Racconti Erotici > Lui & Lei > Ricordo di una donna in giallo sull'autobus
Lui & Lei

Ricordo di una donna in giallo sull'autobus


di drag76021
15.05.2022    |    482    |    3 7.0
"E il movimento lento avanti e dietro, spingi e tira, non aiuta di certo..."
Roma,
una delle tanta giornate estive, calde, afose.
Finito di lavorare in ufficio, mi aspetta la solita attraversata in autobus.

Appunto l'autobus, se non fosse per questo caldo andrei a piedi, invece di perdere tempo alla fermata, nell'attesa di un mezzo pubblico che arriva con ordine casuale e improvviso peggio dei temporali estivi.
Alla fermata c'è gente e dalla strada per giunta arriva il calore delle auto che procedono a rilento.

Eppure ecco che arriva quella maldetta scatola di metallo, e come sempre è piena.
Non so quanto tempo è passato, la città ti concede tutto il tempo che vuoi per sperimentare tutte le possibile tecniche per svuotare la mente e l'accettazione dell'inevitabile, cos'altro vuoi fare?

Si aprono le porte, scendono pochi, saliamo in tanti, troppi.
Non devi neanche fare la fatica di camminare, basta abbandornarti al flusso e ti ritrovi compresso, alla ricerca di un appiglio.
Riparte e dentro piano piano ci si assesta, nel frattempo che il mezzo inizia il suo cadenzato parti e frena, parti e frena, al ritmo della piaga capitolina, il traffico.

Mi guardo intorno, che significa poter a malapena girare la testa, e vedo che davanti ho una donna, è di schiena, capelli lunghi scuri, un poco più bassa. Non vedo molto di più perché siamo dannatamente vicini; noto però che ha un vestitino giallo, leggero, di quelli che le donne mettono e pare siano praticamente nude, considerato che a noi toccano scarpe chiuse e camicia tutto l'anno.

Altra fermata, altro carico, la pressione aumenta e veniamo spinti uno contro l'altra. Sento la morbidezza del suo culo contro il mio pube, ne avverto forma, consistenza, spazi......no fermo, aspetta questo non porta a nulla di buono, quella sensazione per cui sai che stai richiamando sangue dove non deve.
Devo pensare ad altro o finisco nei guai, non è che si possa girare per i mezzi pubblici con un'evidente erezione.

Cerco di respirare, e mi invadono gli odori di tante persone, non sono tutti gradevoli eppure hanno qualcosa di reale, di violento, di fisico, e in sé anche di eccitante.
Mi invadono e scendono, richiamati anche loro in basso, a spingere la mia "crescita inferiore". E il movimento lento avanti e dietro, spingi e tira, non aiuta di certo....

Ora il fattore C si è fatto evidente, avverto essersi messo nella sua posizione preferita, avvolto dolcemente tra morbide natiche.
Mi guardo intorno preoccupato di vedere la classica anziana puntare il dito con terrore (di un ricordo sbiadito?), ma nessuno nota niente, e in effetti come potrebbe?
Nell'autobus non c'è lo spazio libero per far cadere uno spillo a terra; c'è la mia borsa dell'ufficio che per sicurezza tengo sempre davanti e di lato, perché in queste situazioni ti possono sfilare le mutande senza toglierti i pantaloni e non te ne accorgi che a casa.

E anche lei ha uno zainetto giusto sul lato opposto, così c'è questo spazio-non spazio tra di noi e un dondolio, lento ma costante, avanti e dietro, un accensso di su e giù.....no aspetta...ma l'autobus ora sta viaggiando in un raro momento di strada libera...eppure sento premere il suo culo contro di me, accogliendo il mio gonfiore, per poi spostarsi quel tanto in avanti da creare un delicato massaggio.
La punta del mio pene apprezza, la pelle scorre quel tanto per sentire il glande aprirsi e richiudersi.....o cazzo, si letteralmente, o cazzo....continua....

Il caldo, l'eccitazione, il piacevole massaggio, il tempo che diventa indefinito, cullato e scandito, finché lo sento arrivare, di quelli rapidi, un unico fiotto carico, e già la pressione va calando.

Ancora qualche secondo e l'annebbiamente si svela, i pensieri logici piano piano riprendono, sta succedendo qualcosa, tutti si stanno muovendo, guardo verso l'anteriore e siamo al capolinea, le porte si stanno aprendo e il flusso si sta mettendo in moto.

Ma prima che arrivi a noi, noto un movimento e sento una mano afferrare il mio pacco, indugia un momento come per saggiare un residuo di erezione, che è ancora quel tanto duro di quando ti rimane addosso la voglia e vorresti continuare.

Invece d'improvviso si stacca, è nel flusso; vorrei raggiungerla per farla voltare, vedere il suo viso, ringraziarla, chiderle nome, numero, ma è già con un piede fuori mentre io sto cercando di muovere delle gambe irrigidite (chissà come mai!).

Grazie splendida donna dal vestitino giallo.....mi hai lasciato un bellissimo ricordo per tutte le prossime corse sugli autobus della capitale.
E, lo realizzo ora, anche con qualche problema umido da risolvere quanto prima....

Dedicato a tutti i pendolari.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Ricordo di una donna in giallo sull'autobus:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni