Racconti Erotici > trio > La serata a Bologna - Le autoreggenti nere
trio

La serata a Bologna - Le autoreggenti nere


di MobilisInMobile
05.10.2022    |    12.018    |    10 9.8
"Metto Mery a quattro zampe e la cavalco per bene..."
Io e Mery abbiamo avuto sempre qualche reticenza nei confronti dei club privé e locali per scambisti. Vuoi perché non è nella nostra indole giocare “al buio”, vuoi perché prediligiamo situazioni più cerebrali o intime con coppie selezionate, sta di fatto che i locali per scambisti non ci hanno mai attirato più di tanto. D’altro canto, questi locali possiedono una caratteristica che comunque ci stuzzica molto: permettono di praticare il voyerismo. A livello di giochi erotici tra me e Mery, una cosa che apprezziamo e di cui ci viene voglia ogni tanto è l’idea di essere osservati. Non via webcam o in modo virtuale: ci intriga sapere che qualcuno, tramite una piccola finestrella o apertura, può buttare l'occhio e vederci nei nostri amplessi, avvinghiati e impegnati a procurarci piacere a vicenda. Abbiamo ogni tanto questo desiderio di essere visti e guardati ed i locali con privé permettono quindi di realizzare questo desiderio.

La prima volta che ci siamo andati è stata un’esperienza parecchio deludente: noi due soli, in un club deprimente e squallido, ci siamo imbattuti in una mandria di singoli che non hanno fatto altro che tampinare Mery e seguirci.

Dopo qualche giro stalkerati dai single e uno spettacolino di una coppia che definire orribile è fare un complimento, siamo scappati via. Sprovveduti noi che, alle prime armi, non avevamo verificato feedback o commenti sul posto.

Sono seguiti pochi altri tentativi in cui non abbiamo avuto particolare fortuna.
Ma l'ultima volta in cui siamo stati in un locale per scambisti è successo l'evento che ci ha segnato - che mi ha segnato.

Decidiamo quindi di andare in questo locale, noto ‘palazzo’ nella provincia di Bologna.
Durante l’andata, nelle quasi due orette di tragitto in macchina che ci separano, ci stuzzichiamo a vicenda per caricarci. Nulla di particolare, qualche fantasia, qualche ipotesi di come sarebbe stato, qualche sensazione che avremmo voluto sperimentare.
Mery ci tiene a ricordarmi di evitare coinvolgimenti con altre coppie, chiedendomi di attenermi al piano che ci siamo fatti.

“Certo amore” rispondo “non farò nulla di strano e farò il bravo! Lascio a te la possibilità di decidere cambiamenti o prendere iniziative dell'ultimo secondo.”
L'idea era proprio quella di vedere il posto, sperando che rispecchiasse i giudizi positivi letti in rete, rilassarci, osservare eventuali coppie, situazioni e show che il locale propone. Insomma, fare noi stessi i voyeur. Una volta belli caricati e vogliosi, ci saremmo rinchiusi in qualche stanza per giocare e soddisfarci, consapevoli dell'idea di poter essere visti.
Entrati verso mezzanotte, decidiamo di fare un giro di ispezione del locale, per vedere come è strutturato e capire come muoverci.

Mery aveva una mise decisamente provocante: una culotte brasiliana grigio perla con una trama sottilissima che la rendeva quasi trasparente e che al contempo esaltava la forma del suo fondoschiena. Coordinata alla culotte, un reggiseno a balconcino dello stesso colore con delle perline bianche sui bordi del seno. Completavano un paio di sandali grigi stile greco i cui lacci si arrampicavano fino a metà ginocchio e una pochette con dentro pochi effetti.

Il locale non è male, appena entrati si staglia il bar con scalinata annessa, pista da ballo, un bel palco circondato da una zona divanetti in cui si può muovere liberamente. Al primo piano si accede tramite una scalinata tra il bar e il palco, che porta nelle varie stanze e privé.

La serata sembra già iniziata: ci fermiamo subito a prendere un bicchiere di prosecco e, tra il pizzico di disagio per l’ambiente sconosciuto e il fatto di sembrare palesemente fuori posto, iniziamo a guardare le varie coppie assortite, le situazioni in corso, commentando tra di noi e girovagando senza una particolare meta.

Verso l’una di notte o giù di lì, la situazione al primo piano si fa decisamente calda. La maggior parte delle coppie si era già trasferita dal piano terra, occupando delle stanze e dando vita a diversi spettacoli o semplicemente girovagando per i corridoi a vedere e osservare da spettatori.

Decidiamo quindi di passare al livello successivo. Salite le scale, ricominciamo a girovagare, questa volta però in questi corridoi angusti avvolti nella semioscurità, tra parecchie altre persone, fermandoci di tanto in tanto ad osservare i diversi spettacoli che gli occupanti delle varie stanze propongono.

Stanze con diversi colori di luci si susseguono, passando per una in cui due coppie si stavano scaldando con baci e abbracci, ad una stanza dove invece vediamo una signora bendata, stesa sopra un letto e circondata da due uomini che le dedicavano le loro attenzioni. In una stanza in cui si vede un monitor acceso, vediamo delle coppie dedite a masturbarsi a vicenda guardando un porno.

Nella maggior parte delle stanze ci sono aperture o buchi in cui poter fermarsi e vedere quello che succede all’interno. Le stanze con la porta chiusa sono off-limits, quelle invece con la porta aperta accettano eventuale compagnia aggiuntiva.

Ci sono parecchie coppie e qualche singolo spaiato che sostano davanti alle varie stanze, che girano come noi e che si gustano i vari spettacoli. Qualcuno, camminandoci a fianco, allunga la mano verso Mery per sfiorarle il culo.

Continuiamo il giro, giungendo nei pressi di una delle stanze centrali, occupata da un gruppo di due ragazze e cinque o sei maschi. La stanza è ovviamente in penombra e con tenui luci soffuse, tendenti ad un rosso spento; presenta inoltre la peculiarità di avere due pareti formate solo da una sorta di griglia con buchi di forma circolare, che permette di vedere perfettamente tutto… e non solo. Anche stavolta io e Mery ci fermiamo a guardare. Al centro della stanza è piazzato una sorta di divano-letto gigante in sono ammassati tutti. Le due ragazze sono concentrate nel dispensare ogni genere di piacere ai maschi. Una completamente nuda, l’altra indossa un paio di autoreggenti nero che sostengono delle calze elaborate, molto carine, senza intimo e un reggiseno nero completamente aperto sul davanti che ha sola funzione di sostenere ed evidenziare le sue due grandi tette.
Le due ragazze sono attivissime con i ragazzi. Quella nuda stesa in centro al lettone si sta facendo scopare con foga da un tipo alquanto grosso mentre altri due, a turno, le scopano la bocca. Essendo posizionati ai suoi due lati, alla ragazza nuda viene estremamente facile reggere i loro membri, spompinandoli avidamente.

L’altra ragazza, quella con le autoreggenti e il reggiseno nero, è invece a quattrozampe che si sta facendo scopare il culo da uno dei ragazzi, prendendo anche lei in bocca l’uccello di quello che le sta davanti. Di statura bassa, è abbondante sui fianchi ma la rotondità del suo posteriore è quasi ipnotica, istigando ad essere pompato e schiaffeggiato. Completa il quadretto un terzo tipo steso praticamente sotto di lei che le lecca quelle due tettone sballonzolanti sotto i colpi che riceve.

Dalle fessure circolari delle pareti a griglia si vedono altre coppie e singoli che guardano eccitati lo show; alcuni con il cazzo in erezione che sporge dai buchi più bassi, chiaro invito rivolto alle due ragazze. Queste però hanno veramente un bel da fare con i maschietti che a turno si cambiano ruolo, passando da scopare a farsi leccare da entrambe.
Ci fermiamo così a guardare questo porno live per un po’ di tempo. Noto che Mary ha lo sguardo concentrato e fisso: trattiene quasi il fiato e non stacca minimamente gli occhi dalla scena senza perdersi un singolo dettaglio.

Io, che non resto indifferente ad uno spettacolo del genere e dal contesto in cui ci troviamo, mi ritrovo con una erezione massiccia. Ma la cosa che mi scombussola di più è lo sguardo ipnotizzato di Mery che li fissa a bocca aperta. Per quanto io sappia perfettamente che questo genere di cose non la attira minimamente, cominciano a formarmisi in testa svariati film su un nostro possibile coinvolgimento.

Provo a stuzzicare Mery dicendo: “Vedo che ti piace eh? Che ne dici, ti eccita lo spettacolino?” e facendomi più vicino e sfiorandole il sedere, le sussurro nell’orecchio “Ti stai immaginando tra loro ad aiutare quelle povere ragazze?”.

Mery non risponde, ancora con lo sguardo rapito sul gruppo da cui partono urli e gemiti di piacere. Si gira verso di me guardandomi nella penombra con uno sguardo strano e dicendomi: “Ma quella è Miriam, tua cugina!”.


“Eh?” rispondo preso del tutto in contropiede. Cerco di elaborare la sua affermazione ma ho un blocco.

“Quella nella stanza è tua cugina Miriam” insiste Mary, “Cristo Santo, guardala, non l’hai riconosciuta subito?”

Confesso di essere rimasto congelato a guardare Mery per una decina di secondi abbondanti, cercando di metabolizzare la frase che mi ha appena detto, con il cervello che cerca disperatamente di richiedere un apporto extra ed urgente di sangue per far ripartire processi cognitivi in stand-by da un pezzo. I film che mi si erano formati in mente evaporano mentre cerco di evocare l’immagine di mia cugina Miriam.

Comprendo adesso meglio che lo sguardo di Mery non è né infoiato né tantomeno rapito: è incredulo. Mi rigiro lentamente verso la stanza, appoggiandomi alle grate circolari per sostenermi. Ho quasi paura a guardare: Mery difficilmente si sbaglia su queste cose.
Nel frattempo, la situazione si è evoluta in una mischia di ragazzi sulla ragazza nuda: non riesco neanche a capire quanti ce ne sono su di lei. Alcuni che le stanno farcendo la faccia e le tette, mentre uno la sta scopando. Mi concentro, le osservo bene il viso e no, mai vista prima.

Mi sposto con timore - ed un presentimento che mi sta attanagliando lo stomaco - sulla tipa in autoreggenti nere che adesso mi dà le spalle. Dopo essersi staccata dal gruppo, la vedo di schiena alla parete opposta alla nostra mentre, occupata a leccare alcuni cazzi turgidi che escono da dei buchi, in perfetto stile glory-hole.

La osservo di spalle: il suo culo abbondante e rotondo, le gambe fasciate dalle calze elaborate sostenute dalle autoreggenti nere, la schiena nuda, le spalle, i capelli cortissimi neri e le mani che smanazzano un paio di cazzi. Noto che il reggiseno aperto è sparito.
Così di spalle non capisco, certo a livello di forme e corporatura potrei azzardare che una somiglianza c’è… ma non avendo mai visto mia cugina nuda non posso dare un giudizio certo. Ma figuriamoci dai, magari è solo una che le assomiglia molto e che Mery ha confuso, data la tenue illuminazione della stanza.

Dalla posizione in cui siamo non la vedo in volto: prendo Mery per mano e cerchiamo un altro punto di osservazione. Incurante di altre coppie che passano nel corridoio, avanziamo imperterriti verso la parete a griglia opposta. Nel punto in cui si trova, c’è una ressa di maschi, impossibile anche solo avvicinarsi. Ci fermiamo nella parete laterale, sempre piena di fori rotondi, in cui si trovano altri due o tre maschi che sono già pronti con il cazzo in erezione puntati dentro la stanza.

Mi rimetto a guardare la ragazza che sta finendo di segare e pompare un cazzo. La vedo sorridere divertita mentre lo ingoia… Sì, non c’è ombra di dubbio, è proprio la mia cuginetta Miriam. “Cazzo, è proprio lei” dico rivolgendo lo sguardo su Mary che mi sta fissando con la sua espressione ‘te-lo-avevo-detto’. “Ok brava, complimenti Sherlock, adesso però che facciamo?” le rispondo piccato. “Ma cosa cazzo vuoi fare, rimaniamo a guardare no?” mi risponde rivolgendo lo sguardo all’interno della stanza.

L’apporto sanguigno richiesto è finalmente arrivato in massa al cervello prosciugando però le mie parti intime che hanno ripiegato per una ritirata strategica, manco ci fossero meno venti gradi.

Miriam è una mia cugina di circa undici o dodici anni più giovane di me. Anzi, per meglio dire, è una cugina di secondo o terzo grado: non sono mai stato bravo a capire i vari livelli e gradi di parentela, sta di fatto che per me è sempre stata catalogata sotto la voce ‘cugina’. Vista nascere e crescere a qualche isolato da casa dei miei, mi si accavallano velocemente alcuni ricordi dell’infanzia e della gioventù. Non proprio bellina, Miriam è la classica ragazza timida, taciturna, sempre in disparte, che fa fatica a prendere l’iniziativa nel parlare per prima, taglio di capelli neri e corti da maschiaccio, bassa di statura, un po’ abbondante, con un davanzale enorme ereditato dalla madre, sempre vestita di nero e mai in modo provocante: questo è il ritratto che ho di mia cugina. Che fa a cazzotti con l’immagine di quella assatanata di sesso che si è fatta scopare a turno in un’orgia e che, non contenta, sta pure dispensato glory-hole. Vederla così è qualcosa che mina alcune mie profonde convinzioni.

Miriam, che nel frattempo penso abbia finito di soddisfare quella parete della stanza, si alza, e comincia ad avvicinarsi verso di noi, attirata probabilmente dai tre o quattro membri in tiro che spuntando dal gruppo di persone che ho proprio di fianco.

Attimo di panico: è impossibile che mi possa vedere da dietro la griglia!

Si ferma a meno di due metri da me e Mery per afferrarne uno. Dopo qualche secondo, lo lascia e si avventa su di un enorme cazzone che spunta appena dopo: il membro del tipo che mi sta proprio accanto. A meno di un metro da me e separata da una griglia forata, la vediamo afferrare e studiare questo bastone nodoso con una cappella fiammeggiante. Il tipo che è stato appena mollato le scarica una serie di insulti ed epiteti decisamente poco decorosi. Il proprietario del cazzone gigante invece apprezza il gesto, ridendo e incoraggiandola ad assaporare la specialità della casa.

A dispetto di Miriam, abbiamo una visuale sia di lei che del grosso omone dietro le quinte. Di età indefinita, con i pantaloni abbassati e la camicia aperta, comincia a dire oscenità e a dare possenti colpi di reni. Miriam, che è praticamente di fianco a me, viene scopata in bocca in grande stile, ingoiando quel bastone fino circa a metà asta. Rimango sempre basito da quello che può entrare in una bocca: considerando la statura di Miriam (molto bassa) e le dimensioni del membro che sta ingoiando (molto grosso), non mi capacito di come fisicamente riesca ad infilarlo così a fondo. A me vengono i conati di vomito se per sbaglio mi infilo lo spazzolino da denti un po’ più in profondità lavandomi i denti... Mery si lascia sfuggire invece un complimento di ammirazione “Però, che mangiacazzi la cuginetta!”.

Non posso fare a meno di notare la furia e l’ardore con cui tiene testa a quel coso enorme, quasi fosse una competizione a chi cede per primo. Mentre osservo rapito la scena, realizzo che Miriam in questo momento è l’antitesi di come l’ho sempre classificata. Da bruttina, timida e insignificante a conturbante assatanata di sesso mangiauomini. Inginocchiata a fronteggiare questo omone probabilmente il doppio di lei, con solo un paio di autoreggenti nere addosso che ne esaltano le forme generose.

I grugniti di soddisfazione dell’omone che ho di fianco sono una garanzia di qualità del lavoro svolto. Ancora diversi colpi e lo sentiamo muggire di piacere: Miriam fa appena in tempo a togliersi il cazzo dalla bocca che erutta un poderoso getto di sborra.
Mi scopro perversamente eccitato nel condividere questo momento con Miriam. A sua insaputa ovvio.

Dopo aver procurato la poderosa sborrata al cazzone enorme, Miriam si gira, si pulisce alcuni schizzi finiti sulle sue tettone e si guarda intorno, forse in cerca di un’altra preda. Per un breve momento sono tentato di tirare fuori anche io il cazzo e farmi fare una pompa da Miriam: glory-hole eseguito dalla cuginetta ignara con a fianco la moglie che guarda. Da infarto! Ma dura solo per un attimo.

Miriam viene presa per mano da uno dei ragazzi che hanno finito di torturare la tipa nuda in centro che sembra averne abbastanza. La riportano al centro del letto. Il ragazzo le dice qualcosa; vedo la cuginetta ridere di gusto e poi baciarlo. Viene quindi ributta a gambe all’aria e pompata vigorosamente sul letto mentre l’altra ragazza le si butta a fianco cominciando a leccarle le tette e baciandola.

L’omone, nel frattempo, elogia la gola di mia cugina al gruppo, aggiungendo che se potesse le farebbe provare un bel servizio completo.
Miriam invece è ritornata nel suo gruppo, dedicandosi ai maschietti sul lettone. Mi affiorano velocemente alcuni pensieri: ma uno di loro è il suo ragazzo? Grazie a dio non stiamo guardando i suoi genitori, quello sì sarebbe stato traumatico! L’inclinazione alle porcate è una caratteristica di famiglia? Ma poi, che cazzo di domande mi faccio anche io in quel momento non lo so…

Mery mi riporta alla realtà domandandomi quindi: “Ci sei?”.
Non rispondo a Mery e continuo a guardare. L’idea di qualche minuto fa di partecipare ad un tratto sembra una cosa totalmente perversa.

Rimaniamo a vedere le evoluzioni del gruppo ancora un altro po’ di tempo. L’atteggiamento che mostra, la totale mancanza di freni e inibizione, il fatto che abbia un sorriso di godimento in faccio e sia presissima dalla situazione, mi fanno dubitare che sia la stessa persona che ho in mente. Ma no, quella è Miriam senza alcun dubbio. Non che la frequenti molto - al netto di qualche festa o riunione tra parenti o qualche messaggio di auguri e buone feste - ma non ricordo di averla mai vista così presa e partecipe. Così contenta.
Miriam adesso è avviluppata in un 69 con la tipa nuda, alcuni dei ragazzi che sono già venuti si siedono in disparte sul lettone e si godono la scena. Vedo a tratti il volto di Miriam fare su e giù tra le cosce della tipa nuda distesa: sembra in estesi. Aggrappata sopra alla tipa, le sue tette compresse trasbordano mentre il reggicalze nero evidenzia le sue rotondità.

Da dietro la grata mi sembra di stare a fare il guardare come da piccolo nel buco della serratura del bagno delle femmine. Lo spettacolo è comunque appassionante e, devo essere onesto, la situazione al retrogusto di perversione, mi scatena una forte eccitazione.
Allungo una mano verso Mery in cerca della sua passera, comincio a strofinarla e intanto le passo una mano sul seno, senza staccare gli occhi da mia cugina. Mery si lascia fare senza smettere di guardare anche lei. Le infilo una mano dentro la culotte e le stuzzico direttamente il clitoride… c’è un laghetto.
Mery mi prende per mano e mi sussurra “Lasciamola divertirsi e dedichiamoci a noi”. Ci muoviamo per cercare una stanza. Ne troviamo una piccola libera, entriamo e chiudiamo la porta. In alcuni dei buchi alle pareti che permettono di vedere l’interno (ma non a livello della grata della stanza rossa), subito si scorgono delle ombre, segno evidente che ci sono spettatori.

Mery comincia a spogliarmi e a baciarmi. Ricordandomi l’originale intento di una seratina esibizionista, mi lascio andare ai languidi baci e carezze di mia moglie. Piano piano l’immagine di Miriam circondata da cazzi e sbattuta a pecora svanisce, lasciando il posto all’eccitazione nel fare sesso con mia moglie con un contorno di sconosciuti a cui mostrare un bello spettacolo.

Poco per volta ci ritroviamo nudi, a leccarci, baciarci, gemere e scopare come forsennati. Metto Mery a quattro zampe e la cavalco per bene. Mery mi fa stendere di schiena e mi scopa con foga mentre le strizzo le tette. Prima di venire si toglie e mi si siede in faccia. Non resisto… le lecco tutti i buchi. Il gusto della sua passera è nettare per me. Il sapore del suo culo è afrodisiaco. Le scopo il culo con la lingua, sapendo di farla impazzire. Lancia urletti e gemiti, poi si gira e si lancia in un pompino galattico mente io continuo a leccarle il culo.

La stanza comincia vorticare, siamo persi nel nostro mondo e nel nostro piacere, percepiamo gli sguardi dalle fessure che contribuiscono ad accrescere l’eccitazione.
Veniamo e godiamo.

Durante il ritorno a casa, non parliamo. Nonostante sia notte fonda, siamo svegli ma nessuno dei due dice niente. Il ricordo della splendida conclusione si mescola con lo stupore della scoperta di mia cugina. Sensazioni strane si sovrappongono ma che convergono verso il fatto che a ognuno piace farlo in modi diversi e in fondo, chi sono io per giudicare. Ho visto un lato di Miriam che mai mi sarei neanche lontanamente sognato, così distante e diametralmente opposto dall’immagine che avevo di lei che alla fine sembra quasi conciliarsi. Mi sembra quasi di aver condiviso con lei una parte della sua intimità.
I giorni successivi mitigano la scena che mi si era scolpita in mente. Avevo quasi deciso di scriverle qualcosa al riguardo, una cosa del tipo “Ciao cuginetta, complimentarmi per la performance!” o “Volevamo salutarti ma avevi cazzi in tutti i buchi” ma fortunatamente Mery mi convince a desistere. “Ascolta, Miriam, da come la ricordo, è una ragazza estremamente timida, se le scrivessi una cosa del genere magari potrebbe entrare in panico o preoccuparsi. Lascia proprio perdere e non ne parlare” aggiungendo “E poi dai, le scriveresti davvero una cosa del genere? ‘Volevamo salutarti ma eri impegnata in un’orgia’… ma per favore!”. “Come al solito, hai ragione” replico, accantonando definitivamente l’idea.



Passano i mesi e il fatto viene messo in disparte. Rimane vivo in me solo il ricordo della schiena di Miriam e di quel reggicalze nero che le fascia i fianchi evidenziandone il bel culone nudo: è la nuova immagine che ormai associo a mia cugina.

Arriviamo dunque ad uno dei periodi dell'anno per me più difficili e stressanti: le feste di Natale, con tutte le cene e pranzi con parenti che ne consegue.

Come da trazione, i miei genitori organizzano sempre una serie di pranzi con i vari cugini, zii e parentado vario durante le feste di Natale. Pranzi che solitamente mettono a dura prova il fisico ed il fegato. Ci ritroviamo quindi come di consuetudine a tavola a casa dei miei con un bel po’ di persone, tra le quali anche Miriam e i suoi genitori.
Durante il pranzo, io e Mery sediamo a poca distanza dalla cuginetta, che è posizionata nel lato opposto al nostro, tra sua madre e una zia di qualche grado che vedo solo durante le feste. La madre di Miriam è la classica signora che non smette un secondo di parlare, con un carattere solare e sempre allegro ma abbastanza bigotto e datato, diametralmente opposto alla figlia che invece se ne sta sempre in disparte, taciturna e con un’aria sconsolata.

Osservandola, si ha sempre l’impressione che vorrebbe essere in qualsiasi altro posto che non dove si trova. Durante il pranzo spiaccia si e no qualche frase svogliatamente, dicendo poche parole che si possono contare su una mano.

Miriam è vestita esattamente proprio come mi aspettavo: pantaloni neri, un maglione scuro anonimo e abbondante che le casca abbastanza male da cui spunta il colletto di una camiciola bianca. Zero appeal, eroticità non pervenuta. Praticamente anni luce di distanza da come continua ad apparire ai miei occhi, nuda e con solo con il reggicalze nero addosso a fasciarle i fianchi.

Per un attimo mi domando se non abbiamo visto una sua sosia quella notte...
La osservo mangiare a stento l’antipasto di pesce piluccandolo svogliatamente con la forchetta, mentre si ripete in loop nella mia testa la scena di lei che si caccia avidamente in gola un gigantesco pistolone nodoso.

Un calcio da sotto il tavolo - il primo di molti - mi distoglie dai miei pensieri mentre Mery mi sussurra a denti stretti “La stai fissando, piantala!”.

Il pranzo prosegue liscio, tra discorsi sovrapposti, frasi colte a tratti, gare a chi parla più forte e interventi che si accavallano. Ad un certo punto del pranzo, sento mio padre seduto a capotavola che chiede – o meglio urla – a Miriam se ha finalmente trovato un ragazzo con cui divertirsi; delicatissimo!

Tendo le orecchie, vedo che anche Mery, presa in un’altra conversazione, è interessata alla sua reazione.

Miriam, ovviamente in imbarazzo, spiaccica qualche parola che no, non frequenta nessuno, non ha ancora trovato un ragazzo. Mery mi scocca un’occhiata e mi sussurra “Uno no ma forse un paio contemporaneamente sì”. Che stronza.

Interviene prontamente la madre bypassandola, spiegando per filo e per segno che no, non ha il ragazzo, che frequenta solo un’amica del cuore, che dovrebbe uscire di più, che non deve stare davanti al computer o al cellulare e che bla bla bla.

Miriam si isola di nuovo mettendo praticamente la faccia nel piatto.

“Beh”, intervengo interrompendo la madre “non è che è davvero importante trovare un ragazzo di questi tempi. L'importante è divertirsi e viversela bene la vita... Oramai non siamo più negli anni Cinquanta, dove una ragazza veniva etichettata come zitella se non trovava il marito e cominciava a figliare a venti anni.” Nel dirlo, cerco di intercettare lo sguardo di Miriam senza successo “E poi dai papà, saranno anche cazzi suoi no?” rivolgendomi a mio padre.

L'argomento sfocia quindi in una discussione sulle nuove generazioni ed i valori che non ci sono più e altre puttanate del genere. Miriam mi guarda di sfuggita e accenna un timido sorriso, a cui rispondo con un occhiolino.

Il pranzo prosegue animandosi sempre più, il bello dei miei parenti è che sono dei gran casinari e dopo i fiumi di vino e l'ottimo cibo, l'atmosfera vira sempre sull'allegro andante. Verso il pomeriggio, si passa quindi nella modalità bisca clandestina con le partite a carte tra zii e cugini, vero elemento di divertimento - talvolta estremo - di tutto il parentado.
Le donne cominciano ad alzarsi dal tavolo, alcuni si trasferiscono in cucina, altri rimangono seduti a parlare, i più piccoli vanno a giocare o a guardare la tv.

Io ne approfitto per salire al primo piano, nella mia vecchia camera, orami quasi convertita nel secondo studio di papà. Mi stendo sul mio letto con il cell in mano per un paio di minuti di relax, cercando di riprendermi.

Mentre scorro su qualche social, alzo gli occhi e mi accorgo che Miriam è appoggiata allo stipite della porta e mi sta guardando.

Mi siedo sul letto cercando di ricompormi.

"Sai che vi ho visti, tu e Mery, mesi fa al XXX che scopavate chiusi in una delle stanze del privé?"

MACCHECCAZZ...!

Esordisce così di getto, senza preamboli, senza problemi, con un sorrisetto timido - timido? - sulle labbra, come se mi avesse appena detto che ci aveva visto al supermercato.

Mi agito un attimo, mi alzo, la afferro e, dopo aver chiuso la porta, la siedo sul letto vicino a me.

“Senti Miriam, innanzitutto complimenti per la schiettezza per avermelo detto così direttamente. Poi, ti faccio notare che se non mi vedi sorpreso dalla tua sconvolgente rivelazione è perché SAPPIAMO che c’eri anche tu quella notte in quel locale...”
“Mi avete visto?”

Rimango ad osservarla interdetto. Nella domanda che mi pone non c’è alcuna traccia di pudore o malizia, anzi, è detta in modo talmente naturale e semplice che sembra quasi un’affermazione, una domanda scontata di cui conosce perfettamente la risposta.
“Certo che ti abbiamo visto, siamo rimasti un bel po' a goderci lo spettacolino. Anzi, se devo essere onesto, ti faccio i miei complimenti, ti sei data da fare parecchio, hai dato del filo da torcere a tutti, amici del tuo gruppo e non!”.

Miriam non fa una piega e continua a sostenere il mio sguardo senza problemi.
Onestamente non la capisco davvero: a pranzo, per qualche domanda sulla sua vita sembrava volesse sotterrarsi, ora invece regge tranquillamente il mio sguardo noncurante del fatto che l’abbiamo sgamata in un'orgia...

Il suo silenzio continua, mi sento in dovere di dire qualcosa.
“Senti Miriam, da parte mia e di Mery non ci facciamo problemi per questo genere di cose. Anche a noi piace ogni tanto trasgredire, magari con qualche coppia o frequentando qualche locale del genere. Certo, non siamo proprio degli habitué e non è nelle nostre corde fare orge del genere, ma non ci scandalizziamo né tanto meno ti giudichiamo per questo.”

“Ti chiedo solo di non accennare a nessuno questa cosa.” Mentre lo dico mi rendo conto che sono io che sto tentando di giustificarmi con lei; la richiesta poi di non dire nulla mi suona veramente stupida non appena la dico.

“Tranquillo, non dirò niente a nessuno, non ho molti amici” mi risponde semplicemente “tranne Sonia, la mia migliore amica, quella che hai visto con me.”

Miriam mi spiega, senza alcun imbarazzo, che con Sonia ha condiviso le prime esperienze sessuali; non essendo adatta a socializzare, ha iniziato a fare sesso con la sua sola e unica migliore amica. Con Sonia, in una condizione simile alla sua, si sono trovate e stanno bene, si capiscono perfettamente. Non che sia lesbica, per quanto le piaccia fare sesso con una donna, adora scopare con i maschi, le piace il cazzo. È solo che non è assolutamente in grado di rapportarsi socialmente ad altre persone. “Sono fatta così.” mi dice.

Mi spiega che inizialmente fare sesso con Sonia era bello ma volevano provare qualcosa di più. Mi racconta che, quasi per scherzo, hanno iniziato fantasticando su una cosa a quattro con altri due maschi. Sonia, la più intraprendente, ha quindi cominciato a selezionare dei ragazzi singoli, su un sito di annunci.

Da lì, hanno fatto molte esperienze, hanno conosciuto diverse persone e alla fine hanno trovato un piccolo gruppetto di tre/quattro ragazzi con cui si incontrano ogni due mesi circa.

“Non lo facciamo molto spesso, ma quando abbiamo voglia per lo meno sappiamo di poter contare su persone fidate” mi spiega “Inoltre, con loro non mentiamo e non dobbiamo fingere, ormai ci conoscono da un po' e sanno cosa vogliamo. E noi sappiamo come comportarci con loro. Senza finzioni.”

È quel ‘senza finzioni’ che mi lascia l'amaro in bocca.

Passiamo un altro po’ di tempo insieme, in cui Miriam mi confida qualche altro dettaglio del suo rapporto con Sonia e con questo gruppo, di come le coinvolgano per serate del genere e di come a volte siano proprio loro due a proporre o richiedere qualcosa di particolare.
Veniamo interrotti dalla porta della camera che si apre e da cui spunta la testa di Mery: quanto ci vede seduti vicini sul letto sgrana gli occhi dalla sorpresa.
“Hey, ti stavo cercando, sei sparito” mi dice con studiata cautela.

“Vieni a sederti qua un attimo” le rispondo.
Mery indugia un attimo, poi entra chiudendo la porta e si siede sul letto a fianco a Miriam, sempre con fare guardingo.

“Miriam deve dirti una cosa” esordisco.
Mery ci sta studiando, passando il suo sguardo interrogativo tra me e mia cugina, sento che vorrebbe chiedermi che cosa ci siamo detti e se ho accennato a qualcosa di quella sera, quando Miriam le posa una mano sulla gamba e le dice “Stavo raccontando di come io e Sonia, la tipa che era insieme a me al XXXX, abbiamo conosciuto alcuni dei ragazzi che avete visto quella notte. Li frequentiamo da un po’ sono i nostri tromba-amici, di tanto in tanto organizzano delle feste e io e Sonia partecipiamo volentieri. Altre volte siamo noi che li invitiamo per una bella scopata tutti assieme.”

Vedo Mery sbiancare; la anticipo dicendole subito “Pensa che Miriam è entrata in camera dicendomi subito che ci aveva visto scopare al XXXX quella notte in cui abbiamo visto lei. E non si è fatta troppi problemi nel dircelo.”

Mery rimane a bocca aperta, si riprende e ribattere “Ah davvero? Ci hai visto scopare? Beh, mi pare giusto, dato che noi ti abbiamo visto scopare una mezza dozzina di uomini...”
Miriam sorride e ripete quello che mi ha raccontato, ripetendo a Mery più o meno le stesse cose. Quella sera, ci dice, il gruppo aveva fatto una sorta di sorpresa ad uno dei ragazzi che compiva gli anni: anche se non amano frequentare i club, preferendo l'intimità della casa di uno di loro, quella sera sono andati in un privé per festeggiare il compleanno di uno di quei ragazzi, facendogli una sorpresa a sua insaputa.

Parliamo in modo del tutto naturale, senza maschere o sotterfugi. Ci disarma la semplicità ed il modo quasi innocente che ha Miriam di raccontarci queste cose.

Mai avrei pensato di condividere pensieri o discussioni del genere con lei seduta sul mio letto e con accanto mia moglie.

Mi viene in mente il pensiero perverso che ho fatto sul glory-hole con a fianco Mery... e sento arrivare un'erezione.

Miriam ad un certo punto, guardando negli occhi Mery, dice “Sai, vi invidio molto. Quando vi ho riconosciuto, mi sono fermata a vedervi scopare. Per me si tratta solo di sesso, estremo a volte, ma senza alcun coinvolgimento emotivo. Mentre vi guardavo invece, vedevo passione.”

Vedo Mey che le posa la mano sulla sua.

“Quella notte,” continua “quando ti ho riconosciuta mentre stavi sopra la sua faccia, sono rimasta lì ad osservarvi. Non avete fatto uno show per gli altri, eravate lì solo per voi due. Si vedeva quanto eravate presi. Nonostante fossi distrutta e completamente esausta, avrei voluto molto unirmi a voi due. Sono stata tentata di entrare ma non ne ho avuto il coraggio. Non volevo rovinarvi il bel momento. Vi ho davvero invidiato.”
Le ultime parole le dice sussurrandole, con la testa china.

Non so bene che dire, vedo anche Mery in confusione. Sono senza parole, a pochi centimetri da lei, con il cazzo che comincia a pulsare dalla tensione.

Miriam invece non mostra alcuna reazione, si limita a fissare il pavimento.
Poi la mia mano si posa sulla sua gamba e comincio ad accarezzarla anche io, fino ad incontrare la sua mano, che afferro e stringo forte.

Mery smette di accarezzarla e le cinge il collo in un abbraccio.

Miriam ha la testa affondata nell'abbraccio di Mery, che le accarezza il collo, sui capelli corti.

Rimaniamo tutti e tre così qualche minuto, in silenzio, rotto solo dai rumori e dal casino che proviene dal piano terra.

Poi Mery le solleva la testa e le dà un bacio in fronte, con quel suo sorriso che ti scioglie e che ti scalda.

Miriam la fissa in volto, circondata ancora dalle braccia di Mery e con la mia mano che stringe la sua sinistra.

Sento divincolare la piccola mano di Miriam dalla mia presa per afferrarmi la mano, invertendo le posizioni: è Miriam adesso che mi stringe la mano.

Si sporge verso Mery e la bacia in bocca: un bacio timido, esitante quasi furtivo.
Rimango ipnotizzato a guardare la scena, ora sono io che mi sento in confusione.
Mery, forse presa in contropiede, si ritira un attimo.

Miriam si stacca e guarda Mery, accarezzandole il viso; poi, con una mossa lenta, afferra il braccio di Mery e la attira a sé, cingendosi i fianchi e ricreando l'abbraccio di prima, solo non al collo.

Nel farlo si gira completamente verso Mery lasciando una gamba accavallata sul letto, portandosi praticamente quasi in braccio suo.

Mery, che stacca Miriam di più di quindici centimetri d'altezza abbondanti, se la ritrova praticamente in braccio.

Miriam, con la mano destra, arriva all'altezza della testa di Mery, la attira a sé e la bacia, questa volta con un bacio ardito, più passionale.

Si porta invece la mano sinistra, con cui continua ad afferrare la mia mano, alla pancia, praticamente trascinandomi.

Mi sistemo anche io dietro Miriam e le cingo la vita.

La mano di Miriam mi guida su un suo seno, che sento pieno e grosso: lo afferro, riuscendo a malapena a racchiuderlo in una mano.
Con l'altra mano accarezzo Mery a mia volta.

Essendo seduto a cavalcioni del letto, non posso fare a meno di appoggiarmi sul fondoschiena di mia cugina, a cui faccio sentire che non sono per nulla indifferente alla situazione.

Mery, intanto, si sistema alla meglio anche lei, cercando di divincolarsi dall'abbraccio forzato di Miriam e sistemandosi con le gambe come meglio possibile.
Miriam si dimostra una piccola furia, è piccola ma, cazzo, ne ha di forza...
Come un flash, mi viene in mente la situazione in cui l'abbiamo vista tenere testa a due che la montavano assieme, pensando che probabilmente di esperienza ne ha da vendere. Cosa che non fa altro che aumentare il grado di eccitazione, rendendo il mio cazzo di marmo.

Nel turbinio di baci che ne segue, mi ritrovo ad infilare una mano nella scollatura del maglione abbondante di Miriam.

Navigo tra la camicetta e il reggiseno, fino a quando non incontro il bordo e tocco la sua pelle. Mi insinuo sotto e finalmente le afferro per bene il seno sentendo tutta la sua pelle, fino a raggiungere i capezzoli, belli turgidi a quanto pare.
Ha delle tette veramente enormi, da impazzire. Avrei voglia di affondare la faccia in mezzo e leccarle tutte.

Nel frattempo, cerco di esplorare con l'altra mano le gambe di Mery non avevo fatto il conto che le calze sono intere, impedendo ogni altra azione.

Miriam ad un tratto si stacca da noi, si alza dal letto e prende Mery per mano.
Finalmente Mery è in piedi e non in quella posizione scomoda in cui si trovava. Non fa in tempo a realizzare però cosa sta per accaderle.

Con una mossa esperta, Miriam la fa appoggiare alla porta di camera mia, le blocca la gonna con una mano e si prepara ad abbassarle i collant.

Vedo Mery che si trattiene la gonna ed esclama “No, non qui, non adesso”.
In un momento mi ritrovo al loro fianco e do un giro di chiave alla porta: poi blocco le mani di Mery cingendomele alle mie spalle e la bacio.

È una goduria sentirla dimenarsi così.

Mery prova ancora a fermarmi con un altro “No!”. Prova anche a divincolarsi ma, al netto della poca resistenza che fa, è bloccata da me sopra che le immobilizzo le mani e la bacio. Miriam invece la blocca da sotto tenendole la gonna alzata e finendo di tirarle giù collant e mutandine con l'altra mano.

Il fatto che ha ancora gli stivaletti addosso, fa sì che una volta abbassati, collant e mutandine blocchino i suoi piedi come se fossero legati.

Mery prova a dimenarsi un altro po’, rinunciando a fare resistenza quando capisce che non la lasciamo andare.

Vedo affondare Miriam tra le cosce di Mery.

Come ci ha detto, ha iniziato i primi passi nel mondo della sessualità con rapporti lesbici con la sua amica: da come vedo reagire Mery, penso abbia imparato molto bene.
Dopo un paio di colpi di lingua e di affondi, sento Mery spalancare bene le gambe e smettere di resistere.

Mia cugina è immersa nella figa di mia moglie, con una mano che le tiene sollevata la gonna e l'altra che le scorre il culo e le gambe.

Provo a baciare Mery ma si scosta, non vuole. Forse è arrabbiata con me per averla bloccata a tradimento?
Uhm, bisognerà farsi perdonare.

Mi abbasso all'altezza di Miriam e mi metto ad osservarla: da dei leggeri colpetti ritmati con la lingua al clitoride di Mery, per poi affondare dentro del tutto.

Colpetto-colpetto-colpetto-affondo.
Colpetto-colpetto-colpetto-affondo.

Mi metto accanto a lei, la sposto gentilmente e comincio a leccare anche io la passera di mia moglie.

Sento Mery impazzire e bagnarsi completamente.

Io e Miriam ci alterniamo a leccarla. Tra la mia saliva, quella di mia cugina e gli umori di Mery, in poco tempo abbiamo la faccia bagnata.

Poi ad un certo punto Miriam si gira e mi bacia: prima piano, poi ficcandomi la lingua in gola.

La scarica di un fulmine probabilmente mi avrebbe fatto meno effetto.

Sono scioccato.

Non per il fatto di averla vista baciare mia moglie. Nemmeno per aver condiviso la passera di mia moglie con lei. O per il fatto di averla vista in un’orgia o dispensare glory-hole a sconosciuti.

Sono scioccato per il fatto che ho appena limonato mia cugina.
Sento il retrogusto della figa di Mery sulla sua lingua.

Miriam riprende a leccare Mery con rinnovata foga; nel farlo, con una mano raggiunge la mia patta e tasta la mia erezione.

Ho il cazzo che sta per esplodere.

Sento Mery che nel frattempo mi afferra per i capelli. Ad alcuni colpetti di lingua di Miriam, mi strattona forte i capelli quasi volesse staccarmeli.

“Cazzo Mery, mi fai male” vorrei dirle ma... niente, lascio stare e decido di stare zitto, me lo merito, fai quello che vuoi.

Mi alterno ancora a Miriam nel leccare la figa sbrodolante di Mery, che adesso sta aprendo oscenamente le gambe per favorirci meglio l'ingresso.

Infilo un paio di dita, che entrano senza la minima resistenza da quanto è iper-lubrificata. Visto che ci siamo, mi sposto un po’ più sotto con la testa e le ficco la lingua nel culo.
Mery, si regge di schiena appoggiata alla porta, con le gambe spalancate ma bloccate dalle calze e mutandine sotto. Con molta fatica, le sfilo uno stivaletto gamba dallo stivaletto. Finalmente libera, apre, o meglio spalanca, la sua gamba destra. Come una ginnasta acrobatica, porta il suo metro di gamba a poggiare sopra al tavolino lì vicino. Sembra stia facendo un esercizio di danza alla sbarra.

Io e Miriam, sotto, rimaniamo incantati dalla sua passera e dai suo culo.

Io mi prendo il culo, Miriam la figa, e con una doppia penetrazione di lingua ritorniamo a leccare Mery che a stento trattiene mugolii di piacere e godimento.

Sentiamo bussare alla porta “Miky sei qui? Tutto a posto? Ti senti bene?”

Mery si porta le mani alla bocca soffocando un urlo.

Miriam si ferma e la guarda dal basso quasi divertita.

“Sì mamma, tranquilla, io e Mery ci stavamo, ehm… riposando cinque minuti sul letto, adesso scendiamo...” cerco di dire simulando una voce normale.

“Ah ok, a posto allora, scendete quando volete” risponde mia madre.

Attimi di sospensione in cui ci guardiamo in silenzio senza fiatare, sentendo mia madre che scende dalle scale.

Mery, appoggiata alla porta con le gambe spalancate e con un rivoletto di bava e umori che le colano dalla passera.

Io e Miriam ancora inginocchiati interrotti sul più bello mentre stavamo leccando il culo e il clitoride di Mery, con la faccia praticamente bagnata dei suoi umori.
Ci ricomponiamo velocemente.

Mery si riassetta il vestito e si rimette le calze e mutandine.

Miriam si sistema il maglione e la camiciola, sedendosi sul letto e guardandoci.

Cerco di ritornare in me, come se non avessi appena smesso di leccare la passera a mia moglie insieme a mia cugina. Mi fa male il cazzo da quanto pulsa ed è gonfio.

“È stato molto bello ragazzi. Voi due siete una coppia davvero speciale.” aggiunge sussurrandolo.

Mery non risponde, si gira per far finta di continuare a sistemarsi e non mostrarci il suo imbarazzo. Io non so bene cosa dire in questo momento, ho la mente annebbiata.
Vorrei dire una frase ad effetto come si vede nei film, una cosa del tipo “Continua a cercare e non perdere mai la speranza” o “Non può piovere per sempre” ma non mi viene nulla.
Mi esce solo un “Sai, eri davvero uno schianto nuda con addosso solo quel reggicalze nero, hai fatto impazzire tutti, anche noi!”.

Finalmente le strappo un sorriso.

Vedo anche Mery trattenere un sorriso a stento.

Quando usciamo dalla mia camera, non posso fare a meno di pensare a quante volte io e Mery - da giovani - l'abbiamo fatto là dentro, alcune con il rischio di essere scoperti dai miei.

Quando torniamo giù io e Mery ci disperdiamo subito, con mia madre che mi lancia un'occhiataccia come per dire “neanche da sposati riuscite a fare a meno di imboscarvi?”. Vabbè, da qualcuno avrò preso.

Quando scende Miriam invece, nessuno la degna di uno sguardo, probabilmente non hanno manco notato la sua assenza.

Stiamo ancora un po' a parlare e a discutere come se non fosse successo nulla, anche se nella mia testa infuria una lotta nel cercare di apparire normale. Nella mia testa e nei miei boxer.

Nel tardo pomeriggio inoltrato, il parentado comincia a defluire via. Le lente operazioni di imbarco sono seguite dai soliti convenevoli: baci, abbracci, buone feste, cerchiamo di trovarci non solo in queste occasioni, buon anno, ti chiamo io, è stato bello, arrivederci.
Vedo Miriam di sfuggita, ha di nuovo quell'espressione neutra in faccia, per lo meno non mi sembra triste come mi sembrava all'inizio.

Quando io e Mery la salutiamo, baciandola sulle guance a turno, arrossiamo entrambi. Mi sembra quasi di sentire il profumo della figa di Mery. Il mio cuore accelera i battiti.
Sentiamo un “a presto ragazzi” sussurrato.

Sulla strada del ritorno a casa, faccio fatica a concentrarmi nella guida. Sono stordito dal vino, dal pranzo, dall'immagine di mia moglie a gambe aperte e di me e di mia cugina accucciati a leccarla sporchi dei suoi umori.

Il suo bacio poi mi ha sconvolto fino nelle viscere, lo sento ancora, come qualcosa di peccaminoso, incestuoso e oscenamente bello.

Ho un evidente bozzo sui pantaloni, una voglia irrefrenabile, sono su di giri ma allo stesso tempo mi sento spossato e distrutto.

Mery è invece assorta. Alla fine, esordisce con “Tua cugina è come il dottor Jekyll e Mr. Hyde. La guardi inizialmente e la vedi come una timida ragazza e un po' scialba; il momento dopo si trasforma in una furia del sesso, una cagna in calore, una zoccola assatanata, una ninfomane insaziabile...”, e sorridendo aggiunge “mai vista una tipa così, adesso capisco perché si trova bene in quel gruppo, almeno in quattro o cinque dovrebbero riuscire a saziarla!”.

Mentre commenta, sentiamo un trillo provenire dai nostri telefoni, Mery controlla e poi mi mostra il monitor del suo cell: nuova chat di gruppo WhatsApp in cui Miriam ha aggiunto me e Mery, seguita dalla domanda “Avete impegni stasera?”

Mery si gusta la mia espressione di stupore, poi si avvicina e mi sussurra simulando una vocina in falsetto: “Hai impegni per stasera cuginetto? Vorrei assaggiare anche il tuo cazzo oltre alla figa di tua moglie!”.

“No, non mi pare che abbiamo impegni, giusto Mery?”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La serata a Bologna - Le autoreggenti nere:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni