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La mia mamma 2º parte


di Liliana1980
16.12.2021    |    46.721    |    22 9.9
"Fu in quel momento che, probabilmente, fattasi coraggio, si voltò verso di me..."
Salve a tutte/i,vi avevo lasciato in sospeso quello che la dottoressa (psicologa) aveva detto a mamma.
Allora andiamo avanti.

“Nadia (il nome di mamma), che tu ci creda o no, quello che sta succedendo è normale, molti adolescenti sono soliti spiare la mamma è la prima donna di cui si innamorano, la prima donna che hanno la possibilità di vedere nuda, e poi, tu sei giovane, bella e parecchio attraente..”
Non capivo perché avesse lasciato il discorso in sospeso, sembrava rapita da dolci ricordi, si riprese subito.
“sai cosa mi ha consigliato? di farmi vedere da te in versione naturale senza tabù, in modo che una volta che ti sarai assuefatto alla mia nudità, andrai verso altri lidi femminili, perciò ho deciso di fare una cosa che non abbiamo mai fatto, le prossime vacanze andremo in Croazia in un villaggio naturista, ho già prenotato una villetta, vicino al mare, grazie ad alcuni amici che mi hanno aiutato, anche se mi è costata un bel pò di soldi averla.
Non sapevo cosa dire.
“a proposito, ci andremo nei primi 15 giorni di luglio”
Eravamo quasi a metà di Giugno.
Guardai mamma parecchio sorpreso, la proposta che aveva fatto, più che incredibile, mi sembrava, a dir poco scioccante.
Mi stava osservando parecchio divertita.
“mamma, mi vergogno, veramente vuoi andare in un villaggio naturista? non ci siamo mai andati e mi vergogno farmi vedere nudo da persone estranee, non potremmo farlo qui in casa?”
“no, assolutamente no, sarei io a vergognarmi, non pretendo tu capisca il perché, preferisco un posto neutrale, ma soprattutto che la cosa avvenga in modo naturale”.
“capisco, ma questo non toglie che mi imbarazza”
“e perché? sei un bel ragazzo, ben proporzionato, grazie allo sport che fai, vedrai quante fanciulle ti ammireranno e tu vedrai loro come mamma le ha fatte”
Mi lasciai convincere, non perché avrei visto altre donne o ragazze nude, ma perché avrei avuto mamma completamente nuda sotto ai miei occhi, senza bisogno che la spiassi, alla fine pensai che quella psicologa aveva avuto una grande idea, mi sarebbe piaciuto ringraziarla.
Purtroppo mancavano parecchi giorni, prima che arrivasse l’inizio della vacanza.
E come si dice, promettere è facile, è il mantenere che è difficile.
Durante i primi giorni di quel periodo accadde un fatto parecchio grave.
Ero solo in casa, decisi di mettere una cassetta porno nel videoregistratore.
Tranquillo della mia solitudine, mi sono spogliato, messo comodo, ho cominciato a masturbarmi guardando lo spettacolo, fasciando il pene con un paio di mutandine della mamma, alla faccia del giuramento fatto.
Ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
Proprio quel giorno mamma è rientrata prima dall’ufficio.
Preso come ero dal piacere che mi stavo dando, non ho sentito la macchina arrivare.
Logicamente, mi ha sorpreso con in mano il pisello.
Probabilmente il fatto, l’avrebbe indispettita, ma non sconvolta.
Purtroppo nella mano stringevo le sue mutandine.
Rimase per un’attimo impietrita, non disse nulla, andò dritta in cucina, io ero paralizzato e imbarazzato, non mi aspettavo la sua comparsa, scappai in camera e mi chiusi a chiave.
Non ebbi il coraggio di scendere per la cena, e nemmeno, per darle la buonanotte, alla fine andai a dormire senza scambiare una parola con lei, non ricordo fosse accaduto altre volte.
Uscì di casa molto presto, senza prepararmi la colazione ne salutarmi.
Seppi che mentre era in ufficio telefonò all’agenzia e saputo che la villetta era libera da subito, decise di anticipare la partenza.
Non aveva cause importanti, nulla che non potessero gestire gli altri avvocati dello studio.
Rientrò verso sera, mi comunicò la decisione, di partire molto presto la mattina seguente.
“vai a preparare la tua valigia, io vado a preparare la mia, e speriamo che la mia amica abbia ragione”
Ci ritrovammo per la cena, o meglio, mamma mi chiamò, io, ancora pieno di vergogna, non sarei sceso.
Non ci fu nessun accenno a quello che era accaduto due giorni prima.
Mettemmo in ordine la cucina.
“bene andiamo a letto, domani sarà una bella levataccia, ci aspetta un viaggio abbastanza lungo”
Ci alzammo che ancora era buio e partimmo appena pronti.
“mangeremo un panino per strada, gli ho già preparati, questa sera mi offrirai una buona cena di pesce”
Io non aprivo bocca, la conoscevo troppo bene, quando fa un programma, lo si fa e basta e poi, meglio me ne stia zitto.
Imboccammo l’autostrada che ci avrebbe portati a Tortona, poi direzione Bologna, pero mamma arrivata a Modena,prese la A 22 verso Verona.
“mamma, perché hai preso questa strada è la più lunga?”
“lo so, ma voglio evitare gli ingorghi di Bologna, da Verona a Trieste non ci dovrebbero essere problemi”
Fu buona profeta, trovammo un po' di coda, solo alla frontiera di Dragonia per entrare in Croazia.
Fra i tanti pregi di mamma, c’è quello di essere un’eccezionale pilota.
Divorò la strada con la stessa velocità che mangiò il panino
Di strada, come aveva detto mamma, ne avevamo parecchia da fare.
Che mi crediate o meno, non ero felice di quello che mamma voleva fare, perciò.
“ascolta mamma. cancelliamo il programma e ritorniamo a casa, puoi uscire alla prossima uscita”
“perché dovrei farlo?”
“chi ha fato le porcate sono io, perció sarò io a pagare”
“ah!, e dove trovi i soldi?”
“in questo momento non parlo di soldi, ritorniamo a casa, chiami il comandante del collegio militare che frequento, trova una scusa e digli che, da esterno, passerò ad effettivo e che la cosa avverrà immediatamente, in questo modo, per i prossimi due anni, avrò solo le normali licenze, alle quali rinuncerò, poi entrerò in accademia”.
“l’hai partorita da solo questa idea?”
“ti prego non prendermi in giro”
“e secondo te questa sarebbe una punizione? dovrei rinunciare a mio figlio per i prossimi 5 anni? in poche parole sarei io la punita,bella trovata”.
Poi silenzio.
All’avviso dell’avvicinarsi dell’uscita mi aspettavo che mettesse la freccia, invece.
“mamma, hai saltato l’uscita”
Sempre guidando.
“ascoltami bene e non interrompermi, l’altro giorno quando ti ho scoperto, non lo nascondo sono stata sconvolta, non per quello che guardavi, ma per quello che avevi in mano, parlo delle mutandine.
Sono rimasta lì impietrita per non so quanto tempo, infine ho deciso di andare a letto.
Ho fatto fatica prendere sonno e quando è arrivato è stato peggio, ho sognato di far l’amore con te, mi sono svegliata e spinta da una voglia irrefrenabile mi sono toccata, con in testa la visione del tuo sesso che avevo ammirato nel pomeriggio, ma la cosa peggiore è che ho goduto, goduto come non mi capitava da tempo, alla fine mi sono messa piangere”
“mi dispiace, e tutto questo per colpa mia”
“per cosa, per quello che hai fatto o per quello che ho fatto io”.
“per tutti e due”
“perció ragazzo mio andremo in quel villaggio, seguiremo i consigli della mia amica e speriamo di risolvere il tutto”
“o dannarci per sempre, vostro onore”
“non fare il buffone”
Quello fu le uniche frasi che ci scambiammo.
Per tutto la strada che rimaneva, non abbiamo scambiato parola, arrivammo nel primo pomeriggio, e andammo direttamente all’accettazione.
Dopo esserci registrati, ci venne consegnata la chiave magnetica e il regolamento, dove si diceva che in giro per il villaggio si doveva andare completamente nudi a parte alcune zone, supermercato, ristorante e bar interno.
Risalimmo in macchina ed andammo a prendere possesso della villa, che si trovava verso la fine, dove c’era la cosiddetta zona più esclusiva.
Costeggiammo tutta una serie di ville, sinceramente una più bella dell’altra, la nostra era l’ultima della fila, più avanti c’era un bel prato verde, che arrivava fino al mare, niente spiaggia, poi venni a sapere che in Istria le spiagge sono molto rare e quelle che ci sono, sono artificiali.
Una cosa mi aveva colpito, mentre attraversavamo il villaggio non avevo visto nessuna persona nuda tanto che mi rivolsi alla mamma, per la prima volta, da quando ci eravamo scambiati quelle confessioni.
“mamma ma sei sicura che siamo in un villaggio naturista, le persone che abbiamo incontrato erano tutte vestite, al massimo in costume”
“non si vede la spiaggia, penso saranno là”
“non c’è spiaggia, ma solo prato e poi una sassaia”
“come mai sai queste cose, ci sei già venuto?”
“non prendermi in giro, mentre ti registravi ho parlato con uno del personale”
Fortunatamente la villetta era veramente come l’avevano descritta, tranquilla, un pò isolata e immersa nel verde, quella che pomposamente definivano spiaggia, era a poca distanza, completamente a nostra disposizione, era semivuota, probabilmente gli ospiti si affollavano al centro dove c’erano tutte le attrezzature e l’animazione.
Un sadico pensiero mi salì alla mente.
Cosa avrebbe pensato la gente nel vedere una, quasi quarantenne, assieme a un’appena diciannoenne.
Per i benpensanti e perversi, una donna matura col suo giovane amante, per le persone normali, una madre col proprio figlio.
Mi venne da sorridere, per la strana anomalia, avevano ragione tutti e due, almeno era quello che speravo.
Non ci pensai molto, mi avevano detto che ormai nessuno si scandalizza più. e poi se c’è una cosa che vige in un campo naturista, ognuno faceva i cavoli propri.
Esternai a mamma questi pensieri.
“e chi se ne frega di quello che pensano”
“non ti ho mai sentito parlare così”
“se è per quello, non sono mai stata in un campo nudista e non pensavo certo di fare quello per il quale siamo venuti, perciò non scandalizzarti per il linguaggio”
Parcheggiammo la macchina nel posto assegnatoci.
Appena sceso dall’auto mi avvicinai e le sussurrai.
“mamma scusami se ti ho spiata e…”
Non mi lasciò aggiungere altro e con un sorriso.
“non è accaduto nulla di male è naturale e poi, sei sempre mio figlio, in più come futuro marinaio, quando mai manterrai le promesse”.
Scaricammo i bagagli e prendemmo possesso della villetta.
Era perfetta, non avevano mentito, quello che avevano promesso lo stavano mantenendo, vedevamo il mare li a pochi metri, un posto magnifico.
Ora veniva la parte più difficile.
Già ora dovevamo affrontare la parte che avrebbe segnato come iniziare la vacanza.
Tutto era sistemato.
Ci trovavamo nel soggiorno, era il momento di fare il famoso passo.
Spogliarci completamente, in poche parole rimanere nudi, in un luogo quasi pubblico e davanti a degli estranei.
Non importa se eravamo soli e guardando fuori dalla porta finestra, non si vedeva nessuno.
In qualsiasi momento potevano venire da questa parte e appena avessero visto mamma, ne sarebbero venuti più di uno e questo mi indispettiva.
“dai bambino mio spogliamoci”
“piantala di chiamarmi bambino, e poi sei proprio convinta di farlo, farci vedere nudi da tutti?”
“scusa, mio uomo, ma non mi dirai che sei geloso, guarda che qui è normale, lo fanno tutti, e poi, se non sbaglio, desideravi vedermi nuda, e qui non c’è nessuno?”
“si, ma volevo essere solo io a vederti”
“per il momento sarai solo tu a vedermi, non ti ricordi il patto? su dai facciamolo”
Un po’ controvoglia lo feci, non avevo molto da togliermi se non la maglietta e i bermuda da bagno.
Mamma cominciò a slacciarsi la camicetta, se la tolse, sganciò la mini e la lascio cadere per terra, scalcinandola lontano, già vederla in mutandine e reggiseno, ero al settimo cielo.
Immagino, per un senso di pudore nei miei confronti, si voltò, prima di slacciare il reggiseno, poi a due mani si sfilò le mutandine, buttando il tutto sul divano.
Restò in quella posizione per qualche minuto, potevo guardare con calma il famoso fondoschiena, sino a qualche settimana prima, solo spiato e fantasticato.
Ero lì, completamente nudo, il sesso che sussultava lentamente, spinto dal sangue che lo andava a gonfiare, si mi stavo eccitando, avrei voluto vedere il contrario, stavo guardando affascinato il culetto di mia madre nella sua meravigliosa nudità, il pisello sussultava al ritmo delle pulsazioni che lo gonfiava, oramai, era al culmine dell’erezione, che cercavo di nascondere mettendo le mani davanti.
Fu in quel momento che, probabilmente, fattasi coraggio, si voltò verso di me. e allargando le braccia.
“e voilà, ecco la donna dei tuoi desideri”
Aveva cercato di sdrammatizzare il momento.
Ma l’inquilino del piano di sotto nel vederla lì, completamente nuda, si gonfiò ancor di più, tanto che ebbi una spontanea ed inaspettata eiaculazione.
Fortunatamente, feci in tempo a raccogliere tutto in una mano.
Mamma non disse nulla, o meglio, fece finta di niente.
“cosa hai da guardare? dai che m’imbarazzi, non ci sono abituata, su andiamo a fare un bagno, così l’acqua fredda ti calmerà un po’ i bollori e sgonfierà quel coso”
“non si chiama coso, ma pene,e se ti imbarazzi perché ti guardo, come farai quando saranno degli estranei a farlo?”
“a quello ci penserò domani, ora andiamo, mio professore, e guarda che lo so come si chiama, e, per favore, prima di uscire, vai a lavarti le mani.”
Andai in bagno, alquanto offeso.
Tornai nel salone.
Sempre con la faccia imbronciata, presi a correre verso l’acqua, il pisello che, non aveva perso la sua baldanza, ballonzolava ad ogni passo.
Ero sicuro che la visione del figlio nudo, l’aveva turbata, non ridete della mia superbia.
Con passo lento si avviò verso l’acqua.
Facemmo una lunga nuotata.
In me non ebbe nessun effetto, lui rimaneva sempre in tiro.
“cavolo, non ho più venti anni, due bracciate e sono sfinita, andiamo dove si tocca, male che vada potrò mettere i piedi a terra”.
Detto questo, ci avvicinammo un pò alla riva e lì si lasciò andare sull’acqua facendo quello che si dice il “morto”, nel suo caso “la morta”, tenendo le gambe e le braccia leggermente allargate per non affondare.
Anche se l’acqua era bassa, continuavo a nuotare attorno a lei e ogni tanto allungavo gli occhi sul seno, ma soprattutto fra le cosce per vedere la pelosina.
Sembravo uno squalo intorno a un boccone di succulenta carne, passavo e ripassavo davanti alle sue gambe, non tentavo nemmeno di nascondere le intenzioni che avevo, volevo ammirarla sempre più da vicino.
“ehi!, porcellino, hai finito di sbirciare la micetta?”
“dai mamma, ti prego, non usare termini da ragazzaccia”
“abbiamo detto che siamo in una zona franca, parlo come voglio”
“allora allarga le gambe, la voglio vedere bene, la micetta, non c’e la faccio più!”
“non possiamo, potrebbero vederci”
Disse questo in un sussurrò, ma il corpo la tradiva, allargò leggermente le cosce, affinché potessi ammirarla.
“fatti guardare ti prego”.
A quel punto mamma lasciò cadere ogni residua barriera di pudore.
“guarda pure, come potrei impedirtelo”
Il modo c’era, bastava tornasse a riva, ma non lo fece.
Se non era un invito, cosa altro poteva essere?
Misi i piedi a terra, l’acqua mi arrivava appena sopra il seno.
Lentamente mi avvicinai alla meta tanto bramata. presi le gambe e la girai con la testa verso riva, in questo modo, se qualcuno fosse passato, non avrebbero visto quello che volevo fare, casomai, indovinarlo, o immaginarlo.
Accarezzandole le cosce, mi avvicinai a quel bosco di peli neri, lambito dall’acqua.
“Alvin, fermati, non possiamo farlo è immorale”
Lo disse come ultimo inutile tentativo di fermare l’ormai famelico squalo.
“vorrà dire che poi chiederemo perdono”
Mentre dicevamo queste frasi, le gambe rimasero divaricate, nessun tentativo di respingermi.
Avevo la testa fra le colonne di carne.
Appoggiai la bocca alla fessura coperta dai peli bagnati, era la prima volta che vedevo la passera di mamma così da vicino, non sapevo cosa fare.
Chiusi per un’istante gli occhi e aiutato dall’istinto, da quello che avevo visto in internet, dai racconti dei compagni più grandi, da quello che avevo letto, dall’eccitazione e dalla fantasia, misi le mani sulla conchiglia e aiutandomi con le dita, aprii un varco in quella boscaglia, mettendo allo scoperto le invitanti labbra vaginali.
Più per istinto che esperienza, vi appoggiai le mie e iniziai a leccare, sentìi il corpo di quella meravigliosa donna, fremere, come se avesse freddo.
Forse era anche vero, visto che era immersa nell’acqua.
Ci fù un piccolo urlo da parte sua.
“mamma, ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“no amore, aprile bene e comincia a leccamela”
Ogni pudore o senso di colpa era svanito.
A bocca spalancata rovesciò la testa all’indietro.
“leccami, si, leccami, piccolo mio, fammi morire”
Muovevo la lingua tra le labbra della passera, in modo sicuramente da inesperto, ma spinto da una voglia incredibile, infilavo in profondità il muscolo, in bocca avevo il sapore dell’acqua marina mescolata ad uno strano sapore un pò acre.
“ti adoro mamma, sei fantastica”.
In quel momento era una donna che si stava facendo leccare dal suo ragazzo, senza pensare a nulla, se non di provare piacere, quel piacere che da molto tempo non provava.
Tentava di allacciarmi con le gambe ma ogni volta rischiava d’andare sotto con la testa, voleva leccassi una certa parte della vagina.
“ti prego lecca un pò più in alto”
Feci quello che mi aveva chiesto e trovai una piccola protuberanza.
Stavo facendo conoscenza con la mia prima clitoride.
Succhiai la perla con passione.
Non avevo mai leccato una donna, non avrei mai creduto che la prima sarebbe stata mia madre.
Quello che stavo provando mi appagò per tutte le solitarie masturbazioni, pensando a lei.
Muovevo la lingua cercando i punti più sensibili della passera, guidato dalla voce di mamma.
La passavo tra le pieghe delle labbra, per poi affondare all’interno, facendola uscire dal nido calda e bagnata d’umori, per poi andare a solleticare nuovamente la clitoride.
Mamma cominciò a strusciare la vulva sul mio viso rischiando di andare a fondo, immaginai che l’orgasmo stesse arrivando.
La vidi tremare.
“amore infilami il dito medio nella vagina”
Le infilai come mi aveva chiesto,muovendolo avanti e indietro, continuando fino a farle raggiungere l’apice del piacere.
Sapevo benissimo, che quell’orgasmo non era dovuto alla mia bravura, ma alla sua lunga astinenza sessuale, non certo alla mia bravura di inesperto leccatore.
Mi ripromisi, che le avrei chiesto di insegnarmi a leccare la vagina, in modo da farla molto piú felice, e far godere le future ragazze o donne, che avrei avuto la fortuna di incontrare.
Quando riuscì a calmarsi e riprendersi.

Via lascio in sospeso di quello che avvenne dopo, troppe emozioni e ummagino, pure voi avrete bisogno di un po' di riposo.
Perciò appuntamento alla prossima puntata.

…continua…
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