Racconti Erotici > tradimenti > Puttana per un posto di lavoro
tradimenti

Puttana per un posto di lavoro


di pamyzi1
07.06.2020    |    36.328    |    15 9.0
"Aveva in gola un sapore orrendo, dovuto alla miscela di sborra e di piscio che aveva ingoiato..."
Non era un buon periodo per mio marito.Io avevo conosciuto due persone di una nuova azienda.
L’azienda per la quale lavorava stava attraversando un momento di forte crisi e nell’aria c’era odore di licenziamenti.
Antonello era uno dei più accreditati e non avrebbe avuto problemi a cercare un altro impiego.
Almeno così credeva.
Erano mesi che si stava guardando intorno, ma non era uscito nulla che lo potesse soddisfare.
Mary conosceva due importanti imprenditori della zona.
Era da qualche mese che i due le avevano messo gli occhi addosso, ma lei aveva sempre respinto, con delicatezza, ogni loro proposta.
Era arrivato il momento di cambiare comportamento.
Fece in modo di incontrare i due uomini e questa volta, a differenza di altre, accettò la loro offerta di bere un caffè insieme.
Parlando, non mancò di compiere qualche gesto all’apparenza involontario, ma molto provocante, finché fece cadere il discorso sull’azienda del marito e sulle difficoltà della stessa con conseguente apertura del coniuge ad altri impieghi.
Giovanni, il nome di uno dei due soci, disse a Mary che loro stavano cercando una persona con le stesse caratteristiche del marito, ma ne avrebbero dovuto parlare in separata sede, magari prima con lei e poi con un colloquio privato con Antonello.
Mary si mostrò felicissima dell’idea e dette appuntamento per il giorno successivo, di mattina, in quanto libera dal proprio impiego.

Quando fece rientro a casa, non disse nulla al marito, né della possibilità, per lui, di un nuovo impiego, né del proprio appuntamento del giorno dopo.
La mattina successiva, attese che il marito uscisse per iniziare a prepararsi.
Camicia bianca modello slim sapientemente sbottonata per i tre bottoni più alti, tette prive di reggiseno; minigonna nera, autoreggenti 20 denari ed un paio di decollete' con tacco 14; un leggero trucco intorno agli occhi e pochissimo rossetto; le sue labbra carnose, con troppo rossetto, sarebbero risultate volgari.

Scese, prese la macchina e si diresse verso la zona industriale della città.
All’ingresso dette il proprio nome riferendo di avere un appuntamento con i due titolari.
Le istruzioni erano state date al personale di servizio all’ingresso, perché Mary fu fatta entrare immediatamente con la macchina e portata nell’ufficio dei due soci, Giovanni ed Enrico.
Si salutarono
– ‘Buongiorno, Mary’, iniziò Enrico
– ‘Siamo bellissime, oggi’, continuò Giovanni
– ‘Grazie’, arrossì un po’, Mary
La fecero accomodare su un divano in pelle rossa e si misero ai suoi lati.
Mary accavallò le cosce facendo ben in modo che la minigonna di alzasse quel tanto necessario da mostrare la balza delle autoreggenti.
– ‘Bene, accomodati’, proseguì Giovanni; ‘Dicevi che tuo marito ha intenzione di cambiare azienda. Da noi, sono certo, si troverebbe molto bene; però devi capire che abbiamo bisogno di incontrarlo prima di assumerlo; e se ci convinciamo a prenderlo con noi, sarà sicuramente per le sue ottime referenze, ma soprattutto per accontentare te’
– ‘Grazie’, rispose Mary, tra l’imbarazzata e la lusingata
– ‘Ovviamente dobbiamo tenere in conto il profitto dell’azienda e l’utilità di una nuova assunzione; quindi dobbiamo avere il nostro tornaconto’, continuò Enrico, allungando una mano sulle cosce scoperte della donna.
Mary sorrise e lasciò fare all’uomo, ben sapendo dove volesse andare a finire
‘Sai, per assumere tuo marito e necessario il verificarsi di due condizioni’
‘Quali?’
‘ facile. La prima che, adesso, ti concedi ad entrambi’
‘Insieme?’
‘Insieme, uno per volta; come decideremo di fare’
‘La seconda?’, dando perciò per accettata la prima condizione
‘La seconda, bella Puttana nostra, e che quando esamineremo tuo marito, tu sarai presente, sotto il tavolo a succhiarci il cazzo’.
Mary impallidì:
– ‘E se ci scopre?’
– ‘Se ci scopre, saranno cazzi tuoi; tu cerca di non farti scoprire’, dicendo così, allungarono entrambi le mani sulle sue cosce; Enrico iniziò a baciarle il collo, mentre Giovanni le tolse la minigonna e le sbottonò la camicia.
Mary era un po’ impaurita, ma molto eccitata. Non l’aveva mai fatto con due uomini contemporaneamente, ma l’idea la stuzzicava; istintivamente aprì le cosce invitando i due a continuare nei palpeggiamenti. Con le mani cercò la patta dei loro pantaloni e si ritrovò, spinta dalle mani di Enrico, a tirargli fuori il cazzo ed a spompinarlo, mentre Giovanni le allargò le labbra della figa e la penetrò con un dito.
Mary si sistemò meglio; scivolò sul pavimento ed in ginocchio, tra le gambe di Enrico, si dedicò a leccargli il cazzo aiutandosi con le labbra e con le mani.
Giovanni si spogliò, le andò da dietro, la prese per i fianchi e facendola sistemare carponi, le infilò il cazzo nella figa.
Mary si sentiva invasa da una strana e piacevole sensazione, presa da due cazzi così desiderosi di lei.
Si ripeteva nella testa che lo stava facendo solo per il marito, ma più passava il tempo, più si rendeva conto che quella era solo una scusa. Lo stava facendo per sé stessa, per sentirsi, finalmente, femmina.
Sentiva il cazzo di Enrico crescerle in bocca mentre Giovanni prese ad insalivarle il buco del culo. Le infilò un dito facendola sobbalzare; sapeva che la stava preparando ad essere inculata.
Le allargò piano lo sfintere e quando la giudicò pronta, le sfilò il cazzo dalla figa ed appoggiò la cappella sull’ano. Mary tolse il cazzo di Enrico dalla bocca, lo mantenne dalla base con la mano destra e si preparò ad essere inculata da Giovanni.
Gocciolava umori dalla figa e voleva sentirli entrambi dentro.
Girò lo sguardo verso i due maschi e disse:
– ‘Prendetemi tutti e due. Voglio sentirvi avanti e indietro’
Non se lo fecero ripetere. Mary si alzò e cavalcò Enrico facendo scivolare la sua asta dentro la propria figa. Giovanni la prese per i fianchi e dolcemente le infilò il cazzo nel culo.
Mary sussultò ed iniziò a gemere.
Venne sbattuta con foga e desiderio; finché Enrico allungò le mani verso la borsa di Mary, prese il suo telefonino e le disse:
– ‘Chiama il cornuto di tuo marito. Digli che hai fissato un colloquio per lui domani pomeriggio alle 15.00. Metti in viva voce; vogliamo sentire la voce del cornuto mentre ti sfondiamo’.
Mary sorrise, un po’ divertita un po’ imbarazzata. Richiamò il numero dalla rubrica e mise in viva voce
– ‘Pronto amore, dove sei?’
– ‘Ciao Anto, tra un po’ torno a casa. Stamattina ho incontrato due amici del mio capo. Parlando’ahhh’scusaaa, ho sbattuto il ginocchioooo’ahhhh ia”
– ‘Ma che succede, Mary? dove sei?’
– ‘Niente nienteeee’ho solo sbat’tuto il ginocchiooooo’dicevo ho incontrato questi due ed ho strappato un colloquio per te domani pomeriggio’. ahhhh’ mannaggia al ginocchioooooo’
– ‘Va bene; speriamo sia la volta buona. Dove si trova questa azienda?’
– ‘Ne parliamo poiiiiiiiii’a’casa. Vado a mettere un po’ di ghiacciooooo’ci vediamo tra un po”
– ‘Ok ti aspetto. Ciao amore’
– ‘Ciao amoreeeee”
Chiuse in fretta la telefonata e si mise a gemere
– ‘Siete due stronzi, mi state facendo impazzire’continuate. sfondatemi’
Si muoveva come una indemoniata sul cazzo di Enrico, mentre Giovanni la teneva per i fianchi per incularla a fondo. Mary urlò senza limiti quando raggiunse l’orgasmo; si accasciò e lasciò che continuassero a scoparla ed incularla. Era sfinita e svuotata; voleva farli sborrare.
Si sfilarono e la fecero stendere sul divano con le cosce oscenamente aperte.
Giovanni si mise tra le sue gambe, la prese da sotto le ginocchia e la penetrò facilmente nella figa dilatata sia per la posizione che per i copiosi umori che secerneva. Mary riprese a gemere, tornando attiva e vogliosa, umiliata, ma anche eccitata dalle offese continue ricevute dai due uomini
– ‘Lo sai, vero, che sei una grande zoccola?’ l’apostrofò Giovanni
– ‘Siiiiii’sono una troia, una puttana e mio marito e un gran cornuto. Fatemi godere di nuovo, vi supplico’.
Enrico si mise in piedi mettendosi a cavalcioni così da tenere il volto di Mary tra le sue gambe e le ficcò con forza il cazzo in bocca.
Mary sentiva il cazzo di Giovanni sconquassarle la figa e con la lingua assaporava il cazzo di Enrico.
Giovanni fu bravissimo a portarla alla soglia del piacere massimo e quando Mary stava per esplodere, le sfilò il cazzo dalla figa.
Mary si liberò la bocca dal cazzo di Enrico ed iniziò a supplicare Giovanni:
– ‘Noooooooo’ti prego’rimettilo dentro’ti supplico’
– ‘Lo vuoi, vuoi godere, zoccola?’
– ‘Siii’ti prego’per favore, ti scongiuro’ahhhhh’siiii, ma infilamelo dentro’
Giovanni le stava tintillando il clitoride; Mary era zuppa e stava davvero impazzendo di desiderio; le mancava il fiato per la voglia di essere penetrata’
– ‘Ci devi chiedere di pisciarti addosso’
– ‘Tutto quello che volete, ma vi prego, qualcuno mi scopi’
– ‘Dillo’
– ‘Siiiii’sono una puttana’mio marito è un cornuto’vi pregoooooooooo, scopatemi’
– ‘Lo vuoi il piscio?’
– ‘Siiiiii’pisciatemi addosso, in faccia, in bocca’dove volete, sono il vostro cesso, la vostra latrina’ahhhh’siiiiiii’godoooo’ah’mbmb’gnnnn’
Giovanni aveva ripreso a scoparla mentre Enrico le infilò nuovamente la verga nella bocca.
Mary mulinò con la lingua intorno al cazzo che stava spompinando, mentre Giovanni se la chiavava senza sosta sino a riportarla alle soglie del piacere.
Esplosero insieme; Enrico le inondò la bocca di caldo sperma che Mary non esitò ad ingoiare, mentre Giovanni le riempì la figa con la propria sborra.
Mary si sentì pervadere da brividi e scosse immersa nella piacevole sensazione di accogliere tutta quella sborra in gola e nella figa.
Giovanni estrasse lentamente il cazzo dalla figa sostituendolo da due dita per non far uscire lo sperma. Enrico, invece, lascò il cazzo nella bocca di Mary facendolo lentamente smosciare.
Si mise a pisciare all’improvviso e Mary fu colta di sorpresa non sapendo come reagire. Cercò di togliere il cazzo dalla bocca e di sputare il piscio, ma Enrico le fece una tale pressione che Mary si trovò costretta ad ingoiare anche la pipì di quell’uomo che aveva appena spompinato.
Mentre era intenta a bere il piscio, sentì Giovanni armeggiare con la figa ed infilarle qualcosa come tappo.
Finalmente Enrico smise di pisciare e le liberò la bocca dal cazzo, scrollandolo sulle labbra per pulirlo dalle ultime gocce di piscio. Mary rimase stesa, Giovanni prese il posto dell’amico e si mise a pisciarle in faccia.
Mary rimase impietrita a subire quella ulteriore umiliazione mentre i due uomini ridevano e si beavano di quanto fosse porca e di come si sarebbero divertiti con una zoccola come lei.
Finalmente anche Giovanni svuotò la propria vescica. Mary si alzò piano, indolenzita e gocciolante di urina.
Aveva un tappo nella figa e le fu ordinato di non toglierlo.
Cercò dei fazzoletti per asciugarsi perché le fu proibito andare nel bagno.
Si vestì e fu accompagnata fuori dall’ufficio.
Quando i tre furono fuori dal palazzo, Enrico le disse che si poteva togliere il tappo; Mary infilò una mano sotto la gonna e sfilò piano il tappo; lo sperma cominciò a colare lungo le cosce e Mary si diresse verso casa con il volto gocciolante di piscio, vestita come una zoccola e con lo sperma che colava dalla figa lungo le cosce’
La mattina successiva Antonello uscì da casa per recarsi al lavoro; era rimasto d’intesa con la moglie che si sarebbero visti per il pranzo e poi insieme sarebbero andati all’incontro.
Durante quelle ore che la separavano dal colloquio del marito, si sentiva agitata e tesa; non era tanto preoccupata per il colloquio, sapeva che l’assunzione dipendeva solo da lei; non era nemmeno agitata per dover avere nuovamente dei rapporti sessuali extraconiugali; quanto era spaventata che il marito la potesse scoprire; doveva essere bravissima.
Finalmente arrivò il momento di andare.
Si era preparato come le era stato ordinato: leggins nero modello guanto, top chiaro, assenza integrale di abbigliamento intimo; scarpe molto sensuali con un alto tacco a spillo.
Arrivarono in azienda e la segretaria li fece accomodare nella saletta di attesa, antistante l’ufficio di Giovanni. Mary era agitatissima; il giorno prima era stata in quello stesso ufficio ed aveva fatto del sesso selvaggio con due uomini; quegli stessi due uomini che, tra qualche minuto, avrebbero esaminato il marito.
Passarono una decina di minuti, quando la segretaria fece cenno ad Antonello di accomodarsi.
Mary rimase ferma al suo posto e non capiva come avrebbero fatto a farla entrare senza essere vista dal marito.
La soluzione arrivò subito. Uscì Enrico da un’altra porta e la fece entrare in un corridoio con un accesso laterale all’ufficio di Giovanni.
Mary entrò e si tappò la bocca. In quell’ufficio c’era una grande vetrata al di là della quale stava seduto il marito. Fece per scappare via quando Enrico la bloccò per un braccio e la rassicurò dicendole che Antonello aveva davanti a sé uno specchio e non poteva vedere oltre; diversamente loro potevano vedere lui.
La trascinò vicino alla vetrata e le sollevò il top; la palpò tenendola da dietro; sia Enrico che Mary fissavano Antonello il quale, ignaro, era seduto in attesa che lo chiamassero.
Arrivò Giovanni che sembrò infastidito dal fatto che la donna fosse ancora vestita.
– ‘Spogliati, troia’
Mary non disse nulla; si sfilò il top ed i leggins, si rimise le scarpe e si inginocchiò. Fu costretta a spompinarli entrambi sempre davanti alla vetrata con la chiara impressione che il marito li stesse guardando.
Mary fu fatta alzare, si mise di fronte alla vetrata, così da guardare Antonello a pochissima distanza, le dissero di mettere le mani sul vetro e di piegarsi.
Mary obbedì e così nuda, di fronte all’ignaro Antonello, si fece scopare da Enrico.
La prese per i fianchi ed affondò senza alcuna dolcezza. Mary si contrasse, respirò e seguì il ritmo dell’uomo. Non le ci volle molto per godere; quella situazione la stava eccitando moltissimo, anche se cercava di negarlo per prima a sé stessa.
Vedeva il marito giocare con il telefono, ignaro che la sua attesa dipendeva dal fatto che i due suoi esaminatori si stavano chiavando la moglie. Mary esplose in un orgasmo dirompente; cercò di gemere conservando un tono basso per timore di essere sentita da Antonello.
Enrico esplose nella figa continuando a chiavarla per un po’ sin quando la verga uscì naturalmente facendo sgorgare sulle cosce della donna una quantità impressionante di sperma.
Giovanni la preso per la testa, spingendola in basso per chiavarle la bocca.
– ‘Guarda il cornuto mentre mi spompini’
Mary, mantenendo il cazzo in bocca, girò lo sguardo verso la vetrata, guardando il marito in attesa di essere chiamato; continuava a guardarlo quando Giovanni le sborrò in bocca, riempendola di ogni epiteto offensivo e volgare:
– ‘Siiiii’sborrooooo’ingoia, vacca, puttana; prendilo tutto e guarda il cornuto di tuo marito. Guardalo mentre ingoi la mia sborra, troia’, le scaricò in bocca una quantità importante di sperma; sfilò il cazzo, la prese per i capelli e le girò il volto verso la vetrata.
– ‘Adesso ingoia mentre lo guardi, puttana’
Mary deglutì osservando attraverso il vetro, l’ignaro marito

Enrico e Giovanni si sistemarono dietro il lungo tavolo, si sedettero e lasciarono il cazzo fuori dalla patta dei pantaloni.
Dissero a Mary si mettersi sotto il tavolo che, comunque, aveva una traversa che la copriva.
Enrico si rivolse al socio e disse:
– ‘Bene, vediamo questo gran cornuto se ha i requisiti per essere assunto’
– ‘Soprattutto vediamo se la puttana della moglie e brava a spompinarci mentre parliamo con lui, vero, troia?’, aggiunse Giovanni, piegando la testa in basso, rivolgendo l’ultima parte della frase a Mary.
Enrico premette un tasto su un telecomando e la vetrata fu coperta da un pannello; chiamò la segretaria dall’interfono invitando a far entrare il candidato.
Antonello aprì la porta; sul divano c’erano i leggins ed il top della moglie, ma lui parve non accorgersi di nulla. Si sedette. Non poteva immaginare che sotto quello stesso tavolo Mary aveva iniziato a leccare il cazzo di Enrico.
– ‘Benvenuto Sig.Antonello abbiamo ricevuto la sua manifestazione di interesse ad essere assunto; ci dica i motivi e, soprattutto, le sue esperienze’, attaccò Giovanni
Antonello iniziò a parlare e ad autoreferenziarsi.
Mary sentiva nitidamente la voce del marito mentre era impegnata a leccare e succhiare il cazzo di Enrico. Cercava di fare meno rumore possibile; sentiva lo sperma colare dalla figa lungo le cosce per la precedente sborrata ricevuta, ma soprattutto, suo malgrado, aveva una gran voglia di scopare. Quella situazione la spaventava, ma la stava facendo anche eccitare moltissimo.
Ad un tratto si sentì mancare; Enrico chiese ad Antonello:
– ‘Ci parli della sua vita privata; ha una moglie?’
– ‘Si si, ho una splendida moglie che non mi fa mancare nulla; molto innamorata come, del resto lo sono io’
– ‘Sa, per noi la serenità familiare dei nostri dipendenti è importante. Più sono sereni più rendono sul lavoro’ aggiunse Giovanni
– ‘Non per essere indiscreto’, continuò Enrico, ‘Ha mai avuto il timore che la tradisse o, comunque, avete avuto momenti di crisi?’
– ‘In tanti anni di matrimonio, le crisi sono inevitabili, ma non mi ha mai tradito’.
La certezza con la quale Antonello affermò di non essere mai stato tradito, strappò un sorriso ad entrambi ed Enrico aggiunse:
– ‘Deve essere una splendida donna; lei è fortunato’.
In quel momento sborrò; inondò la bocca di Mary di sperma caldo e denso.
Mary ingoiò e passò al cazzo di Giovanni.
Antonello continuò a rispondere alle domande dei due imprenditori, completamente ignaro che a pochissimi centimetri da lui la moglie stava spompinando i due cazzi.
Giovanni fu più resistente e Mary capì che, sin quando non l’avesse fatto godere, il colloquio sarebbe continuato; cercò di trovare una posizione più comoda per concentrarsi su quella verga. Sentiva la voce del marito cercando, però, di estraniarsi; ma voleva anche ascoltare quel che diceva.
Stavano continuando a formulare domande sulla sua vita privata e lo sentì affermare con candore:
– ‘Non ho mai pensato né avuto voglia di una relazione extraconiugale; mia moglie non lo meriterebbe e, sinceramente, la amo’.
Mary si sentì in colpa, ma non le evitò di leccare come ben sapeva fare, il cazzo di Giovanni che, finalmente, esplose, anche lui, in una copiosa sborrata.
Mary pulì per bene quel forte sesso dai residui della sborrata e lo sistemò all’interno del pantalone. Rimase accucciata sotto il tavolo, completamente nuda a le prese il panico.
Antonello sarebbe uscito dalla stanza e non l’avrebbe trovata; cosa sarebbe successo?
Enrico prese la parola e disse ad Antonello che la prima parte del colloquio era terminata; adesso l’avrebbe portato in giro per l’azienda per poi farlo conoscere al responsabile del personale.
Si alzò seguito dal socio e lo stesso fece Antonello. Mary rimase sotto il tavolo in attesa che il marito uscisse dalla stanza.
Sentì la porta chiudersi e Giovanni si chinò, la guardò e le disse:
– ‘Campo libero, troia. Sei stata davvero una brava puttanella’, dandole un buffetto sulla guancia.
– ‘Ora rivestiti e torna in sala d’attesa’
Mary prese i leggins dal divano e li infilò velocemente per paura che potesse tornare il marito; prese il top, se lo sistemò, quindi si sedette sul divano e calzò le scarpe.
– ‘Aspettami qui’, le ordinò Giovanni.
Si allontanò dalla stanza ed entrò in un altro locale che a Mary sembrò essere il bagno.
Tornò dopo nemmeno un minuto; aveva il cazzo da fuori ed in mano, si avvicinò a Mary e le disse di prenderlo in bocca; c’erano ancora delle gocce di pipì, segnò che Giovanni aveva appena urinato ed appena lo prese in bocca, sentì uno schizzo di piscio che dovette ingoiare.
– ‘Questo per farti capire che la tua sottomissione non è terminata. Sarai la nostra PUTTANA sino a quando lo vorremo. Adesso vai in sala d’attesa ed aspetta il cornuto, ma attenta agli sms, ti impartiremo ordini con i messaggi. Vai puttana’.
Mary si alzò; sembrava in tranche, non aveva ben capito quel che gli aveva detto Giovanni. Aveva solo inteso che quella situazione non si era conclusa con le due condizioni che aveva rispettato. Se voleva far conservare il posto di lavoro al marito, sarebbe stata costretta ad obbedire agli ordini di Enrico e Giovanni.
Si andò a sedere per aspettare il marito. Aveva in gola un sapore orrendo, dovuto alla miscela di sborra e di piscio che aveva ingoiato. Avrebbe voluto bere, ma non osava chiedere nulla.
Sentì il telefono vibrare; era arrivato un sms:
‘QUANDO IL CORNUTO TORNA DA TE, SARA' ACCOMPAGNATO DA UNO DI NOI. TU SALUTA E PRIMA DI ANDARE VIA, CHIEDI DOV’E' IL BAGNO’.
Trascorse qualche minuto; Mary era tesissima; Antonello comparve alla sua vista con il volto sorridente e soddisfatto. Nulla poteva sapere di quel che stava accadendo.
Mary si alzò e cercò di trovare un sorriso reale.
Gli chiese come fosse andata e subito sopraggiunse Enrico che rispose per Antonello:
– ‘Benissimo. Questa e sua moglie?’, chiese ad Antonello
– ‘Si, lei è Mary, mia moglie’
– ‘Piacere, Enrico,e grazie a lei se abbiamo fatto questo affare. Sua moglie si è impegnata molto perché facessimo questo colloquio’, tendendo la mano verso quella donna che aveva appena posseduto e dicendo quelle parole con un evidente senso ambiguo che solo Antonello non poté cogliere;
– ‘Piacere Mary’, rispose alla stretta di mano, non riuscendo, però, a sostenere lo sguardo; cercò di ritrovare il controllo ed aggiunse:
– ‘Sono contentissima. Ero anche un po’ tesa. Posso chiedere dovè il bagno?’
– ‘Certo; venga nella mia stanza; l’accompagno. Allora, Antonello, aspettiamo la sua lettera di dimissioni dalla sua attuale azienda, così potrà iniziare a lavorare per noi. Si metta in contatto con il capo del personale; l’aspettiamo’, dicendo così, fece passare Mary verso la porta che conduceva alla propria stanza.
Chiuse la porta, dette una pacca sulle chiappe di Mary e le disse:
– ‘Brava, la zoccola. Lui e Piero, il capo del personale. Anche lui ha bisogno di essere ben disposto verso il cornuto. Adesso gli farai un pompino e terrai la sborra in bocca sino a quando uscirai per vederti con tuo marito; solo allora la potrai ingoiare; appena uscita sarai visibile da quella finestra e dovrai limonare con il cornuto facendogli sentire il sapore dello sperma che hai ingoiato. Chiaro?’
– ‘Si’, rispose Mary.
Si inginocchiò, abbassò la cerniera dei pantaloni di Piero, tirò fuori il cazzo e si mise immediatamente a leccarlo. Non poteva perdere troppo tempo; Antonello si sarebbe insospettito.
Si mise a leccare e pompare con impegno ed infatti passarono scarsi due minuti e si ritrovò la bocca colma di sperma.
Serrò le labbra, si alzò, fece cenno con la mano ed uscì dalla porta.
Vide Antonello ed ingoiò lentamente lo sperma di Piero.
Uscirono dall’azienda; Mary vide una finestra e scorse due persone a guardare. Capì fossero Giovanni ed Enrico, abbracciò il marito e lo baciò. Aveva trattenuto qualche goccia di sperma perché quella situazione la stava facendo impazzire di desiderio ed eccitazione.
Antonello non si accorse di nulla o, comunque, non disse nulla, se non:
‘Sono contento. Mi sembrano delle gran brave persone”, " si secondo me gli hai fatto una bella impressione ",.............Non avrebbe mai pensato che io avevo fatto la Puttana per il suo posto di lavoro. ..............per commenti.................................... [email protected]
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Puttana per un posto di lavoro:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni