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Prime Esperienze

La dea della notte


di liberamente
14.06.2019    |    4.923    |    3 9.3
"Con un trasporto magnetico il mio cazzo viene attratto..."
L'altra sera sono uscito con alcuni amici a bere. Era qualche tempo che, tra il lavoro e la mia ragazza, li trascuravo. E' stata una serata molto etilica e spassosa al punto che, verso le tre, belli brilli, ci siamo salutati. Avevo poca strada da fare e ho deciso di tagliare verso casa passando per un viale notoriamente bazzicato da prostitute e trans.
Ammetto che mi piace guardare e fantasticare su culi, tette, fighe e bocche...
Avevo la testa piena di alcol, non ragionavo molto lucidamente, ma la mente volava. Fatto sta che mi immetto nel viale e, come desideravo, tutte le splendide ragazze mi di avvicinano mi si offrono facendomi complimenti e chiedendomi se avessi bisogno di qualcosa. Qualcuna mi abbraccia, altre mi si avvicinano all'orecchio sussurrandomi sconcerie ma io continuo a camminare a testa bassa, un pò storto. Arrivo all'incrocio che dovevo attraversare per andare a casa, mi si avvicina una ragazza molto graziosa. Capelli corti sulle spalle di un colore improbabile, toppettino nero attillatissimo che mostrava due seni marmorei sormontati da capezzoli turgidi e gonnellino in pelle rossa inguinale. Gli occhi mi cadono sul suo culo, semiscoperto, che sembrava scolpito dal Canova. Senza dirmi nulla, comincia a toccarmi il petto da dietro. Sono sbronzo tesoro, le confesso sorridendo e cercando di mantenere un certo decoro. Le mie parole sembravano volare via nel vento e perdersi prima di arrivare alle sue orecchie... Infatti, questa dea continua imperterrita e comincia a rincarare la dose scendendo con le mani dal petto ai miei fianchi. Lascia stare, per favore, sono cotto. E' quello che in automatico la mia bocca pronuncia senza crederci molto... Ma niente, lei continua a toccarmi sempre più insistente e insinua le sue mani nella vita dei miei jeans. Nella testa oltre allo stordimento dei gin tonic con cui mi ero deliziato, iniziava a montarmi una sorta di dolce ebrezza arrapante. Faticavo quasi a stare in piedi nel turbinìo di alcol ed eccitazione... Mi stavo sciogliendo sempre più ad ogni centimetro guadagnato dalla sua mano verso il mio membro.
Casa mia era a poche centinaia di metri, 5 minuti a passo sobrio... eppure una forza tendava a trattenermi lì contro ogni mia pudica intenzione. Ad un certo punto ormai arrivata a lambirmi il cazzo, mi si accosta e sfila una mano. Prende la mia e se la porta al seno. Non mi sembrava di aver mai toccato nulla di così sodo e perfetto. Prendendo tra pollice e indice il suo capezzolo perfetto avverto qualcosa muoversi in mezzo alle gambe. Mi si stava gonfiando sollecitato dalle dolci carezze della sua mano fatata. Il vaso era stato aperto. Il sangue mi goniava all'nverosimile i jeans fino a che mano e uccello non erano più contenibili. Con una maestrìa da prestigiatore mi allenta la cinta e mi slaccia i bottoni della patta mentre mi spinge verso il palazzo che fa angolo dietro al semaforo. La notte è una colata di vernice dolce come miele e ovattata come neve. Nessun rumore alle mie orecchie e nessuna luce nei miei occhi...
Sento il mio cazzo liberato dalla costrizione dei jeans e la sua mano dolcemente accompagnarlo avanti e indietro quasi non sapesse esattamente dove condurlo.
Il suo seno tra le mie dita sale e scende al ritmo del suo respiro sempre più incedente. La mia mano sinistra viene attratta da una forza sconosciuta fin sui suoi fianchi per scivolare sulla pelle rossa della sua gonna e scendere sul tessuto ruvido eccitantissimo delle sue calze. Un sottile velo di nylon separa la mia pelle dalla sua. Il calore traspare e mi trasmette stimoli irresistibili che compenso con movimenti circolari costanti di pressione sempre crescente. Ormai siamo uno difronte all'altra. La sua destra continua a cullare il mio cazzo ormai marmoreo mentre con le mie le sto massaggiando due glutei impossibili da descrivere a parole.
Le alzo quei pochi centimetri di pelle rossa della gonna fin sopra la vita mentre cerco di inserire la mano dentro il collant, dove non sento la presenza di intimo.
I miei pensieri sono asteroidi impazziti che vorticano senza tregua nella galassia della lussuria. Il mio corpo è pervaso da scosse di libidine incontrollabile.
Abbasso lo sguardo e vedo il mio glande scomparire ritmicamente tra le sue mani vellutate.
Finalmente la mia destra si è aperta un varco e segue autonomamente, non più governata dalla mia ragione, il solco tra le sue natiche. Incede lentamente sulla sua pelle con la leggerezza di una goccia d'acqua su un filo d'erba nel freddo del mattino fino ad arrivare ad un dolce pertugio.
Sento il suo respiro farsi sempre più vicino alla mia spalla fino a che la sua fronte si appoggia a me e la sua presa si fa più decisa sul mio cazzo.
Avanzo ancora un pò aumentando la pressione del mio medio che disegna un piccolo cerchio sull'anello del suo liscio buco del culo.
Un calore mi pervade e sento, nel fresco della sera, un velo di sudore sul mio corpo e sul suo. La sento improvvisamente spingere il sedere in fuori inarcando la schiena ed è in quel momento che il mio medio scivola al suo interno per metà, senza problema. La naturalezza con cui è stato aspirato ha un che di magico. Con delicatezza comincio a stantufarle il buco umido e accogliente e lei sincronizza le sua carezze con le mie spinte. Mi porto la mano rimasta sui fianchi alla sua bocca proponendole indice e medio. Apre le labbra e avvolge le mie due dita con voluttà, dopodichè le porto devono andare.
Entrano senza resistenza e un sussurro le scappa. Ora è lei che accenna ad un movimento sinuoso del bacino che porta ad inserirle sempre più a fondo le dita. Alle due ne aggiungo un'altra dopodichè si sfila e senza lasciarmi intendere le sue intenzioni si piega sul mio cazzo rosso e gonfio fino a farlo sparire in un momento nella sua bocca. La presenza delle sue labbra e della sa lingua sul membro mi fanno perdere il contatto con la realtà. Non so che ore siano, non so dove mi trovi, non so chi sia lei... ma nulla ha più importanza in quel momento.
Le appoggio le mani suoi capelli lisci e plastici dettando il ritmo. Alzo gli occhi ad un cielo che è una coperta di luci infinita in cui mi perdo.
Sento il fresco della brezza della notte sul mio glande. Lei si alza e per la prima volta i nostri sguardi si incontrano. Ha occhi scuri come la notte e profondi come il mare. Si gira continuando a fissarmi. Appoggia le mani al muro e mi porge il suo culo. Sono dolcemente incapace di fare alcunché. Sono immobile perso nei suoi occhi che non smettono di fissarmi nemmeno quando si alza la gonna e si abbassa le calze. Solo ora i nostri occhi si perdono. Si volta verso il muro e il mio sguardo scivola in basso sul suo culo, sull'increspatura di carne delle sue labbra che si apre tra le natiche. Inarca ancora più la schiena e spunta il suo roseo buco lucido e pronto. Vorrei non smettere più di guardarlo e vorrei poterlo non dimenticare mai. Con un trasporto magnetico il mio cazzo viene attratto. Appoggio la cappella e lei, con un lieve colpo, lo fa sprofondare dentro accompagnando il tutto con un sensuale gemito.
Da quel momento bastano poche dolci stantuffate per farmi esplodere brividi per tutto il corpo. Sono in balia di uno tsunami dì spasmi di piacere. Mentre vengo lei aumenta il ritmo e continua con colpi sempre più decisi e forti fino a che sento finire l’orgasmo e lentamente defluire il sangue dal mio cazzo.
Vuotandomi del seme anche la mia testa si alleggerisce e la mia mente rallenta. Sto tornando al qui ed ora...
Solo allora lo libera lasciandomi immobile, paralizzato con lo sguardo perso nel vuoto abbandonato dal piacere appena finito.
È allora che Lei, senza dire una parola si alza le calze accompagnandole con un movimento sinuoso delle gambe e si riabbassa la gonna come un negozio che si appresta a chiudere la serranda.
Mi butta i suoi occhi nei miei per un’ultima volta e, senza dire nulla, si allontana lentamente sul viale fino a farsi inghiottire dalla notte.
Guardo la mia ombra sul marciapiedi e la luce del lampione tutta intorno.
Sento freddo al glande umido e lucido che punta verso il basso.
Mi riassetto i pantaloni e senza fretta mi dirigo verso casa.
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