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L'adolescenza di Serena 2


di Salina
07.04.2024    |    10.147    |    19 9.6
"“Brava cuginetta” le disse lui..."
I due giorni successivi passarono tranquillamente. Serena cercò di sfruttare quanto più possibile le ore di sole in spiaggia. Sfidò lo zio ad estenuanti sfide a tennis, giocò a carte con la zia, che si era rivelata assolutamente imbattibile, e si avvicinò di più a suo cugino Giacomo sfidandolo a gare di tuffi dal piccolo molo del porticciolo. Avrebbe fatto qualunque cosa per distrarsi da ciò che era accaduto nei giorni precedenti e ci riuscì, ritrovando per un pò il gusto della spensieratezza della sua giovane età, la voglia di sole e di mare ebbe il sopravvento, era allegra e sorridente come mai lo era stata.

Quegli strani pensieri che l’avevano tanto scombussolata sembravano sopiti, improvvisamente sepolti dalla voglia di godersi una vacanza tranquilla.

Eppure, bastò pochissimo per farli tornare prepotentemente a galla, fu sufficiente rivedere Luigi e la sua ragazza per farle capire che quella strana curiosità che provava nei confronti di suo cugino era ancora viva e pretendeva di essere esaudita a tutti i costi.

Fu poco dopo cena del quarto giorno che la vacanza di Serena si complicò. Stava tornando a casa dopo essere stata al piccolo minimarket del paese. Sovrappensiero, si accorse di aver sbagliato strada e aveva perciò dovuto tagliare attraversando il piccolo parco giochi a quell’ora già deserto. Improvvisamente si sentì chiamare da una voce e si rese conto che a chiamarla era proprio Luigi. Il cugino era seduto su una delle panchine in compagnia di suo fratello Giacomo.
“Guarda chi si vede” disse a gran voce Luigi. I due cugini stavano bevendo una birra. “Buonasera cugina”.
Serena arrossì subito, la prima cosa che le venne in mente come un flashback fu la prima sera nella sua stanza. Realizzò per fortuna che lui non poteva sapere che lei in quell’occasione lei avesse origliato mentre faceva sesso con la sua ragazza, perciò cercò di tranquillizzarsi.

“Buonasera”, rispose gentile Serena, che indossava dei cortissimi pantaloncini e una magliettina bianca aderente.
“Non ti abbiamo vista molto in questi giorni” insisté Luigi.

“Lo so, sono stata impegnata” rispose evasiva Serena.
“Ho pensato che forse la mia compagnia non ti piacesse!” la rimproverò quasi Luigi.
Serena si affrettò a rispondere, negando quell’ipotesi con grande convinzione.
“No assolutamente. E’ solo che…. qui ci sono tante cose da fare” disse sorridendo timidamente.
“Non c’è problema” continuò Luigi “quando vuoi sai che sono qui!” disse rassicurandola. E poi aggiunse: “Siediti un po’ qui con noi, su. È ancora presto, facciamo due chiacchiere”

Serena a quella proposta sobbalzò, qualcosa le sussurrava che non avrebbe dovuto sedersi con loro, lottò strenuamente con la sua coscienza ma ben preso l’istinto ebbe la meglio e si avvicinò ai due cugini. C’era qualcosa che l’attraeva come un magnete.

“Grazie, però solo un minutino”.

“Ma certo” le disse ora Giacomo facendole spazio in mezzo a loro.

Serena si sedette, ma la sua timidezza sembrava avere la meglio. Posò le mani sulle gambe e bevve un sorso della birra che Giacomo le offrì.

“Allora? Che hai combinato di bello in questi giorni?” riprese Luigi, che quella sera indossava dei pantaloncini corti e piuttosto stretti.
“Niente di particolare” rispose Serena. “Ho fatto qualche bagno, giocato a tennis, le solite cose” e sorrise impacciata.
“Ma…e niente nuove conoscenze? Nessuna conquista? Una bella ragazza come te! Non ci credo” disse simpaticamente Giacomo.

Serena non si aspettava quella domanda e arrossì in men che non si dica. Abbassò un po’ lo sguardo e rispose: “No, non ho conosciuto tanti coetanei”.

Luigi non si fece perdere l’occasione e ribatté con grande entusiasmo: “Ma questi ragazzi di oggi a cosa pensano? Io ti avrei corteggiata per tutta la vacanza!” e gettò al fratello uno sguardo d’intesa.
”Ma certo, anche io. Non è facile imbattersi in ragazze così carine e simpatiche” rincarò la dose Giacomo, guardandole le cosce nude, i pantaloncini che si schiacciavano aderenti a ridosso della fighetta e le tette evidenziate dalla magliettina stretta.

Serena, confusa da tutti quei complimenti, non sapeva bene cosa rispondere. Era intimidita e allo stesso tempo inorgoglita da quei complimenti maschili e gentili.

Luigi non fece attendere la successiva abile mossa, sapeva che doveva agire in fretta, ormai l’attimo andava colto. “Ti ricordi l’altro giorno in spiaggia? Quando Giacomo non c’era. Gli ho detto di quanto ti stava bene quel costume, ma non immaginavo che anche con questi semplici pantaloncini potessi stare così bene! Vero Già?”

“Assolutamente” rispose il fratello maggiore.

“Facci vedere un po’ meglio, su” le disse Luigi.

Serena a quelle parole sobbalzò. Ma non passarono che pochi secondi che si alzò dalla panchina e rimase in piedi davanti ai due cugini che le guardavano le cosce. Su richiesta di Luigi si girò, mostrando ai due maschi quel culetto delizioso, le chiappette che uscivano un poco dai bordi dei pantaloncini.
“Hai davvero un culetto delizioso” provò a osare Luigi. Serena divenne rossa come un peperone e rispose con un grazie educato.
Giacomo afferrò la palla al balzo: “Sono sicuro che in giro sono in parecchi a guardartelo” le chiese.
Serena, ancora in piedi in mezzo ai due rispose: “Bè si, capita che in giro i maschi guardino”.
Quel discorso cominciava a darle dei brividi, capì che le piaceva parlare del suo corpo e dell’effetto che provocava.
“E non dirmi che non ti fa piacere!” le disse Luigi.

Serena sorrise un po’ impacciata: “Un po’ fa piacere perché comunque vuol dire che piaci” rispose pronta.
Ormai il discorso era entrato in una zona che fino a poco tempo prima era off-limits.
“Ottima considerazione” la esortò Giacomo “non ti nascondiamo che per noi ragazzi guardare è una cosa impossibile da evitare”

“Di certo fate a tutti noi un certo effetto!” disse ridendo Luigi e guardando Giacomo, il quale rispose a tono: “Certo, è vero. Un grosso effetto direi”

A quella parola Serena divenne bordeaux e sperò che i due cugini non lo notassero.

Ma Luigi continuò imperterrito, sapendo che la ragazzina moriva dalla voglia di continuare quel discorso anche se per ovvi motivi di pudore non poteva darlo a vedere.

“Scusalo Sere, se ne esce sempre con queste battutacce” e sorrise a Serena, che intanto si era seduta. “Si trattano così le cugine?” disse con tono di divertito rimprovero a Giacomo.

“Era solo una battuta!” rispose Giacomo “e forse Serena non l’ha neanche capita”. Serena era del tutto confusa, si trattava quasi di una domanda diretta a lei e non sapeva assolutamente cosa rispondere. Si rese conto però che, del tutto istintivamente, nel momento in cui Giacomo terminava la frase, il suo sguardo si posò sui pantaloncini di Luigi, alla ricerca di quel gonfiore che tanto l’aveva attirata qualche pomeriggio prima.

Era fatta, pensò Luigi, che si era accorto dello sguardo della cuginetta. Mancava solo qualche frase ben assestata e l’avrebbero cotta a puntino così disse, di slancio: “Eddai Già, Serena non è né una bambina né una scema, certo che ha capito la tua battuta, vero Sere?” e si girò sorridendo alla ragazza.
“Non saprei” disse quasi balbettando Serena.

“Insomma, è una cosa normalissima, che capita a tutti i maschi su” disse Luigi.

Fu Giacomo a scoccare il colpo finale “E che credo stia accadendo anche a te!” le disse divertito indicando il pacco del fratello.

Serena non resistette e a quelle parole diresse il suo sguardo sui pantaloncini di Luigi, che erano improvvisamente diventati più gonfi e pieni.

Luigi la guardò e le sorrise. Ci fu un attimo di silenzio generale. Vide nello sguardo di Serena una curiosità e una voglia che neanche lei sapeva di avere. Capì che a quel punto la ragazza avrebbe fatto quasi qualsiasi cosa. Perciò, in modo gentile e rassicurante le disse, guardandosi il pacco: “Ops… Giacomo ha ragione, è capitato anche a me questa volta”. Serena osservò il pacco gonfiarsi ancora, un gonfiore che sembrava enorme e stringeva contro i pantaloncini.

“Hai capito ora di che effetto stavamo parlando?” le chiese Giacomo, con gli occhi che gli brillavano dall’eccitazione. Serena lo guardò timidamente e fece un piccolo cenno di assenso con la testa.
“Perché non provi con mano l’effetto che fai sui maschi?” insistette ancora Giacomo, evitando accuratamente di ricordare che fossero cugini per evitare inutili imbarazzi aggiuntivi.
Alle parole di Giacomo, Luigi si allungò a prendere una mano di Serena. Fu tutto così improvviso che lei non ebbe quasi il tempo di rendersi conto della situazione. Luigi, però, non sentì nessuna opposizione, la manina di Serena si fece portare dove lui voleva senza fare storie, docilmente. Giacomo guardava la scena, capendo che ormai era fatta. Luigi appoggiò la mano di Serena sui suoi pantaloncini e lentamente cominciò a muoverla sul suo cazzo. “Vedi? Mi hai fatto proprio un grosso effetto, non trovi?” le disse guardandola. Serena non aprì bocca, lo guardò semplicemente e annuì timidamente con la testolina. Erano all’aperto ma ben riparati, nessuno avrebbe potuto vedere o notare qualcosa di strano.
Serena percepiva sotto il palmo qualcosa di grosso e duro, che cresceva sempre più.
Era quasi sconvolta dal suo comportamento, ma la cosa le piaceva e non riusciva a fermarsi.
Suo cugino continuava a massaggiarsi il cavallo con la sua mano, Serena sentì le palle grosse e gonfie che spingevano contro i pantaloni. Dopo qualche secondo, Luigi tolse la sua mano, curioso di capire se la ragazza avesse voluto continuare da sola.

Cosa che fece senza remore, continuò a premere il palmo sul cazzo di Luigi, sempre con maggior vigore.
“Brava cuginetta” le disse lui.

Serena più schiacciava il suo palmo sul cazzo di Luigi, più ne sentiva tutta la grossezza e durezza. Continuò così per qualche minuto, mentre Luigi la guardava e Giacomo guardava loro, eccitato come poche altre volte gli era capitato di essere.

Poco dopo Luigi la fermò di nuovo, si slacciò lentamente i pantaloni e rimase con il solo costume a slip che indossava sotto. Serena intravide un grosso cazzo, la cui forma era evidenziata dagli slip morbidi che il ragazzo indossava.
Era affascinata e al tempo stesso intimidita, curiosa di vedere quel cazzo che pareva essere enorme. Non ne aveva mai visti così, l’unica sua esperienza era stata con Giovanni, il fidanzato, le cui misure erano del tutto normali. E capì subito che era più grosso anche di quello del vicino, che aveva spiato dalla finestra della sua cameretta solo qualche giorno prima di partire.

Luigi capì che Serena aveva una voglia matta di vedere quella sorpresina sotto i suoi slip, lo capiva dal suo sguardo, uno sguardo inconfondibile che sperava potesse prima o poi apparire sul quel visino dolce.
Da quel primo pomeriggio in spiaggia aveva capito che Serena aveva voglia di nuove esperienze, stava aspettando solo qualcuno che la convincesse a lasciarsi un po’ andare e lui in questo era un maestro.
Inoltre era sicuro che non fosse molto esperta, e questo era un punto a favore, la curiosità l’avrebbe spinta dove altre non sarebbero mai arrivate. Desiderava cose che non aveva ancora mai sperimentato e le avrebbe fatte solo con persone al di fuori dei suoi soliti giri di amicizie. Luigi sapeva quanto le ragazze più giovani temessero per la propria reputazione e proprio questo era uno dei motivi principali che le costringeva a frenarsi.

Decise di non calcare troppo la mano, la situazione doveva essere gestita con calma ed esperienza.
Lasciò che gli massaggiasse l’uccello per qualche minuto osservandone il visino dolce, le labbra carnose, i codini che le scendevano dai lati della testa, le tette tese sotto la magliettina leggera. Serena muoveva lentamente la mano tenendo la bocca aperta e assaporando al tatto tutto quel gonfiore. Si sentiva la mano piena, quel senso di pienezza le procurava un piacere che non aveva mai provato prima.
Suo cugino guardava eccitato la sua manina, mentre lei palpava ancora senza sosta.

Il fatto che un altro ragazzo stesse osservando la scena non infastidì Serena, anzi rese la situazione ancora più trasgressiva ed eccitante. Giacomo si alzò, le si mise proprio di fianco e cominciò ad accarezzarle la testa. Serena era confusa, quelle carezze le davano i brividi, il piacere che provava era qualcosa di indescrivibile.
Con la mano scese dalla testa di Serena e si portò sul seno. Cominciò a massaggiarle le tette, a palparle con movimenti lenti. Serena lasciò fare, sentire le mani di un altro maschio sul suo corpo mentre era presa a palpare un cazzo era una sensazione del tutto nuova e incredibilmente eccitante.

Luigi le fermò la mano per un attimo e lentamente si sfilò gli slip. Serena osservò quel grosso cazzo ora liberato dall’oppressione del costume, le palle erano gonfie, piene e dure come sassi. Luigi le prese la mano e le fece vedere come doveva fare. Accompagnò quella dolce manina sulle sue palle e se le massaggiò per qualche secondo, poi lasciò fare a lei. Imparava subito, notò Luigi. Serena cominciò a palpargli le palle prima con le dita e poi con tutto il palmo della mano. Non aveva mai visto delle palle così grosse e dure, le accarezzò ancora a lungo assaporandone tutta la grossezza. Le esplorò in lungo e in largo, come fossero un tesoro tutto da scoprire, affascinata dalla loro rotondità.

Poi Giacomo le si avvicinò all’orecchio “Non credi sia ora di dargli un bell’aiutino?” le disse. Serena lo guardò timidamente e fece un nuovo segno di assenso con la testa.

Così la mano di Sarà salì, fino a stringere l’uccello di Luigi. Lo afferrò, ne sentì tutta la grossezza nella sua manina, e nonostante lo impugnasse tutto una buona parte rimaneva fuori dalla mano. Guardò Luigi, che intanto si mise comodo sulla panchina, e lentamente cominciò a segare. Muoveva la mano su e giù, con grande lentezza, al fine di assaporare quei momenti fino in fondo, mentre Giacomo assisteva tranquillo alla scena. Quando la mano scendeva entrambi vedevano la cappella lucida e grossa che si stagliava davanti ai loro occhi. Luigi guardava eccitatissimo, e pensava che avrebbe potuto farle fare molto di più. Ma la sua esperienza gli consigliava di non forzare la situazione, sapeva che le cose dovevano essere fatte per gradi al fine di non rovinare tutto.

Serena continuò a segare quel grosso cazzo per qualche minuto e Luigi immaginò che se avesse potuto l’avrebbe vista scendere con l’altra manina a toccarsi la fighetta. Ma sapeva anche che, a causa di quello stupido senso del pudore che limita i cugini, Serena non l’avrebbe fatto. Glielo avrebbe insegnato magari in futuro, pensò, senza fretta. Guardò Giacomo e gli fece un chiaro senso di diniego. Infatti, Giacomo, nel vedere quella scena, aveva il cazzo duro come il marmo e avrebbe voluto ottenere lo stesso regalino da quella deliziosa ragazzina. Ma Luigi sapeva che le cose non dovevano essere forzate, la situazione era già parecchio trasgressiva, aumentare ancora il livello di trasgressione avrebbe potuto nuocere alla voglia di sperimentare della ragazza.
Così si rivolse a Serena “Brava cuginetta. Adesso però è ora di farmi sborrare, non credi?”.

Serena assentì con un deciso cenno della testa, scoprì che quelle richieste così dirette e quelle parole così volgari le davano dei brividi di piacere e aumentò la velocità della mano. Non ci volle molto tempo, quella situazione nuova aveva portato in breve tempo anche Luigi a un livello di eccitazione massima e il cazzo gli stava esplodendo.

“Dai cuginetta, svuotagli le palle” disse Giacomo rivolgendosi a Serena, accarezzandole la testa. Quelle frasi la fecero impazzire, aumentò la velocità e contemporaneamente guardava il cazzo di Luigi, aspettando con impazienza il momento della sborrata. Dopo qualche attimo Luigi cominciò a sborrare e Serena osservava la scena a bocca aperta. Vide un primo abbondante fiotto di sborra a cui ne seguì un altro della stessa intensità.

Luigi le disse di non fermarsi e Serena continuò a segare con vigore. Guardò stupita tutta quella sborra densa e calda schizzare ovunque, la vide ricadere sul cazzo e sulla sua mano. Con la mano tutta imbrattata di sperma, continuò a segare più lentamente. Sentiva la sua mano ora scivolare con maggior facilità, lubrificata da tutta quella sborra. Ci furono altri 3-4 schizzi di minore intensità finché anche le ultime gocce uscirono dalla cappella ormai violacea di Luigi. Serena staccò la mano, completamente ricoperta di sborra bianca e densa. Luigi le accarezzò i capelli, con un gesto di estrema dolcezza. Serena rimase ferma, come impietrita, non sapendo cosa fare. Dalla sua manina la sborra colava lenta sul terreno. Luigi la guardò dolcemente, e poi le disse “Adesso però devi aiutare qualcun altro, lo vogliamo lasciare a soffrire? No, vero?” e, sorridendole, le indicò Giacomo che intanto si era riseduto sull’altro lato della panchina.

Serena guardò Luigi e fece un altro timido gesto di assenso col capo.

Giacomo non perse tempo, si tirò giù i pantaloncini e gli slip e fece cenno a Serena di avvicinarsi. Quando lei si avvicinò docile, Giacomo la fece accomodare in ginocchio, davanti a lui. Anche Giacomo aveva un cazzo di notevoli dimensioni, seppure più piccolo di quello del fratello. Prese la mano pulita di Serena, la sinistra, e se la mise sull’uccello. Serena prese a segarlo con qualche difficoltà, non era abituata a usare la sinistra. Mentre segava, era Luigi ora ad accarezzarle dolcemente la testa. Serena continuò per qualche minuto, segava con la mano sinistra tenendo la destra, ancora ricoperta della sborra di Luigi, lungo il fianco. Era come in estasi, completamente preda degli eventi. Segava inginocchiata col cazzo di Giacomo a pochi centimetri dalla faccia.

“Più veloce zoccoletta” la incitò Giacomo ad aumentare il ritmo. Pochi secondi e anche lui, con un animalesco grugnito di piacere, cominciò a sborrare copiosamente. Serena guardava estasiata tutta quella sborra, la vide schizzare dappertutto, sembrava non finire mai. Era densa, bianchissima e calda, e le imbrattò completamente anche la mano sinistra. Vide lo sperma colare lento dalla cappella fino alle palle di Giacomo, la sua manina riempirsi ancora di quel vischioso liquido bianco. Mollò il cazzo di Giacomo all’ultimo sussulto, ormai anche il suo era completamente svuotato.

Ora che tutto era finito fu come se Serena si fosse svegliata da un profondo sogno, fu come un rientrare improvviso nella realtà. Luigi le si avvicinò, mentre Giacomo si ripuliva con alcuni fazzoletti.
Le disse con tono dolce: “Sei stata molto brava sai? E sono anche sicuro che ti è piaciuto molto farci sborrare vero?”.

“Si” rispose timidamente Serena, che fino a quel momento non aveva detto una parola.

Luigi le porse dei fazzolettini e i due cugini la osservarono mentre, imbarazzatissima, si puliva le manine da tutta la loro sborra.

“Ora vai pure in camera tua. Ma nei prossimi giorni potremmo anche vederci qui di nuovo, se ne avrai voglia” disse Luigi, sapendo che non si sarebbe rifiutata.

Serena rispose con un semplice cenno della testa, ancora preda di grande imbarazzo e confusione. Mentre fino a poco prima aveva agito di solo istinto, ora cominciava a ragionare più freddamente su ciò che aveva appena fatto.
Prese la sua borsa della spesa, che aveva appoggiato sotto il tavolino, e si diresse di corsa verso casa, senza avere il coraggio di guardare i cugini in faccia.

Luigi, soddisfatto, si girò verso il fratello e, mentre la osservavano sgambettare via come una piccola cerbiattina, gli disse: “Che ti dicevo? Aveva proprio voglia di cazzo nostra cugina” e insieme risero, brindando alla loro salute.
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