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Prime Esperienze

quella volta in campeggio (seconda parte)


di jill23
17.01.2022    |    12.397    |    5 9.2
"Mi viene in mente Bukowski, il quale scriveva “Io dico sempre alle donne che la faccia è la mia esperienza le mani sono la mia anima..."
Quella volta in campeggio
(seconda parte)

L’atmosfera è veramente calda, nella tenda si respira un’aria di “proibito”, l’erotismo è palpabile, Marie è ormai al limite del controllo, gli occhi sono chiusi, si gode il momento. Sono inginocchiato davanti, si offre ai miei occhi in tutto il suo sensuale splendore, con le gambe aperte, seni scoperti, le mie ginocchia che toccano leggermente l’interno delle sue cosce, sento il suo fremito appena controllato e il respiro sempre più affannato, ricomincio a massaggiare lentamente partendo dal collo verso i seni e scendendo ritmicamente e lentamente sempre più giù verso la pancia.
Sono estasiato, le sue mutandine, dal quale fuoriescono dei peli ribelli, coprono a malapena il pube, dicessi che mi manca il respiro non sarebbe del tutto una esagerazione.
Una situazione cosi non era esattamente nei miei programmi.
Quarta misura, seni sodi e al contempo morbidi e pastosi, appena abbronzati, che si abbandonano lievemente sui lati, ormai completamente unti, al tocco delle mie mani acquistano sempre di più una eccitata consistenza, non ho recenti ricordi di un momento cosi sensuale, inebriante e dal contenuto erotico di tale portata.
Le mutandine ormai sono completamente bagnate, e non è solo l’olio con cui inevitabilmente vengono in contatto.
La tentazione di toglierle del tutto è grande, non so se riesco a resistere.
Mi viene in mente Bukowski, il quale scriveva “Io dico sempre alle donne che la faccia è la mia esperienza le mani sono la mia anima. Qualunque cosa pur di tirar giù quelle mutandine”.
In altre circostanze mi verrebbe da sorridere.
Mi sento un porco!
Per consolarmi provo a fare un tentativo di ”erudita e nobile” lettura della situazione, (nella circostanza un po’ forzata, non un gran che ma, me la faccio andar bene), mi piace pensare che nell’abito delle due specie di pulsioni che interessano le persone io vivo quella erotica che tende a unire, piuttosto che la pulsione distruttiva che tende a dividere.
Cosa non si pensa pur di trovare una qualche giustificazione alle proprie equivoche condotte!
Occorre stare nei limiti che ci siamo tacitamente dati. Questo è il vero problema del momento.
Sappiamo bene quanto effettivamente non si sia in “quei limiti”, ma fingerlo di esserci piace ad entrambi; contravvenendo a qualsiasi regola di buon senso, continuo a massaggiare soffermandomi sui seni, con movimento circolare, parto dal basso per soffermarmi, strizzandoli leggermente, sui capezzoli, che ormai hanno la consistenza di piccole ciliegie non del tutto mature, per poi scendere verso il basso ventre, arrivando sempre di più in prossimità del pube, sempre più proteso a ricevere un cazzo che non arriva.
Siamo in estasi. Io lo sono sicuro, ma credo anche Marie.
Il mio cazzo è ormai completamente fuori dal costume da bagno, Marie intenzionalmente non apre gli occhi, la nostra finzione continua.
Deve continuare!
Siamo ad un punto di non ritorno, abbiamo la consapevolezza del momento che stiamo vivendo, di quanto questo sia stato cercato e voluto da entrambi, della sua “peccaminosità” e disarmonia con le nostre convinzioni, ma non vogliamo per nessuna ragione rinunciarvi.
Continuo a massaggiare!
Tocco quelle lunghe gambe godendomi ogni centimetro della pelle, il contatto delle mie ginocchia con l’interno delle sue cosce è intenzionalmente sempre più diretto e netto , le gambe sono completamente e oscenamente allargate, con le mutandine ormai ridotte ad uno striminzito quanto inutile indumento, che copre appena una parte del pube e dal quale fuoriesce una morbidissima peluria, il mio cazzo, quando mi allungo per riprendere il massaggio dalla base del collo, tocca lievemente il suo monte di venere sempre più proteso verso di me, non posso fare a meno di immaginare quel corpo, che si concede senza pudore e senza freni e a quelle labbra che avvolgono il mio cazzo con voluttuosa e sapiente passione.
Devo evitare qualunque contatto del mio glande con la sua pelle, non riuscirei ad evitare una eiaculazione ormai imminente e conseguente ineluttabile fine del “momento magico”.
Improvvisamente l’atmosfera si rompe, le ragioni per cui ciò accade sono effettivamente inverosimili (ma, tristemente veri), Larissa ci chiama, uno dei ragazzi mentre dormiva è stato morsicato da un animale, ragionevolmente pensiamo tutti ad un cane, nel campeggio ne avevamo visti liberi almeno un paio, (incredibile ma vero, scopriremo poi che si è trattato di una volpe!). Facciamo appena in tempo a ricomporci.
Il primo punto di soccorso è a circa trenta chilometri, non siamo automuniti, dunque occorre trovare un taxi , sono le due di notte, trovare un mezzo di trasporto, finisce per essere molto più complicato di quanto ci aspettassimo.
Ma si sa la fortuna aiuta gli audaci, dopo una interminabile serie di telefonate, un mio collega a che vive a Aubenas (un paese non troppo distante), non so come riesce a trovarci un taxi.
Alle tre siamo al pronto soccorso. L’emergenza è finalmente gestita. La nostra preoccupazione per la ipotetica profilassi antirabbica, (nel nostro immaginario è il vero importante rischio della situazione), viene del tutto cancellata, la notte dai medici del pronto soccorso e il giorno dopo dal centro di prevenzione di Lione il quale, comunicandoci che le infezioni da rabbia sono scomparse in Francia da qualche decennio, ci tranquillizza del tutto.
Possiamo definitivamente rilassarci .
E’ stata una notte ricchissima di emozioni.
La giornata seguente è fantastica, noi “capi” siamo solo molto stanchi, di fatto abbiamo dormito tre ore, viviamo un giorno intenso.
Io e Marie, incrociando fugacemente gli sguardi, ci parliamo in silenzio, non sappiamo e non vogliamo dare un senso alla nostra condotta, non ne siamo affatto orgogliosi, guardarci in faccia non è per niente facile, ma in una prima riunione mattutina, non perdiamo occasione di ribadire che la notte appena trascorsa è stata molto ricca di sensazioni e violente emozioni.
Sono sicuro che per entrambi c’è un significato ulteriore.
La giornata scorre velocemente. Il paesaggio è effettivamente come ci è stato descritto, una “striscia di acqua” che si incunea a tratti tra canyon dalle inaccessibili pareti verticali e acque vorticose e tratti di incredibili ”slarghi” con acque ferme e tranquille che ricordano i laghetti di montagna.
Davvero viene da pensare ad un “Creatore” dallo spiccato senso estetico e dai gusti molto raffinati.
Il confronto con i ragazzi è un piacere per lo spirito e per gli occhi. Intelligenza, curiosità, ingenuità, estetica, sogni, progetti, arguzia, ironia, si fondono con naturale armonia, creando un incredibile mix che mi fa ringraziare di aver accettato l’invito.
Ma sto divagando!
Rallentiamo il nostro percorso, il programma prevede il completamento della discesa in tre giorni al posto dei canonici due indicati dai dépliant turistici, solo in questo modo riusciamo rispettare il crono programma e a completare la formazione prevista. Marie da questo punto di vista è (nel suo stile) inflessibile, tutti gli argomenti andranno affrontati e discussi, i suoi, considerato la caratteristica del gruppo, ancor più inderogabilmente.
Dimenticavo! Marie è una docente di Teologia.
Troviamo un posto per il campo.
Approntare il campo e trovare una sistemazione per tutti è sempre un’attività complessa, ma come al solito riusciamo ad organizzarci.
Il confronto serale procede in maniera tranquilla, l’incidente della precedente notte, la sua non agevole gestione, offre una ulteriore occasione di riflessione dal quale si traggono degli spunti “educativi”.
Ancora una volta le condizioni meteo sono favorevoli, la temperatura è ideale, (saranno 27/28 gradi), la serata è davvero fantastica, c’è uno “spicchio” di luna crescente che fa capolino in mezzo agli alberi, su un incredibile prato di stelle.
Siamo davvero tutti molto stanchi, in leggero anticipo chiudiamo le attività.
Non essendo un campeggio organizzato e mancando le docce permettiamo ai ragazzi di fare il bagno notturno e con qualche perplessità li autorizziamo a dormire ancora all’aperto. Larissa decide di dormire con loro.
Io sono solo in tenda con Marie, siamo molto stanchi. Finalmente soli! Ci guardiamo in faccia, non c’è imbarazzo, ma le parole tardano ad arrivare. Comunichiamo in silenzio. Credo che per entrambi vada bene cosi.
Ci prepariamo per dormire. I sacchi a pelo sono pronti, il bagno notturno e relativo shock termico hanno portato via il residuo di energie, appena Marie si distende si addormenta, il suo respiro è ritmico e regolare, sta sognando, si muove a tratti in maniera scomposta, si gira verso di me e appoggia la testa sul mio torace e accavalla la sua gamba sul mio cazzo posizionando la mano sopra la pancia. Le sue tette toccano la mia pelle.
Dorme sono sicuro!
La notte precedente abbiamo riposato appena tre ore e la giornata è stata fisicamente ed emotivamente molto impegnativa.
Ho una potentissima erezione, la sua mano è a pochi centimetri dal mio cazzo, sono immobile, anche il mio respiro è rallentato, senza toccarla, con l’intento di avvicinare sempre di più la sua mano al mio cazzo, ormai completamente fuori dal costume da bagno, provo a muovermi in maniera impercettibile, alla fine ci riesco, il mio glande è sopra il dorso della mano, i movimenti nel sonno, soprattutto della sua mano sotto al mio cazzo, sono delle scariche elettriche, ho una potente eiaculazione con copiosi fiotti di sperma che mi bagnano la pancia.
Marie dorme (o cosi mi piace credere), delicatamente sposto al sua mano e con tutta l’attenzione possibile mi allungo di lato per recuperare un fazzoletto di carta . Mi pulisco.
Emozioni indescrivibili ! Sono stremato! Il mio residuo di vitalità si è perso sulla mia pancia. Il sonno ha il sopravvento. Mi addormento.
Marie la mattina è radiosa come la notte appena trascorsa, è bellissima!
Mi fa notare che ha una ciocca di capelli “incrostata”, ci guardiamo sorridiamo, sappiamo entrambi di cosa si tratta, ma nessuno dice nulla, le notti passate sono state un realistico sogno segreto, di cui entrambi conserveremo gelosamente memoria.
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