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Prime Esperienze

L'incontro Cap 2 di 3


di Zindo
05.04.2024    |    2.982    |    4 9.4
"Diego al tuo fianco osserva proprio la tua mano e sorride con malizia..."
Prima esperienza non in assoluto, ma in un rapporto a tre


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Arrivi all'appuntamento con qualche minuto di anticipo e riconosci subito Elena e Diego nella copia seduta ad uno dei tanti tavolini esterni dell'unico bar sulla piccola piazza.
La prima impressione è deludente, infatti ti giri intorno sperando che ci sia anche un' altra coppia con una lei che indossa un abito rosso e un lui con camicia celeste a maniche corte e pantaloni chiari, come da particolati che ti hanno detto di osservare per riconoscerli. Non c'è tanta gente in giro sulla piazza, non ci sono altre coppie sedute ai tavolini esterni del bar scelto per incontrarsi e, del resto, basta che li guardi in faccia e non hai più dubbi: sono loro, sono quelli delle foto che hai ricevute.
Di Diego non ti eri fatto alcuna idea particolare, Diego non ha mai contato molto per te, del resto non hai mai provato interesse alcuno per altri uomini. Ci stai pensando, più preoccupandotene che eccitandoti, da quando si sta profilando la possibilità, ormai quasi certezza, di poter vivere una esperienza a tre, ma la figura maschile la tieni a margine delle tue fantasie, quasi come elemento di disturbo del quale faresti volentieri a meno. Ma c'è. Ormai c'è.
La Elena che vedi non ha solo il prosperoso seno che ti ha fatto tanto sognare e quella faccia alla quale ti sei abituato a pensare dopo aver ricevuto la sua foto, ma ha fattezze totalmente diverse da quelle che hai immaginato, sperato, desiderato. Intanto ha almeno quarant'anni (forse più, parecchi di più) e questo avresti potuto immaginartelo già da quando hai visto la foto del suo volto. Tu, però, abituato alle trentenni o giù di lì, sei portato a pensare sessualmente solo a donne di quella fascia di età e ti sei lasciato abbagliare dalle tue fantasie. All'età però non dai importanza, è la fisicità di Elena che ti spiazza, ti sorprende, in parte ti delude. Non ha solo un gran seno, è proprio grande lei. E' grossa non grassa. Una volta si diceva “formosa” ora, con tutte le donne che si tengono a stecchetto i canoni di bellezza sono altri. Tu ti aspettavi una donna come quelle che hai sempre avuto: ragazze attente alla linea, molto curate dal trucco all'abbigliamento, cosi ben curate da apparire naturali pur essendo molto ricercate. Elena non è così. Somiglia più alle simpatiche donne popolane, un poco cicciottelle, amanti della buona tavola, buon vino , spiritose ed un poco volgarotte nel parlare.
Non è che non ti piaccia, perché si può dire che Elena è diversa dalle donne del tuo cliché, non che sia brutta. E' semplicemente diversa da quella che ti aspettavi. Per un attimo esiti. Sei quasi tentato di andartene e poi telefonare a quei due per inventare un imprevisto che ti impedisce di raggiungerli.
E' la tentazione di un attimo. Poi il tuo inconscio prende il sopravvento e ti sprona, come se ti gridasse “volevi qualcosa di nuovo? Eccotela!” e contemporaneamente ti chiedesse “Quando credi che ti ricapiterà di nuovo l'opportunità di vivere una esperienza con un coppia?”. Ti decidi, avanzi.
Anche loro riconoscono te dall'abbigliamento che hai detto di indossare nell'ultima telefonata che avete avuto per dirvi come riconoscervi. Ti fissano, con insistenza, si guardano per un attimo e tornano a fissarti. Forse hanno dei dubbi che tu sia realmente tu.
Ti avvicini, sorridi, dice “Ciao, spero di non essere in ritardo” e tendi la mano per presentarti e salutarli.
Si alzano dopo un rapido scambio di sguardi ed all'unisono pronunciano un nome con il punto interrogativo “Dante?”
Stavi per stringere le loro mani presentandoti con il tuo vero nome, con la loro domanda ti ricordi di aver sempre detto a loro di chiamarti Dante e non come realmente ti chiami: una delle tante bugie che hai dette a questa coppia.
Confermi e chiedi anche tu “Esatto, sono io. Elena e Diego, vero?”
Strette di mano. Sorrisi. Loro hanno gli occhi pieni di stupore. Elena bisbiglia “Non ci posso credere!”
Sorridi anche tu, orgoglioso e fiero di te. Hai capito con il tuo fiuto di aver fatto colpo anche questa volta. Non hai più incertezze, senti che la serata sarà una grande serata, forse una grande notte. Spolveri il tuo repertorio di sguardi e di espressioni accalappianti e chiedi a cosa Elena non crede.
“Non puoi avere quarantacinque anni, sei un bambino”
“Non esagerare. Ti ho mai detto di avere quarantacinque anni?”
“Me lo hai scritto”
“Devo aver digitato male, ne ho trentacinque, non sono proprio un bambino”
“...Si vede” interviene Diego dandoti un tocco di mano sulla schiena, il quale più che una pacca amichevole ti sembra un carezza maliziosamente palpeggiante. Diego prosegue “Sei un gran figo. Siediti così ordiniamo qualcosa anche per te”
Sul tavolino ci sono già due bicchieri con poco liquido dal colore ambrato. E' evidente che hanno già consumato.
Vorresti essere disinvolto come tua abitudine con le donne ma la situazione è diversa. Lo sguardo di Elena e carico di cupidigia, tu le sai capire le donne, sai quando cominciano ad eccitarsi.
Guardando Elena scommetteresti qualsiasi cosa che si sta già leggermente inumidendo tra le gambe, trasmette il suo desiderio anche a te guardandoti in quel modo; anche tra le tue gambe qualcosa sta succedendo; senti lievitare abbastanza il tuo attributo ed hai necessità di toccarti per sistemare il tuo cazzo che si sta indurendo, per metterlo in una posizione diversa da quella in cui è.
Lo fai, ti tocchi. Diego al tuo fianco osserva proprio la tua mano e sorride con malizia. Forse anche lui si sta eccitando.
Hai detto a questa coppia tante di quelle bugie che non ti fai scrupolo ad aggiungerne un'altra e inventi al momento: “Veramente più che ordinare qualcosa anche per me andrei subito a saldare il conto, siete ospiti nella mia terra ed offro io....”
“Veramente abbiamo già pagato”
“Allora vi dispiace se andiamo altrove? Vi spiego! Ho un amico che ha un piccolo alloggio da queste parti, è la sua casa per le vacanze. Gli ho chiesto di poterla usare per questo week end. Mi ha detto di sì. Mi ha lasciato la chiave da un nostro comune conoscente . Se vi va, andiamo da lui a prendere la chiave e...siccome questo conoscente gestisce un piccolo ristorantino ceniamo da lui, offro io ovviamente. Vi va?”
Che bugiardo che sei! Quella che stai facendo passare come la casa delle vacanze del tuo amico è in realtà la tua abitazione e il titolare del ristorante dove hai già prenotato un tavolo per tre, non ha nessuna chiave da consegnarti. Hai rischiato a prenotare anzitempo. Metti che Elena oltre essere una ultra quarantenne fosse stata anche brutta?
Giusto: avresti potuto disdire! Sei proprio uno che trova una via di uscita da qualsiasi situazione.
….
E' passato in fretta il tempo da quando hai caricato in macchina Elena e Diego. Li hai portati a cena facendo il percorso più interessante dal punto di vista turistico perché anche le bellezze della tua terra contribuissero a rendere memorabile la serata.
Nel tragitto in macchina ti sei quasi scordato di Diego, seduto nella parte posteriore, tanto sei stato impegnato non nella guida sulle strade che conosci a memoria, ma ad ammirare le gambe di Elena e spesso, ogni volta che hai potuto girare la testa, il suo seno che ti assilla dalla prima volta che l'hai visto in fotografia, nell'annuncio su A69.
Hai allungato la mano e palpeggiata tra le cosce dischiuse di Elena che non ha disdegnato di palpeggiare la tua patta né si è intimidita nell'esprimere apprezzamento con “Mi sa che qui c'è roba buona”, detto come se stesse informando Diego seduto alle vostre spalle.
Non è necessario dire che la fase del "incontrarsi solo per un caffè" è stata superata. Tutti e tre avete la sensazione che state per finire a letto insieme. Tu lo sai da quando hai proposto di andare a prendere “la chiave della casa del tuo immaginario amico” e loro non hanno esitato un attimo ad accettare la tua proposta.
C'è stata la cena. Sapevi, perché l'avevi chiesto tu prenotando, che il vostro tavolo era sulla terrazza con pergolato del locale sulla scogliera, con vista sul mare e su una gran parte della costa che di sera si ammanta di un fascino particolare, quando le luci dei lampioni e delle finestre si accendono nel buio della notte.
Non sapevi che anche la luna sarebbe stata una tua ruffiana, non tanto per la sua dimensione stranamente grande questa sera, quanto per il suo riflettersi sul mare. Riflessi che non solo lasciano vedere le onde che altrimenti resterebbero nascoste nel buio, ma le mettono in rilievo con i riflessi argentei.
La buona cucina, il fresco vinello, la brezza leggera, il panorama romantico, la presenza di pochi altri avventori, per altro a debita distanza dal vostro tavolo, hanno contribuito abbastanza a sciogliere le tue inibizioni. Perché tu di inibizioni ne avevi.
Ammettilo: il tuo boccone amaro, difficile da accettare era Diego. Non lo temevi, semplicemente disturbava le tue fantasie. In queste non trovavi per lui una collocazione che non ti disturbasse e comunque eri cosciente che se volevi (e lo vuoi) avere Elena e vivere una esperienza a tre, lui ci doveva e ci deve essere.
Durante la cena ogni paura ti è passata. Non hai avuto alcuna rassicurazione di alcun genere da Diego, semplicemente, parlandoci, lo hai conosciuto, lo hai trovato simpatico, ti sei reso conto dell'affiatamento e della complicità che c'è tra lui ed Elena. Hai capito che non erano due persone ma una coppia, un qualcosa di unico, di indivisibile. Un qualcosa di totalmente diverso da tutte le altre donne, tante, che hai conosciute e portate a letto. Nessuno ha cancellato i timori che avevi anche se non li avevi esternati, ma il desiderio crescente di avere come partner per una notte d'amore UNA coppia e non una donna, ha superato le tue remore.
Con questa nuova visione di" Elena e Diego" come un tutt'uno e non come due persone, il desiderio di vivere la nuova esperienza non solo è nato, ma è cresciuto, lievitato, diventato smisurato, praticamente non più trattenibile.
Non a caso non vi siete limitati solo a mangiare, sorseggiare il fresco vinello, guardare il panorama e parlare, ma quando hai sentito il piede di Elena, senza scarpa, strisciare sulla tua gamba, come mosso da una molla a scatto, il tuo cazzo si è fatto immediatamente duro (era già stato abbastanza sollecitato a farlo dai troppi sguardi e battutine tendenziose). Sei stato lesto a inventare la scusa di ricevere uno sgradito spiffero sulla nuca per spostare la tua sedia e prendere posto a lato e non di fronte ad Elena, per poterle mettere una mano tra le cosce e permettere a lei di tirarti il cazzo fuori dai calzoni e stringerlo, toccarlo, palpeggiarlo. Tu hai sbirciato nella sua scolatura, lei spesso ha tirato indietro le spalle per guardare quello che aveva in mano. Diego che ora ti stava davanti non solo vi fissava e sorrideva ma, sfilatosi anche lui i mocassini, con un piede si stropicciava alla tua coscia, con l'altro stuzzicava Elena tra le cosce. Di questo ti sei accorto quando il suo piede e la tua mano, entrambi in perlustrazione nella stessa zona, si sono incontrati, sfiorati, toccati, In quel momento anche tu e Diego vi siete guardati, intensamente, negli occhi, apparentemente impassibili. In realtà la tua pressione sanguigna ha raggiunto livelli di pericolosità.
A questo punto hai chiesto se volevano andar via e raggiungere la casa.
Non li avevi mica invitati prima. Anzi dal tuo modo di parlare avevi lasciato intendere che in quella che avevi dichiarato essere la casa di un tuo amico tu avresti dormito da solo come ospite e non ospitato loro. Non ti hanno chiesto spiegazioni o rilevato contraddizioni nel tuo comportamento. Semplicemente hanno detto “Si andiamo” e lo hanno detto con un timbro vocale che sembrava significare anche “Non perdiamo altro tempo, non resisto più”.
Ora sei di nuovo alla guida, stai andando verso casa tua e non hai più paura di Diego. Al contrario ti ecciti ulteriormente nel sentire un suo braccio poggiato su una delle tue spalle e la sua mano entrata sotto la tua camicia strisciare carezzevole sul tuo petto mentre tu guidi. Vedi anche l'altra mano di Diego infilata nella scollatura di Elena, tra quei seni che ammiri da sempre. Appena la guida te lo consente infili la tua mano tra le cosce di Elena che viaggia al tuo fianco con il tuo cazzo nella mano.
Diego ti dice “Hai visto cosa ha fatto Elena quando, prima di metterci in macchina, è andata in bagno con la scusa di lavarsi le mani? Si è tolta gli slip”. Tu incredulo fai risalire velocemente la mano fino alla sommità delle cosce e verifichi che è vero. La tua eccitazione è al massimo. Metti le dita la dove vorresti già infilare il tuo cazzo e la senti già umida, anzi proprio bagnata.
Ritiri la mano per esigenze di guida, devi affrontare una curva. Lo fai. Prima di tornare con la mano tra le cosce di Elena ti lecchi le dita. Assaggi il sapore di lei. Non puoi più resistere. Schiacci a tavoletta. Hai urgenza di arrivare a casa. Vai, vai, corri....

Chi vuole sapere il seguito verrà non a casa tua ma al terzo capitolo.
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