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Pericolosi giochi di coppia - 1


di Membro VIP di Annunci69.it amoletettone
30.08.2023    |    18.911    |    11 9.7
"Presi di nuovo a muovere le gambe, le divaricai leggermente..."
Era un po' che ci pensavo, la vita di coppia è meravigliosa. Hai il tuo partner sempre pronto quando hai bisogno di aiuto, quando hai bisogno di sentirti forte, di condividere gioie e dolori. Anche e soprattutto quando vuoi fare sesso, in special modo quando il tuo lui è un maiale di prima categoria. Ma la routine... la routine è un killer silenzioso. E' questo che pensavo tra me e me mentre sovrappensiero guardavo la fiumana di persone salire in metro. Erano le 8.30 di un mercoledì qualunque e stavo per andare in ufficio anche quella mattina. Pensavo e ripensavo a quante opportunità col tempo ci stiamo perdendo, a quante esperienze rinunciamo ogni giorno per paura, pudore e quel fondamentale inconscio rispetto verso vecchi ideali morali istillati dalla società. Occasioni che mi rendevo conto, avrei potuto un giorno rimpiangere.
Il tipo che prende la metro ogni santo giorno davanti a me per esempio è un "occasione" clamorosa. Moro, palestrato, vestito sempre un po' sportivo ma mai sciatto. Ha l'aria interessante e sexy da universitario. Diventa pericoloso però quando mi squadra da capo a piedi. Il tailleur che metto per andare in ufficio deve piacergli molto penso, o magari sono io che gli piaccio, visto che del tailleur fissa spacco della gonna e scollatura.
Avrà la mia età più o meno, i suoi sguardi non mi infastidiscono... in fondo è sempre bello sapere di piacere agli altri. Sono una donna bella, lo so, ho un fisico voluttuoso e i tratti mediterranei. Alcuni mi definirebbero una bellezza quasi pin up ma io non ci ho mai trovato niente di esaltante, visto che il modello di bellezza odierno è quello delle modelle taglia 40.
Trascorrevano i giorni e la scena si ripeteva quasi ogni mattina. Saliva sorridente, spesso con le cuffie alle orecchie. A volte lo vedevo lontano alla fine del vagone, altre volta capitavamo seduti l'una di fronte all'altro. Leggeva qualche pagina e lanciava occhiate di fuoco alla sottoscritta...specialmente quando scosciavo nell'accavallare le gambe o quando mi chinavo per prendere qualcosa nella borsa. Il copione si ripeteva e, spesso e volentieri, lasciavo che mi guardasse qualche lembo di pelle in più. I tempi stavano diventando sempre più caldi e i vestiti più leggeri avrebbero agevolato il gioco. Le sue braccia muscolose, il suo petto gonfio e quel sedere tondo quasi sempre in tuta non mi lasciavano indifferente . Finii per aspettare con impazienza quel momento di primo mattino in metro, che se non compariva per una giornata rimanevo delusa e imbronciata come una bambina.
Il mio provocarlo velatamente divenne una piacevole abitudine. Presi a scegliere con più cura i vestiti, le calze e le scarpe da indossare ogni giorno. Un velo di trucco in più ed ero sempre pronta a pavoneggiarmi difronte al mio ammiratore segreto.
Capitò però che non ci incrociammo per un paio di giorni, poi di sfuggita uscendo dalla stazione lo vidi mano nella mano con una ragazza. Bionda alta e formosa... :-" beh è normale... è figo e ha la ragazza ..regolare.. cosa credevi?" provai però uno strano senso di ingiustificata gelosia. Cosa avevo io a pretendere con lui? non saprei ma la cosa mi infastidì... :-"Ecco perchè non prendeva più la metro al solito orario..." c'era la ragazza che era venuta a fargli visita" pensai..Niente di più normale.
Dopo quasi una settimana, dove il mio prendere la metro era solo un noioso sovrappensiero di pratiche e telefonate che avrei dovuto fare a lavoro, lo rividi di botto sedersi proprio di fronte a me. Aveva le solite cuffie, una canotta sudata molto ma molto aperta che lasciava intravedere i suoi pettorali scultorei. Era andato a correre di primo mattino evidentemente, e quell'alone di sudore gli donava particolarmente.
Prese a squadrarmi, come faceva di solito : i tacchi, le gambe senza calze, stavolta saliva fino alla gonna. Poi più su , il mio seno prosperoso. Ho una 5 della quale non sono mai andata molto fiera...credendo da stupida (evidentemente) che fosse solo un gran problema. Gli sguardi erano sempre più veloci e ripetuti. I nostri occhi si incrociarono per un paio di volte. Distolsi io lo sguardo., non riuscivo a "reggere" quella sensazione o semplicemente mi imbarazzavo. Ma la cosa mi intrigava, vedevo con la coda dell'occhio il suo guardare chino non sul libro ma verso le mie gambe accavallate. Decisi istintivamente di portarle in pari, lasciando un bel po' di carne nuda ai suoi occhi. Sembrava apprezzare... avevo un ghigno sul viso di chi sa di avere una persona in pugno. Scossi la testa sorridendo come una che pensa "ma cose da matti...". Presi di nuovo a muovere le gambe, le divaricai leggermente... poi le richiusi... poi lentamente le riaccavallai e ancora più lentamente dopo qualche istante tornai a tenerle chiuse. Ci fermammo alla penultima stazione. Sarei dovuta scendere a breve. Il vecchio col giornale al suo fianco scese per fortuna. Ora avevo anche più "privacy" potendo essere vista solo da lui. Non so come, ma ebbi il coraggio di divaricarle un po...ancora ancora e ancora... I suoi occhi vogliosi sembravano incollati a quella scena e i miei invece incollati ai suoi. Più le aprivo più sentivo uno strano piacere dentro di me..
Mai provata una sensazione del genere. Lo slip era ormai umido, eccitato da quella pazzia che stavo facendo. Lui meravigliosamente eccitato aveva un espressione da ipnotizzato, poi si destò e mi guardò negli occhi. Accennò un sorrisetto beffardo irresistibilmente sexy mentre ormai gli stavo mostrando le mie gambe nude con mutandine bagnate al seguito. Notai poi che abbasso' la testa divertito. Calai lo sguardo anche io e vidi la sagoma del suo sesso dura premere di lato i pantaloni della tuta. Saranno stati pochi secondi ma mi resi conto che aveva un arnese in fase di semi erezione fuori dalla norma e che era in quello stato per colpa o per merito mio. Quell'asta ricurva mezza gonfia mi prese allo stomaco e mi pietrificò per un istante mentre il megafono annunciava la mia stazione.
Richiusi le gambe di scatto , rimisi gli occhiali da sole e a testa bassa imboccai l'uscita. Un braccio mi afferrò il polso prima di uscire, ebbi un tremito..quasi paura. Ma una voce quantomai tranquilla mi sussurrò un numero di telefono... lo guardai da dietro gli occhiali scuri... non ebbi il coraggio di ricambiare il suo sorriso. Abbassai la testa e mi dileguai verso l'uscita della stazione.

continua parte 2


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