Troia scopa troia

Non mi definisco per nulla omosessuale, anzi. Adoro il corpo della donna in tutte le sue forme. Non é la stessa attrazione che provo per un maschio, é completamente diverso. Sono ipnotizzato dalla figura e dalle curve femminili, che mi comunicano rifugio e sicurezza. Se poi queste curve sinuose si mischiano con la potenza e il desiderio maschile ne rimango intrappolato. É per questo che ho da sempre avuto un debole per le donne transessuali.
Questa attrazione mi ha portato in giovane età a consumare ore di pornografia di questo genere fino a che decisi di creare un profilo (mentendo sull’età) su una nota app di incontri LGBTQIA+, avevo 17 anni.
Ricevetti subito una marea di attenzioni dovute al mio finisco snello ed alle mie curve sinuose, tra queste attenzioni c’era anche quella di una dea. Si chiamava Alessandra, era una ragazza transessuale di 34 anni. Ne rimasi subito colpito, ci scambiammo subito i primi messaggi e da li capii subito che non ci sarebbero stati problemi di conversazione. Lei mi prese di testa, ritrovavo nel suo carattere tutte le peculiarità che ritenevo attraenti in una persona. Mi ci rividi molto nella sua storia, era nata e cresciuta nella mia stessa città e ha vissuto le mie stesse difficoltà nell’essere etichettata come “diversa”. La confidenza era tanta che dovetti confessarle che non ero ancora maggiorenne. Lei mi disse che avrebbe aspettato i 4 mesi che mancavano prima di uscire con me e io rispettai la decisione.
Passai quel tempo ad aspettare solo lei fino a che arrivò il fatidico giorno, mi misi in tiro per lei, andai dall’estetista per farmi le unghie e mi truccai al meglio delle mie possibilità. Guardandomi allo specchio notai una gran figa, labbra da puttana e occhi innocenti.
Mi aveva dato appuntamento in un bar sotto casa sua, quando la vidi rimasi pietrificato. Era 20cm più alta di me, spalle larghe un seno materno abbondante ed un culo che fece drizzare il mio cazzetto nelle mutandine. Aveva un fisico quasi da valchiria che faceva a contrasto con il mio fisico magrolino e dai lineamenti più femminili. Nonostante ciò aveva dei lineamenti del viso estremamente femminili con delle labbra carnose accentuate dal lipgloss.

Mi abbracciò come se ci conoscessimo da tempo e mi invitò subito a salire. Accettai senza esitare. Una volta in casa ci sedemmo uno accanto all’altra sull’ampio divano e iniziammo a parlare. Mi stava scopando con la testa, sapeva che stavo aspettando la sua mossa e mi fece eccitare non poco. Il mio buco del culo fremeva ad ogni suo piccolo movimento finché avvenne: mi prese delicatamente il collo e mi baciò.
Le nostre lingue danzarono fra le bocce e potei farle sentire tutta la voglia accumulata.
Lei mi levò il crop top che indossavo e io salí a cavalcioni su di lei. Iniziò a succhiarmi un capezzolo ed io iniziai a strusciare il mio culo da vacca sul suo pube, iniziai a gemere come una baldracca perché quello che sentivo sotto di me mi incuriosiva non poco. Mi afferrò il collo nuovamente, questa volta con più decisione e mi disse:”Vai in ginocchio cagna voglio dartelo in bocca”. Io obbedii da brava schiavetta quale sono. Lei si alzo in piedi, alzo sopra la cintura il tubino beige che indossava e che fasciava il suo splendido corpo e li lo vidi. Era in dotazione di un cazzo equino di dimensioni stupefacenti, il tanga nero non lo riusciva a contenere dallo spessore, era circonciso e ricurvò leggermente verso l’alto.
Io lo stavo aspettando con la bocca aperta e lei finalmente mi imboccò, iniziai a lavorare quel pezzo di carne meglio che potevo, roteavo la mia lingua attorno alla cappella mentre la porca mi dava della puttana, leccavo l’asta gustandomi ogni goccia dei succhi di quell’enorme cazzo, ne ingoiavo il più possibile fino a che ne ero in grado. Lei godeva, sentivo la sua nerchia fremere nel mio cavo orale. Non resistette più:” Cazzo mi stai facendo impazzire piccola” mi disse mentre mi afferrava la testa con le sue grandi mani e prendeva il controllo. Iniziò a scoparmi la gola in grande velocità, io a stento soffocavo i conati provocati da quel minchione. La bava mi colava dalla bocca al pavimento e producevo rumori osceni e gutturali.
Con le mani afferravo il suo culo quasi a voler spingerla più in profondità mentre lei mi dominava verbalmente.
“Ti piace lurida troia? Questo cazzo poi ti entrerà in culo”. “Cosi piccola inghiottilo per bene, fai stare bene il mio cazzo”.
Quando decise finalmente di lasciarmi prendere aria il mio cazzo aveva infradiciato le mie mutandine di precum. Ci spogliammo nudi, potei finalmente vedere quelle enormi tette sode e lei poté ammirarmi nella mia interezza. Mi mise a pecora sul divano e qui impiego molto tempo dedicandosi al mio piacere. Mi regalò uno dei rimming migliori della mia vita massaggiandomi in perineo prima e sditalinandomi magistralmente in successione. Il mio cazzo colava e la mia mente era in estasi. La mia figa ben preparata ormai anelava solo al suo cazzone. “Ti prego fammi tua” la implorai “il mio culo é pronto a riceverti”. Ero disperato e con le chiappe cercavo di impalarmi da solo con risultati patetici.
Finalmente decise di accontentarmi, entro piano facendomi gustare tutta la penetrazione. Il mio culo non era abituato a prendere calibri del genere e subito iniziai a godere senza vergogna. Dopo le prime botte iniziali per farmi abituare inizio a montarmi con forza. Il suo cazzo usciva fino alla cappella per poi essere riaffondato dentro di me quasi con rabbia.
Alessandra era un cavallo, sentivo i suoi grossi coglioni sbattere sulle mie palline e sul mio perineo mentre la incitavo a darmi di più, sentivo le sue cosce potenti che scaricavano su di me tutta la loro energia. Questa forza però non mi impedí di mettere in atto tra i migliori massaggi con l’ano che avessi mai fatto. “Troia, me lo stai succhiando col culo” ricordo che mi disse in preda al piacere, e subito dopo mi premiò con un risonante schiaffo sul mio culone da scrofa.
Il cavallo mi stava spaccando, la mia prostata dopo 40 minuti di stantuffata ininterrotta mi premiò con 2 incredibili orgasmi prostatici che mi fecero tremare come una foglia ma che non mi portarono all’eiaculaziome.
Cambiammo più volte posizione ed eravamo alla missionaria quando lei mi avvisò del suo orgasmo imminente. In faccia avevo stampata la più classica delle espressioni ahegao, inoltre il trucco mi era colato e avevo lo sputo di Alessandra che mi bagnava uno zigomo, in questa condizione pietosa iniziai a lavorate col culo per farle provare un orgasmo incredibile.
“Ti prego è bellissimo, vienimi dentro”. Lei aumentó se possibile l’intensità. “Ingravidami mamy ti scongiuro, mettimi incinta ho bisogno del tuo sperma caldo dentro di me”.
A questo punto sentii il suo cazzo che si gonfiava a dismisura, inizio a gemere con una voce profonda e animalesca finché dalla sua cappella fuoriuscì una quantità mai vista di sborra che mi farcì per bene il buco del culo.

“Tu non hai ancora sborrato tesoro” mi disse lei mentre ancora mi riprendevo dalla monta appena subita. “Vieni qui ti aiuto io”. Mi fece sdraiare con la testa appoggiata alle sue cosce, da lì potetti venerare quelle mammelle piene, le iniziai a succhiare come un neonato si nutre dal seno materno, mentre lei mi massaggiava palline e perineo con una mano e con l’altra mi segava il cazzetto, era stupendo. Mi sentivo completamente appagato e in pochissimo tempo mi lasciai andare svuotandomi in mano ad Alessandra gemendo come una ragazzina viziata quale sono.