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Non era semplice curiosità... - Capitolo 4, L'amante della mia fidanzata viene a cena, io sono il cameriere


di Gorizio
24.09.2021    |    10.415    |    0 9.5
"Leonardo si stacca dalla mia donna e mi saluta con un cenno del capo, non mi rivolge la parola, Alessia lo prende per mano e lo conduce in sala da pranzo, ..."
Ognuno gioca al cuckolding a modo suo.
C'è chi segue tutti i movimenti della moglie, gli organizza gli appuntamenti, gli orari, e si incazza se poi lei sgarra e scopa senza il suo "permesso", poi c'è invece chi (come me) lascia completamente libera la moglie di fare quello che vuole, dando magari giusto una o due limitazioni che lei si diverte poi a travalicare. Ci sono anche molte vie di mezzo, non fraintendetemi, voglio però dire una cosa a chi gioca seguendo il primo modo: non sapete cosa vi state perdendo. Non potete capire quanto sia eccitante l'ignoto, quanto sia eccitante vedere la moglie uscire per "fare la spesa" e non sapere quando tornerà, se dopo una mezz'ora con due o tre buste della Conad o dopo tre ore con due o tre succhiotti. Non potete capire quanto sia eccitante immaginare quel che accade in quelle tre ore, con chi sia lei, che stia facendo, né potete capire quanto sia liberatorio quel sospiro di sollievo nel vederla tornare dopo mezz'ora con la spesa fatta. E ok, quel sospiro è liberatorio, ma nasconde, vi assicuro, tanta, tantissima delusione.
Ve lo consiglio, se vi fidate ciecamente della vostra partner (senza fiducia non se ne fa niente) lasciatela totalmente libera, proverete emozioni roventi che vi faranno avere i migliori orgasmi della vostra vita.

Ora, dove eravamo rimasti? Alessia si è appena scopato un altro, Alberto, nella mia camera da letto. Non mi ha consentito di guardare, ma solo di ascoltare da dietro la porta. Il guardare, così ha detto l'amore della mia vita, avrei dovuto prima "meritarmelo". Lei non vuole che io sia un cuck che partecipa passivamente alla sessione, che si limiti a segarsi guardando lo spettacolo, lei vuole che io sia il suo schiavo, schiavo suo e del suo amante e per questo vuole "addestrarmi". Col tempo sono diventato molto bravo a servire lei, ma è facile servire e venerare la propria donna, servire il suo amante è invece un'altra faccenda.

I cinque giorni che seguono li dedichiamo tutti a quello che Alessia chiama "addestramento". Ne ho avuti altri nella mia vita di coppia di "addestramenti", il primo quando Alessia ha scoperto la mia natura di sottomesso, il secondo quando io e Alessia abbiamo iniziato a sperimentare il bondage e il pegging. Del bondage non sono un grande fan, devo ammetterlo, c'era solo tanta curiosità, del pegging invece sono praticamente diventato dipendente.
Prima di iniziare con l'addestramento ci accordiamo per porre al gioco dei limiti ben precisi. Ho avuto nella mia vita rapporti con uomini, ma mi son reso conto di essere stato solo un curioso, sono (e devo dire purtroppo visto quanto mi piace il pegging) eterosessuale, quindi io e Alessia abbiamo concordato che mai tra me e l'organo di altri uomini ci sarebbero dovuti essere contatti. Mi sono reso disponibile però a pulire la mia lei dallo sperma del suo amante, quello sì, oltre che nel caso a leccare i piedi o le scarpe di lui.
Insomma, il mio limite è fare l'amore con un altro uomo, limite che non verrà mai travalicato e lo anticipo già da ora perché non voglio illudere eventuali lettori che aspettano di leggere dei rapporti tra me e un bull. Se aspettavate questo dalla mia storia vi chiedo scusa.

Comunque,
L'addestramento consiste nel passare cinque giorni da puro schiavo, mi è concesso solo andare a lavoro, ma anche lì le mie prestazioni calano perché non riesco a pensare ad altro che alla mia padrona. La mattina mi sveglio, preparo la colazione alla mia lei, gliela servo, poi mi vesto e vado a lavoro. Quando torno sono alla sua mercé, disposto a pulire a terra o a farla venire. Non sono però l'unico a fare sacrifici e questo è il fraintendimento di chi non gioca questi giochi, Alessia (fortunatamente libera professionista) si stressa per far combaciare il suo orario di lavoro con i miei orari di schiavo, organizza la sua giornata affinché possa essere sempre a casa sempre un'ora prima di me, così da prepararsi, vestirsi ed essere sempre perfetta.
In quei cinque giorni la vedo "imperfetta" (che non è il termine giusto, il termine giusto è non preparata) solo la mattina appena sveglia, il resto del tempo è la creatura più bella che i miei occhi abbiano mai visto.
La notte non mi è concesso dormire nel letto con lei: se mi comporto bene durante la giornata ho la mia cuccia, una serie di coperte messe a terra vicino al letto cosicché la mattina possa svegliarla baciandole i piedi, mentre se mi comporto male mi tocca dormire nel salone e ad Alessia non importa se dormo sul divano o in terra, sa che per me non c'è punizione più grande del non poterle baciare i piedi a prima mattina.

Il mio addestramento è perfetto, raramente commetto errori, son proprio migliorato rispetto qualche anno prima. Anche Alessia è soddisfatta, pensava che avrebbe dovuto continuare ad addestrarmi per qualche giorno in più, invece il pomeriggio del sesto giorno, un sabato assolato nonostante la stagione, indossa dei lunghissimi sandali gladiator con le stringhe che arrivano fino al ginocchio, si siede sul letto e mi ordina di leccarglieli. Io eseguo. La mia erezione è ormai vecchia di cinque giorni, allo schiavo non è mai concesso di venire durante l'addestramento.
"Oggi viene a trovarmi un amico" mi dice lei.
Io vado in fibrillazione, inizio a leccare quelle stringhe con voracità.
"Cucina qualcosa e vai a comprare del vino buono. Se oggi non fai stronzate ti permetto di guardarci". La mia mano istintivamente si avvicina al pene, ma mi trattengo, senza permesso non oso toccarmi. Lei mi afferra la nuca, mi spiaccica il volto contro i suoi piedi, mi ordina di pulirglieli, mi permette di leccare anche la pelle oltre al cuoio dei sandali: "È Leonardo".
La mia lingua si ferma.

Leonardo è un nostro amico, un amico di cui per un periodo sono stato geloso. È fisicamente il tipo perfetto per mia moglie, caratterialmente no, ok, ma è sempre bastato poco per alimentare le mie insicurezze. È un tipo alto, scurissimo di pelle, con capelli neri e occhi verdi. Fa palestra senza essere culturista, poi è intelligente, anche se molto taciturno, e ha un sorriso che ha sciolto il cuore di tutte le donne della nostra comitiva.

"Continua! Non ti ho detto di fermarti!" qui lo ammetto, se non fossi venuto da cinque giorni di schiavitù mi sarei fermato, mi sarei alzato e avrei urlato, ma in quel momento ero troppo sottomesso. Lei continua: "Leonardo è il tipo più riservato che conosco, le uniche cose che conosco della sua vita privata me le ha dette la moglie: ha un pene bellissimo e ha varie amanti di cui la stessa moglie non conosce il nome, ma solo l'esistenza. Quei due sono una felicissima coppia aperta". Continuo a leccare i piedi della mia lei, lo faccio con titubanza, sono preoccupato, molto. Alessia capisce le mie insicurezze, smette per un attimo di farmi da padrona: "Fidati, non potevo scegliere una persona migliore. Preferisci portare a casa uno sconosciuto preso da internet o un amico riservatissimo? Ti dirò di più, con Leonardo ci ho già scopato qualche volta, gli ho anche raccontato della nostra situazione, ti sembra che sia cambiato qualcosa con i nostri amici? Ti assicuro, non ha detto niente a nessuno". Quella rivelazione crea in me un senso di imperitura rabbia, eppure inizio a leccare quei sandali con più voracità di prima. La mia anima di schiavo aveva capito che Alessia aveva ragione. Della vita privata di Leonardo nessuno sa alcunché, se non quelle piccolissime cose rivelate dalla moglie. Se è la riservatezza che pretendo Leonardo, la persona più riservata e dalla mentalità più aperta che conosco, è il bull perfetto. Forse, senza cinque giorni di addestramento alle spalle, mi sarei opposto comunque, sbagliando alla grande e andandomi a mettere nella mani di uno sconosciuto su internet. Come al solito, ancora una volta, Alessia aveva organizzato tutto alla perfezione in modo che io potessi avere l'esperienza più tranquilla e amorevole possibile.

Appena ho finito di rendere quei sandali lucidi Alessia mi ordina di smettere, mi ordina di andare a comprare il vino. So leggere tra le righe, è il modo della ragazza di dirmi: "riflettici un attimo a mente lucida mentre sei fuori, se vuoi rifiutarti questa è la tua chance", quanto è carina, lei non sa che ho già deciso. Vado all'enoteca, Alessia mi ha detto vino buono, vuol dire che devo spendere almeno 50€ di bottiglia. Non incide molto sul bilancio familiare, li spendo volentieri, poi torno a casa. La mia lei guarda la bottiglia, poi lo scontrino, è molto soddisfatta della scelta, mi dice: "Voglio questa casa splendente, pulisci, metti in ordine, io intanto mi faccio una doccia, dopo mi aiuterai a vestirmi".

Dopo anni sono diventato molto bravo a fare i servizi di casa. Seleziono con Alessia un abito nero molto elegante e le chiedo di tenere i sandali gladiator ai piedi, che sono i miei preferiti. Lei sorride, mi ordina di chiederglielo in ginocchio mentre le bacio i piedi, eseguo, lei acconsente. Ora indossa un vestito nero e corto di raso che esalta le sue forme, è una misura in meno rispetto a quella che lei indossa di solito, quindi il seno sembra ancora più grande. Non indossa intimo, fa una piega dietro perché il culo esca un po' scoperto. Scelto l'abito per la cena, Alessia inizia a scegliere tra la lingerie qualcosa da indossare per i preliminari. Decide per una lingerie rossa che copre solo il capezzolo e la parte inferiore del seno, con un paio di mutandine che più che mutandine sono una cintura di seta alla quale è cucita una striscia che copre la figa.

Io invece non devo avere abiti, la mia lei mi ordina di essere completamente nudo.
Un'ora dopo sentiamo il campanello a bussare, meno male, Alessia stava iniziando ad innervosirsi.
È lei che apre la porta, l'altezza di Leonardo fa sembrare Alessia ancora più piccola, lui si china per baciarla, si china per un semplice bacio a stampo che però alla mia ragazza non basta, con una carezza gli fa capire che vuole di più, lui le mette la lingua in bocca.
E non si sono neanche detti "buonasera".
Io sono nudo, assisto alla scena, non avrei mai pensato che un giorno avrei visto Leonardo, un mio caro amico, infilare la sua lingua nella bocca della mia ragazza, eppure dinanzi a quella scena non ho potuto fare a meno di eccitarmi. Basta quel bacio, basta vedere la loro complicità per farmi eccitare. Non è come guardarla baciare Daniele, Alberto o qualche uomo in discoteca, con Leonardo c'è una complicità che, oserei dire, esiste solo con me. Tra quei due c'è chimica, una chimica che mi rende pazzo di gelosia e insieme estremamente eccitato.

Leonardo si stacca dalla mia donna e mi saluta con un cenno del capo, non mi rivolge la parola, Alessia lo prende per mano e lo conduce in sala da pranzo, dove lo fa sedere al tavolo già apparecchiato da me.
"Come sto?" gli chiede e gira su stessa come fosse una bambola.
"Sei magnifica" risponde Leonardo.
Non la tocca, ma lo sguardo che le rivolge vale mille palpate. Sto per impazzire, sto per rivestirmi e arrabbiarmi, quello sguardo mi manda su tutte le furie, mi sento umiliato e sento il mio ultimo briciolo di dignità alzar la voce, farsi sentire, ma viene subito messo a tacere da Alessia: "Gianluca, quanto sei maleducato!" mi sgrida "Ti muovi a versare del vino al tuo ospite?". Non so per quale magia quelle parole mi riportano nel mondo reale, improvvisamente ricordo il mio ruolo, stappo la bottiglia e verso il vino nel calice di Leonardo. Mi ringrazia senza parole, si limita ad annuire, continua a guardare la mia donna che gli si siede sulle ginocchia. Lo abbraccia, inizia a baciarlo: "Mio Dio, non resisto, ma quando iniziamo?".
"Mi hai invitato a cena" risponde Leonardo "Quindi ceniamo prima, no?".
Percepisco perché lo dice, percepisco perché non vuole iniziare subito a scopare, vuole vedermi servirgli la cena, vuole vedermi suo cameriere.

Con un po' di esperienza posso dirlo, Leonardo quella sera fu davvero un signore, alcuni bull fraintendono il loro ruolo, pensano che semplicemente debbano scoparsi una donna mentre insultano il suo fidanzato... Magari fosse così semplice! Bull si nasce, non si diventa, son tutti bravi a gettarsi su una donna sposata, ma fare il bull è un'altra cosa, è coinvolgere il cuck nel gioco, non con insulti, con azioni. Il cuck deve sentirsi sottomesso non solo alla donna, ma anche al bull, deve partecipare attivamente al gioco. Bull e sweet devono poter fare tutto ciò che vogliono, ma non devono mai dimenticare che quello lì è un gioco a tre. Quella per Leonardo non era la prima esperienza come bull, era tremendamente più esperto di noi.
Per fortuna, aggiungerei.

Comunque,
Alessia si siede accanto a Leonardo, iniziano a parlare di musica, passione di entrambi. Leonardo è un ragazzo brillante, lo dimostra in ogni sua parola. Io intanto servo quello che ho preparato, primo, secondo e contorno. Da schiavo, come da cane, sono abituato a mangiar dopo la mia padrona. Mi viene ordinato di rimanere in piedi in sala di pranzo per soddisfare qualunque esigenza dei due, ogni tanto Leonardo mi guarda e dice: "Vino", io mi avvicino al tavolo e gli riempio il calice. Durante il primo Alessia dice: "Ho una macchia sui sandali, puliscila", mi metto a terra a quattro zampe, non ho mai leccato le scarpe della mia lei davanti a un'altra persona. Getto l'occhio sul pantalone di Leonardo, quella scena lo eccita, vedo il rigonfiamento nei pantaloni. Divoro i sandali finché Alessia non mi ordina di smettere, non me lo dice parlando, me lo fa capire dandomi un calcio; sta parlando con Leonardo e non vuole interrompersi.
Mi rimetto in piedi vicino la porta.
"Portaci il secondo" dice Alessia. Sparecchio, cambio le posate e porto secondo e contorno. Leonardo e Alessia paiono apprezzare. Ora parlano d'altro, parlano di sesso, il vino inizia a fare effetto. La mia donna dice che non vede l'ora di fare un pompino al suo amante, lui ride: "Stavolta lo riesci a mettere tutto in bocca?" chiede.
Lei risponde ridendo: "E dai, faccio del mio meglio".
Sto per guardare mia moglie prendere in bocca il cazzo di un altro uomo. Sto per segarmi su quello spettacolo, sto per godere guardando mia moglie soddisfare un altro uomo. Sento un calore allo stomaco, odio quella sensazione, eppure non vedo l'ora di venire guardando quanto sia troia la mia ragazza. Non vedo l'ora di venire pensando a quanta dignità mi stia togliendo Leonardo.

"Vado un attimo in bagno, arrivo subito" dice Alessia, alla fine del secondo, poi si rivolge a me senza guardarmi: "Tu sparecchia, poi fai da poggiapiedi per Leonardo finché non torno".
Sparecchio, poi mi metto a quattro zampe accanto a Leonardo, ma lui non reagisce.
Alzo un attimo lo sguardo, non ho mai visto uno sguardo così negli occhi del mio amico, è un'altra persona, non lo riconosco. Con un cenno di disprezzo mi fa capire che non mi vuole accanto a lui, non vuole spostare la sedia per poggiare i suoi piedi sulla mia schiena, mi vuole sotto il tavolo. Eseguo, gattono sotto il tavolo e lui mette i suoi piedi sulla mia schiena. Entra Alessia, indossa la lingerie che abbiamo scelto prima. La vedo da sotto il tavolo, è bellissima, è stupenda, è una dea, il solo guardarla mi fa eccitare ancor di più, ma è guardarla avvicinarsi a Leonardo che rende la mia erezione completa.

Non si dicono niente, iniziano a baciarsi, da sotto il tavolo non posso vedere, ma sento il rumore delle loro lingue. Alessia si siede sulle cosce di Leonardo, i suoi piedi sulla mia schiena diventano più pesanti. Mi sento umiliato, sono il poggiapiedi dell'amante della mia ragazza. Vorrei iniziare a masturbarmi, ma non ho avuto il permesso.

Mentre si baciano immagino lui che le palpa il seno, che le mangia il capezzolo, non posso vederlo coi miei occhi, ma quei mugolii li riconosco.
Lei si alza: "Andiamo a letto, non ce la faccio più".
Si alza anche lui, li vedo prendersi per mano a correre verso la camera da letto, mi alzo anche io, li seguo. Siamo tutti e tre in camera da letto, ma così presi dall'eccitazione né Alessia né Leonardo mi hanno notato. Sono stesi sul letto, si baciano e si toccano, lui è ancora vestito, lei ha solo il reggiseno. Lui le salta su, inizia a morderle il collo, lei gode, poi lo caccia, non ce la fa più e gli sbottona i pantaloni, gli cala immediatamente la mutanda. Vedo per la prima volta il pene di Leonardo. È eretto, è lungo circa venti centimetri, più del mio ma non così tanto, però è larghissimo, ancora oggi non ho mai visto un pene più largo di quello di Leonardo (se non in video, ovviamente).
Alessia con una mano alza la maglietta di Leonardo mentre con l'altra lo masturba, inizia a leccare quel fisico ancor più scolpito di quello di Alberto. È un fisco da modello: le addominali si vedono tutte e sei, gli obliqui sembrano d'acciaio. Leonardo spinge la nuca della mia donna contro il suo petto, poi si volta, mi guarda.
Ci guardiamo negli occhi per la prima volta quella sera.
L'uomo smette di toccare la mia fidanzata, le si allontana.
Alessia percepisce subito che c'è qualcosa che non va: "Che c'è?" chiede.
Leonardo non dice nulla, mi guarda, ora si volta anche Alessia. Il suo volto diventa scuro, furente: "Che cazzo ci fai qui?" urla, prende un cuscino e si copre.
Io non so che rispondere.
"Ti ho per caso detto che potevi seguirci?! Puoi mai lasciare tavola e cucina sporche?! Ma che schiavo sei? Corri a pulire!".
È la magia dello schiavismo, sono completamente assoggettato alla mia dea. M'allontano velocemente dalla stanza, sento solo lo strascico dell'ultimo ordine della mia padrona: "E chiudi la porta! Prima di entrare bussa, se sto facendo qualcosa che non voglio che vedi non entri!".

Torno in sala da pranzo, sparecchio e inizio a caricare la lavastoviglie.
Sento le grida di quei due: "Oddio!", "Baciami!", "Scopami", poi sento Alessia dire: "Sì, amore". Ha detto "amore", l'ha detto a un altro uomo. Mi vengono i brividi, la gelosia aumenta. Quella ragazza aveva appena toccato il cazzo di un altro uomo, eppure è stata la parola "amore" a farmi impazzire. E no, non mi è balenata neanche per un istante l'idea di terminare il gioco e cacciare Leonardo di casa, dopo quell'"amore" mi è solo aumentata la voglia di guardare i due scopare, di segarmi sulla mia gelosia.
Ci metto un po' a rendere cucina e sala da pranzo splendente, rispetto l'ordine della mia padrona e scopo pure in terra, poi mi dirigo nuovamente in camera da letto, prima di entrare busso. Non ricevo risposta, ma sento il letto che smette di cigolare e i due amanti smettere di gemere di piacere. Li sento ridere, poi sento la voce di Alessia: "Leonardo ha avuto una grande idea!" urla "Puoi guardare, ma non puoi entrare. Guarda dallo spioncino della porta".
Sono deluso, ma quella delusione aumenta ancor di più la mia erezione.
L'amante di mia moglie ha appena deciso come dovevo partecipare a quel gioco, la totale perdita di controllo mi eccita ancor di più.

Avvicino l'occhio allo spioncino della porta, vedo mia moglie mettersi a pecora e Leonardo iniziare a sbattersela. È la prima volta che guardo quello spettacolo. La sento gemere, i versi che fa sono diversi da quelli che fa con me e da quelli che ha fatto con Alberto. Non posso farci niente; anche se non mi è stato permesso, inizio a toccarmi, non riesco a resistere. Spero solo di non venire, quello Alessia non me lo perdonerebbe mai.
"Vengo!" sento Alessia urlare "Ti prego, ancora! Più forte!", i rumori si fanno più intensi, vedo dallo spioncino la mia ragazza contorcersi in quella pecorina, poi urlare di piacere. Ha il fiatone, un fiatone così forte che lo sento da dietro la porta. I due si staccano, lei è in ginocchio di fronte a lui, gli sorride, lo bacia sulle labbra e dice sorridendo: "Mio Dio...", poi gli si accascia addosso.

Smetto di segarmi, non perché quella scena non mi eccitasse, ma perché un altro colpo e sarei venuto. Alessia espira, poi scende dal letto, guardo dallo spioncino il corpo di quella dea che si avvicina, tolgo la mano dal mio cazzo, non voglio farmi scoprire a contravvenire agli ordini. Apre la porta, mi guarda con soddisfazione: "Ero sicuro che t'avrei trovato col cazzo in mano, stavo già pensando a come punirti".
Il mio sguardo è a terra, non oso guardarla negli occhi, dallo spioncino non avevo notato che indossava ancora i sandali che tanto amavo.
"Puoi entrare, inginocchiati a terra". Entro, eseguo, la mia donna sale sul letto, inizia a baciare il suo amante, io sono in ginocchio dinanzi a loro.

"Come vuoi venire?" chiede a Leonardo.
"Lo sai" risponde lui.
Tra i due c'è una chimica incredibile.
Lei sorride, inizia a masturbarlo lentamente, gli dà un bacio sul petto, poi sopra l'ombelico, poi sul pavimento pelvico, dopodiché inizia a succhiargli il cazzo. Leonardo aveva ragione, quel cazzo è così largo che Alessia non riesce a metterlo tutto in bocca. Quanto mi eccita però vederla provarci con tanta insistenza, sentirla tossire quando esagera.
Ferma un attimo quel pompino: "Masturbati" mi dice "Ma non venire".
Lei non sa che mi sono segato fino a quel momento, mi masturbo lentamente, provo anche a pensare ad altro, ma sono troppo, troppo eccitato. Ogni tanto la mia donna inizia a solleticare con la lingua il glande del suo amante, con me non lo fai, questo mi eccita ancor di più.
Leonardo non dice nulla, ma Alessia inizia ad accelerare, capisce che l'amante sta per venire, io devo fermarmi per non venire insieme a lui.

La bocca di lei viene inondata, Leonardo geme, Alessia ingoia tutto, poi sorride all'amante, lo bacia, si abbracciano e per qualche secondo sono solo loro due, poi mi coinvolgono nuovamente, si voltano entrambi verso di me, guardano la mia erezione. "Sei stato bravo" dice Alessia "Avvicinati", mi avvicino a quattro zampe come mi ha insegnato lei, la mia ragazza inizia a toccarmi, avvicina anche un piede coperto dal sandalo, mi concede l'onore di leccarglielo mentre mi fa venire.
"Posso leccare tutto o devo leccare solo la scarpa?" chiedo.
"Tutto" dice lei, maliziosa.
Mi tocca, sento che manca pochissimo, ma sul più bello Leonardo la ferma, dice: "Aspetta!". Alessia si ferma immediatamente, lo guarda negli occhi.
"Dimmi, amore" risponde la mia ragazza.
Ancora "amore", impazzisco.
Leonardo rivela: "Prima quando doveva farmi da poggiapiedi si è messo al mio fianco, voleva costringermi a girare la sedia per non stare sotto il tavolo".
Alessia è furente: "Cosa?! Che figure di merda mi fai fare?!" La mia donna allontana il piede "Chiedi subito scusa a Leonardo!".
Sono eccitatissimo, sento di non riuscire a resistere: "Perdonami" chiedo scusa all'amante della mia ragazza; non ne posso più, devo venire assolutamente.
"Non basta" dice Alessia "Scusati come fai con me".
So bene che vuol dire, anche se sono riluttante a farlo. Mi sporgo sul letto, sono troppo, troppo eccitato, sento che basta sfiorare il mio cazzo per farlo venire. Avrei fatto qualsiasi cosa, inizio a baciare i piedi di Leonardo. Secondo Alessia quella è una punizione, ma l'umiliazione di baciare i piedi dell'amante della mia donna è così grande da diventare un regalo. Sono gelosissimo, furente, mi sento morto dentro, completamente spogliato della mia dignità, eppure bastano un "Ora puoi venire" della mia padrona e due colpi della mia mano destra per farmi esplodere nel più grande orgasmo che fino a quel giorno avevo mai avuto, un orgasmo che aspettavo da cinque giorni e con cui ho sfogato tutti quei sentimenti repressi che avevo in corpo.

Sporco il letto, sporco il pavimento, fortunatamente non ho l'ordine di pulire, l'orgasmo così forte mi ha fatto passare ogni eccitazione. La mia donna sembra accorgersene, scende dal letto e si riveste, indossa la vestaglia con la quale dorme. Leonardo cambia completamente sguardo, ora sorride, torna ad essere l'amico che ho sempre avuto. Si alza anche lui, si riveste. Sono l'unico che gioca ancora, aspetto l'ordine per rivestirmi.
"Allora, Gianluca? Che ne pensi di questa nuova esperienza?" mi domanda Leonardo.
Sono sorpreso da quella domanda, smetto di essere uno schiavo, mi alzo e inizio a vestirmi: "È stato...", ma non trovo le parole per continuare quella frase.
Leonardo mi sorride: "So cosa ti stai domandando, tranquillo. Fuori da questa casa il nostro rapporto rimane lo stesso di prima, sia tra noi che con i nostri amici. Pensa solo che sono rimasto amico di molte coppie cui ho fatto da bull per anni. Stai tranquillo"
Non rispondo, le endorfine dell'orgasmo di prima mi fanno sorridere.
"Poi la tua ragazza è bravissima, sia come sweet, sia come tua padrona. Non poteva capitarti donna migliore".
"Questo lo so" rispondo io.
Parliamo tra noi un altro po'. Siamo ben lontani dai discorsi sessuali, parlottiamo come fossimo al bar la domenica sera, poi Leonardo va via.

Io e Alessia ci mettiamo a letto.
"Mi ha distrutto" mi dice lei "Un cazzo così largo non l'avevo mai preso".
Io sorrido, le dico: "Ti amo".
Lei mi risponde: "Ti amo anche io", mi abbraccia forte, odora ancora di Leonardo.
Ci addormentiamo.

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