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La saga di Marta - scopata dallo straniero in spiaggia


di Membro VIP di Annunci69.it Daty79
13.02.2023    |    15.172    |    5 9.8
"Salvatore, questo il suo nome, era infoiato ed iniziò a dirle frasi come "La senti la mia minchia, bottana?" o "Ti piace farti fottere il..."
Il mattino successivo a quella clamorosa scopata al cinema, in ufficio, Marta dovette affrontare il discorso con Mauro; a metà mattina, durante la pausa caffè trovò la forza per prendere da parte Mauro e dirgli "Mauro, sei un ragazzao fantastico, e fin dal primo giorno che sei arrivato io ho desiderato sentire come potesse essere far sesso con te; quello che è successo ieri però deve restare legato a ieri; tu, ripeto, sei bellissimo e renderai felici molte donne ma io ieri ho capito che c'è un uomo a cui voglio donarmi con tutta me stessa e quell'uomo è Paolo". Mauro replicò "Tranquilla Marta, l'ho capito da subito che siete fatti l'uno per l'altro, io non posso competere, però devo dirti che è stato bellissimo e mentre ero dentro te mi sentivo in paradiso". Marta dette un tenero bacio sulle labbra a Mauro e tutto l'imbarazzo tra i due svanì; ora lei poteva dedicare tutto il suo cuore a Paolo.

I due intrapresero una relazione piuttosto intensa, Marta con lui sentiva che poteva dar sfogo a tutta la sua femminilità e alle due fantasie represse da tempo; una volta consolidata la relazione, Marta propose a Paolo una serie di fantasie che lasciarono sorpreso anche lui...da quella sera al cinema le era rimasta la fissa di essre scopata da più uomini: la sensazione di sentire tutte quelle mani addosso, di non sapere come gestire tutti quei cazzi la faceva sentire la regina.

Mantenere un rapporto di quel tipo comportava però un grosso dispendio di energie non solo fisiche ma anche mentali: mentire continuamente a Antonio era il minore dei problemi, a lui bastava una scopata di 5 minuti una volta alla settimana per sentirsi un vero mascio alfa, a Marta pesava di più non potersi confidare con la sua migliore amica Roberta (d'altronde Paolo era pur sempre suo fratello) e ascoltare le lamentele di Roberta quando questa, durante le uscite serali tra amiche, faceva battute sarcastiche sulle attenzioni che suo marito Paolo le riservava.

Se Marta però era comunque determinata a proseguire per la sua strada, arrivò il momento in cui Paolo non riuscì più a reggere la pressione: mancava una settimana alle vacanze e trovò il coraggio di chiedere a Marta una pausa: aveva necessità di riordinare le idee e di capire come gestire questa relazione.

Marta partì quindi per le vacanze in Sicilia con la sua famiglia con un' enorme incazzatura: già avrebbe dovuto sorbirsi il sesso noioso e assolutamente privo di ogni emozione di suo marito, inoltre non sapeva se al suo ritorno Paolo sarebbe stato ancora lì per lei.

Le premesse insomma non erano quelle di una super vacanza, quindi pensò che si sarebbe dedicata di più a fare la mamma, cosa che comunque non aveva mai trascurato di fare, e avrebbe cercato di non mandare troppo a cagare Antonio: certo era che da quando aveva provato il sesso vero, quello con Antonio le pareva sempre più un supplizio.

Per i primi 4 giorni la cosa funzionò abbastanza bene, si divertiva sulla spiaggia con Nicolò giocando con lui e tornando un pò bambina e persino Antonio non le sembrava così sgradevole come le era apparso negli ultimi mesi.

Poi d'improvviso una sera, preparandosi per recarsi con la famiglia ad un' apericena, si guardò allo specchio e pensò "Sono proprio una gran figa, io mi merito di più"...non era tanto la sua mente a parlare, quanto la sua patata: era dal mattino infatti che si sentiva inquieta, avvertiva un formicolio tra le gambe, sintomo di fortissima eccitazione: presa da questa eccitazione senza pensarci troppo, si sfilò le mutandine da sotto il vestito che indossava e decise che per quella sera sarebbe uscita così.

La serata al locale procedeva senza particolari sussulti, lei era attenta a far sì che ne Antonio, ne tantomeno suo figlio si accorgessero che era senza l'intimo; Antonio la annoiava con le sue inutili chiacchere, lei annuiva senza neanche prestare attenzione al contenuto delle sue frasi, nel frattempo scansionava e spogliava con l'immaginazione gli uomini più attraenti del locale: un paio di essi in particolare avevano attirato la sua attenzione: uno di essi era un autoctono, l'aveva già visto durante il giorno lavorare nello stabilimento balneare in cui loro erano ospiti. un bel ragazzo, molto giovane, probabilmente superava appena i 20 anni, che sicuramente l'aveva notata in quanto non le staccava gli occhi di dosso.
L'altro uomo che l'aveva colpita era di contro un signore maturo, all'incirca una sessantina d'anni, molto bello, elegante, indossava una camicia di lino bianca parzialmente aperta che metteva in risalto un fisico molto ben strutturato: era seduto al tavolo con la moglie e una coppia di amici e tendendo l'orecchio per ascoltare le loro conversazioni Marta intuì fossero nordeuropei, probabilmente scandinavi.

Immaginarsi tra le braccia di quest'uomo la eccitava moltissimo ma non riusciva ad immaginare come rendere realtà questo suo desiderio; ad un certo punto Antonio la riportò alla realtà dicendole che Nicolò aveva sonno e voleva andare a letto: in realtà erano solo le 22 ma si sa, il mare sciupa e la povera creatura era crollata. Antonio si propose di portare lui a casa il figlio, dicendo a Marta "Amore, tu resta pure, se si addormenta velocemente poi io torno qui".

Non appena fu sola al tavolo decise di passare all' azione, si girò verso il tavolo degli scandinavi e divaricò leggermente le gambe facendo salire un pò il vestito e rendendo a tutti palese che non indossava le mutandine: il bel signore, stando attento a non farsi beccare dalla moglie e dagli amici le fece l'occhiolino in segno di approvazione.

A quel punto Marta si alzò, prese la sua pochette e si diresse verso la spiaggia: era buio, ma una bellissima luna piena si specchiava sul mare e Marta era vicino alla riva e guardava le onde infrangersi sul bagnasciuga, nella sua mente pensava a Paolo, a quanto avrebbe voluto averlo lì, ma anche al bel signore maturo visto nel locale.

All'improvviso sentì una mano appoggiarsi sulla spalla, era una mano calda, pelle morbida, delicata e possente allo stesso tempo; si girò, era Klaus, il bel sessantenne; non le lasciò il tempo di dire una parola e la baciò: in un secondo non esistevano più Paolo, Mauro, Antonio e tutti gli altri uomini della sua vita, era completamente in balia di questo klaus, che esplorava con la lingua la sua bocca: era delicato ma le trasmetteva una sensazione di autorità, di confidenza che nessun uomo mai le aveva fatto provare.

Le mani morbide di Klaus (si scoprì poi essere un pianista) le sollevarono il vestito e iniziarono a massaggiare il culo di Marta, che sembrava scolpito da Michelangelo: arrivato all'altezza dell'ano, già bagnato dalla quantità notevole di umori che la sua fighetta aveva rilasciato, Klaus vi infilò il dito medio ed iniziò a simulare una penetrazione che non fece che aumentare l' eccitazione di Marta.

Solo utilizzando le mani e continuando a baciarla riuscì a provocarle il primo orgasmo, Marta tremava e aveva la pelle d'oca, si lasciò stringere forte dalle braccia possenti di Klaus; poi letteralmente gli strappò la camicia ed iniziò a baciargli il petto, indugiando con la lingua sui capezzoli; allo stesso tempo allentò la cintura e calò i suoi pantaloni: neanche lui indossava indumenti intimi e Marta si ritrovò quindi in mano un cazzo già eretto, di lunghezza media ma molto molto grosso in circonferenza...si abbassò ma era talmente grosso che non riusciva a prendere in bocca il glande nella sua interezza, si limitò quindi a leccarlo un pò per lubrificarlo al meglio.

Fece sdraiare Klaus sulla spiaggia e si mise sopra di lui...lui le carezzava la schiena e questo le dava i brividi, poi, poco alla volta, fece entrare tutto il suo sesso in lei.

Una volta dentro Marta si sentì veramente appagata, era la prima volta che faceva l' amore con un uomo così tanto più grande di lei e si pentì di aver aspettato così a lungo per provare.
L'esperienza di klaus infatti, gli consentì di farle provare sensazioni mai provate prima: il sentirsi in sua balia ma al tempo stessa protetta, e poi quel cazzo così grosso la riempiva come mai era successo nella sua vita.

Mentre stavano facendo l' amore nella stessa posizione, ad un tratto Marta sentì qualcosa appoggiarsi sul suo ano; pensando fosse un dito di Klaus, e volendo essere soddisfatta in ogni modo da lui, fece delle piccole contrazioni, sembrava che il suo ano pulsasse, era chiaramente un invito ad essere penetrata: quello che sentì entrare però si rivelo essere qualcosa di più di un semplice dito; girò la testa e vide il ragazzino della spiaggia, quello che aveva notato ad inizio serata nel locale, che la stava inculando.

Salvatore, questo il suo nome, era infoiato ed iniziò a dirle frasi come "La senti la mia minchia, bottana?" o "Ti piace farti fottere il culo?".
Questo turpiloquio la eccitava da morire, l'essere presa da due uomini in una doppia penetrazione per la prima volta ancora di più: fortunatamente Salvatore aveva un cazzo di dimensioni normali e quindi non le procurava dolore o fastidio.

Lei cercò di eccitarlo sempre di più rispondendo alle sue domanda con altrettanta volgarità "Sì, scopami questo culo da favola, che di culi così qui non ne troverai più", e "Fammi sentire come fotte un vero maschio siculo, fammi sentire la tua troia".

Il ragazzetto, anche stimolato da queste parole non durò molto e riempì di sborra il culo di Marta in pochi minuti; si sfilò, si rivestì e senza neanche ringraziare se ne andò.
Il fatto di sentirsi usata non fece altro che eccitare ancora di più Marta che accelerò il ritmo della scopata con Klaus.

Lui, che non era certo meno maialino di Marta, senza mai togliere il cazzo dalla sua figa, si alzò in piedi e tenendola in braccio, lei con le gambe incrociate attorno alla vita di lui, iniziò a scoparla così, camminando sulla spiaggia e dirigendosi verso il locale.

"What are you doing?" le chiese Marta, lui rispose "I'm gonna fuck you right in front of the restaurant, the more is risky, the more is exciting"..."Oh my god, are you crazy?They're gonna see us" protesto Marta, ma lui prosegui. Quando furono a non più di 30 metri dal ristorante, ma ancora sulla spiaggia, Klaus depose delicatamente a terra Marta, si intrufolò con la lingua nel suo orecchio e le sussurrò "I'm gonna cum into you right here, in front of my wife" ed iniziò a scoparla in modo violento, gli affondi erano profondi e veloci, quasi da togliere il respiro a Marta che non capiva più niente, se non che aveva una voglia tremenda di essere riempita dal caldo sperma di quest'uomo fantastico.

"Cum inside me, cum inside me please" gli disse pochi secondi prima di sentire lui irrigidirsi, tremare, ed infine venire in modo prorompente in lei.

Restarono qualche minuti sdraiati uno a fianco all'altro in silenzio per riprender fiato, dopodichè lui si alzò, si diresse verso il punto in cui erano precedentemente, recuperò i suoi vestiti, li reindossò e si diresse verso il tavolo dove la moglie e gli amici probabilmente si stavano chiedendo dove fosse finito.

Marta rimase ancora qualche minuto sdraiata a terra, con lo sperma che ancora le colava tra le gambe, a riflettere: si sentiva un pò puttana per quello che aveva fatto, ma d'altronde, questa era la sua sessualità e non poteva certo reprimerla.
Giurò a se stessa che non sarebbe mai più stata di un solo uomo, fosse questo Antonio o Paolo, ma si sarebbe concessa a tutti gli uomini che l' avrebbero fatta vibrare.
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