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Prime Esperienze

Ripetizioni molto private


di Rosticcere88
05.07.2020    |    28.612    |    7 9.1
"Poi andammo in bagno a turno per darci una lavata, e tornammo a letto ma stavolta per dormire..."
A quel tempo stavo finendo il primo anno di scienze politiche, c'erano un paio di materie dove facevo fatica e non ero ancora riuscito a passare l'esame. Diciamo pure che in quell'anno mi ero parecchio divertito con i compagni di corso: ci si trovava con il solito gruppetto per studiare insieme, almeno in teoria, solo che poi i libri rimanevano chiusi sul tavolo e si finiva sempre per trascorrere interi pomeriggi in allegria a raccontarsi barzellette e avventure varie.
Nel gruppo di studenti che frequentavo c'erano ragazzi e ragazze, le ragazze bene o male tutte carine e mi sarei fatto volentieri una storia con una di loro, ma queste o erano già fidanzate o avevano altre tresche e non ne volevano sapere di mettersi con me, nemmeno per una sveltina.
Francesca, la mia fidanzatina del liceo, l'avevo lasciata dopo il diploma. Lei era andata a studiare in inghilterra e mi aveva detto chiaramente che non si poteva mantenere una relazione a distanza. Secondo me era una scusa perché mi pareva esageratamente esaltata all'idea di andarsene a vivere per conto suo lontano da casa, e infatti in seguito aveva pubblicato delle foto sul suo profilo social dove mi pareva ben felice di stare fra le braccia di un paio di vichinghi muscolosi che immagino frequentassero i suoi stessi corsi e probabilmente erano riusciti a farle mettere da parte tutte le sue inibizioni.
Scopate con lei se ne erano sempre fatte poche perché aveva un atteggiamento molto attendista nei confronti del sesso. Praticamente mi ero segato per due anni nell'attesa che si decidesse a condividere pienamente il suo corpo che stava maturando, e quando era diventata donna mi aveva salutato, lasciandomi solo il ricordo di pochi rapporti avuti con qualche imbarazzo.
Insomma io cercavo di stare a galla non rimanendo troppo indietro con gli esami, le slinguate con Francesca e le palpate dei suoi piccoli seni erano ormai un lontano ricordo e i miei attuali compagni di studi non sembravano in grado di aiutarmi a superare gli esami più duri.
Non era esattamente un periodo brillante della mia gioventù.

La situazione cambiò inaspettatamente quando i miei genitori si mossero per cercare di non far naufragare la mia carriera di futuro avvocato. Mi serviva un insegnante che potesse aiutarmi nello studio di un paio di materie, e caso volle che i miei genitori conoscessero una venditrice di case che aveva esercitato per alcuni anni la professione di avvocato. Era una signora di mezza età, non aveva famiglia, divorziata, poteva gestirsi il tempo autonomamente ed era sembrata molto preparata sugli argomenti legali.
Un giorno mia madre mi disse: "Per quegli esami che non riesci a passare, potresti farti aiutare dalla signora Eleonora. Ti ricordi? Quella che ci ha fatto vedere la casa al lago il mese scorso"
Io: "Ah si, ho capito. La signora investigatrice"
La chiamavo così perché secondo me assomigliava a un personaggio di un vecchio telefilm di spionaggio che mi divertiva molto, dove c'era una signora che aiutava un agente della cia a svolgere le proprie missioni. La stessa attrice l'avevo vista in un altro famoso telefilm ancora più datato dove c'erano quattro investigatrici donne, i cosiddetti angeli. Allora per me era diventata la signora investigatrice, e trovavo la cosa molto ridicola.
Mio padre: "Non fare lo stupido, Jacopo. Per fortuna c'é qualcuno che ti può aiutare, se non passi quegli esami rischi di bloccarti con gli studi. Oggi chiamiamo la signora e gli chiediamo se ha tempo di farti fare un ripasso, però mi devi dire quali sono gli argomenti che devi studiare".
Feci vedere ai miei genitori i titoli dei libri da studiare, avrebbero contattato la signora investigatrice (scusate, la signora Eleonora) fissando un appuntamento.

Quella sera mia madre mi comunicò che la signora Eleonora era disposta ad aiutarmi, mi avrebbe ricevuto a casa sua sabato pomeriggio tardi, prima di cena. Nel frattempo, mi consigliava di leggere il contratto che ci aveva lasciato in occasione della trattativa sulla casa al lago. Era un esempio da cui si poteva imparare più che dai libri.
L'idea di mettermi a studiare di sabato non mi piaceva, e poi avevo già organizzato con i miei amici una serata in discoteca sabato sera, avremmo ballato tutta notte e poi all'alba saremmo partiti per una gita in montagna a casa di un nostro amico.
Riposi a mia madre: "no, sabato non posso, vado in discoteca con gli altri e poi partiamo per la montagna, abbiamo già organizzato e non posso mandare tutto a monte. Dalla signora andrò settimana prossima".
Ma mio padre intervenne perentorio: "no ragazzo mio, tu devi recuperare con lo studio e dalla signora Eleonora ci vai lo stesso. Tanto in discoteca ci andate tardi, dopo la lezione esci dalla casa della signora e vai a piedi alla stazione, lei abita li vicino. I tuoi amici che hanno la macchina ti vengono a prendere alla stazione e poi andate a ballare o dove volete. Ma la lezione la fai lo stesso e cerca di imparare bene perché la signora è sempre impegnata con il lavoro e ci sta facendo un favore"
A quel punto mio padre si diresse verso lo scaffale dove teneva tutti i documenti, prelevò il faldone con i documenti della casa e me lo consegnò con un sorrisetto, dicendo: "Ecco! Buono studio!".

Seduto sul mio letto iniziai a sfogliare quelle scartoffie. Compromesso di acquisto, accordo, contratto, preaccordo... e chi ci capiva qualcosa. Io studiavo da avvocato, non da venditore di case.
A un certo punto, fra carte bollate e fotocopie, spuntò un foglio che apparteneva sicuramente alla mia futura insegnante, ma non riguardava certo il mondo del diritto.
Era la stampa di un sito di incontri. Probabilmente la signora aveva infilato il foglio li dentro e si era poi dimenticata. Non che ci fosse niente di male, era una donna single ed era normale che cercasse compagnia. Ma grande fu la sorpresa quando lessi il contenuto. Innanzitutto in cima al foglio era stampato una specie di nickname che doveva essere del suo profilo: "La Grande Assatanata".
Accidenti!
Sotto il nickname c'erano 4 miniature di foto, dalla stampa in bianco e nero non si capiva bene, ma nelle prime due c'era una donna completamente nuda (presumibilmente lei) che posava accanto a una sedia. La terza foto era il primo piano di una vagina con un fallo di plastica infilato dentro. Nella quarta foto, la donna era ritratta da dietro inginocchiata a pecora.
Sotto le foto c'era una descrizione del profilo, dove si leggeva:
"Carattere dolce ma con tanta voglia di soddisfare gli istinti più perversi. Mi piace sentire il tuo seme su tutto il mio corpo"
Purtroppo la descrizione si interrompeva dopo queste poche parole, ma erano già abbastanza per provocare in me un'erezione immediata.
Stranamente non mi venne l'istinto di segarmi davanti a quelle immagini, ne ero attratto ma qualcosa mi diceva che era meglio trattenermi e cercare di gestire la fortuna che mi era capitata fra le mani.
Quella sera feci fatica ad addormentarmi, continuavo a pensare quanto fosse strano che dietro quell'immagine di donna professionale si celasse un gran puttana con voglia di cazzo.

I giorni che trascorsero fino a sabato mi sembrarono infiniti, perché se da un lato continuavo a pensare all'imbarazzo che mi avrebbe colto nell'incontrare la signora Eleonora facendo finta di niente, dall'altra parte avevo smesso di segarmi per tutta la settimana e sentivo le palle gonfie, dure e indolenzite, con il mio cazzo duro che tutte le mattine mi ricordava quanto fosse pressante l'esigenza di una sborrata liberatoria.
Ed ecco che arrivò il sabato pomeriggio.
Arrivai a casa della signora Eleonora in autobus. Suonai alla porta e lei mi fece salire.
Quando si aprì la porta dell'ascensore la vidi comparire davanti a me, era li che mi aspettava.
Lei era come la ricordavo, una donna bella e molto elegante, anche se ora non era vestita in modo troppo formale. Indossava una camicetta bianca e dei pantaloni neri, ed era in pantofole. aveva al polso tre fini braccialetti ad anello color oro, sobri ed eleganti. Al collo aveva un ciondolo con una pietra color turchese. Si faticava a capire se era più scuro il cinturino in cuoio del suo orologio o la sua pelle abbronzata, doveva essere una maniaca della tintarella.
Mi salutò con un "ciao" e un sorriso un pò di circostanza, e mi accompagnò dentro il suo appartamento. Seguendola, non potei fare a meno di notare il suo bel culo infilato in quei pantaloni su misura, dal quale partivano due belle gambe diciamo non molto snelle ma formate con le curve giuste. In fondo al gambale dei pantaloni spuntavano due caviglie magre e abbronzate, con i suoi piedini un pò cicciotti infilati nelle pantofole.
Quando entrai in casa rimasi colpito dall'arredamento. Aveva davvero buon gusto, si vedeva che era nel giro delle case. Mobili e suppellettili erano di un'eleganza particolare, sembrava di guardare le foto di una di quelle riviste di arredamento. Tutta quella roba doveva essere anche parecchio costosa.
La signora Eleonora mi fece accomodare seduto al tavolo in cucina, il soggiorno era una specie di cattedrale intoccabile.
Si sedette accanto a me, e dopo avermi chiesto se avevo sete e se mi sentivo pronto per iniziare il ripasso, disse "bene Jacopo, allora dimmi quali dubbi hai sulle leggi che stai studiando e vediamo di risolvere i problemi"
Io gli avrei risposto che il mio problema era riuscire a trombare una figa come lei, ma ovviamente non era possibile e iniziai a raccontarle della mia preparazione all'esame, lei ogni tanto mi interrompeva per precisare alcune cose, e andammo avanti a spiegarci per un'ora buona.
Cercai di mantenere sempre alta la concentrazione, nonostante la sua camicetta fosse un pò aperta sul davanti facendo intravedere la piega dei suoi seni da signora la cui età andava verso i 50 anni, costretti dentro il reggiseno.

Finito il ripasso generale, la signora Eleonora disse "bene, adesso un pò di cose le hai capite, se ti va faccciamo una pausa di qualche minuto. vuoi un caffè?"
Risposi di si, lei si alzò e si diresse verso un armadietto dove teneva le capsule della macchinetta. Approfittai di quel momento in cui non mi guardava per rimirarle bene il seno che premeva sotto la camicia. Doveva avere un bel paio di tette, non enormi ma comunque un bel paio di tette. La camicia era proprio su misura, e nonostante ci fosse sotto un reggiseno, due evidenti lunette si ergevano in mezzo al raso bianco della camicia, rivelando senza ombra di dubbio la posizione dei grossi capezzoli della signora.
Complice il periodo di astinenza dalle seghe, la vista delle curve di Eleonora provocò in me un'erezione che mascherai restando per bene vicino al tavolo.
La signora Eleonora preparò i caffé e iniziammo a sorseggiarli dalle tazzine.
Dopo un paio di minuti di silenzio che mi fecero sentire in imbarazzo, Eleonora si girò verso di me con un'aria più rilassata rispetto a prima, e attaccò a parlare dei suoi fatti personali.
"Sai Jacopo, non sai che giornata ho avuto anche oggi. Quando vendi una casa, una qualsiasi, si parla sempre di migliaia di euro, e non si possono fare errori. Che cosa stressante. Non ho nemmeno il tempo di avere una vita sociale. Fortunato te che ti puoi divertire ancora con gli amici".
Io risposi: "eh si, con gli amici mi diverto. Stasera quando esco di qua vado a ballare con loro e poi filiamo tutti insieme in montagna a casa di uno studente del nostro corso"
Feci una pausa, poi aggiunsi: "però fra qualche anno dovrò iniziare a guadagnarmi da vivere, e non so se sarò così fortunato da trovare un lavoro importante come il suo, signora".
E bevvi un altro sorso di caffé pensando: "certo che la mia gita la baratterei volentieri con una scopata insieme a una bella zoccola come te".
La signora Eleonora si era messa ad ascoltarmi appoggiando il mento sulla sua mano, con uno strano sorriso compiacente, come se le piacesse sentire la mia voce.
Posai la tazzina del caffé, la bevanda mi aveva fatto venire voglia di fare pipì. Nonostante mi vergognassi come un ladro, chiesi alla signora se potevo usare il bagno.
Eleonora mi disse: "ma certo Jacopo, figurati. Vieni, ti faccio vedere dov'é la porta".
Mi accese la luce e io entrai nel suo bagno, doveva essere quello di servizio perché era meno lussuoso rispetto al resto della casa.
Terrorizzato dall'eventualità di sporcare il pavimento con la mia pipì, mi tirai giù le mutande e mi sedetti sul wc, facendo pipì da seduto.
Intanto mi guardavo in giro e vedevo i suoi accessori appoggiati nel bagno. Un vasetto di crema che la signora si spalmava certamente sul corpo, la immaginai nuda con il piede appoggiato sullo sgabello mentre si spalmava la crema lungo le cosce.
Poi un mascara, la immaginai mentre si abbelliva le ciglia lunghe e femminili.
Poi un paio di ciabattine con un pò di tacco, la immaginavo mentre ci infilava i suoi piedini curati con le unghie perfettamente laccate di viola scuro, avvolta da un accappatoio.
Chissà cosa si provava a stare con una donna come lei.
Immaginavo come sarebbe cambiata la mia vita se una donna come Eleonora mi avesse aspettato a casa ogni giorno.
Come mi sarebbero scivolate via le noiose ore di lezione al mattino, sapendo che al pomeriggio potevo rientrare a casa dalla mia bella e disporre del suo corpo libidinoso fino al giorno successivo.
Ok la vita di coppia non era esattamente così, ma per un certo periodo ne avrei tratto un godimento da sogno.
Mentre correvo con l'immaginazione, avevo finito di fare pipì e non resistetti alla tentazione di iniziare e menarmi un pò l'uccello. Quell'ambiente emanava una specie di fluido magico che mi faceva immaginare l'odore del corpo di Eleonora, io ne ero immerso, e mi menai il cazzo su è giù pensando a lei.

Dopo qualche minuto di autosuggestione, cercai di tornare in me e mi tirai su le mutande, non potevo restare troppo tempo in bagno ed era meglio non combinare casini.
Tirai lo sciaquone, e feci per aprire la porta del bagno. Con mia grande sorpresa, la porta era socchiusa. Mi prese un colpo. Accidenti, non avevo nemmeno chiuso la porta mentre pisciavo?
Per fortuna il bagno non dava direttamente nella stanza della cucina, e tornai di la cercando di mantenere un'aria disinvolta.
Trovai la signora Eleonora in piedi accanto al tavolo, che stava leggendo un foglio.
Quando lei mi sentì arrivare nella stanza, mi guardò con gli occhi spalancati e disse: "Jacopo, ma questo dove l'hai trovato?" e mi mostrò il foglio che aveva in mano.
Io guardai il foglio e mi venne un colpo al cuore. Era la stampa di quel sito di incontri, Eleonora doveva averlo trovato fra i documenti che avevo portato.
Io rimasi un paio secondi come paralizzato, poi dissi con la voce imbarazzata: "io.... veramente..." ma non riuscivo ad abbozzare una frase.
Lei si rimise a guardare il foglio, e mi disse: "siediti, per favore".
Io mi sedetti in una situazione di imbarazzo terrificante.
La signora Eleonora aveva la faccia stupita, ma non sembrava vergognarsi.
Io ero li seduto in silenzio a testa bassa. Ero un idiota, avrei dovuto nascondere meglio il foglio. Ormai il casino l'avevo combinato, e cercai di rimediare in qualche modo.
Mi feci coraggio per aprire bocca, e dissi: "signora Eleonora, anche se ha lasciato quel foglio per errore, lei ha tutto il mio rispetto. Ciò che lei fa nella sua vita privata è una cosa che non mi riguarda. Le garantisco che non parlerò mai a nessuno delle sue foto che ho visto su quel foglio, anzi, le ho già dimenticate".
Lei mi guardò con aria interrogativa, ancora più stupita di prima.
Poi fece una smorfia e si mise a ridere.
Io non ci stavo capendo nulla.
Appoggiò il foglio sul tavolo e mi disse ridendo: "ma no, Jacopo.... cos'hai capito. Scusami, è colpa mia. Bé, adesso almeno sai perché vivo da sola".
Io ci capivo sempre meno, e stavo passando dall'imbarazzo allo stupore.
Eleonora mi spiegò: "Anni fa ero sposata. All'inizio andava bene, poi con il passare del tempo i rapporti con mio marito si sono deteriorati. Lui era dirigente in una grande azienda, e viaggiava molto. A un certo punto smise di interessarsi a me anche nel poco tempo che trascorreva a casa. Ho cominciato a pensare che avesse un'altra e mi sono messa a spiare fra i suoi documenti, dopo qualche settimana di ricerche senza trovare nulla di sospetto gli ho controllato il telefono mentre era sotto la doccia, e ho trovato dei messaggi inequivocabili.
Sono così risalita a un sito di incontri a cui lui pareva iscritto, mi sono iscritta anch'io per spiare ciò che faceva, e ho trovato il profilo di una donna che poi ho scoperto essere la sua amante.
E' la donna ritratta in questo foglio.
Gli ho chiesto spiegazioni e sarei stata disposta a perdonarlo, ma lui mi ha risposto che io ormai ero solo un errore del passato per lui, e non mi voleva più come moglie.
A quel punto ci siamo separati e abbiamo divorziato.
E pensare che con lui volevo recuperare tutti gli anni che da ragazza ho vissuto fra i libri e le gare di atletica, con pochi divertimenti.
E adesso eccomi qua, da sola e senza una relazione stabile, cercando di vivere tutto intensamente per lasciarmi i dispiaceri alle spalle".
Io non avevo osato muovere un muscolo mentre la signora Eleonora mi scaricava addosso tutto il suo racconto. Dopo questo sfogo, lei rimase li a guardarmi con un sorriso malinconico.
Tamburellava con le dita su quel foglio che ritraeva l'amante del marito.
L'amante del marito! Che stupido ero stato.
Mi venne solo da dire: "Guardi signora, mi dispiace molto"
Poi per cercare di sdrammatizzare, aggiunsi: "Quindi anche lei ha un profilo... ma non è quello stampato qui".
La signora Eleonora esitò un momento ascoltando le mie parole, poi cambiò espressione facendo una smorfia come di complicità, e disse: "Ma si, ti faccio vedere".
Si collegò al sito dal pc che era sul tavolo già acceso e che avevamo usato per il ripasso.
Visualizzò la pagina del suo profilo e girò lo schermo verso di me, dicendo con un sorrisino: "che ne dici?".
Io vidi un paio di foto immaginando che fosse lei, non si riconosceva bene. Era completamente vestita, se no col cavolo che mi avrebbe fatto vedere le foto.
Non sapendo cosa dire, esclamai: "eh signora.... complimenti, è molto bella".
Lei stava iniziando a divertirsi a mettermi in imbarazzo, ma ancora non immaginavo cosa avrebbe fatto poi.

Eleonora iniziò a insistere, dicendo: "dai Jacopo, non fare il timido, hai vent'anni. Dimmi un tuo parere. Secondo te ho fatto male a mettere il mio profilo qui sopra?".
Il mio imbarazzo stava diventando eccitazione, la signora ci stava forse provando con me?
Risposi: "No signora Eleonora, ha fatto benissimo. Tanto cosa c'é di male".
E lei: "Ma scusa, pensi che un ragazzo della tua età potrebbe essere interessato? Sai, mentre cercavo informazioni su mio marito ho ricevuto diverse richieste di amicizia, ma erano tutte persone attempate. Interesso solo ai signori ancora più vecchi di me".
Io: "Forse i ragazzi non hanno visto con attenzione le foto.... lei è così bella... io avrei certamente mandato una richiesta di amicizia vedendo un profilo così. cioé... insomma..."
Lei: "Ah mi avresti chiesto l'amicizia. Bene, dai. Poi cosa avresti fatto?"
Io: "Mah non so, avrei aspettato una risposta.... cosa si dovrebbe fare?"
Lei "non so jacopo.... forse avresti fatto quelle cose che stavi facendo prima in bagno?".
Io rimasi pietrificato. Mi aveva visto mentre mi menavo l'uccello? Ecco perché la porta era socchiusa, accidenti!
Dissi: "Scusi signora, ma io non volevo mancarle di rispetto..."
Lei rimaneva li e mi fissava compiaciuta.
Sentii che era arrivato il momento di giocarmi il tutto per tutto, la signora Eleonora aveva preso una confidenza che dovevo sfruttare.
Aggiunsi: "si, probabilmente avrei fatto quelle cose davanti alla sua foto... spero non si offenda per questo".
Lei accentuò il suo sorrisino, e rirmase a guardarmi senza dire niente.
Poi mise la sua mano sulla mia, che era appoggiata al tavolo.
La signora Eleonora lasciò passare qualche altro secondo e disse con tono morbido: " Jacopo non devi vergognarti se ti stavi masturbando... è normale che un ragazzo della tua età si debba sfogare in qualche modo. Non preoccuparti."
Io ero letteralmente paralizzato e la guardavo senza proferire parola.
Lei aggiunse: "Davvero, non c'é problema. Se ne hai bisogno puoi tornare in bagno e finire, tanto direi che per oggi con lo studio abbiamo fatto abbastanza".
Io ero senza parole.
Lei era li fissa che mi guardava con un sorriso.
Io mi sentii salire la confusione in testa, non so cosa mi prese e le dissi: "io ti vorrei baciare".
Eleonora non fece una piega, continuò a sorridermi per qualche secondo, poi mi accarezzò la testa, avvicinò la sua bocca alla mia e mi fece sentire il contatto delle sue labbra morbide.
Al contatto con le labbra di Eleonora, il cuore iniziò a battermi a mille.
Mi feci più audace, ormai era fatta, e cercai di infilarle la lingua in bocca.
Lei non fece resistenza, anzi, iniziò anche lei a frugarmi in bocca con la sua preziosa lingua.
Limonammo dolcemente per cinque minuti buoni.

Mentre Eleonora mi baciava iniziò ad accarezzarmi la maglietta, era solo un modo per toccarmi e scendere fino ai jeans e iniziare con le dita a cercare la forma del mio uccello ormai duro.
La sua intraprendenza tolse le mie inibizioni, e le appoggiai una mano sul seno. Sentivo il suo grosso capezzolo sul palmo della mano, attraverso la camicia.
Sostai con la mano li sopra per un pò.
Accortasi che non osavo fare di più, lei staccò le sue mani da me, e continuando a baciarmi iniziò a sbottonarsi la camicia. Non se la sbottonò del tutto: dopo averla aperta a metà, si infilò le mani dietro la schiena e si slacciò il reggiseno, sfilandolo da sotto.
A quel punto smise di baciarmi, mi prese la mano e mi disse: "dai toccami. Ti piacciono le mie tette? Non vergognarti di me" E mi infilò la mano dentro la camicia.
Io iniziai a plasmare con il palmo della mano il suo seno nudo ben dotato, mentre lei mi accarezzava la testa e mi guardava.
Mi disse: "Tu mi piaci da quando ti ho visto la prima volta".
Fece una pausa, poi pronunciò la fatidica frase: "Tu lo faresti con me?"
Io ero bloccato dall'imbarazzo, la signora Eleonora a quel punto tirò fuori un seno dalla camicia e mi avvicinò la testa. "Dai, succhiami il capezzolo. Non ti eccito? Non sono abbastanza carina per te?"
Io le presi in bocca il capezzolo e iniziai a succhiarlo, mentre Eleonora mi accarezzava la testa.
Ero così eccitato che non capivo più niente, mi sembrava incredibile.

In quel momento in cui la faccenda aveva preso una piega decisamente libidinosa, la signora Eleonora mi fermò e si tolse da me, rimettendosi a posto la tetta.
Si alzò dalla sedia e rimase in piedi a guardarmi con aria malandrina, mentre il cazzo mi stava esplodendo fra le mutande. Voleva lasciarmi così? Stavo per scoppiare!
All'improvviso si girò di spalle e iniziò a correre verso una porta che conduceva a un'altra stanza, si fermò solo un attimo voltandosi verso di me, poi riprese a correre e sparì dietro la porta.
Io la chiamai: "Eleonora! Ma dove vai?"
Aspettai qualche minuto. Era forse andata in bagno? Non vedendola tornare, mi alzai e mi diressi verso la porta.
Dalla porta si accedeva a un corridoio, dove vidi i suoi vestiti buttati per terra, sparsi sul pavimento.
In fondo al corridoio c'era una porta socchiusa, mi avvicinai e aprii la porta chiamando il suo nome: "Eleonora.... dove sei?"
Misi dentro la testa. La porta era quella della camera da letto.
Vidi eleonora sopra il letto matrimoniale, completamente nuda, che mi dava le spalle accovacciata sulle ginocchia, ferma ad aspettarmi con la fronte appoggiata al cuscino, le braccia raccolte sotto il petto e il culo rivolto in aria. Dava le spalle alla porta, per cui dall'ingresso vedevo solo le sue chiappe protese verso di me e la pianta dei suoi piedini che spuntavano da sotto il sedere.
Feci un passo verso di lei, ero eccitatissimo.
Lei senza girare la testa mi disse: "dai Jacopo, adesso mi devi montare, sono la tua cagna. Fammi sentire il tuo cazzo giovane"
Mi girava la testa dall'eccitazione. Mi tolsi in fretta i vestiti, il pene in erezione mi ondeggiava a destra e sinistra, con foga mi fiondai addosso a lei abbracciandola intorno alla vita, e baciandola sulla schiena iniziai a darle colpi alla cieca nel di dietro, sperando di centrare qualche buco.
Affondai diversi colpi dove capitava, forse nel culo, forse nella fica, molti probabilmente affondati a salve in mezzo alle cosce. Cercai di trombarla così per alcuni minuti, poi Eleonora si rese conto che mi ero fatto prendere troppo dall'eccitazione e non stavo facendo una bella figura, lei poi non stava godendo per niente, allora disse: "aspetta, calmo, fammi girare".
Aveva capito che non ero un gran scopatore, e rinunciando a farsi fottere da dietro si girò e si sdraiò sul letto di fronte a me. Mi allungò la mano per tirarmi verso di lei, e mi disse: "vieni, stai tranquillo, vieni qua".
Mi adagiò su di lei tirandomi ben vicino, poi infilò la mano tra le mie gambe per cercare il pene, lo prese nel palmo della mano e puntò la cappella dentro la vagina. "Ecco, su, vieni dentro".
Io feci per spingerle il cazzo nella fica, intanto lei mise le sue mani dietro le mie natiche e mi spinse dentro di lei.
Il mio cazzo affondò fino ai coglioni nella sua figa calda e bagnata.
Disse: "ah... ecco, bravo. Dai, su, adesso spingi. Spingi forte, scopami bene".
E iniziò a spingermi il sedere verso di lei per prendere il ritmo. Con i piedi sfiorava i miei polpacci.
Io mi sentivo un impedito, ma ero sempre eccitato a mille e iniziai a darle colpi come un coniglietto. Sentivo il cazzo entrare e uscira dalla sua fica bagnata, lei si sistemò i piedi incrociandoli sopra la mia schiena, e mi incitava: "dai, bravo, continua.... così'....".
Stava gemendo per il piacere di essere scopata con foga da un ragazzo di vent'anni come me, a quel punto però io non riuscii più a trattenermi e dopo una ventina di colpi sentii la sborra che stava per esplodermi fuori dalla cappella.
Per istinto tirai fuori l'uccello mentre arrivava il primo getto di liquido bollente, e le schizzai addosso a ripetizione, urlando: "Ti vengo addosso, Eleonora, sto godendo!". Le prime due abbondanti schizzate la centrarono prima vicino al naso e poi fra il collo e il seno. Mentre io ero irrigidito dall'orgasmo paradisiaco che stavo provando, lei fu svelta a prendermi in mano l'uccello e a puntarlo in basso verso il suo ombelico, mentre me lo menava velocemente per aiutare la fuoriuscita delle ondate residue di sborra. Il resto dell'eiaculazione la indirizzai così tutta sul suo pancino, che finì totalmente coperto di sperma, poi lo sperma colò copioso su entrambi i suoi fianchi finendo per formare due grosse chiazze sul lenzuolo.
Dopo questa sborrata indimenticabile il cuore mi batteva a mille e mi girava la testa, Eleonora era rimasta molto meno coinvolta e aimé soprattutto insoddisfatta. Ma non la prese male, si mise a ridere e mi disse: "mamma mia Jacopo, quanta roba. Qui adesso ci vuole un badile per tirare su tutto".
Io le risposi: "ti vado a prendere un asciugamano...."
Eleonora: "aspetta un attimo. Vieni qui. Dai, sei stato bravo" Mi tirò la testa vicino alla sua e mi diede un bacio.
Poi mi disse: "almeno qui mi vuoi pulire tu?" e mi mostrò le schizzate di sperma sulla faccia e sopra il seno.
Io non risposi neanche, iniziai e leccarle lo sperma dalla faccia, e sentivo lei che mi diceva: "ecco, bravo, così"
Leccai tutto il suo bel visino, poi mi dedicai a leccarle lo sperma appiccicato al seno. Con mia grande gioia lo schizzo copriva un capezzolo, e mi misi a leccarlo e succhiarlo ben bene.
Eleonora provava piacere dal mio lavoro di lingua, manifestandolo con smorfie di compiacimento.
Dopo un quarto d'ora di grandi pulizie, mi disse "adesso basta ometto, hai pulito abbastanza, ora vado a lavarmi perché il tuo miele mi si è già seccato sul resto del corpo e sento che inizia a tirarmi la pelle"
Ci facemmo una doccia insieme, lavandoci a vicenda amorevolmente ma senza lasciarci andare a nuovi erotismi.

Dopo esserci dati una ripulita, Eleonora mi accompagnò in soggiorno e mi fece accomodare sul divano.
Concedermi l'utilizzo del suo costoso divano in pelle doveva essere un privilegio, io mi sentivo già un privilegiato ad averla scopata anche solo per qualche minuto.
Io dissi: "E' stato bellissimo signora Eleonora, non dimenticherò mai questi momenti passati con lei. Le giuro che se lei non vuole, non racconterò mai a nessuno di quello che è successo fra noi".
Eleonora rispose: "Jacopo, non sai quanto desideravo avere questo momento di intimità insieme. Da quando ti avevo visto la prima volta avevo spesso ripensato a te, e ora hai esaudito il mio desiderio. Sono io che ti ringrazio per esserti concesso a me. E per favore, non serve che mi chiami signora, chiamami solo Eleonora".
Poi guardando l'orologio disse: "sono già le nove. Hai detto che andavi a ballare con i tuoi amici. Se vuoi ti accompagno, ma se vuoi stare qui.... non ti caccio via"
Io ovviamente ero molto più interessato a passare la serata con Eleonora piuttosto che in discoteca.
Non so quanto fosse sincera nel dire che io le piacevo così tanto, mi sembrava che avesse solo una gran voglia di cazzo e si era sfogata con me.
Comunque stessero le cose, a me solo a guardare quella femmina da sballo stava tornando ancora duro, e lei non mi sembrava ancora appagata del tutto. Si metteva bene, col cavolo che la lasciavo per andare a ballare con gli amici.
Le risposi: "Io qui ci resto volentieri, Eleonora. Solo che domattina dovrei proprio partire per la montagna, e non so bene come organizzarmi...."
Eleonora disse: "va bene, facciamo così. Adesso telefoni ai tuoi amici e gli dici che ti fai trovare alla stazione domani mattina. Stasera rimani a dormire da me, e domattina ti accompagno io alla stazione. D'accordo?"
Mentre lo diceva il cazzo quasi mi esplose fra le mutande.
Cercai di mantenere un contegno e dissi ok, avremmo fatto così.

Telefonai al mio amico con la macchina dicendogli che avevo avuto un imprevisto e non sarei andato a ballare, ci saremmo incontrati alla stazione l'indomani.
Eleonora ordinò del cibo da un ristorante vicino a casa sua che faceva consegne a domicilio, e mi offrì la cena.
Io mi sarei accontentato anche di una pizza, e accettai molto volentieri.
Rimanemmo a bere un aperitivo nel soggiorno in attesa della consegna.
Chiacchierammo di un pò di cose, e rimasi sorpreso di quanto Eleonora fosse una tipa simpatica. Si era creata una confidenza che ci faceva parlare liberamente.
Poi ci trasferimmo in cucina per consumare la cena.
Finito di mangiare, si erano fatte le undici passate. Aiutai Eleonora a sparecchiare, poi tornammo in soggiorno per berci un grappino. Eleonora accese la tv ma nessuno di noi due era molto interessato al film che stavano trasmettendo.
Ci scambiammo alcuni baci e carezze, io ormai ero tornato a essere eccitato come quando Eleonora mi aveva baciato per la prima volta qualche ora prima.
Poco prima di mezzanotte Eleonora decise che era ora di ritirarsi a letto.
Spense la tv, si alzò dal divano e disse: "Vado a cambiarmi, è tardi. Andiamo a dormire". E mi tirò un pizzicotto sulla guancia, facendomi capire che non voleva affatto dormire, e io meno di lei.
Mentre Eleonora era chiusa in bagno, io mi tolsi i vestiti ed entrai nel letto. Il cazzo mi tirava da pazzi, dovevo cercare di non rifare la figura da pivello come prima.
Mi accomodai bene appoggiando la schiena sui suoi cuscini profumati, ammirando la sua bella camera da letto.
Dopo un quarto d'ora Eleonora uscì dal bagno, e si presentò in camera camminando a piedi nudi, avvolta da una vestaglia di raso.
Sistemò qualcosa sul comò davanti al letto, poi si girò verso di me stando ben dritta in piedi.
Con una calma olimpica lasciò cadere a terra la cintura della vestaglia, poi ne aprì i lembi scoprendo il suo corpo nudo e lasciò cadere la vestaglia a terra. Sorridendo, mi disse: "facciamo l'amore, mi vuoi ancora?"
Io ero troppo impegnato a non sborrare fra le lenzuola e non risposi nemmeno.
Lei salì sul letto dal fondo e si avvicinò gattonando verso di me. Mi mise un braccio al collo e mi diede un bacio, io la presi fra le braccia e iniziammo a limonare.
Poi Eleonora smise di baciarmi, e mi disse: "adesso riesci a finire il lavoro di prima?"
Si girò verso il bordo del letto e si mise a pecora dandomi le spalle, poi disse: "non hai ancora esplorato l'altro ingresso.... " e agitò un pò le chiappe.
Ricominciava ancora a girarmi la testa per l'eccitazione, e le dissi: "Eleonora mi fai impazzire, ti voglio godere in tutti i modi".
Mi misi in ginocchio dietro di lei, mi menai l'uccello qualche secondo per essere sicuro che fosse ben duro, e con le dita distesi la pelle intorno al suo ano. Aveva un bel buchetto del culo, invitante almeno quanto la sua fregna.
Le montai sopra, poi le puntai la cappella contro il buco, iniziando a infilare la sommità del glande dentro il suo orifizio prima di cominciare a fotterla.
Quando Eleonora sentì la punta del mio cazzo contro il suo buco del culo, disse: "fammi vedere che riesci a scoparmi come una cagna. Fottimi nel culo, Jacopo".
Io spinsi il resto della cappella dentro il buco, mi sistemai bene per montarla e le affondai tutto il pene nel culo.
Lei emise un gemito di piacere: "aaaah siiii.... ecco adesso fottimi".
Io iniziai ad affondare il mio uccello dentro e fuori il suo ano, con movimenti lenti ma profondi. Lei a ogni affondo urlava un "siiii!!"
Fotterla nel culo mi dava una sensazione di dominio verso una donna per la quale fino a qualche ora prima avevo dei timori reverenziali, e adesso era li a farsi inculare da me per farmi godere e per soddisfare la sua gran voglia di cazzo.
Andai avanti a incularla con il mio cazzo duro per un buon quarto d'ora. Cercavo di andare lentamente non tanto per rispetto verso il suo culo, ma piuttosto perché non volevo rischiare di venire subito.

Quando Eleonora fu ben sazia di prenderlo nel culo, mi disse: "bravo, adesso ti sei meritato ancora la mia fica bollente".
Io estrassi il pene dal suo ano, misi la mano fra le sue gambe e le dilatai un pò le labbra della vagina con le dita.
Affondai la testa fra le sue chiappe e passai un paio di minuti a leccargli la fregna, aveva davvero un buon sapore.
Poi mi misi sulle ginocchia dietro di lei, e le infilai la cappella all'ingresso della fica bagnata.
La afferrai per i fianchi, e affondai il mio cazzo iniziando a farlo scorrere dentro e fuori.
Scopare una donna come Eleonora era una goduria immensa.
Mentre la trombavo alla pecora, guardavo lo specchio di fianco al letto e la vedevo godere in silenzio con la bocca spalancata, mentre le sue mammelle ciondolavano al ritmo dei colpi che le davo.
A ogni colpo, sentivo lo schiaffo della mia pancia contro le sue chiappe.
Ebbi la forza di resistere a fotterla così per un altro quarto d'ora, dopodiché la libidine era salita a tal punto che non riuscivo più a contenere la voglia di sborrarle nella fica.
Travolto da un piacere sessuale travolgente, annunciai il mio orgasmo urlando: "Eleonora non resisto, ti vengo dentro!"
Lei per tutta risposta spinse ancora di più il suo culo contro di me pronunciando un "riempimi tutta, porco", voleva essere inseminata a tutti i costi, e dopo pochi secondi le scaricai una serie di abbondanti getti di sperma dentro la vagina, dicendole: "ecco, si, ti riempio come una puttana!".
Una sborrata così appagante forse non l'avevo mai fatta.
Dopo l'orgasmo, le baciai le natiche e mi lasciai andare sul letto dietro di lei.
Eleonora si mise sdraiata accanto a me, e ci scambiammo ancora qualche bacio come due fidanzatini.
Poi andammo in bagno a turno per darci una lavata, e tornammo a letto ma stavolta per dormire.
Eleonora spense la luce dal comodino e mi diede un ultimo bacio prima di dormire, dicendo: "buonanotte, giovane stallone".
Mi sentivo un pochino preso in giro, ma ero al settimo cielo per quello che mi stava capitando.
Mi addormentai accanto a Eleonora con i pensieri sul suo corpo, sul suo viso e sul suo profumo che mi giravano per la testa.

Mi svegliai intorno alle 4:00. La signora Eleonora dormiva nuda accanto a me, e il cazzo mi tirava ancora da morire.
Continuavo a ripensare alla serata che avevamo appena passato facendo l'amore.
Non riuscivo a riprendere sonno, non volevo svegliarla e iniziai a menarmelo preso dall'eccitazione.
Il mio movimento fece però svegliare Eleonora, che si avvicinò sul fianco e mi sussurrò: "cosa stai facendo?"
Io risposi: "mi sto masturbando" e per giustificarmi aggiunsi: "tu sei così eccitante...."
Eleonora allungò la mano e disse "Lascia, faccio io"
Spostò la mia mano, prese il mio cazzo turgido fra le sue dita dalle unghie elegantemente laccate di viola scuro, e iniziò a muovere su e giù la mano abbronzata e ingioiellata con i tre fini braccialetti circolari color oro, non se li era mai tolti dal giorno prima, tintinnavano mentre procedeva con la sega.
Mi disse: "Jacopo, quando sei qui con me non devi masturbarti. Se ti viene voglia, mi svegli e facciamo l'amore. Non mi dai fastidio. E non devi neanche chiedermelo, non serve che ci facciamo i convenevoli a vicenda. Mi monti sopra e inizi a scoparmi, tanto io sono già nuda. Per me è un piacevole risveglio. Puoi eiaculare lo sperma dove vuoi, dentro la vagina, o se preferisci me lo spruzzi in bocca. Non farti problemi, io ho voglia di fare sesso ancora più di te".
E mi diede un lungo bacio mentre continuava a menarmi l'uccello dolcemente.
Io iniziai a palparla e a darle baci vicino al collo, dove riuscivo da sdraiato.
Lei si era messa sul mio fianco destro accanto a me, continuava a segarmi piano con la mano destra e mi accarezzava la testa con la sinistra mentre io cercavo di baciarla.

Dopo essersi fatta dare un pò di baci, Eleonora smise di segarmi e scivolò in basso in mezzo alle mie gambe.
Io ero sempre sdraiato ed eccitatissimo e cercai di mantenere il contatto con lei accarezzandole i capelli e le mani.
Si accomodò bene appoggiandosi fra le mie gambe. Con la mano sinistra distese il pene sulla mia pancia, puntandolo verso il mio ombelico. Voleva lavorarsi per bene i miei coglioni, e si era fatta spazio.
Iniziò a tastarmi le palle con i polpastrelli della mano destra. Era come se volesse valutarne le dimensioni e la consistenza palpeggiandole con delicatezza. Iniziò a baciare prima un testicolo, poi l'altro. Prendeva una palla tastandola con tre dita, poi l'appoggiava nel palmo della mano e iniziava a succhiare lo scroto, poi si metteva la palla in bocca e la teneva in caldo solleticandola con la lingua.
Finito il lavoro su un testicolo passava all'altro, alternando il succhiamento su entrambi i coglioni.

Dopo avermi lucidato le palle per una decina di minuti, allungò la testa verso la mia e disse: "adesso mi devi concedere una cavalcata"
Si mise a cavalcioni su di me, appoggiandosi sulle sue ginocchia, e guardandomi negli occhi si sistemò il mio cazzo ben dritto sotto la sua fica. Quando fu sicura di averlo puntato per bene, si abbassò sedendosi su di me, e il cazzo gli penetrò dentro. Io alzando le voce le dissi quanto mi piaceva, e lei sorridendo e continuando a guardarmi negli occhi si chinò leggermente verso il mio viso e appoggiò il palmo delle sue mani sul mio petto. Poi iniziò a far andare il suo culo su e giù, facendo scorrere il cazzo avanti e indietro nella fica.
Mi disse: "così ti piace di più?"
Io appoggiai le mie mani sui suoi fianchi e risposi "si Eleonora, la tua fica mi fa morire, scoparti mi sembra un sogno. Ho voglia di trombarti fino a domani!"
Lei si abbassò ancorà di più verso la mia bocca e mi diede un bacio, e io sentii i suoi capezzoli strisciare contro il mio petto.
Poi si tirò su e si inarcò all'indietro per farsi scorrere ancora meglio il cazzo nella vulva.
Vedevo le sue tette ondeggiare mentre lei mi saltava sul cazzo, allora le presi i seni con le mani e iniziai a palpeggiarli bene.
Andammo avanti così per una ventina di minuti, quando sentivo che la sborra puntava mi mettevo a urlare ed Eleonora capiva e rallentava il ritmo.
Alla fine l'eiaculazione ebbe il sopravvento. Urlai: "si, vengo!", e le strizzai i seni mentre per la terza volta nella giornata sborravo nella sua fica. Che goduria.

Dopo questa ennesima scopata ci rimettemmo a dormire.
Stavolta non mi svegliai più fino al mattino dopo.
Eleonora si alzò abbastanza presto, la sentii scendere dal letto e poi mi arrivarono tutti i rumori e profumi della sua preparazione: doccia, vestizione, trucco.
Io mi dovevo alzare perché avevo appuntamento alla stazione con il mio amico, ma nel letto stavo benone e ci rimasi a sonnecchiare fin dopo le otto.
La sveglia me la diede Eleonora, che vestita, profumata e truccata di tutto punto mi tirò indietro le lenzuola e disse: "si sta facendo tardi, dormiglione".
Io avevo il cazzo duro per l'erezione mattutina, ma non avrei osato approcciarla nuovamente per scambiare altre effusioni, visto che era pronta per uscire.
Non ci fu bisogno di chiedere.
Eleonora mi procurò l'ultimo orgasmo di quella avventura insieme chinandosi su di me e iniziando a spompinarmi l'uccello.
Con indice e pollice della sua mano destra richiusi ad anello mi tirava in giù la pelle del glande e me lo succhiava affondando in bocca tutto il mio cazzo.
Dopo 5 minuti di succhiate ero già pronto per spararle in gola tutta la sborra che mi era rimasta in corpo.
Lei non fece mai una piega, quando le eiaculai in bocca si fermò con la mano per far aderire bene le labbra all'asta del mio pene, non facendosi scappare neanche una goccia.
Ingoiò tutto lo sperma, poi la mia cappella rivide la luce e lei mi disse: "Dai, preparati che facciamo colazione e andiamo".
Mi feci una doccia mentre Eleonora si sistemava il rossetto e si rifaceva un pò il trucco.
Ci bevemmo un caffé in cucina mangiando una fetta di torta, e chiacchierammo allegramente per un quarto d'ora.
Non parlammo di sesso, ci raccontammo un pò di cose e fu una chiacchierata simpatica.
Poi Eleonora tirò fuori la macchina dal box e mi accompagnò alla stazione, dove mi avrebbero prelevato i miei amici per andare in montagna.
Arrivati alla stazione diedi un bacino a Eleonora e scesi dalla macchina, lei ripartendo mi fece ciao con la manina e sparì nel traffico.
Guardandola attraverso i finestrini della macchina che si allontanava, non riuscivo a credere che fino a poche ore prima quella donna bella ed elegante era li nuda nel letto a farsi scopare da me. Eppure era successo.

In seguito non rividi più Eleonora, o forse si, dipende dalla voglia che avrò di scrivere un altro racconto, perché tutta questa storia me la sono completamente inventata, non mi è mai capitato niente del genere e non mi capiterà mai.
Ho scritto questa storia per voi utenti di annunci69, da questo sito finora ho preso più di ciò che ho dato e quindi ho voluto divertirmi facendo qualcosa per ricambiarvi.
Spero di leggere tanti commenti da parte vostra, scrivete, qualsiasi cosa ma scrivete.
Soprattutto mi piacerebbe leggere commenti da parte femminile, sono consapevole che la storia è narrata da un punto di vista molto maschile, ma spero che possa interessare anche alle donne.
Ciao!
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