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Io ed il Fisioterapista


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
02.05.2024    |    10.004    |    12 9.4
"MI sta toccando, gentile, non lo vedo dato che sono caduta con la testa praticamente sotto al tavolino del terrazzo e la tovaglia di plastica mi copre gli..."
Sono qui sdraiata sul pavimento, il viso sulle piastrelle, sto scomoda, ma la sua voce mi ripete di non muovermi.
E’ severa, sconosciuta, mi ha proibito di girarmi a guardarlo.
Proibito, almeno credo, forse voleva solo consigliarlo.
In che guaio mi sono messa….

Tre giorni tutta sola.
Lui è ad un raduno di Alpini, non so nemmeno dove esattamente, è un evento organizzato da una piccola sezione.

- Ma, dicevi sempre che non ti interessavano quelle riunioni, che sei un pacifista, che la naja è stato tempo perso ed invece ora ci vai, non capisco.
- Ci vuole andare Piero, sai che ha qualche problema con la guida, ormai.
È più per farlo contento che per altro
- Ah, okkey, allora, capisco.

Che tutto si svolga nelle terre del Prosecco, è ininfluente, certo.
Ne approfitterò per fare un po’ di lavori di casa, in pace, senza nessuno che si infastidisca del rumore dell’aspirapolvere.
Intanto me ne sto qui ancora dieci minuti, mando un po’ di saluti ai miei corrispondenti sul sito.
Mi dico sempre che devo smetterla di avviare le chat con chi mi fa i complimenti, ma è più forte di me.
Lui sbuffa quando mi vede sorridere, sa già che sto chattando con uno di loro.
Com’è la frase, “So resistere a tutto, tranne che alle tentazioni” e la busta rossa in alto per me è come la luce per le falene.
Lui è partito che era ancora buio, ora invece fuori è chiaro e sento il rumore dell’acqua che scorre nelle grondaie.
Cavoli, la grondaia del terrazzino!
Non gli ho detto che ci deve essere un nido, se piove forte magari si rovinerà e forse ci sono già le uova deposte da una femmina speranzosa.
Mi alzo, ci penso io, se prendo la scala grande dovrei arrivarci.
Esco un attimo, non occorre che mi vesta, mi butto una felpa sulla camicia, non mi vedrà nessuno.
Eccomi, sulla scala, i gradini scivolano un po’, ci sono quasi, un ultimo sforzo…
E invece, badabam, scivolo per via delle suole bagnate, cado sul pavimento e batto anche la testa.
Ho un capogiro, sono distesa, scomposta, riprendo fiato, mi fa male un polso ed un ginocchio, provo ad alzarmi…

- Signora, stia ferma, non si muova, cazzo, ferma, magari ha una frattura, vuole rimanere paralizzata a vita?

E questo chi è, da dove sbuca?
Non mi muovo, obbedisco, mi rendo conto che “la voce” ha ragione ma in un lampo mi vedo spiaggiata sul terrazzo, il culo al vento, la camicia arrotolata, le gambe nude, sexy, davvero….

- Non si spaventi, mi chiamo Raffaele, ho dormito nell’appartamentino qui a fianco, stanotte, me lo ha prestato Alex, finchè non trovo di meglio.
Sono un fisioterapista, lasci che le dia un’occhiata.

Vorrei dirgli che è un piacere, o almeno lo sarebbe stato se non mi vedesse in queste condizioni.
MI sta toccando, gentile, non lo vedo dato che sono caduta con la testa praticamente sotto al tavolino del terrazzo e la tovaglia di plastica mi copre gli occhi.

- Sembrerebbe tutto a posto, muova un po’ le gambe, bene.
Adesso le libero il viso, ma stia ferma, mi raccomando.

E chi si muove, sono paralizzata dalla vergogna, ho la pancia immersa in una pozzanghera formatasi per la pioggia che, impietosa, continua a cadere.

- Adesso la copro, non si preoccupi, torno di là un attimo a prendere un pile.

Sì, sì, fai pure con comodo, chi si muove.
Ohi, la spalla, il braccio, la mano, ecco adesso sento il dolore.
Lui torna e mi drappeggia qualcosa di morbido addosso, nascondendo il mio posteriore.

- Come va, dolore?

Si è sdraiato per terra, incurante del pavimento bagnato.
Ha messo il viso davanti ai miei occhi, ha una barbettina un po’ selvaggia, quella dei quarantenni fighetti.

- Riesce a parlare, può dirmi se è svenuta?
- Mmm, gngngn…
- Non si sforzi, va bene, chiamo un’ambulanza, non voglio rischiare…

Ecco, è fatta, l’umiliazione sarà completa, altra gente che mi vedrà in queste condizioni, perfetto.

- Ho pensato di suonare alla Signora dell’appartamento dopo il mio, le va bene?

Riesco a sollevare appena la mano e faccio un segno con il pollice alzato, bravo ragazzo, bella idea, così lo saprà tutto il quartiere, la vecchia pettegola non aspetta altro (si può fare dell’ironia solo alzando un pollice?)

E, a seguire, i soccorritori, altre mani che mi toccano, un collare per protezione, mi girano sulla schiena con una manovra perfetta, la barella, l’attesa in ospedale, per fortuna nulla di grave.
Se non che tutti mi hanno vista, con la passera al vento e la camicia fradicia, finché un’infermiera pietosa mi ha dato un camiciotto asciutto.
Mi hanno dimessa, con un referto di “piccole contusioni da caduta accidentale, escoriazioni alla spalla destra, lievissima commozione cerebrale” e …sloggiare.
Lui è sempre stato al mio fianco.

- Suo figlio è carino, molto preoccupato…

Fanculo, mio figlio, ma ti pare?
Quanti anni credi che io abbia, vabbè, sembro un catorcio stamattina, ma perbacco.

Ora sono qui, a letto, da dove tutto è iniziato, col nido, le uova, la pioggia, la scala.
Ma poi Raffaele, la sua voce, le sue mani e ancora, i suoi occhi, pieni di pietà verso una Signora sbadata, chissà cosa avrà pensato di me...

L’ho pensata, eccome.
Non riesco a smettere.
Sono sul terrazzo a fianco del suo, della signora che ieri ho soccorso.
Ritorno con la mente agli istanti frenetici e di preoccupazione, ma a mente lucida penso a certi particolari che ieri mi sono sfuggiti.
Questa bellissima donna, nella sua tenuta da casalinga, una felpa un po’ lunga che le fa da mini gonna, probabilmente del suo uomo.
Senza slip e, devo ammetterlo, l'occhio è caduto un paio di volte li, lei non se ne accorta fortunatamente, chissà che avrebbe pensato.
Sono qui, guardo verso il suo terrazzino e il tavolino, spiando tra le foglie della piccola siepe che divide le due proprietà, sento una finestra aprirsi.
La vedo uscire, mi nascondo non voglio farmi vedere, sarà il pensiero che ho in quel momento un po’ impuro, ma mi vergogno.
La intravedo, indossa una camicetta bianca semi trasparente e una gonna lunga che fanno intravedere le sue curve ma soprattutto i suoi seni prosperosi dai capezzoli turgidi, li noto da qui, dovuti probabilmente allo sbalzo termico tra dentro casa e la temperatura fuori.
Allungo il collo come per potermi avvicinare e nel farlo sbadatamente sposto un vaso di ciclamini: lei sente un rumore e si guarda attorno, non può alzare la testa ha il collarino, non mi può vedere.
Rientro in casa e sento tra le gambe una certa emozione, un’ eccitazione, non so.
Mi metto sul divano e penso...e mi dico che sarebbe carino scendere e sapere come sta...se le serve una mano..
Mi sembrava sola a casa, boh.

Prendo coraggio, visto l’imbarazzo ma allo stesso tempo ho un non so che, dentro.
Mi metto le scarpe e scendo.
Arrivo davanti alla sua porta, mi soffermo, nella mia testa dico "suono o no?"
Sono un po’ agitato e se mi apre e i miei occhi cadono sul suo seno?
Mmm, suono..
Sento una voce: "chi è?"
Io: "Raffaele "
Lei apre, indossa ancora con la camicetta bianca un po’ scollata.
Mi chiede scusa subito, per com 'è vestita ed e io un po’ provocando, un po’ ingenuamente, le dico: "più di ieri"e faccio un piccolo sorriso.
Lei diventa tutta rossa in viso e mi chiede di nuovo scusa.
Ed io “non devi chiedere scusa, anzi” e lascio intendere con un movimento delle sopracciglia che...
Lei sorride, accettando con nonchalance il mio “tu”.
Mi chiede di accomodarmi, io declino, sono un po’ impacciato e imbarazzato.
Lei insiste per un caffè.
Accetto.
Mi siedo al tavolo della cucina, lei si gira verso i fornelli, mi chiede ancora scusa per il suo abbigliamento casalingo , succede che fa fatica ad alzare le spalle per cambiarsi e rendersi più presentabile.
Le dico che non deve scusarsi e intanto mentre la guardo caricare la moka rimango ad ammirare il suo sedere, pensando dentro di me : "spero non mi veda"

Mi chiede: "zucchero?"
Io con voce un po’, come dire, impastata, rispondo: " no grazie, lo vorrei amaro.”
Continuo a guardare il suo sedere, lei si gira, non me lo aspettavo, cazzo, mi ha visto?
Spero di no..
Viene verso di me...e io seduto ho ad altezza occhi i suoi seni...
Questa camicetta...semi trasparente..senza reggiseno...
E in mezzo alle mie gambe sento un certo tepore..
Sì avvicina e nell’appoggiare le tazzine sul tavolo, si inclina verso di me e li l’occhio cade.
Avete preste la fessura che fa fanno i seni prosperosi di una donna, immaginate una canottiera scollata ecco avete capito.
Ho intravisto pure un suo capezzolo o almeno credo.
E credo mi abbia visto
Tolgo lo sguardo subito ma forse è tardi
Penso che figura di m....
Beviamo il caffè, le chiedo come stia, cosa si sente e lei mi dice che ha un po’ di dolore alla spalla destra.
Le dico che dovrebbe farsi fare dei massaggi finché la botta è fresca così da non far sì che il muscolo ne risenta.
Magari da suo marito.
Lei mi dice che Lui è fuori per un paio di giorni.
Prendo coraggio, mi propongo : " se vuoi...sono fisioterapista, un po’ me ne intendo
Lei: ”Scherzi? No, no, non voglio approfittarne, sei stato anche troppo gentile ieri”
“Per me nessun disturbo,” penso dentro di me, mi ha visto che le guardavo il décolleté e chissà a cosa pensa
Lei mi dice: “sicuro che non sia un disturbo?”
e io:” no, assolutamente”
Le dico che ho dell’ olio in appartamento salgo a prenderlo e scendo.
Nell’ alzarmi riguardo il suo décolleté e vedo che il suo sguardo è invece diretto al mio cavallo dei pantaloni: la tuta che indosso ha un certo rigonfiamento altezza uccello, dovuta all’improvvisa, seppur modesta, erezione di prima.
Lo noto pure io e dico dentro di me : “cazzo ennesima figura di merda”

Tento di far finta di nulla anche se sul mio viso si intravvede dell‘imbarazzo.
Esco da casa sua, socchiudendo la porta d’ ingresso.
Torno dopo 3 minuti chiedo permesso e mi trovo lei seduta sul divano che mi invita ad avvicinarmi.
Le chiedo un asciugamano, non vorrei ungere i cuscini.
La faccio sedere, lentamente le sfilo il collarino e le chiedo dove le fa male
Mi indica il collo e la spalla destra.
Prendo l’ olio e inizio a scaldarmi le mani con movimenti lenti che catturano il suo sguardo.
Avvicino le dita al suo collo e dolcemente faccio un po’ di pressione: sento un sussulto, un piccolo gemito, le chiedo scusa.
Sorride imbarazzata e mi dice di non badare a lei.
Dolcemente inizio a massaggiare il collo prima con una mano il lato destro, poi con entrambe le mani tutto il collo.
Sento le spalle rilassarsi, il suo respiro farsi più profondo.
Lei improvvisamente mi chiede se le spalline della canotta mi danno fastidio e d’istinto le dico :" Eh, un po’ sì”
Mi dice di farle pure scivolare e così faccio, lentamente.
L’olio sulle mie mani agevola il tutto e mentre abbasso le striscette di pizzo, le accarezzo lentamente le spalle.
Sento un piccolo brivido, la canotta arriva a metà seno, penso “chissà...” e con la testa mi allungo per vedere.
I suoni capezzoli..., turgidi e lunghi impediscono alla maglietta di scivolare completamente e a tale vista il mio cazzo diventa duro.
Lei si rilassa e mi dice: “ Che mani che hai, chissà quante donne hai conquistato!”
Io sorrido, ma non mi vede, poi mi dice: “ non rispondi?”
Io confesso: “ è una bel sistema di seduzione” e lei, annuisce, sospirando, mentre le mie mani scendono dalle spalle verso le sue mani.
Gliele sfioro, e sento le sue aprirsi ed intrecciarsi alle mie, si allacciano stringendosi lentamente ma con intensità.
Lei le lascia, si gira verso di me, la canotta da un lato è caduta, un suo capezzolo sporge, io lo guardo, lei segue i miei occhi e con un movimento fluido la fa cadere del tutto.
I suoi seni nudi, davanti a me, con la mano mi prende la testa e la porta verso il suo cuore.
Io apro la bocca e mi trovo un suo capezzolo tra le labbra, duro, inizio a succhiarlo.
Ho le sue mani tra i miei capelli, sento che li prende e li tira, con decisione eppur con dolcezza.
Io succhio e con la lingua lecco, poi con una mano stringo il seno sinistro per succhiarlo
Sento la sua mano posarsi sulla coscia e poi scivolare verso il mio cazzo.
È duro, lo trova subito...
Mi stacco dal seno, ci guardiamo nei occhi e in un silenzio fatto di piccoli gemiti ci baciamo, le nostre lingue si intrecciano in un continuo cercarsi l’un l’altro.
La passione cresce.
Lentamente la faccio sdraiare sul divano, prendo l’olio e ne metto un po’ sulle ginocchia
Lo faccio scivolare verso le caviglie ma prima di toccarle con le mani raccolgo la goccia e risalgo, risalgo.
Le sue gambe si aprono.
È li, solo a vederla, capisco che è bagnata, non posso non assaporarne il sapore
Prima la punta del naso, la sfioro e faccio uscire dalla mia bocca un piccolo soffio caldo
Poi, con decisione, la prendo in bocca
E la sento, anche se sussurra :"mioddioooo"
Mi prende la testa e la spinge versò di lei mentre le mie mani avvolgono le sue cosce.
A un certo punto mi sposta, mi dice:” no...fermati!”, è una supplica..
Mi blocco, arretro, capisco, che non vuole, che è una donna sposata…
E invece…
Mi mette in piedi, mi abbassa i pantaloni, prende il mio cazzo tra le mani e inizia un pompino prima lento e molto bagnato...poi...sempre più veloce con la mano e con la bocca succhia la mia cappella gonfia.
Si alza e con un spinta mi butta sul divano, neppur il tempo di allargare le braccia che mi ritrovo lei sopra di me, la sua mano stringe il mio cazzo.
Lo prende e fa come se volesse guidarlo dentro di sé, ma non serve, è talmente bagnata che lui entra subito.
Lei sfoga il suo piacere, dicendo” oh, sììììì!”
E inizia un movimento lento e circolare, poi un su e giù sensuale e profondo,lo vuole sentire tutto.
Le mani sui suoi fianchi, accompagnano la sua danza.
E’ lei che con una mano prende un seno e mi prega di succhiarlo.
La sento godere, sempre più, mi dice:” Eccomi, eccomi”.
Io spingo, deciso, e viene, spalancando la bocca.
Mi bacia, mi butta le mani al collo, mi sorride, ringraziandomi.
Poi si mette a 4 zampe davanti a me.
Le dico: ” Ma, il collo ti fa male?
E lei: “Questa è la cura migliore che potessi avere” e inizia a succhiarmelo.
Sto per venire e glielo dico, ma lei inizia a succhiarlo più velocemente.
Urlo anch’io e lei sente la bocca riempirsi di un liquido subito denso poi più fluido.
Mi guarda e vedo che ingoia tutto, anzi lo coccola perché io ne trattenga una goccia.
Si stacca, ma poi cerca le mie labra per un bacio grato e profondo, so che in bocca ha il sapore di me.

Mmm, suono..
Finché mi preparavo, ho immaginato il nostro incontro, i suoi gesti, la sua voglia, il suo arrendersi al piacere di un massaggio.
Mi sono sistemato la barba, ho fatto una doccia veloce, ho pensato se fosse il caso di sfoltire qualcosa lì sotto.
Risuono, aldilà della porta il silenzio.

“Chi cerca?
Loretta se ne andata da cinque minuti, è passata quella sua amica, Mimma, quella che aveva sposato l’avvocato, sa, un bel matrimonio se non che….”

La vicina, quella col cane che mi ha rotto per tutta la notte, sta sorridendo finché mi parla, quasi a dirmi “Vai in bianco, coglione”.
Non l’ho sentita andarsene, ero sotto la doccia.
Mannaggia, mi ero attizzato bene, pensandola in quella sua camicetta bianca scollata.
Tornerà di sicuro, io di qui non mi muovo….


Rieccomi a casa.
Sono stata da Mimma, ieri e stanotte.
“Ordini di Lui” mi ha detto.
La vicina impicciona lo aveva raggiunto al cellulare per dirgli dell’incidente e lui ha subito avviato la macchina dei soccorsi, Mimma…
“Non puoi dormire di nuovo a casa da sola, con il dolore alla spalla e i tranquillanti in corpo, quindi vieni a stare da me”.
Ho provato ad oppormi, a dirle che non ce n’era bisogno, che ero di impiccio alla sua uscita del sabato sera.
“Lui ti vuole al sicuro, non si discute.
Per una sera il mio Amore si farà una sega, invece di scoparmi”.
Una Signora, davvero.
Non potevo dirle che i miei piani erano altri, ossia invitare Raffaele per un massaggio antidolore, innocente, per carità, lui non è il tipo da approfittarsi di una povera donna sbadata.
O, almeno credo.


E grazie a Raffaele, per aver interpretato un ipotetico se stesso in questo racconto scritto "a quattro mani".
Ragazzi. vi adoro...
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