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Il papà di Antonio


di WH88
05.08.2022    |    15.055    |    19 9.9
"Lei lo indossava con dei leggins ma io preferii di no..."
Sono nata femmina, mi sono sempre sentita tale sin da quando ho ricordi.
Fisicamente, poi, sono stata fortunata: piccolina, un metro e 65, di costituzione esile esile ma con un bel sedere sporgente e con la pelle bianca e quasi totalmente liscia; quei pochi peli sul corpo li ho sempre tolti.
L'unica cosa che mi distingue da una vera donna è che davanti ho, seppur piccolino, il pisello.

Anche se la consapevolezza di quello che sono l'ho avuta da sempre, il coraggio di esprimerlo e viverlo serenamente è maturato pian piano.
Decisiva è stata questa esperienza che ho vissuto quando avevo sedici anni, e che ora vi racconterò.

Mamma e papà si sono separati tanti anni fa ed io mi sono sempre divisa tra casa di uno e casa dell'altro assieme a mia sorella, di un anno e mezzo più grande.

Era febbraio, e in quel periodo stavo a casa di papà.
Allora mi vestivo e cercavo di comportarmi ancora come un ragazzo, per quanto mi venisse difficile nascondere la mia vera natura.
Nel palazzo in cui stava papà c'erano anche altre famiglie, e li conobbi Giorgio ed Antonio.
Due ragazzoni di 17 anni, alti e virili, con i primi peli che spuntavano sul petto, ancora qualche brufolo e tanta voglia di fare casino e conquistare ragazzine. Nonostante fossimo all'opposto sia caratterialmente che fisicamente in breve si venne a creare un' ottima amicizia, tanto da cominciare ad uscire assieme la sera nei locali della zona. Con loro mi sentivo al sicuro.
Era appunto febbraio ed in una discoteca a pochi chilometri da casa c'era una festa in maschera.
Mi chiesero di unirmi a loro anche se non avevano ancora idea su come travestirsi.
Sicuramente non avevano intenzione di spendere denaro per comprare costumi di Carnevale dal momento che i pochi soldi a disposizione preferivano spenderli in sigarette e birre, così a Giorgio venne l'idea di vestirci tutti e tre da donna.
La proposta mi travolse, sentii palpitare il cuore dall'emozione.
Finalmente avrei avuto un pretesto per potermi vestire da donna ed uscire come tale, perlopiù protetta da due miei amici fidati.
Molte volte a casa avevo provato a farmi bella ma fino ad allora solo segretamente.

Quella stessa sera, mio padre, i Genitori di Antonio e quelli di Giorgio assieme ai loro figli più piccoli avrebbero festeggiato il carnevale cenando in casa di un'altra famiglia che stava all'ultimo piano mentre noi saremmo appunto andati a ballare in discoteca.
Ad accompagnarci in discoteca con l'auto sarebbe stato il Papà di Antonio.
Uomo, di oltre 50 anni, originario del Sud; Alto 185, con un bel pò di pancia da uomo sposato, tanto pelo e barba brizzolata, manone grandi e voce profonda. Una favola di virilità.

Mio papà quel giorno era fuori per lavoro, sarebbe rientrato giusto in tempo per la cena direttamente all'ultimo piano, mentre mia sorella stava a casa dalla mamma. Ero sola e così ebbi tutto il tempo di prepararmi in Santa pace.
Mi depilai tutta perfettamente, passai la crema idratante in tutto il corpo, mi misi lo smalto... Per me la femminilizzazione era un rito e poi quella sera volevo essere la più bella, sarebbe stato il mio debutto in pubblico.
Ero convinta che qualcosa, magari nei bagni della disco, quella sera sarebbe successo quindi mi curai bene anche intimamente.
Mentre mi preparavo fantasticavo immaginandomi in discoteca a ballare, strusciandomi sul pacco dei ragazzi più fighi per farli eccitare ... per poi farmelo sbattere in culo sopra qualche divanetto più appartato e senza fare in modo che si accorgessero che in realtà avevo il pisellino... Mi eccitava davvero il fatto di poter essere scambiata per una vera ragazza.
Cercai dell'abbigliamento particolare nell'armadio di mia sorella.
Trovai un bel vestitino nero che utilizzava per andare a ballare: sembrava casto, a collo alto e maniche lunghe, ma davvero molto stretto e corto da coprire a malapena le natiche.Lei lo indossava con dei leggins ma io preferii di no...
Il tessuto era molto elasticizzato ed una volta infilato l'effetto era quella di una seconda pelle. Mi sentivo davvero sexy ma essendo molto magra mi vedevo vuota sul seno. Mancava ancora qualcosa...
Così trovai, in camera di papà, qualche completino intimo probabilmente lasciato da qualche donna che si scopava quando noi non c'eravamo. Dopotutto era un bel uomo ed aveva anche lui il diritto di divertirsi.
Scelsi un micro perizoma nero, delle calze ed un reggicalze sempre neri ed un reggiseno imbottito che sotto l'abito mi davano una forma femminile pazzesca.
Stivaletti con tacchi a spillo e un bel trucco completarono l'opera.
Credo che nessuno si sarebbe accorto che in realtà al posto della patatina avevo il pisellino.
Giunse l'ora di partire così mi spruzzai un pò di profumo di mia sorella, sistemai i capelli, presi la borsetta con telefono e dei soldini e scesi le scale per raggiungere l'appartamento di Antonio, dove ci saremmo trovati per poi partire assieme a suo padre.
Arrivai, suonai il campanello e fu proprio il padre di Antonio ad accogliermi.
Rimase anche lui sbigottito nel vedermi.
Aveva intuito sicuramente un mio lato effeminato, non ero virile come suo figlio, ma forse non si aspettava neanche lui una trasformazione del genere. Mi guardò con occhi da porco e li quasi mi imbarazzai, abbi l'impressione di aver esagerato con quel look, forse avrei dovuto scegliere qualcosa di meno audace. L'abito era davvero stretto ed il perizoma faceva si che il tessuto si insinuasse tra il solco delle natiche.
Sua moglie era salita ad aiutare la signora dell'ultimo piano per preparare la cena ed eravamo soli nel salotto.
Mi fece accomodare sul divano e fissandomi chiamò ad alta voce suo figlio e Giorgio che erano in bagno a finire di prepararsi. Nel mentre continuava a mangiarmi con gli occhi e per timidezza mi misi a giocare con il telefonino accavallano le gambe, inconsapevolmente mostrai parte della lingerie che indossavo. Ero timida ma eccitatissima, essere al centro dell'attenzione di un maschio per me era un sogno.
Quando arrivarono i miei amici la tensione si alleggeri' subito, li vidi e scoppiai a ridere.
Due ragazzoni di 1 metro e ottanta, con gambe pelose da calciatore e calze a rete... Erano davvero orrendi.
Niente a che vedere con la mia femminilità.
Loro cominciarono a prendermi in giro con frasi tipo "wow che gnocca" O "stasera trovi il fidanzato" Ecc...
Il clima era comunque disteso e goliardico.
Eravamo " tutte pronte" E così Salimmo in macchina.
Antonio e suo papà davanti io e Giorgio dietro ed in una quindicina di minuti raggiungemmo il parcheggio della discoteca.
Ci incamminammo verso l'ingresso quando mi accorsi di non avere il telefonino nella borsetta.
Dissi ai ragazzi di entrare mentre io sarei tornata veloce in macchina per vedere se era rimasto li tra i sedili.
Per fortuna il papà di Antonio non era ancora uscito dal parcheggio e vedendomi tornare indietro di corsa sui tacchi, si fermo ed abbassando il finestrino mi chiese come mai non fossi entrata in discoteca.
Gli spiegai che ero senza cellulare così guardò nei sedili posteriori ma il telefono non c'era.
"Sarà rimasto a casa" Mi disse... Allora risposi "non importa, lo recuperero' domani, non voglio disturbarla oltre"...
Ma non finii la frase che il papà di Antonio si sporse verso il lato del passeggero per aprirmi la portiera e mi disse di entrare con tono quasi autoritario. Non seppi dire no, ero confusa, eccitata... Mille emozioni e mi sembrava di vivere un film.
Salii in macchina sola con lui è ci dirigemmo verso casa. Sebbene avessimo fatto tutto il tragitto in silenzio mi ricordo che si riusciva a sentire benissimo l'eccitazione di entrambi.

Il papà di Antonio un pò guardava la strada ed un pò le mie gambe coperte dalle calze, stavolta mi ero seduta davanti.
Da quella posizione sentivo il suo odore di dopobarba e sudore di uomo, ero tutta un bollore.

Arrivammo sotto casa e da vero gentiluomo scese e mi aprii la portiera per farmi scendere porgendomi la mano, c'erano alcuni gradini che separavano la strada dal condominio e presa da un attacco di femminite acuta cominciai a salirli piano piano sui tacchi alti ondeggiando bene i fianchi col vestito che copriva a stento il sedere.
Mi sentivo donna e volevo far capire che ero in calore.
Il papà di Antonio, da dietro, si gustó la scena.
Mi sentivo femmina e desiderata, ormai l'istinto aveva preso il sopravvento sul buon senso e stavo facendo cose che prima di allora non credevo sarei stata in grado di fare. Non in pubblico o in compagnia di un altro uomo perlomeno.
Arrivammo in casa e cominciammo subito a cercare il telefono e così ci ricordammo che l'ultima volta che l'avevamo visto era sul divano mentre aspettavo i miei amici Antonio e Giorgio.
Andai verso la sala, sempre camminando come una gatta e mi misi a cercare tra i cuscini del divano.
Chiesi al papà di Antonio di provare a farmi suonare il telefonino in modo da poterlo trovare prima.
Avrei potuto inginocchiarmi e spostare i cuscini ma il mio istinto di femmina mi suggerii di tenere le gambe belle tese e divaricate e piegarmi a novanta per rovistare tra le pieghe del divano.
Il telefonino lo Trovai subito ma feci finta di non trovarlo "Non lo trovo, qui non c'è" Ripetevo con una voce da checca smorfiosa.
L'abito che indossavo era davvero corto e stretto e sentivo che il tessuto in trazione piano piano, sculettata dopo sculettata, stava salendo, lasciando sempre più il mio sederino rosa scoperto.
Ad un certo punto il telefono finì di squillare e sentii le mani del papà di Antonio affermarmi i fianchi e qualcosa di duro appoggiarsi sulla mia fighetta protetta solo dal filo del perizoma.
Così mi alzati di botto, spingendo il sedere indietro verso il suo pacco ormai di marmo ed inarcando la schiena per buttare la testa indietro verso il suo collo per annusare meglio il suo odore di uomo. A quel punto mi spinse giù con violenza.
Si calò le braghe e spostando il filino del perizoma mi saputo' sul buchetto completamente glabro.
Sentii puntare la cappella calda sulla mia vagina anale e con un colpo secco la spinse dentro... Per fortuna ero abituata a giocare con il mio sfintere e, anche se con un pò di dolore, riuscii ad entrare tutto abbastanza agevolmente. Il suo cazzo era grosso e lo volevo tutto.
Mi teneva per i fianchi e mi scopava quasi con violenza, sentivo le sue manone sulle mie anche stringermi, quasi a non volermi lasciar scappare.
Io mi reggevo con le mani allo schienale del divano ed ansimavo come una cagnolina indifesa; Sentivo il rumore delle sue palle sbattere forse sulle mie chiappe.
La Sensazione era fantastica, mi sentivo finalmente esaudita come donna.
Non so quanto sia durato ma ad un certo puto lo sentii grugnire "vengo, vengo" E capii che stava eiaculando dentro di me una quantità indefinita di seme.

Finita la monta si alzò mutande ed abbottono' i calzoni in silenzio , mentre io presi il telefono, sistemai perizoma e vestitino. Sempre in silenzio ci dirigemmo tutti e due di nuovo in macchina.

Lui non vide la mia pisellina come nemmeno io gli vidi il cazzo. Neppure ci baciammo.
Fu proprio sesso animale.
Uno sfogo di un uomo con le palle piene che, provocato, non poteva più trattenere.
C'era dell'imbarazzo ma allo stesso tempo sapevamo di aver fatto la cosa che desideravamo entrambi.
Neppure in macchina parlammo quindi Ne approfittai per sistemarmi il trucco.

Arrivati nel parcheggio buio della discoteca mi girai verso il papà di Antonio per ringraziarlo del paesaggio ma senza neanche darmi il tempo di dire qualcosa mi diede un bacio a stampo e mi disse "va' e divertiti bimba" e scendendo mi diede pure una pacca al sedere... Inutile che vi dica che ebbi i brividi e la serata era appena iniziata.
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