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Lui & Lei

Agnese - L'appartamento nuovo


di GrossaCappella1975
29.12.2023    |    8.672    |    4 9.4
"Il mio respiro si fa sempre più profondo..."
Dopo anni di rompimento di coglioni con dei vicini che non perdevano occasione per avvelenare la vita a me e mamma, finalmente, un nuovo appartamento lontano da quegli stronzi.

"Vai a fare in culo Laura!", sono state le prime parole che ho detto nel primo giorno nell'appartamento nuovo. Non è perfetto; mancano ancora molte cose, molte cose e molti ricordi della vecchia casa li abbiamo buttati, ma almeno qui siamo tranquilli.

Un giorno suonano al campanello.

"Chi è?", risposta gracchiante del citofono, "Agnese! Son venuta a vedere la casa."

Agnese!? Quella nanerottola del coro della chiesa con cui scopavo anni fa. Ha sempre detto di voler vedere dove abitavo ma non s'era mai fatta vedere, sempre troppo occupata con la chiesa.
"Sali pure! Primo piano, ti aspetto sul pianerottolo".

Ed eccola qui, che arriva ansimando. Mi pare più cicciottella del solito. Sempre con i suoi "jeans skinny" che mettono in risalto la forma della fica e le sue chiappotte cellulitiche: quanto le ho strette chiedendole il culo!

Giro della casa, il tutto condito da apprezzamenti esagerati. Cabina armadio, bagno e in fine la mia camera da letto: "Che lettone!", ovvio complimento.
Ci avviciniamo. Ci si siede sopra con le gambe a penzoloni facendo un piccolo salto.

Sì, è ingrassata. Solo adesso si toglie il giubbottino. Sotto la solita maglietta con le righe che si curvano seguendo la forma delle tette e della pancia.

"Stai comoda?", le dico in tono scherzoso.

"Oh si molto!" e si distende sul letto aprendo anche le gambe.

Quella nanerottola continua ad eccitarmi anche dopo tanto. I suoi gesti sono genuini, non lo fa a posta, e mi eccita. Ormai sento il cazzo pulsare, mi immagino i suoi capezzoli duri che strusciano contro la fibra del reggiseno. Mi pare di sentire il calore della sua fica.

Si alza. "hai una bella casa!"

"Beh, per ora è della banca, devo pagare il mutuo. Facciamo le corna!" e mentre faccio il gesto scaramantico con le mani, Agnese fa la sua mossa.

Allunga la mano e mi tocca il cazzo. Mi piace il calore della sua mano. Sto lì per un attimo a godermelo. "Agnese, che fai?". Il cazzo pulsa.

"Gli scongiuri! Ti tocco le palle per portarti fortuna!"

Inizia a strusciare il palmo della mano sulla patta, il cazzo ormai è duro. Fisso la mano che si muove in circolo. Il massaggio mi fa ansimare.

Allungo una mano, accarezzo il viso di Agnese, le passo il pollice sulla bocca che si apre e lo accoglie succhiandolo.

"Agnese... pompino?" Annuisce.

Le sue mani rapide mi abbassano i pantaloni della tuta e liberano il cazzo dalla prigione degli slip. Appena lo vede me lo scappella senza troppi complimenti e se lo infila in bocca. La sua lingua accarezzare la cappella, ci gira attorno, ad ogni succhiata se lo spinge sempre più in gola.

Fili di saliva iniziano ad uscirle dalle piccole labbra.

Le metto la mano dietro la testa e le impongo il ritmo. Voglio sborrarle in bocca. La voglio riempire come mai fatto prima. Deve prenderlo tutto e non staccarsi subito.

Fa resistenza con la testa. Sempre di più. Vuole staccarsi. La tengo per qualche secondo e la libero.

Mi guarda con gli occhi rossi e si stacca ansimando un po'. Con una mano continua a massaggiare i coglioni e l'altra l'asta del cazzo.

Le ripremo la testa verso il cazzo. Ha capito cosa voglio? Non si oppone. Apre la bocca e ricomincia a succhiare.

Continuo a darle il ritmo con la mano, più la sento succhiare più le spingo la testa.

Inizio a sentire la sborra che mi sale. La mano di Agnese mi stringe leggermente i coglioni. Vuole farmi durare di più anche lei. Deve aver già sentito qualche schizzo.

La lascio libera. Se lo toglie quasi tutto, lecca e succhia solo la cappella. Continua il suo movimento ritmico.

Il mio respiro si fa sempre più profondo. Vado a ritmo con le sue succhiate. Il cazzo mi vibra. Lo sente pulsare nella sua bocca. Mi stringe i coglioni. Non resisto. Esplodo. Inizio a riempirle la bocca. Uno schizzo. Le premo la testa verso il mio pube. Secondo. Terzo.

La obbligo a restare lì. Sento le sue lamentele. Vuole liberarsi ma io devo finire. Devo sborrare.

Ingoia quello che può. Quanto più ne può.

Quando si stacca sborra e saliva colano a macchiarle la maglietta.

"Era meglio se ti spogliavi"

"Stronzo!" mi risponde.

Si alza e va in bagno. La sento dirmi di tutto. Bestemmia. Quando lo fa mi eccita. Mi guardo il cazzo rosso dalle sue profonde succhiate, viscido dalla sua saliva.

Esce, ha gli occhi rossi. "Stronzo sei! Sei uno stronzo!" raccoglie le sue cose "stronzo!".

La guardo girare per casa cercando la porta d'uscita, "stronzo", la sbatte con violenza uscendo. La vedo camminare nervosa dalla finestra di casa. Sta ancora gridando.

Giorni dopo, un whatsapp:

"Stronzo, le prossima volta mi monti?"

"Certo! E ti riempirò come una brioche"

"💓"

Le è sempre piaciuto quando la paragonavo ad una pasta. Ma chi gli ha dato il numero nuovo ad Agnese?
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