. La giovane imprenditrice fiorentina ed il suo cornuto PARTE SECONDA di 3

La giovane imprenditrice fiorentina ed il suo cornuto. PARTE SECONDA

Eravamo rimasti alla troia a cavalcioni del cazzo del mio amico 50enne ed alle frustate sul culo inflittele da me.
Per farla riposare un attimo la sfilo di forza dal cazzo.
La pongo distesa sul letto a gambe aperte e dico all’amico di immobilizzarle la testa sedendovici dolcemente ma determinatamente sopra. Con le proprie braccia l’amico le immobilizza le sue.
Che io provvedo ad incatenare al letto.
Idem le esili gambe della vacca.
Ora la troia è immobilizzata.
Ancora bendata.
Le alzo un poco la benda, in modo da farle percepire il proprio corpo nudo e bloccato riflesso nello specchio sopra il letto.
Vede solo se stessa, nessun altro.
Le sostituisco da dietro la benda con un cappuccio con un unico foro ad altezza di naso e bocca.
Terminata la breve pausa, riprendo i giochi.
Le frusto le tettine con una frusta piú robusta, lasciandole qualche segno evidente.
Nel frattempo l’amico le sta scopando la bocca. La puttanella gode per le frustate e per il cazzo che le penetra la gola. Le sue urla sono soffocate dalla pompa.
Le frusto la figa e contemporaneamente provvedo ad inserirle un consistente fallo di gomma e lo accendo facendolo vibrare.
Sostituisco la frusta con una candela accesa.
Tolgo il vibratore. Le faccio colare la cera rovente sulla fighetta, quasi coprendole anche il pertugio.
La lascio così per qualche istante, il tempo che l’amico le scarichi il proprio seme in gola.
Mi godo lo spettacolo dello sperma che fuoriesce dagli angoli della bocca della troia succhia cazzi.
Con l’aiuto dell’amico la svincolo dalle catene e la reincateno di traverso sul letto con i piedi che toccano terra.
Le gambe oscenamente divaricate hanno cominciato a sgretolare la cera compattata sulla figa impiastricciata di umori.
Le infilo un dito e contemporaneamente le lecco le labbra della figa.
Mi fermo un attimo.
Le passo le dita sulla bocca per farle sentire il proprio brodo di vacca.
La slinguo ancora poi la bacio in bocca a lungo.
Le schiaffeggio le tettine, poi le strizzo tra le dita i capezzoli turgidissimi di eccitazione che poi lecco con la punta della lingua e mordo. Lei si contorce. “Voglio il cazzo! Scopami! Sfondami! Voglio il cazzoooo!” Urla la vacchetta.

Le rispondo con una poderosa frustata sulla figa che fa schizzare via alcuni pezzetti di cera.

Eseguo poi la richiesta. Senza tanti complimenti affondo il cazzo facendomi strada tra la cera ora compatta.

Stantuffo, mi fermo, affondo, sento i suoi umori che bagnano il glande e l’asta. Le sono entrato a pelle. Lei se ne accorge. “Mi stai scopando a pelle, porco!”. Le piace farlo e le piace urlarlo che senta bene il cornuto.
L’insieme mi piace di brutto.
La scopo per diversi minuti senza dire nulla. Anche lei non dice, ma mi comunica il godimento con i gemiti e con i movimenti della sua fighetta che accarezzano il mio cazzo..
È giunto il momento. “Piero, a che punto sei?” urlo ad un secondo “complice” che sta nascosto dietro uno degli attrezzi del dungeon, pronto ad intervenire. “A cazzo durissimo, pronto ad esplodere, padrone!”
Gli ordino di avvicinarsi alla troia dal lato del capo di lei. Come stabilito, mentre la trombo con veemenza, Piero le toglie il cappuccio e le svuota il proprio preservativo colmo di sborra sugli occhi, ficcandoglielo poi in bocca.
La bella puttana ha un primo orgasmo, ma non vede bene la scena. Piero le pulisce il viso con un fazzoletto di carta. La troia si guardo riflessa nello specchio a soffitto. Dopo il suo orgasmo io avevo smesso di pomparla. Lei sputa il preservativo per chiedermi la lingua in bocca. Non obbedisco, riprendo invece a chiavarla. Mi piace troppo questa figa. Un peccato lasciarla vuota di cazzo. CONTINUA