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Lui & Lei

Mi sono confessata


di Liliana1980
19.02.2022    |    21.003    |    13 9.7
"“dimmi figliola, è trascorso molto tempo dall'ultima volta che ti sei confessata?” ”lasciamo perdere padre, non lo ricordo” ”male ragazza, male, quali..."
Salve a tutti, non ditemi che vi sono mancata,sarebbe una bugia,anche se gradita.
Oggi desidero raccontarvi di quando da ragazzina molto “devota” giocavo a farmi confessare da un vero sacerdote, in una vera chiesa.
Ma è meglio cominciare la storia.

Era un venerdì pomeriggio, a casa mi stavo annoiando, perciò decisi di scendere in città, forse avrei trovato qualcuno o qualcuna.
Era da un po' che stavo bighellonando senza meta, quando mi ritrovai, senza rendermene conto, nella piazza di una chiesa.
Non so dirvi il motivo, ma mi venne il desiderio di visitarla.
Entrai, dovetti abituare gli occhi all’oscurità.
Girai per la navata a guardare le sculture e gli affreschi, ammirando l’imponenza delle colonne, mi sono sempre chiesta come facessero a fare costruzioni così belle e monumentali,senza gli aiuti meccanici che ci sono oggi.
Girando in cerchio ad un certo punto mi trovai davanti ad un confessionale, fuori c’era la lucina verde accesa (segno di modernità, si vede che anche il Padreterno si adegua), non c’era nessuno ad attendere la confessione.
Visto che era parecchio tempo che non lo facevo, entrai, ricordo che pensai, “tanto male non ti fa”.
E qui entra in gioco la mia parte perversa.
Ascoltai quella vocina depravata che è in me.
“dai Lilly divertiamoci, facciamo il giochetto della finta confessione”
“e se mi scoprono?”
“e chi potrebbe,qui non ti conosce nessuno,abiti a 50 Km da questa città”
Erano solo puerili scuse, tanto sapevo che l’avrei fatto.
“va bene sei proprio sconcia, anche in chiesa vuoi farlo?”
“senti chi parla”
Mi inginocchiai e immediatamente si aprì la grata.
“dimmi figliola, è trascorso molto tempo dall'ultima volta che ti sei confessata?”
”lasciamo perdere padre, non lo ricordo”
”male ragazza, male, quali peccati hai commesso durante questo periodo?”
”vediamo, innanzi tutto ho mancato di rispetto a mia madre e a mio padre.”
”poi?”
”ho rubato dieci euro dal portafoglio di mio padre.”
”per farne cosa?”
”mi servivano per fare il pieno di benzina al motorino.”
”e poi?”
Decisi di cominciare a scandalizzare il prete.
”ho commesso atti impuri.”
”da sola o con altri?”
”da sola, padre.”
”ma dimmi, quanti anni hai?”
”sedici, padre, appena compiuti!”
”quante volte lo hai fatto?”
”e chi se lo ricorda, dieci, cento, faccia lei padre”
”come lo hai fatto?”
”mi sono masturbata.”
”con le dita?, oppure ti sei aiutata con qualcosa d'altro?”
E vai è caduto nel gioco perverso.
”no, solamente con le dita”
”dove lo hai fatto?”
”di solito in bagno, mentre faccio la doccia, altre volte a letto, poco prima di addormentarmi,ma devo stare attenta che mamma non se ne accorga, infine, dove mi piace di più, in un bosco, lontana da occhi indiscreti”
”in precedenza ti era capitato di farlo in altri luoghi?”
Ecco che esce l’uomo, il prete ha lasciato il confessionale.
”se devo essere sincera ovunque, al cinema, però rare volte, troppo pericoloso, guardando la tivù, in spiaggia, in ogni luogo in cui mi andava di farlo.”
”sei consapevole che la masturbazione è un peccato grave ed è contro natura?”
”questo lo dite voi, io non penso sia peccato darsi piacere, cmq e' più forte di me, non riesco a dominare il desiderio, il piacere che provo in quei momenti è un richiamo troppo forte.”
”per questa volta ti assolvo dai tuoi peccati ma vedi di non farlo più.”
Mannaggia è ritornato prete, gioco finito.
Ma la peccaminosa Lilly vole dargli il colpo finale, prima che chiudesse la grata.
“Padre, l’ho fatto anche mentre parlavo con lei”
Avrei voluto vedere la sua faccia, ma fui veloce ad allontanarmi dal confessionale e dalla chiesa.
Mentre mi allontanavo, mi accorsi che ero, ancora, particolarmente eccitata, il fare quella confessione, mi aveva particolarmente portata in uno stato di estasi.
In quel momento realizzai di aver trovato un nuovo gioco sessuale.
Mi affrettai a prendere la direzione del centro, da dove partiva la corriera diretta al mio paese.
Da quel giorno, ogni tanto, presi l’abitudine, di fare visita ad una chiesa della regione e ogni volta ripetevo la stessa confessione.
La smania di confessare ad un sacerdote,i miei presunti peccati, addentrandomi, quando me lo chiedevano, nella descrizione delle tecniche di masturbazione. era diventata una piacevole ossessione.
Non aspettavo altro che il sopraggiungere del fine settimana (preferivo i giorni feriali, c’era meno gente), per svelare ad un estraneo le mie fantasie sessuali.
Farlo con un sacerdote era divertente e per di più stimolante....
Mi eccitavo stando dietro alla grata ad ascoltare le loro parole e i consigli che mi davano.
Con pruriginosa curiosità cercavano di sapere cosa provavo mentre mi masturbavo.
Più m'incalzavano con la richiesta di particolari, più ero portata ad inventare situazioni e circostanze singolari.
Se per me la confessione era solo divertimento, non lo era affatto per chi stava dall'altra parte ad ascoltare le mie segrete ammissioni.
Sicuramente provocavo a loro, un certo turbamento, alcuni, infatti, non mancavano di manifestarlo,lo percepivo dal tono della voce, più raccontavo i particolari, più il tono dei confessori assumeva sfumature e gradazioni confidenziali.
Le loro domande si facevano pressanti e a volte impertinenti, li eccitavano, ne ero più che certa.
A volte mi sembrava che dietro alla grata qualcuno di quei prelati si masturbasse.
Nel momento in cui avevo questa impressione, mi divertivo a infiorare le confessioni con particolari ancora più piccanti, fino a rendere le storie inverosimili.
In nessuna occasione mi era capitato di vedere il volto di qualche confessore, se ne stavano nascosti dietro le grate.
Per un lungo periodo, continuai a frequentare i confessionali delle chiese.
Un giorno senza nessun motivo, abbandonai quel passatempo.
Passarono più di tre anni.
Ero entrata nell’anno del diploma.
Nel frattempo avevamo lasciato il paese natio, andando a vivere in un paesino sugli appennini liguri vicino ad una città, causa il lavoro di papà,comandante di una nave da crociera.
Un pomeriggio, dovetti scendere in città per fare un certo acquisto.
Passai davanti ad una chiesa e mi venne la tentazione di rifare il vecchio gioco.
Ci misi un po' a decidermi,
Entrai, non c’era nessuno, vidi su di un lato della navata, che un confesionale aveva la luce verde accesa., mi avvicinai, inginocchiadomi davanti alla grata, come al solito si aprì quasi subito.
Solite frasi iniziali, poi.
“dimmi figliola, è trascorso molto tempo dall'ultima volta che ti sei confessata?”
Quì è inutile che racconti la solita storia, perciò inizio dall’ultima parte.
Come ebbi finita la confessione, mi aspettavo le solite parole, invece sentii dei rumori e subito dopo un uomo di mezza età, o meglio, un prete di mezza età (non sono brava a indovinare gli anni di una persona), mi si presenta davanti, indossa un abito scuro, il classico clergyman, la camicia,di colore grigio è sovrastata, all'altezza del collo,da una striscia bianca che immagino di plastica...
“buongiorno signorina sono, il parroco di questa chiesa, vorrebbe seguirmi in sacrestia?”
“per quale motivo?”
“tranquilla, desidero solo parlare con lei”
Pensai che mi avesse preso per una ingenua ragazzina.
“va bene”.
Che altro avrei potuto rispondere, sono stata io ad iniziare il gioco, ora dovevo giocare.
Attraversammo l’intera navata.
Aprì una porta.
“prego si accomodi”
Entrai in quella che doveva essere la sacrestia.
Poi mi resi conto che era pure la sua abitazione.
“si metta pure comoda, indicandomi il divano.
“grazie è molto gentile.”
Sono ben conscia che per un sacerdote, specie di questi tempi, non deve essere facile ricevere una ragazza nell’abitazione della sua parrocchia con la paura di essere scoperto.
Il salotto della sua abitazione/sacrestia è assai modesto, arredato con un solo divano e due poltrone, nel mezzo un piccolo tavolino, una parete è occupata da una libreria.
Si mette a sedere accanto a me, sul divano.
“deve scusarmi signorina se la casa è in disordine, la perpetua è ammalata e devo fare tutto da solo e non aspettavo di avere un’ospite, posso offrirle una bibita?
“la ringrazio, non vorrei procurarle troppo disturbo, in ogni modo una bibita la prendo molto volentieri.”
Si alza e va in cucina a prendere una Fanta.
“mi dispiace, non ho altro”
“va benissimo”
Ancora una volta viene a sedersi sul divano accanto a me.
“se posso permettermi signorina e forse questo le sembrerà strano, ho già avuto modo di conoscerla, è trascorso qualche anno da allora”
“In che modo?”
“Il fatto è che in quella occasione, ho sbirciato attraverso la tenda, ed ho potuto vederla, era una ragazzina, mi scusi, non che ora sia molto più vecchia.”
“Non riesco a comprendere.”
“vede, in quel periodo, prima di essere trasferito quì, ero parroco presso la chiesa di G......e (scusate se ometto il nome), in Veneto,
“ancora non capisco”
“aspetti, lei venne a confessarsi, ero il sacerdote che stava dietro la grata”.
Restai sorpresa da quella rivelazione, tanto sorpresa che quasi non m'accorgo che l'uomo, con noncuranza, aveva appoggiato la mano sopra il ginocchio.
“avevo capito che quella confessione fosse frutto della sua fantasia, quel che è certo è che ascoltandola, mi ha procurato un certo turbamento, non consono con il mio essere prete, la stessa inquietudine che provo ora”.
D'improvviso s'inginocchia ai miei piedi, appoggia il capo sulle mie cosce e m'infila le mani sotto la minigonna giungendo fino alle natiche.
Sorpresa dalla manovra resto impietrita ed in balia della sua esaltazione.
Rendendosi conto che non oppongo alcuna resistenza, slaccia il fermaglio della gonna e me la toglie,buttandola sul divano.
Stessa cosa con la camicetta, non portavo reggiseno, indossavo solo le mutandine.
Deve essere in preda ad una tremenda libidine, anche loro vengono rapidamente tolte di mezzo e vanno a finire sul mucchietto dei vistiti.
Il mio corpo nudo, deve essere parecchio invitante, afferra i glutei e li avvicina a sé, posando le labbra sulla passerina, con cautela lambisce le pareti rosee della vulva, riempiendomi di fremiti, mi fa divaricare le cosce, per meglio godersi la vista della passerina.
“masturbati come mi hai confessato, fammi vedere come lo sai fare.”
Sono così eccitata che accondiscendo alla richiesta, nella maniera più naturale possibile, da sempre mi porto dentro la voglia di masturbarmi davanti ad un uomo, più che mai davanti ad un prete.
Era una delle fantasie più gettonate quando mi davo piacere.
Poco prima, quando l'avevo visto apparire davanti a me, avevo ripensato a quella strana fantasia, ma mai avrei pensato che finalmente si sarebbe avverata.
Con le dita vado a sfiorare le labbra, le inumidisco col succo d'umore che cola dalla fenditura, mi soffermo a rimirare i riflessi di luce che si rifrangono sulla superficie bagnata delle dita, le allungo, le intingo nel vischioso fluido e le poso sulle labbra dell’uomo.
La sua lingua si sporge e inizia a succhiarmele, ripeto l'operazione numerose volte, intingendole, per poi nutrirlo con il dolce umore, per tutto il tempo l'uomo è rimasto ad osservarmi incantato, meravigliato dal mio atteggiamento.
Si alza, fa scendere i pantaloni e le mutande sul pavimento, liberando il membro, si caratterizza per la cappella d'un colore rosato molto chiaro, abbastanza fuori del comune (per la mia poca esperienza), con la mano inizia ad accarezzarlo, quasi a volere attirare la mia attenzione su quella prelibatezza.
Desidero ardentemente appropriarmi di quell'oggetto di piacere.
Porto le dita nella bocca e le inumidisco di saliva.
Entrambi abbiamo gli occhi posati sui genitali dell'altro, incuriositi dalle manipolazioni delle nostre dita.
Ho la clitoride turgida e distesa.
Inizio a toccarlo sfregandolo con le dita, la sensazione che provo è di ubriacante piacere, il respiro si fa ancor più affannoso e il cuore sembra uscirmi dal petto, stimolata dalla sua mano che scorre impudica sulla pelle dell'uccello.
“ti piace, ti piace vedermi mentre mi masturbo, chissà quante altre volte ti sarai masturbato dietro la grata mentre qualche altra ragazza ti confessava i peccati”
Sono così eccitata che tremo in tutto il corpo ad ogni toccamento.
Anche lui lo è, non poteva essere altrimenti.
Vengo gemendo dal piacere, urlo parole senza senso.
Per qualche istante smette di masturbarsi, probabilmente non vuole perdersi la scena del mio orgasmo.
Esausta smetto.
Si rialza e mi fa inginocchiare davanti a se.
“succhialo!, ti prego, succhialo!”
Lo ingoio per soddisfare la supplica.
Spinta dal movimento delle natiche, la verga scivola in profondità fino a toccarmi la gola.
Con una mano lo tengo ben stretto evitando che mi soffochi, lecco la cappella circoscrivendo attorno ad essa dei semicerchi per poi ingoiarla nuovamente, facendo attenzione a non spingerla contro la parete posteriore del palato, l'orgasmo dell'uomo sopraggiunge d'improvviso quasi inaspettato.
Riesco appena in tempo a farlo uscire dalla bocca.
Viene con schizzi che mi inondano la faccia di seme, tremando con tutto il corpo.
Lascia trascorrere alcuni istanti, riesce a calmarsi.
Probabilmente si rende conto di quello che è accaduto, va in bagno per sistemarsi.
Vedo un tovagliolo sul tavolo, lo bagno e mi tolgo lo sperma dal corpo.
Prendo i vestiti e mi rivesto.
Nel frattempo il prete ritorna in salotto.
“mi dispiace non so cosa mi sia accaduto”
“tranquillo l’ho voluto pure io, siamo entrambi colpevoli”
“ma io sono un prete”
“io vedo solo un uomo”
Sono vicino alla porta d'uscita.
”allora non rimane che salutarci”
“credo proprio di sì”.
“pensa di ritornare a confessarsi?”
Prima di aprire la porta, gli do un bacio sulla guancia e lo saluto,con un sorriso.
“no Padre, non ci vedremo mai più, il gioco è finito, ho avuto quello che per tanto tempo ho fantasticato”.
Chiudo la porta ed esco velocemente dalla chiesa, che mi crediate o no, da quel giorno non ho più sentito il bisogno di confessarmi.
Ho scoperto altri giochi, altre fantasie.
Il mio solito bacione.
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