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trio

Al fiume


di DiegoGiada
29.05.2023    |    13.732    |    13 9.5
"Che fortuna aveva avuto a fare un giro per controllare le zone di caccia..."
Aveva alzato la visiera del casco, le piaceva respirare l'aria profumata di fiori di ginestre. Finalmente era arrivata l'estate e stavano facendo il primo giro in moto della stagione.
Giada era eccitata; le coscie strette attorno ai suoi fianchi, la vulva aperta sul sellino della moto ascoltava le vibrazioni, era bagnata e vogliosa come quando usava i suoi giochi per grandi, i seni schiacciati contro la schiena di Marco in discesa nella mulattiera che porta alle fresche acque del fiume.
Sentiva il fluire il gorgoglio di una cascata e il forte finire delle cicale. Giada scese dalla moto e si liberò dei Dondup che le avevano imprigionato il clitoride con la cucitura durante tutto il viaggio. Aveva perfino immaginato di essere preda di un gruppo di maschiacci che le divaricavano le gambe e la masturbavano con un vibratore. Si rinfrrscò nell'acqua, le pulsazioni della sua vagina si fermarono, si stese su di un sasso levigato al sole.
Marco si tolse il casco mentre la fissava. Quella dolce diavoletta le aveva provocato una bella erezione. Per tutto il viaggio le aveva tenuto la mano sul pene e si divertiva a stringerlo man mano che lo sentiva crescere. E quelle tette dure che spingevano sulla schiena? Per non pensare al calore che emanava la sua figa, gli aveva scaldato i lombi.
Stesa sulla pietra, nuda e bagnata, era molto invitante.
Aveva scelto quella cornice naturale appartata perché aveva una gran voglia di leccarle la figa sotto al sole lontano da occhi indiscreti, ma poi anche se qualcuno fosse passato di lì era convinto che a lei non sarrbbe dispiaciuto. Non aveva indagato, ma la ragazza era piuttosto disinibita, lui però non si sentiva pronto a condividerla.
Si avvicinò e le schiuse le labbra con un bacio. Lento, le abbracciò la lingua, lei rispose baciandolo in profondità. Gli tolse la polo e accarezzò i pettorali tesi sotto la pelle morbida.
Aprì le cosce e si spinse verso di lui, il suo cazzo duro appoggiato sulla pancia la fece gemere. Lui si liberò e fissandola negli occhi si abbassò, iniziò a leccarle i capezzoli. Lei emise un sospiro fissandolo inarcò la schiena porgendogli i seni irti sotto la sua lingua insistente.
Scese si soffermò sull'ombelico, sul ventre ed iniziò a succhiarle il clitoride turgido e bagnato, le infilò la lingua nella fessura rosea, ma lei ansimava chiedendo di più così le fece scivolare anche due dita. Sentì le contrazioni sempre più forti attorno alle dita, succhiò più forte e leccò con la punta della lingua il clitoride duro finché Giada scoppiò in un orgasmo meraviglioso.
Non fece passare i fremiti dal suo corpo che avida gli slacciò i jeans, lui li tirò giù e la prese in braccio, figa aperta grondante sulla sua pancia. Non vedeva l'ora di penetrarla, ma voleva farlo in acqua. Scese lentamente sotto la cascata, lei continuava a cercare la sua lingua tenendogli il viso con le mani, il suo cazzo duro si irrigidì nella frescura dell'acqua.
Aveva bisogno del suo calore, la penetrò con violenza e iniziarono a muoversi cullati dalla corrente.
Diego aveva sentito delle urla di piacere.
Si fece largo nella boscaglia e si affacciò tra i rami di salici verso la pozza nel fiume. Vide la testa di un uomo affondata tra le cosce di una donna con la schiena inarcata nel momento del massimo godimento. Lei alzava al cielo i piccoli seni appuntiti ed urlava dei "si e ancora" gutturali. Entrambi completamente nudi, l'uomo aveva un enorme cazzo dritto. Anche il suo cazzo si irrigidì di colpo. Che fortuna aveva avuto a fare un giro per controllare le zone di caccia. Tirò giù la zip e si prese il cazzo in mano. Gli piaceva guardare gli altri fare sesso, come guardare un porno fatto solo per lui. La donna era bellissima e molto affamata di sesso, lo stava divorando con la bocca poi lo spingeva dentro la sua figa. Poteva vedere le sue natiche sode e le lunghe gambe  che si stringevano alla vita dell'uomo. Lui la prese di peso e la portò in acqua, peccato lo spettacolo non era più tanto visivo, ma restava il sonoro, lei gridava forte. Si vedeva che lui la stava sbattendo bene mentre le stringeva i seni con le mani.
Le fece scorrere lungo la schiena fino ai glutei di lei e spingendoli verso di lui a pelo d'acqua riecheggiò un "gooodooo" nel bosco.
La mano di Diego scorreva veloce sul suo cazzo, avrebbe voluto scopare anche lui quella ragazza, avvicinarsi e iniziare un gioco a tre, magari lei glielo avrebbe subito preso in bocca. Ma quello capita solo nei film porno pensò. Intanto l'uomo usciva dall'acqua e lei, lo sguardo fisso sul membro, lo prese in mano. Diego ansimò, era come se prendesse il suo.
Giada tirò fuori la lingua, quasi a far vedere quanto fosse lunga, e iniziò a leccarlo dal basso verso l'alto. Il cazzo enorme di Marco si impennò sotto i colpi della sua lingua e lei lo inghittì, succhiandolo su e giù più volte tenendolo forte con tre dita. I respiri si fecero più affannosi, lei ingorda non riusciva a fermarsi, ancora aveva il clitoride irto ed eccitato. Lo strinse tra le dita e mentre continuava a succhiare cercò di nuovo l'orgasmo, fissandolo negli occhi avrebbe goduto subito. Marco impazziva nella sua bocca, il suo cazzo e la sua testa pronti ad esplodere in mille pezzi di piacere, lei stava urlando, la figa grondava col solo cazzo in bocca e lui si lasciò andare dentro di lei in un grido liberatorio. Nel bosco si sentirono dei gemiti. Diego aveva sparso il suo seme sul terreno tra le foglie.

Giada inghittì lo sperma, aveva urlato con la gola immobilizzata dal membro di Marco in bocca e aveva sentito grida che non erano le loro. Si guardò attorno e vide poco lontano da loro delle foglie muoversi.
Un guardone, aveva sempre sognato farsi vedere e sentire scopare. Mmm...e se si unisse a noi? La sua figa non smise di pulsare, l'idea la eccitava moltissimo. Due cazzi da prendere ognuno per mano e succhiare insieme le provocò una fitta allo stomaco. Il suo corpo era totalmente d'accordo.
Lo vide uscire dai rami, il suo sguardo incrociò due occhi verdi che la fissavano. Bel tipo, pensò, moro, alto, spalle larghe su braccia forti, bicipiti da stringere durante un amplesso. Sorrise compiaciuta con la guancia destra, le veniva spontaneo anche da bambina alzare solo l'angolo destro delle bocca quando si incuriosiva.
Lui capì che poteva osare avvicinarsi. Marco aveva intuito l'interesse di lei, voleva vedere fin dove si sarebbe spinta. Lei lo guardò e visto il suo sorriso sereno ebbe un tuffo al cuore. Le stava regalando una nuova emozione. Giada si alzò e persa in quegli occhi verdi iniziò a baciare Diego, lingue che  esploravano in profondità, lui si spingeva come a cercare di raggiungerle la figa da lì.
Marco sentì un pizzico di gelosia nel cuore ed un brivido di eccitazione che malgrado il recente orgasmo gli indurí l'uccello. Fece scorrere due dita lungo la schiena di lei, si infilò nella fessura tra i glutei fino a raggiungere le grandi labbra aperte e bagnate.
Giada si dimenava eccitatissima dalla nuova situazione. Riuscì a staccarsi dalle labbra dello sconosciuto e gli cercò il cazzo tirando giù la zip dei pantaloni. Lo succhiò subito in tutta la sua lunghezza poi si fermò assaporando lo sperma rimasto. Caldo, dolce e acre, le piaceva quel sapore di maschio, le provocava pulsazioni immediate della figa. Continuò a succhiarlo, sentiva che cresceva e si induriva al passaggio delle sue labbra e della sua lingua, mentre Marco la torturava con l'indice e il medio nella figa e il pollice nel culo. Era in paradiso. Anche Diego non poteva crederci, che bocca sublime si stava godendo. La ragazza ci sapeva fare, dolce e decisa lo stava portando in estasi. Ma lui quella figa la voleva sentire godere attorno al suo cazzo, voleva essere lui a provocare le urla di piacere che l'avevano attirato. Dopo averle spinto la testa dolcemente verso di lui più volte da riempirle la gola era decisamente pronto. La fermò e uscì dalle sue labbra, Giada si alzò, Diego l'abbracciò insinuando il membro duro e dritto fra le cosce. Lei strusciò il seno sul suo petto, si aggrappò ai suoi bicipiti, alzò le cosce attorno alla vita e si infilò il cazzo in un solo colpo gemendo. I glutei aperti davanti a Marco erano un invito a cui non poteva resistere, si prese il cazzo con la mano e lo spinse nel culo di lei tenendola sul fianco con la sinistra per non perdere l'equilibrio. Lei si fermò, inclinò indietro la testa, gemette e lasciò che i due si muovessero alternativamente dentro di lei. Il bacino danzava avanti e indietro, porgendo la figa ad uno ed il culo all'altro. Le uscivano gemiti selvaggi, gli occhi chiusi in estasi e con la lingua si leccava le labbra e alternava baci all'uomo.
Che figa di burro, pensava Diego, morbida, umida e accogliente, erano così in sintonia che sembrava lo facessero da sempre. La baciò sul collo, dietro le orecchie e sentiva che la sua figa si dilatava e stringeva il suo membro pronto ad esplodere di nuovo.
I due uomini in piedi si muovevano alternativamente dentro la donna sollevata, un turbinio di sensazioni meravigliose lì portò ad un lungo amplesso fragoroso attutito dal frinire delle cicale e dallo scorrere del torrente.
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