Prime Esperienze

Tua


di AleBi
26.12.2023    |    6.913    |    25 9.6
"“Sono tua, Ros” ti sussurro finalmente sorridendoti e in quell’instante il tuo sguardo si fa più dolce..."
“Sei stata bravissima”.
Sono ancora in ginocchio davanti a te con il mascara indecentemente sbavato, la brasiliana di pizzo in bocca e la tua sborra che mi cola dalle labbra, quando sento le tue parole arrivarmi dritte dentro, intense. Quando sento le tue mani sfiorare delicatamente il mio viso e il tuo sguardo su di me. Quello sguardo che fino ad un attimo prima mi osservava fermo e dominante e che ora mi cerca invece dolcemente.

“Vorrò farti sentire che sei la mia puttana”, mi avevi ripetuto molte volte per prepararmi.
E ora, Ros, mi ci sento.

Mi sento la tua puttana quando, davanti a lui sul divano di casa nostra, mi prendi in braccio e inizi ad accarezzarmi delicatamente la schiena. La percorri e ripercorri più volte col tocco leggero dei polpastrelli arrivando a sfiorarmi il collo e riscendendo poi lentamente fino a slacciarmi il gancio del balconcino. Ti insinui prima sul mio seno e poi scendi stringendo vigorosamente le mie natiche, intanto che continui a parlare e scherzare con lui come se nulla fosse. E io sotto di me sento il tuo cazzo pulsare, dentro di me sento il desiderio crescere.

Mi sento la tua puttana quando mi prendi per mano conducendomi nella camera da letto. Tu dietro di me, il tuo respiro sul mio collo, le tue mani che piano mi spogliano. Pur non vedendo i tuoi occhi so che mi stai guardando, che mi stai ammirando come si osserva quella preda tanto desiderata che si aspetta da tempo, come si osserva la propria troia, e allungo smaniosa una mano dietro di me per cercare contatto con il tuo corpo, con il tuo membro. Mi fai sedere sul letto e ti fermi in piedi davanti a me, iniziando a spogliarti fino a restare solo in intimo, mentre io apro le gambe e comincio a toccarmi vogliosa per te. Posso percepire la forza dei tuoi occhi che penetrano i miei e alla vista del tuo cazzo, visibilmente già duro seppur coperto dal tessuto, aumenta ulteriormente la mia eccitazione. Con una mano torno a cercarti e lì arriva deciso il tuo primo ordine: “tiralo fuori”.

Mi sento la tua puttana quando poco dopo ingenuamente avvicino la mia bocca, desiderosa di poterlo finalmente succhiare, ma prontamente tu mi spingi via. Il tuo sguardo è intransigente, la tua espressione contrariata. Pensavo di poter scegliere, ma le puttane non scelgono, le brave puttane obbediscono. La tua lingua cerca la mia figa già fradicia di umori e solo allora, dopo che hai conosciuto e gustato il sapore del mio sesso, mi permetti di scoprire il tuo. Mi circondi il collo con la tua cinta di pelle e con un gesto rapido e risoluto mi avvicini così al tuo cazzo, facendolo scomparire nella mia bocca. Mi concedi di spompinarti come voglio per un po’, poi mi ordini di mettermi in ginocchio: “adesso facciamo a modo mio”. Sento qualche goccia della mia eccitazione scivolarmi lungo le cosce e le tue mani che mi afferrano audacemente per i capelli. È il tuo bacino ora che sceglie il ritmo e lascia che il tuo cazzo mi scopi energicamente la bocca fino a soffermarsi in gola, più volte.

Mi sento la tua puttana quando alzandomi mi fai voltare, e io mi piego offrendoti impudica la vista di tutto ciò che ormai sai essere tuo. Dopo avermi posseduta mi chiedi di aprirmi il culo con le mie stesse mani: ti aspettavo, Ros, ed eseguo obbediente. Sussulto quando percepisco la tua cappella farsi strada dentro di me e poco dopo mi inviti a farti vedere e sentire come mi inculo da sola, prendendomi per i capelli così da riuscire a tenere i tuoi occhi sempre sui miei. Tutto di te trasuda desiderio ed emana senso di dominio, mentre io docile e appagata mi abbandono a te. Prendi il comando, serrando ancor di più la stretta della tua mano, e ai miei movimenti delicati e lenti sostituisci il tuo ritmo più veloce e intensamente dominante. Mi scopi il culo con una veemenza a cui non sono abituata, ma che trovo sorprendentemente goduriosa. Poi lo sfili e riprendi a sbattermi forte la figa, godendoti nel mentre la vista del mio culo ormai bello aperto. Ansimo sotto i tuoi colpi decisi e il mio respiro si fa più affannoso. La porta è rimasta socchiusa e so che i miei gemiti sempre più rumorosi possono raggiungere facilmente il salotto dove è rimasto il mio lui. Diminuisci la velocità dei tuoi affondi e ora entri ed esci molto lentamente da me: “sentilo”, mi sussurri continuando a trattenermi energicamente per i capelli. Poi di nuovo, ancora più lento ma profondo: “sentilo”. Un altro gemito, questa volta più forte, e il tuo sospiro si avvicina di più al mio orecchio procurandomi un brivido che scende lungo la schiena fino ad arrivare al centro del mio piacere: “la mia puttanella deve godere”.

Mi giri su un fianco e riprendi a fottermi guardandomi dritto negli occhi. “Sono tua, Ros” ti sussurro finalmente sorridendoti e in quell’instante il tuo sguardo si fa più dolce. Poi ti mordi il labbro: “la mia cosa?”. “La tua puttana”, rispondo sicura, e il tuo sguardo in un lampo torna dominante sul mio. Ti sdrai sul letto e mi chiedi di sedermi accanto a te avvicinando il mio viso al tuo. Le nostre labbra quasi si sfiorano e da qui posso percepire il calore del tuo respiro che si confonde con il mio, il desiderio delle nostre lingue che vorrebbero trovarsi, mentre con la mano te lo seghi molto velocemente.

Sono la tua puttana quando mi ordini di scendere e io da brava zoccola sottomessa allontano le mie labbra dalle tue abbassandomi fra le tue gambe come chiedi. Con una mano mi guidi facendo si che la mia bocca arrivi fino alle palle. Le prendo in bocca, le succhio e le lecco a lungo mentre con l'altra mano continui a menartelo.

Sono la tua puttana quando, all’apice del piacere, mi ordini di inginocchiarmi sul pavimento. Prendi le mie mutandine che avevamo abbandonato bagnate sul letto e con forza me le ficchi in bocca, prima di infilarci dentro anche il cazzo e sfogare il tuo appagamento su di me.

“Sei stata bravissima”.
Sono ancora in ginocchio davanti a te con il mascara indecentemente sbavato, la brasiliana di pizzo in bocca e la tua sborra che mi cola dalle labbra, quando sento le tue parole arrivarmi dritte dentro, intense. Quando sento le tue mani sfiorare delicatamente il mio viso e il tuo sguardo su di me. Quello sguardo che fino ad un attimo prima mi osservava fermo e dominante e che ora mi cerca invece dolcemente.

Adesso mi guardi e sai che finalmente sono tua. Io ti guardo e so che è solo l’inizio: quell’anima delicata abituata ad esser trattata da principessa ha scoperto il brivido delle montagne russe e non vorrebbe più scendere.
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