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La ragazza troppo bella - Parte 12


di Blacknoble
04.02.2022    |    6.569    |    2 8.6
"In realtà, io guardavo tra le sue gambe..."
Arthur mi chiamò la mattina. Suo figlio sarebbe venuto a trovarlo. Un ragazzo di cui un giorno mi aveva mostrato le foto. Molto effeminato, l'aria persa, non sembrava molto socievole. In nessuna foto stava con amici. Solo parenti. Comunque, mi faceva piacere conoscerlo. Con Arthur non ci andavo al letto da un bel pò. La mia attuale posizione era tale che non ne avevo assolutamente bisogno. Se ne occupavano le mie ragazze. Ma come detto, era un uomo immensamente potente, e solo. Faceva parte della mia figura, quella di vegliare sui miei "figli del piacere". Decisi dunque di accompagnarlo addirittura in aeroporto.
Arthur era vestito come un barbone. Camicia di lino grigia con qualche macchia, pantaloncini beige e mocassini. Sali in macchina agitato e si mise a parlare fino a che arrivammo in aeroporto. Robert, il figlio, era alto. Lo vidimmi da lontano. Aveva degli occhiali grandi e scuri che gli coprivano tutta la faccia, una T shirt bianca troppo larga che faceva vedere quanto fosse magro, e delle scarpe che furono bianche ma oramai rassegnate ad un coloro indefinito. Il taglio di cappelli poi... Sembrava appena uscito da uno degli album dei Beatles. Guarda il padre, poi il figlio, e sorrisi.
Roberto non fu tanto cordiale. A malapena ci salutò mentre il padre ci presentava precedendoci. Arthur mi guardò ed alzò le spalle. Robert era stato in istituti psichiatrici piu di una volta. Poi, era ricaduto nella tossicodipendenza ed era diventata una ruota infinita che vedeva il ragazzo costantemente drogato di acidi o di farmaci. In macchina non apri bocca.
La situazione mi divertiva. Robert mi chiese di andare con loro nella suite. Sembrava avesse paura del figlio. Curiosa, andai con lui.
Entrammo nella sontuosa suite con piscina privata e ci sedemmo all'interno godendoci la vista di Roma dalle ampie vetrate. Robert spari subito appena entrato e poi sentimmo il rumore dell'acqua che scorreva mentre Arthur mi versava il vino. Dopo un pò di banali e noiose chiacchiere, stavo annoiandomi e pensavo ad andarmene quando Robert uscito dal bagno venne nell'ampio spazio cucina dove eravamo seduti ed apri il frigo. Il fatto era che era nudo. Ma l'altro fatto, non meno notevole, è che il suo membro gli penzolava quasi fino a metà ginocchio. Aveva un cazzo immenso, una cosa che non avevo mai visto finora. Polacchi, russi, neri, americani del Sud, ne avevo visti un infinita nella ludica attività che avevo. Ma uno cazzo cosi era un eccezione. Ne sembravano due e mezzo fusi insieme. Il ragazzo si prese una birra. Io ed il padre lo guardavamo. In realtà, io guardavo tra le sue gambe. Ero affascinata. Il ragazzo bevve un sorriso e poi si girò verso di noi guardandoci. Il suo sguardo incrociò il mio che incrociava il suo cazzo e sorrise.
Poi, si sedette sul divano ed accese il televisore. L'enorme cazzo penzolava sul bordo del divano. Era un invito a prenderlo a due mani, a spingerlo in gola, nella figa. Ero cosi attratta dal membro dell'uomo che Arthur parlava ma non lo ascoltavo. Ero bagnatissima...
Arthur si alzò ed andò a sedersi affianco al figlio. Lo amava di un amore folle perché lo sentiva debole. Aveva tre figli ma Robert era bello che gli importava di più. A dir il vero, l'unico. Disse qualcosa a Robert che rispose annuendo e poi tornò muto. Chiesi di andare in bagno. Questa tensione erotica non era sana, prima o poi, gli sarei saltata addosso. Le Bosslady non fanno cosi. Non saltano addosso a nessuno tantomeno si fanno saltare addosso. Prima di alzarmi mi versai un altro goccio di vino e nel frattempo Robert cambiò canale. Sentendo i gemiti provenire dalla Tv che non riuscivo a vedere dalla mia posizione, capi che era un porno. Tranquillamente, come se non ci fosse nessuno, comincio a masturbarsi.
La sua mano girava attorno al suo cazzo nel mentre che saliva e scendeva. Era ancora moscio ma si vedeva che era eccitato. Io guardavo quella mano salire e scendere deglutendo senza sosta. Arthur, seduto affianco, aveva anche lui lo sguardo fisso sul cazzo del figlio. Bevvi il fondo del vino ed andai in bagno mentre Arthur mi sorrideva.
Lo specchi mostrava la mia eccitazione. Oltre ad essere bagnata, ero tesissima per gli ultimi eventi e la paura ancora in me di essere arrestata. Il mio viso tradiva la mia tensione. Mi rinfrescai e feci pipi. Poi, mi feci un bidè veloce. Nel frattempo, pensavo all'assurda situazione. Inattesa e piacevole. Quel cazzo...
Entrai nella stanza dov'erano padre e figlio che erano rimasti sul divano. Ma non nella stessa posizione. Il padre era chino sull'enorme cazzo del figlio, lo spompinava, piano, e con le due mani, lo masturbava. Senza staccarsi dal cazzo, girò gli occhi e mi guardò. Robert aveva gli occhi chiusi. C'era il porno che andava in sottofondo. Rimasi pietrificata. Mi sarei forse aspettata di scopare tutti e due insieme, ma non di vederli scopare. Un incredibile carica di adrenalina si impossessò di tutto il mio corpo. Le situazioni scabrose non erano il mio forte, non sapevo nemmeno potessero ispirarmi a questo punto. Sempre è che forse per la prima volta della mia vita, senza essere toccata e senza toccarmi, ebbi un orgasmo.
Fu folgorante. Le mie gambe tremavano, il mio basso ventre era preso da pulsazioni mentre sentivo forte i battiti del mio cuore nella vagina. Tutto attorno a me si annebbiò e temetti per un momento di perdere i sensi. Fortunatamente, non successe. A me parve che durò un eternità. In realtà, furono pochi secondi. Robert mi guardava mentre il padre continuava a succhiarlo ed a masturbarlo. Accennò un timido sorriso. Mi tolsi i vestiti, ed andai dall'altra parte del divano accanto a lui. Aveva abbastanza cazzo per due. Io e Arthur ci baciavamo baciandoli l'infinito cazzo. Ognuno di noi aveva una mano sul membro ma c'era ancora la cappella che si ergeva al di sopra di tutto. Lo succhiai voluttuosamente. Avevo voglia di essere presa, di sentire il mio ventre aprirsi, volevo perdermi nel piacere assoluto, penetrata e completa. Mi girai sul divano e mi misi a carponi. Robert si girò, ed appoggiò il suo enorme cazzo sulla mia figa cosi bagnata da colargli sopra subito. Fu paziente. Molto. Prima che riesci ad infilare metà del suo cazzo in me, passarono dieci minuti. Arthur sputava spesso sul cazzo del figlio per lubrificarlo meglio. Mi apriva il sedere e provava goffamente a masturbarmi. Ero cosi concentrato sul membro che mi riempiva da non voler essere toccata e tolsi la sua mano con decisione. Poi, Robert senza fretta cominciò a scoparmi. Andava tutto dietro, e lentamente, spingeva finche dove la mia vagina lo accagliava, e tornava indietro con la stessa velocità. Ero talmente bagnata ed aperta da non provare dolore, anche se me lo sarei aspettata all'inizio. Sempre è che una volta avuta confidenza con la mia figa, accelerò di poco, ed io venni. I muscoli della mia mia vagina si erano contratti ma per via del suo cazzo non riuscivano a chiudersi. Una morsa d'acciaio che impedisce a Robert di uscire da me. Semplicemente, era cosi grosso che rimanemmo incastrati come i cani quando fanno l'amore. Per mezzo minuto o più, avevo dei brividi cosi intensi da sussultare violentemente.
Lui rimase cosi in me mentre ero con la testa tra i cuscini. Poi, senti un pò di movimento e lui che si chinava. Girai la testa e vidi che il padre si era messo dietro di lui e lo stava penetrando. Immediatamente, la mia eccitazione sali di nuovo al parossismo. Arthur dettava il ritmo, spingeva il suo cazzo nel culo del figlio che a sua volta spingeva il suo cazzo nella mia figa. Il trenino del piacere. Robert sembrava apprezzare. Mugugnava in modo strano, sentivo il pulsare sempre più ravvicinato ed intenso del suo cazzo in me. Anche Arthur sta per venire. Lo capivo dall'intensità dei suoi colpi. Venimmo insieme. Tutti e tre. Arthur tirò fuori il suo cazzo dalla mia figa mentre squirtavo e senti il suo seme caldo spalmarmi la schiena a lungi getti mentre allargavo il divano urlando.
Rimanemmo cosi per almeno cinque minuti. Nella stessa posizione. Era stata cosi intensa da lasciarci senza forze. Poi, padre e figlio si alzarono e cominciarono a leccarmi la schiena per ripulirmi dalla sborra...
Andai via dopo un paio di ore. Ovviamente, presi il numero di Robert mentre Arthur mi guardava sorridendo complice. "Bel figlio hai fatto" gli dissi prima di andare. Robert sarebbe rimasto una settimana. E tra due giorni, avevo una festa molto speciale con gente molto speciale...
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