! Poi ce ne andiamo in camera a fare del sano divertimento. Però, mi dovete dare il tempo di mettermi sexy e non vestita come in questo momento da casalinga, magari anche bella, ma sempre da casalinga e lo sapete entrambi che per certe cose ci tengo ad essere in ordine e desiderabile.” rispose Martina con già crescente eccitazione nella voce.
“Anch'io voglio mettermi sexy e magari anche un po' da puttana se mi dai qualcosa di tuo.”
“Certo! E' tutta un'altra cosa mettersi in tiro sia per il maschio che per noi femmine perché diventiamo irresistibilmente strafighe e più lui si eccita, più ci fa godere. Ho tutto quello che ti serve e credo che sarà una bella gara a chi è più sexy e magari puttanona.” rispose Martina sorridendo.
Andammo, allora, in cucina e Martina e Francesca, per tutto il tempo della cena, si divertirono a stuzzicarmi con allusioni alle dimensioni del mio cazzo, al piacere che avrebbero provato a succhiarmelo contemporaneamente e che, prima di scopare, si sarebbero divertite tra di loro per aumentare ancor di più la mia eccitazione con una bellissima esibizione di sesso lesbico.
Finalmente, quand'erano ormai le 21:30, ci alzammo da tavola e Martina mi disse di andare in salotto ed aspettare che finissero di mettersi qualcosa di adatto all'occasione per poi raggiungerle.
Io, invece optai per una bella doccia e perciò, qualche minuto dopo ero già sotto lo scroscio d'acqua ad insaponarmi dappertutto, compreso il mio cazzone che, però, non ne voleva sapere di afflosciarsi neanche un pochino e svettava verso l'alto affamato com'era di infilarsi in tutti i buchi di quelle due magnifiche femmine, troie e lesbiche, zoccole e cagne in calore e vacche pronte per il loro toro.
Dopo una ventina di minuti sentii Martina chiamarmi “Vieni, siamo pronte.” disse con una voce che mi parve un po' strana mischiata anche con qualche gemito da parte di una delle due.
Indossai l'accappatoio, lo chiusi con la cintura ma, tuttavia. anche così in basso sul davanti era, lo stesso visibilissima la mia eccitazione a causa, o per merito, della punta del cazzo che spingeva impaziente tra le mie gambe reclamando il suo diritto a infilarsi ovunque avessero voluto.
Quando entrai, infatti erano già avvinghiate l'una all'altra, bocca contro bocca, lingua contro lingua che si cercavano con passione e mani intente ad accarezzarsi i floridi seni e leccatine ai capezzoli.
Era uno spettacolo incredibile e, per la prima volta, fui spettatore di due splendide donne lesbiche, vestite col solo reggiseno e un tanga piccolissimo ed entrambe, con i fondoschiena così rotondi e sodi, tenuti così in alto da tacchi altissimi mentre si stringevano e si leccavano senza tregua.
A dire il vero, mi fece un po' strano trovarmi nella camera in cui Stefano la scopava tutte le notti durante la sua permanenza a casa e dove tanti altri maschi l'avevano montata e sborrato in tutti i suoi buchi ma, devo anche dire, che questo non mi precludeva affatto il desiderio per quelle magnifiche femmine, anzi lo accentuava ancor di più considerato che Stefano era anche ben a conoscenza delle scopate che lei, in sua assenza, si faceva e, adesso, in compagnia di sua sorella.
Mi chiedevo, purtuttavia, cosa avrebbe pensato o detto e come si sarebbe comportato se avesse scoperto che me la scopavo pure io praticamente tutti i giorni e più volte al giorno.
Si sarebbe incazzato, scandalizzato oppure gli sarebbe piaciuto vederci all'opera e, magari, si sarebbe eccitato masturbandosi oppure avrebbe partecipato anche lui?
“Dai amore mio, vieni ad unirti a noi. Non ne possiamo più di aspettare.” esclamò Martina un attimo prima che i gemiti di entrambe iniziassero ad aumentare.
Feci due passi verso di loro con una libidine dentro che non avevo ancora provato.
“Siete un vero splendore” dissi mentre mi avvicinavo a loro.
“Vieni qui, voglio essere io a toglierti l'accappatoio” mi disse Martina girandosi verso di me.
Me lo aprì sciogliendo il nodo della cintura e me lo sfilò gettandolo, poi, ai piedi del letto.
“Sei proprio un bellissimo ragazzo e con un cazzo superbo!” esclamò Francesca con voce piena di lussuria mentre abbracciava Martina e le palpava i seni.
Abbracciai Martina e lei mi porse le labbra rosso fuoco di rossetto e leggermente aperte.
Ci baciammo a lungo con la consueta passione di due amanti che si desiderano ardentemente e anch'io iniziai ad accarezzarle i seni e leccarle un capezzolo mentre l'altro era già occupato dalla lingua di Francesca.
Mi feci più ardito e cominciai a intrufolare la mano sinistra tra le cosce di Martina e la destra tra quelle di sua sorella ed entrambe le allargarono affinché io potessi titillare i due clitoridi.
“Ti voglio con tutta me stessa.” mi disse Martina quasi sussurrando.
“Per me, qualsiasi cosa tu voglia, sarò sempre e comunque, con te.”
Allora, mi misero in mezzo a loro, una davanti e l'altra dietro stringendomi forte e dandomi baci dappertutto, sul collo e lungo la schiena facendomi fremere da forti brividi di piacere.
Ad un tratto, Martina si accovacciò davanti a me iniziando a succhiarmi prima la cappella e, subito dopo, l'intera asta fino allo scroto mentre Francesca, anche lei accovacciata dietro, mi apriva le natiche e cominciava a passare la lingua sul mio buchetto.
Era una sensazione di infinito piacere, una femmina che mi faceva un sontuoso pompino con passione e avidità crescente tenendomi fermo con le mani sulle natiche e che le apriva per consentire alla sorella di infilarmi, prima la lingua e, poi, due dita nel culo che, con mia grande meraviglia, entrarono senza alcun problema, forse perché era ben bagnato o forse perché, semplicemente, mi piaceva.
So solo che quel tocco delle dita di mia zia, completamente dentro di me, mi mandarono in visibilio ed io, istintivamente, spinsi indietro il bacino costringendo Martina a seguire con la bocca il mio cazzo che stava per uscirle dalla gola.
“Vieni, fammi godere con la lingua” mi disse Martina e, subito dopo, si stese sul letto a gambe spalancate tra le quali spiccava il suo grosso clitoride.
Non me lo feci dire due volte, infilai la mia testa tra le sue cosce e glielo presi in bocca.
Doveva essere davvero eccitatissima perché quello che iniziai a succhiare era molto simile ad un cazzo, non grossissimo, ma quasi un vero e proprio cazzo.
Ero talmente preso da quello che stavo facendo e dal piacere che provavo mentre lo succhiavo andando avanti e indietro con la bocca che non mi ero reso conto che Francesca aveva cominciato a succhiare la mia asta da dietro dopo averlo tirato, non più durissimo, verso di lei.
I gemiti di tutti e tre sembrarono diventare un unico grande gemito inframmezzato da respiri sempre più ravvicinati e affannosi però con una netta predominanza di quelli di Martina che continuava a schiacciarmi la testa sulla sua vagina e dando frequenti colpi in avanti come se mi stesse scopando la bocca che, se fosse stato un maschio, sicuramente me l'avrebbe allagato di sborra.
Il piacere che ne provavo, tuttavia, poco alla volta mi fece sorgere il dubbio che, sotto sotto, non mi sarebbe dispiaciuto affatto succhiare un bel cazzo e godere degli spruzzi che mi avrebbero colpito lingua e bocca e l'eccitazione crebbe di molto quando Martina, quasi urlando dal piacere come una indemoniata mi disse “Dai Fede, ti piace il cazzo, vero? Ti piacerebbe che un bel cazzone latino ti scopasse bocca e gola fino a inondarti di calda sborra, è così? Adesso ti facciamo vedere come si fa un super pompino ma fammi, però, prima godere.”
E dicendo queste parole, all'improvviso le uscì un urlo quasi animalesco che fece tremare le pareti ed io ricevetti non sborra ma moltissimi e intensi spruzzi di squirting sul viso e finanche in bocca.
Lei rimase, a pancia in su, spossata sul letto e mi guardò con uno sguardo di amore e gratitudine.
“Adesso tocca a te, Francesca. Fallo godere della tua bocca e, tra un attimo, mi metto anch'io a darti una mano.
Allora mi alzai, il mio cazzo era già tornato ad essere duro come sempre e vidi mia zia accovacciarsi davanti a me e, in un battito di ciglia, la sua bocca era già arrivata alla base.
Iniziò così il primo pompino che ricevevo da lei al quale fecero seguito, nei mesi e negli anni seguenti, centinaia di pompini tutti magistralmente fatti per esperienza e totale dedizione al cazzo.
La sua bocca calda e capiente cominciò un lento andirivieni lungo la mia asta mentre le sue mani poste dietro le mie natiche mi tiravano a sé.
Guardavo, nel frattempo, Martina che a quella vista aveva cominciato a toccarsi i seni e a stringerne i capezzoli, poi si alzò e si accovacciò vicino a sua sorella e , per quasi venti minuti, si alternarono nell'imboccare la cappella e l'intera asta e, quando, una faceva questo, l'altra mi leccava i coglioni.
“Sto per sborrare” gridai quando avvertii le contrazioni dei condotti seminali e, qualche secondo dopo, un primo fiotto uscì lungo e forte direttamente in gola a mia zia che presto, sapientemente, ingoiò.
Il tempo di uscire con la bocca per consentire anche a Martina di ricevere il secondo fiotto tutto per lei che quest'ultima lo imboccò a bocca spalancata che venne immediatamente riempita e così fecero fino a quando non ne uscì più.
Allora, si guardarono con occhi che tradivano tutta la lussuria che le aveva impossessate e si scambiarono un lungo e profondo bacio con le lingue ancora con residui della mia sborra e, infine, con le stesse lingue si leccarono quella che era rimasta ai lati delle bocche e, in parte, sul viso e sul collo e, quando non ci fu più nulla da leccare, mi guardarono sorridendomi, mi mostrarono le lingue belle piene della mia sborra e, simultaneamente, ingoiarono tutto mostrandomi, dopo, le lingue totalmente libere.
Cosa accadde dopo, lo potrete leggere nella seconda parte di questo racconto se, ovviamente, questo vi sarà piaciuto e, magari, anche premiato da molti vostri commenti.
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