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Lo scoglio


di ElisaAle
10.08.2020    |    16.624    |    15 9.8
"Spingendo indietro contrastavo le sue spinte decise mentre le sue mani correvano forti sul mio corpo, dal seno, sulla vagina fradicia, ai fianchi..."
Il sole filtrava dalla tenda scura nella piccola camera; un croissant con un biglietto sul comodino: "buongiorno amore, la macchina del caffè è già accesa e carica, passa una buona giornata, ti raggiungerò alla solita spiaggia verso le 5. A dopo un bacio, M. "
Ha sempre saputo come farti cominciare la giornata con il sorriso e ,anche se non ci vedevamo più come una volta per la distanza, i nostri sentimenti non erano sicuramente cambiati.
Mi alzai e mi diressi in sala. Dalla grande vetrata aperta entrava una luce quasi accecante; premetti il pulsante ed ecco che l'aroma del caffè subito si diffuse ovunque. Con la mia tazzina bollente in una mano e la brioche nell'altra mi affacciai. Il mare calmissimo brillava al di la del molo del porto sotto quel sole rovente. Lo stesso sole che duro picchiava sul mio corpo nudo.
"Un risveglio così a Milano te lo sogni cara" pensai e, sola in casa, cominciai a fare le mie cose.
Chiamai un taxi e rapidamente mi infilai un lungo vestito bianco di cotone, sandaletti di cuoio, cappello di paglia e borsa con l'occorrente per la spiaggia.
Dopo quasi un'ora di taxi ( fortuna non costano come a Milano) finalmente arrivai a destinazione. Il mare era cristallino e la lunga lingua di sabbia quasi bianca era piena di turisti pigri al sole. Mi tolsi i sandali e cominciai a percorrerla sul bagnasciuga, noncurante di bagnare il vestito.
Quel frescore sui piedi e le caviglie alleviava la calura pesante del sole di mezzogiorno.
Qualche centinaio di metri e già la gente era più diradata finché non arrivai all'area nudisti dove c'era decisamente più spazio. Stesi il grande telo, mi infilai il mio perizomino da bagno verde acqua e mi tolsi il vestito per sdraiarmi finalmente al sole.
Intorno a me coppie per lo più gay, che sicuramente tutto pensavano fuorché di notare la trasparenza del mio costumino da bagnato. E comunque la distanza concedeva una notevole privacy.
Innumerevoli bagni si alternavano con il sole e la lettura.
" sorry, do you have a lighter?" Mi girai ed un ragazzo dalle sembianze nordiche, biondo, tonico e nudo si era leggermente chinato verso di me. " no I'm sorry..." Risposi pensando che dovrei sempre tenerne uno anche non fumando.
Senza farmi notare Lo seguì con lo sguardo per tutta la sua ricerca; aveva un gran bel corpo, disegnato e ben depilato, peccato che tra le gambe non fosse 'proporzionato'; infatti un 'coso' si faceva notare per la sua dimensione ridotta. " Beh, nessuno è perfetto" pensai.... " eh no, direi proprio di no" conclusi il pensiero sorridendo quando lo vidi sedersi accanto ad un altro biondiccio.
Piu tardi, mentre facevo il bagno tra le lievi onde, i due biondi richiamarono nuovamente la mia attenzione. Stavano entrando in acqua venendo nella mia direzione.
Quando furono vicini ci salutammo e cominciammo a parlare in inglese. Anche l'amico aveva un corpo da David di Michelangelo con però la stessa sproporzione dell'altro nella zona genitale; la cosa non mi importava ma mi faceva sorridere.
Il tempo passava e i miei due nuovi amici gay erano dei buoni compagni di chiacchiere, tanto che una volta tornati in spiaggia si spostarono accanto a me per continuare la conversazione.
Ne uscì che erano di Berlino, lí in vacanza e stavano approfittando dell'ultimo sole prima di ripartire. Praticavano nuoto agonistico ed ogni anno si concedevano 15 giorni di vacanza alle Baleari.
Mi proposero di nuotare fino al piccolo isolotto che era a 200 metri dalla spiaggia; più che un isolotto era un grosso scoglio che già avevo visitato più di una volta. Sempre deserto, dal lato che dava al mare aperto aveva una superficie liscissima che lentamente degradava fino ad immergersi.
Accettai ma a patto che non partissero come dei siluri lasciandomi sola. Mi rassicurarono dicendo che era una passeggiata non una gara e così partimmo.
Sempre chiacchierando ci sdraiammo sulla calda roccia e Thomas mi disse che avrei potuto togliermi il costume che tanto non sarebbe cambiato molto date le dimensioni e la trasparenza.
In effetti aveva ragione e poi sicuramente pericoli non ne correvo.
Sdraiata ad occhi chiusi mi gustavo la pace ed il caldo del sole che picchiava deciso sul corpo.
"Elisa, sai che hai proprio un corpo perfetto?" Heinz ruppe il silenzio che era calato da qualche minuto. Tempo di aprire gli occhi ed un tocco delicato, quasi fosse quello di una donna, mi sfiorò il seno.
"Cosa stai facendo?" Dissi girandomi verso di lui.
Era sdraiato di lato verso di me e il mio sguardo cadde su quello che da piccolo pene si era trasformato in un membro dalle dimensioni decisamente più generose del normale. La mia testa diceva una cosa ma il mio corpo un'altra. Sotto quel tocco i miei capezzoli erano diventati tanto duri che al passaggio della sua mano, che non avevo fermato, vibravano come molle. La delicatezza di quelle carezze combattevano con la mia coscienza tanto che richiusi gli occhi e lo lasciai continuare.
I pensieri volavano rapidi, le carezze che stavo subendo non erano certo di un omosessuale, e se non lo era lui non lo era nemmeno l'amico. Heinz aveva un tocco magico, e la sua mano delicata mi stava studiando poco a poco.
Pensavo a cosa stessi facendo; un totale sconosciuto stava accarezzando il mio corpo nudo ed io lo stavo lasciando fare come se nulla fosse. Ero eccitata e quando quella mano scese fin sulla pancia le mie gambe inconsciamente si allargarono come per indicarle la strada.
Quando mi sfiorò il clitoride un brivido e una scarica violenta mi fecero inarcare la schiena  e un leggero gemito scappò mischiandosi col rumore delle onde che si rompevano delicatamente sulla roccia. Le sue dita scorrevano tra le mie labbra viscide di piacere. Ero in estasi, il misterioso tedesco aveva un tocco veramente incredibile, facendomi dimenticare perfino di essere fidanzata.
Quasi incoscientemente la mia mano avvolse il suo turgido membro e lentamente cominciò a massaggiarlo. Era duro e inaspettatamente grosso, la pelle liscia e glabra; il ritmo lento seguiva quello dei suoi movimenti. Sentivo quelle dita scorrere e sprofondare nel mio sesso mentre a fatica riuscivo a chiudere la mano intorno a quella turgidità. Gli occhi rimasero serrati, quasi a rifiutare quello che stava accadendo, finché un'ombra oscurò la luce diretta del sole. Thomas si era inginocchiato di fronte al mio viso ed il suo piccolo sesso, trasformatosi anch'esso in un grosso e turgido pene, puntava dritto verso l'alto nella mia direzione. Lasciai l'altro e con le mani presi i fianchi di Thomas, portandomi il pene alla bocca.
Ero come impazzita, li con due sconosciuti come presa in un vortice di emozioni e pensieri amorali.
Le mie gambe si erano spalancate al sentire le labbra e la lingua dell'altro che lentamente risalivano dalla coscia. La sua lingua era come la sua mano, delicata ed esperta. Vibravo sotto il suo tocco e fantasticavo su quello che presto sarebbe accaduto. Ero li, su uno scoglio, unica protezione dalla moltitudine di gente che affollava la spiaggia vicina, con due uomini che presto mi avrebbero regalato ciò che più mi piace, averne 2 insieme.
Ero eccitatissima ed il mio corpo non smetteva di esternarlo. Succhiavo avidamente quel pene tenendomi fermamente a quel corpo; il miei capezzoli dritti e duri tagliavano il venticello che si interponeva tra i nostri corpi vibrando dalla tensione e la mia vulva era fradicia di umori e saliva dell'altro. Quando sentii appoggiarvi il glande il mio corpo si aprì voglioso di quella penetrazione. Un gemito soffocato sul pene dell'altro accompagnò il suo lento e costante affondo. Coperta da Thomas non lo vedevo ma ne sentivo solo la decisione mentre mi penetrava tenendomi per le gambe. La dura roccia sotto di me mi dava fastidio ad ogni affondo ma non potevo e non volevo interrompere quell'idillio.
Furono loro invece ad interrompere quell'intreccio; Heinz si sedette su una roccia e mi fece avvicinare con la bocca; io in piedi mi chinai e glielo presi in bocca. Mi piaceva il suo sapore mischiato al mio, e cominciai a succhiarlo e leccarlo. I pensieri volavano, l'eccitazione era a mille e sempre di più li desideravo entrambi, insieme.
"Ti abbiamo visto visto l'altro giorno, con il tuo amico dietro la spiaggia tra la vegetazione... E so che questo ti piace molto" disse Thomas mentre con la mano portò una ingente quantità di saliva sul mio ano.
A quelle parole mi si fermò il cuore per l'imbarazzo; sicuramente mi avevano vista mentre solo 2 giorni prima venivo sodomizzata in varie posizioni dal mio fidanzato.
Imbarazzata come poche, ma eccitata come ancora meno, continuai la fellatio mentre l'altro mi stava stuzzicando prima con uno e poi con due dita il mio buchino.
Sentire quelle dita muoversi dentro di me era eccitantissimo; desideravo più di ogni altra cosa essere presa, e presa con decisione. Senza mollare la presa mi misi a carponi e quando sentii il glande turgido e umido appoggiarsi tra i glutei inarcai la schiena, esponendo così maggiormente il mio ano. Quando quel membro cominciò a forzare l'ingresso, il mio corpo lo accolse senza alcuno sforzo. Istintivamente spinsi indietro il sedere infilandomi su quell'asta fino a sentir sbattere rumorosamente i glutei sul suo corpo. Un gemito soffocato sul pene di Heinz si perse ancora tra il rumore delle onde.
Due mani mi presero con decisione i fianchi e cominciai a sentire quel pene che mi stantuffava nel retto, prima lento, poi con sempre più vigore. Una sensazione bellissima, un miscuglio di percezioni, di brividi, di scosse; il sentirsi piena, stimolata e posseduta da una parte, mentre dall'altra succhiavo quasi avidamente quel pene affondandomelo fino a raggiungerne la base con le labbra, tutto era stupendo.
In breve Thomas divenne tanto deciso nei suoi affondi che mi spingeva contro l'amico. Heinz mi prese con le mani la testa e perfettamente sincronizzato con l'altro cominciò letteralmente a "scoparmi" la bocca.
Avevo perso quel poco controllo che mi era rimasto sulla situazione. Entrambi stavano usando il mio corpo. Ne percepivo la forza nelle prese e la decisione negli affondi. Faticai un poco a prendere il ritmo nella respirazione; il pene di Thomas mi scivolava ormai senza ostacoli fino in gola impedendomi di respirare fin quando lo ritraeva.
Un ritmo perfetto, quella dose giustamente calibrata di decisione che mi faceva sentire sottomessa ed il pensiero che a breve li avrei avuti entrambi, mantenevano il mio livello di eccitazione altissimo. Di colpo però Heinz si fermò e uno schizzo mi colpì il palato. La bocca in un secondo mi si riempì del suo caldo piacere; continuai a succhiarlo ancora come per estrarne tutto il nettare e mantenerne l'erezione ma in breve si sfilò per allontanarsi di qualche metro e sedersi ammirandoci. Deglutii ingerendo quel seme mentre di colpo le mie aspettative sfumarono, e comparve un dolore quasi insopportabile alle ginocchia che ormai da tempo erano a contatto con la calda e dura roccia. Non volevo fermare anche quegli affondi decisi ma il dolore, che fino a qualche istante prima non sentivo, ora era troppo forte. Lo interruppi, mi alzai in piedi e mi appoggiai con le mani alla parete di roccia con le gambe divaricate. Guardai il tedesco ancora insoddisfatto che colse il messaggio. Subito mi si rinfilò nel retto. Spingendo indietro contrastavo le sue spinte decise mentre le sue mani correvano forti sul mio corpo, dal seno, sulla vagina fradicia, ai fianchi.
Gemendo fissavo l'altro, con la vana speranza di riuscire a coinvolgerlo nuovamente. Invece lui ci fissava con un lieve sorriso di soddisfazione.
Mi strinse a se in una presa decisa, affondò il più possibile, ed ecco che, accompagnato da un sottile gemito, un calore si sprigionò nel mio ventre.
Lentamente si sfilò per sedersi a terra. Io rimasi li qualche secondo con il cuore che batteva forte nel petto, il respiro affannato ed il suo sperma che lentamente usciva dal mio corpo. Ancora eccitata e soddisfatta solo in parte mi girai verso di loro dicendogli " e pensare che credevo foste gay". I due sorrisero e sporgendosi leggermente dall'altro lato dello scoglio mi indicarono una palazzina a qualche centinaio di metri, dietro la spiaggia " no no e vedi quella bionda sul terrazzo? è sua moglie che sta raccogliendo le ultime cose...." "Ci stanno aspettando per chiudere casa e partire..." Disse Thomas
Io sbigottita rimasi senza parole mentre i due si tuffarono per tornare verso la spiaggia. " su su non vieni con noi?"
Raccolsi il piccolo costume che mi legai al polso e nuda tornai con loro verso la spiaggia.
Una volta a riva i due si asciugarono frettolosamente e altrettanto frettolosamente mi salutarono con i due classici baci sulle guance.
Io nuda e sempre senza parole mi sdraiai sul mio telo e chiusi gli occhi. Mi appisolai pensando a quei due che non si fecero alcun problema a farsi una sconosciuta a pochi metri dalle loro mogli... E a me che come loro non ebbi alcuna remora nello starci...
Mi risvegliai 2 ore dopo sudata e accaldata con un bacio del fidanzato che mi aveva appena raggiunto
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