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GITA SCOLASTICA 5- PARTI VERGINE E TORNI SFONDATO


di only_a_boy
10.07.2023    |    13.719    |    12 8.7
"Del resto, tecnicamente Francesco poteva fare tutto, essendosi premunito di riprendere Lorenzo mentre gli faceva un pompino e ammetteva di essere gay: un..."

- “Ma France’, e che cazzo! Che ti è saltato in mente di dire a Davide di noi tre?”
- “Senti Diego, ci sono stato costretto: quello stronzo è entrato nel bagno proprio mentre mi stavo sbattendo Lorenzo, mi ha sorpreso con il cazzo nel culo di questa troia, ha visto tutto, che altro potevo fare?”
- “E pure questa cosa ti sembra normale? Perché te lo sei inculato da solo? Ce lo siamo sempre diviso io e te per divertirci assieme e appena giro gli occhi te lo trombi a tradimento!”
- “Tu stavi a pomiciare con Maria e io avevo voglia di sborrare... che poi col fatto che Davide ci ha sorpresi non ho potuto neanche farlo, ho dovuto rinunciare per far fare a questa troia un pompino, così siamo certi che non dirà nulla, anzi… vorrà fare il bis se riesce a venire stasera”.

Questo concitato scambio di battute, che pure lo riguardava, raggiungeva le orecchie di Lorenzo senza che provasse particolare interesse: era in ginocchio sul pavimento, tra i suoi due compagni di stanza, li stava ascoltando parlare, ma piuttosto distrattamente, intento com’era a passare da un cazzo all’altro, mentre i due, con le braghe calate, pur godendosi pienamente il trattamento, fingevano di non darsene pensiero, comportandosi come se non esistesse: si limitavano a parlare e disporre di lui come se fosse una cosa tutt’altro che senziente.
Che situazione paradossale si ritrovava a vivere Lorenzo in appena due giorni di gita scolastica! Fino all’altro ieri il piccolo Lorenzo era “solo” lo sfigato della classe, quello che non veniva mai invitato alle feste e che veniva deriso alle spalle dal solito gruppo di maschi affiatati tra i banchi di scuola, ma, dalla prima sera della gita scolastica, le cose erano drasticamente cambiate, oramai non sapeva più dire neanche lui se in meglio o in peggio: scoperta la sua soggezione e l’attrazione verso gli uomini, era stato sodomizzato più volte da Diego e Francesco, che lo avevano depilato totalmente, inculato, utilizzato a più riprese. Francesco l’aveva persino obbligato, il giorno dopo, ad andare in giro con delle mutandine di pizzo e un dildo nel culetto, per poi condividerlo con Davide, il compagno che li aveva sorpresi nei loro giochi.
Del resto, tecnicamente Francesco poteva fare tutto, essendosi premunito di riprendere Lorenzo mentre gli faceva un pompino e ammetteva di essere gay: un ricatto bello e buono, che bastava a stroncare ogni eventuale resistenza dell’interessato.
Ma Lorenzo si sarebbe mai ribellato all’idea di accogliere dentro di sé, in gola o in culo, i cazzi di quei bonazzi? Probabilmente no, o meglio: forse la sua mente l’avrebbe frenato o quanto meno l’avrebbe portato a scegliere solo Diego, che era molto più dotato ma che almeno ci andava piano mentre lo usava, al contrario di Francesco che sembrava godere della facoltà di poter abusare di un corpo inerme e lo faceva quasi con cattiveria. Comunque, a prescindere da tutto, Lorenzo non poteva nascondere a sé stesso che, si trattasse indistintamente di Diego o di Francesco (o persino di Davide, un tipo grassottello che non gli piaceva), il suo pisello e il suo buchino voglioso l’avrebbero trascinato in basso sempre a pecora.
Lorenzo era assorto in queste riflessioni, pur continuando a ciucciare entrambi i piselli, quando dei colpi provenienti dal balcone lo fecero sussultare. Tutti e tre i ragazzi si volsero e videro oltre il vetro Davide, in attesa di entrare: si era arrampicato dal piano di sotto utilizzando la grondaia ed era arrivato nella stanza soprastante, eludendo la sorveglianza del prof. Bardi, che ignaro di tutto, riteneva innocentemente che bastasse stare a pattugliare il pianerottolo per far star buoni i suoi irrequieti studenti.

- “Cazzo Davide” - esclamò Diego – “ma sei impazzito? Potevi cascare di sotto!”;
- “Ma no, tutto calcolato! E poi questa troietta mica potevo lasciarla sola nelle vostre mani!”.

“Ecco che viene a battere cassa”, pensò tra sé Diego, invece Francesco, per niente infastidito, non ebbe altro da dire che un: “Accomodati!”. Tale invito era stato eloquentemente seguito da uno strattone a Lorenzo che, venendo preso per i capelli, si ritrovava costretto a gattonare in direzione di Davide.
Così spinto, Lorenzo sbatté contro la patta del nuovo ospite, che già stava dando segni di rigonfiamento. Questa volta fu Davide, visibilmente impaziente, a tirare fuori il suo attrezzo dalle mutande e a sbatterlo in faccia al ragazzo inginocchiato: Lorenzo avvertiva un odore forte - prevedibilmente Davide aveva pisciato da poco - ma, meccanicamente, lo accolse nella sua boccuccia, dando inizio all’ennesimo pompino.

- “Certo che è proprio famelica, qualunque cazzo le va bene”, disse Diego con un tono che avrebbe voluto essere il solito scanzonato di sempre ma che tradiva una certa contrarietà.
- “si, ma stavolta non finisce solo con l’orale, voglio incularla pure io”, aggiunse Davide, prima di staccargli il pisello di bocca per poi farlo alzare in piedi, girarlo, e, infine, abbassargli i pantaloni senza troppi complimenti.
- “totalmente depilata, e che culo rotondo! Avesse una parrucca sembrerebbe una femmina vera, che scherzo della natura!”.

A Lorenzo, malgrado tutto, la situazione piaceva: il cazzetto era indurito e iniziava ad essere bagnato. Gli piaceva anche se il maschio che lo stava per possedere era Davide, quel bambinone troppo cresciuto dal volto rotondo e roseo e senza un solo pelo sul viso: anche il suo cazzo, che aveva avuto modo di accogliere nella sua bocca e di imparare a conoscere, sembrava quello di un bambino per via dei pochi peli biondicci, ma a differenza di quello di un bambino questo era di buone dimensioni: ne poteva percepire la durezza contro il suo sfintere, visto che stava entrando senza tante cerimonie e senza neanche aver pensato ad usare un preservativo o un lubrificante.
E così, ricominciavano le sensazioni note, ripetute talmente spesso nelle ultime 48 ore da diventare quasi routine: prima un dolore, un bruciore, causato dall’invasione del suo retto da parte di un corpo robusto ed estraneo, che avanzava senza esitazione. Poi la presenza dei peli pubici del maschio sulla sua pelle depilata stava ad indicare che l’inculata era completa e ci si poteva aspettare il passaggio successivo, che non mancava mai: il su e giù, sempre più forte, del maschio che lo montava.
Davide era gasatissimo: non aveva mai inculato nessuno (figurarsi se le poche zoccole che era riuscito a trombare concedevano il loro preziosissimo lato B oltre alla loro preziosissima “pussi”) ed erano tutte sensazioni nuove: il risucchio che il culo di Lorenzo sembrava aver fatto al suo pisello lo aveva indotto ad accelerare le spinte: tanto nessuno avrebbe protestato, la troia era remissiva a quattro zampe i due compagni guardavano sorridendo.
Sotto i colpi di Davide, Lorenzo si era ritrovato a piegare le ginocchia e inarcare la schiena, offrendo così istintivamente il suo culo a 90 gradi, mentre il suo sguardo era fisso sul pavimento. A un certo punto, sentì un’altra presenza a cui era abituato, quella, davanti al suo capo, di un secondo cazzo: era di Francesco o di Diego? Poco importava, l’avrebbe preso in bocca. Arrivato fino in gola il membro, il sospiro di piacere di Diego gli rivelò il proprietario. E così stava andando come negli ultimi giorni: un cazzo dietro ed uno davanti e lui, a disposizione con tutti i suoi buchi. Tuttavia, stavolta i cazzi erano tre e i buchi due soli, se ne sarebbe accorto subito.
Anche Francesco, col suo cazzo duro fuori dai pantaloni, si era avvicinato al trio. Guardava i diversi modi di utilizzo di quel frocio: Davide che, ancora incredulo e rosso in viso, continuava a spingere fino in fondo il cazzo in quel culetto slabbrato, e Diego che, sorridente e padrone della situazione, teneva ferma la testa di Lorenzo con una mano sul capo mentre affondava fino in fondo il suo massiccio membro.
Erano ancora vestiti tutti e quattro, con solo i piselli di fuori (e, per quanto riguardava Lorenzo, il culetto da fuori). Francesco, avvicinatosi anche lui a quel maschietto a pecorina, iniziò a tirargli su la maglietta del pigiama. Ne prese entrambi i lembi e la strappò in due con decisione, togliendogli le due parti di dosso senza che fosse più necessario farle passare per la testa e le braccia. Fece la stessa cosa coi pantaloncini, che Davide prima aveva solo abbassato, e così Lorenzo si ritrovò nudo e tra due cazzi, col suo pisello dritto che emetteva liquido.

- “Sempre si bagna la troia”, disse mentre con la mano gli aveva impugnato il pisellino con forza.

Lorenzo si sentiva totalmente in potere altrui: era il solo completamente nudo, il solo senza neanche un pelo addosso (pure al pisello l'avevano rasato integralmente!), la sua bocca era violata dal cazzo di Diego, che gli impediva con una mano di muovere la testa, il suo culo invece era allargato dal pisello di Davide, che stava sudando a più non posso e dando spinte sempre più forti. Quello che restava della sua virilità, invece, ora era nelle mani di Francesco, che la stringeva con forza: non resistette più a tutti questi stimoli e venne abbondantemente.
Nel ritrovarsi la mano inondata dallo sperma, Francesco fu sorpreso ma sorrise subito: era proprio una troia votata alla passività, come si può godere in questo modo senza alcuna dignità?
Si pulì le mani sulle guance e sui capelli di Lorenzo e rimase li, con un ghigno perfido, osservare come cambiava il volto del passivo ora che l’orgasmo era andato: capiva molto bene come non ci fosse più piacere per Lorenzo, i suoi lineamenti riflettevano solo dolore.
Le spinte dei due maschi, invece, continuavano come se nulla fosse successo, mentre il pisello del passivo oramai si stava ritraendo per diventare piccolissimo (Francesco pensò tra sé che se non fosse stato totalmente depilato sarebbe scomparso tra i peli pubici).
A un certo punto la situazione dovette diventare insopportabile, perché Lorenzo cercò di muoversi e di sottrarre i suoi poveri orifizi a quei piselli che sembravano non voler venire mai.
Ovviamente, stretto nella morsa dei due attivi, riuscì solo a far capire ai che avrebbe voluto smettere. Fu allora che Francesco, fulminato da un’idea, intervenne:

- “ragazzi, la troia è stanca! Troppa monotonia: due piselli non le bastano, vuole il terzo”;
- “eh, va beh, questo purtroppo mica ha la figa, ha solo due buchi, non tre”, rispose Davide;
- “in compenso uno dei due è largo abbastanza. Toglietevi tutti e due e vi faccio vedere..”.

La curiosità aveva fatto fermare Diego, che aveva subito estratto il suo pisello, grondante di saliva, dalla bocca di Lorenzo, ed osservava Francesco ma Davide, che si stava godendo quel culetto, continuava a penetrarlo protestando: “France’, fammi finire e poi te lo cedo”.
Trovata resistenza nell’amico, a Francesco non restò altro da fare che afferrare rudemente sia Davide che Lorenzo, spingendoli entrambi all’indietro sul letto: Davide si trovò seduto e sgranò subito gli occhi perché l’attimo dopo, trascinato da Francesco, anche Lorenzo si ritrovò seduto su di lui, impalandosi violentemente fino in fondo, per via della forza di gravità.

- “non te lo voglio togliere questo culo, Davide. Ti ho detto, è largo abbastanza per tutti. Stenditi”.

Davide stavolta eseguì senza protestare - del resto Francesco era bello palestrato e sapeva convincere - e si ritrovò ben presto sul petto la schiena di Lorenzo, steso a sua volta. Francesco allora sollevò le gambe al passivo e se le mise sulle palle: abbassò un attimo lo sguardo per prendere la mira e, individuato il buchino, già occupato dal pisello di Davide a smorzacandela, iniziò ad avanzare anche lui, godendosi lo sguardo di Lorenzo, che rimase senza fiato. Stavolta era una sensazione totalmente nuova e totalmente difficile da sopportare: già pieno, stava venendo allargato ancora una volta e ancora una volta riempito, fino al limite.

- “Diego, quella boccuccia ha bisogno di te”, quasi ordinò Francesco, che vedendo lo sguardo stralunato del sodomizzato temeva che potesse urlare.

Diego, prontamente, salì sul letto ed infilò nuovamente il suo cazzo nella gola di Lorenzo. E il ritmo riprese: le spinte di Diego in gola erano sempre le medesime ma Lorenzo ora quasi non ci badava: dal culetto, dal povero buchino slabbrato, stavano arrivando nuovi stimoli difficili da ignorare, con il cazzo di Francesco che, sommandosi alla virilità di Davide già piantata dentro, sembrava volerlo aprire in due.
Davide in questa situazione stava godendo: mentalmente, perché l’idea di star contribuendo a sottomettere una troia simile lo eccitava, e fisicamente, perché le spinte di Francesco nel culetto della passiva comportavano anche che il suo cazzo venisse sollecitato, in parte dalla parete del culo, in parte dal movimento dell'altro cazzo.
Anche Diego era intrigato: era incredibile come quella troietta si facesse fare tutto, sembrava nata per accogliere i cazzi: a riprova, il suo pisellino dava la sua ridicola mostra di sé, di nuovo in erezione, mentre il suo proprietario veniva violato da ogni pertugio. A un certo punto Lorenzo sentì due mani da sotto stringergli con forza le chiappe, quasi volessero strapparle: era Davide, che stava venendo abbondantemente.
Fu poi la volta di Francesco, che gli scaricò tutto il suo nettare nel culo e, infine, Diego gli venne direttamente in gola, estraendo il randello solo a cose fatte.
Dopo quest’ultimo stimolo, il cazzetto di Lorenzo tornò ad eruttare sperma, più liquido del solito visto che era la seconda volta che veniva in mezz’ora, la seconda volta senza toccarsi.
Questa sua eiaculazione spontanea lo faceva vergognare: quando venivano Diego e Francesco, era la potenza di due machi palestrati, due veri maschi, ma quando veniva lui mentre lo penetravano si sentiva quasi un bimbetto che bagnava il letto. Un sentire simile doveva essere comune anche Diego e Francesco, che anche questa volta trassero motivo di ilarità nel vedere che un maschio si bagnasse da solo se era inculato: per loro era la negazione della virilità e si divertivano a canzonarlo. A questo coro si aggiunse anche Davide, che si era appena ripreso dalle sensazioni provate e aveva estratto il suo cazzo, oramai molle, dal culo sfondato di Lorenzo.

- “Ah Lorè, sei proprio una troia irrecuperabile, godi di culo, ma questo cazzo che lo tieni a fare?” diceva Davide;
- “Piccino lui, guarda come si è sbrodolato addosso mentre gli rompevate il culo in due”, continuava Diego;
- “Ora avrà bisogno di una doccia e so io quale tipo serve per questo genere di troie”, disse Francesco che già aveva qualcos’altro in mente.

Incuriositi, i due lo seguirono mentre aveva preso di malagrazia Lorenzo in braccio e lo trascinava in bagno. Lorenzo non si sentiva più il culo dopo questa esperienza: avrebbe voluto guardarsi il buco, per vedere com’era diventato (perché lui se lo sentiva enorme) ma non ebbe il tempo di far niente e si ritrovò adagiato nella doccia, con loro tre di fronte.
Francesco mise il tappo allo scarico e, dopo uno sguardo d’intesa agli altri due, si abbandonò ad una sana pisciata, orientando il getto verso la faccia di Lorenzo.
Quasi all’unisono anche gli altri due scaricarono le loro cartucce sul corpo del passivo.
Davide colpì per primo il pisello, dicendo che tanto non gli serviva a nulla, quindi, voleva marcare il territorio, Diego, invece, orientò il suo getto dal petto in su fino ad incrociare quello di Francesco, sul volto di Lorenzo.
Lorenzo, colpito da questa scarica calda, chiuse gli occhi e aprì la bocca: a questo invito i suoi due compagni di stanza, seguiti poi da Davide, offrirono il loro nettare al passivo, che senza quasi accorgersene iniziò ad ingoiare: era un gusto diverso dalla sborra ma, al pari della sborra, gli sembrava di incamerare qualcosa dei maschi che l’avevano posseduto e per questo gli veniva spontaneo.
Manco a farlo apposta, tutti e tre avevano abbondanza di urina, che non poté essere tutta bevuta: qualcosa scivolava dalla bocca al collo, al petto, al pisello, restando nella conca vasca. Lorenzo non seppe stimare la durata di questa doccia calda ma, una volta finita, accolse nella bocca ciascuno dei tre cazzi che gli venivano porsi, per ciucciarli e ripulirli, tra le risatine dei tre.
Dopodiché, aperti gli occhi, li guardò un po’ spaesato. Era nudo, bagnato del loro piscio, li guardava dal basso verso l’alto, senza sapere bene cosa fare.
Fu Francesco che, intuendo l’incertezza, gli rispose: “stanotte dormi qui: il tuo letto serve a Davide, che non può certo calarsi di nuovo dalla grondaia col rischio di cascare di sotto. Solo domani ti daremo il permesso di uscire da questa vasca e se farai il bravo potrai lavarti. Ma adesso stai qui dentro e coricati in quello che resta del piscio dei maschi che ti hanno sottomesso. Non provare ad uscire o saranno guai”.
Detto questo, si allontanò senza aspettare una risposta, seguito da Diego e Davide, che ridevano tra loro di quanto fosse incredibile che quel piccolo frocio si facesse fare di tutto, proprio di tutto.
Lo stesso pensiero era nella mente di Lorenzo: si stava facendo fare di tutto e non sentiva in sé il minimo istinto alla ribellione: il ricatto del video non c’entrava più nulla, subire queste cose gli piaceva: la riprova erano, oltre alla mancanza di opposizione, anche e soprattutto le sue erezioni e le sue polluzioni spontanee.
Manco a farlo apposta, proprio adesso che aveva avuto l’ordine di non muoversi da lì, sentì lo stimolo di far pipì. Il gabinetto era lì accanto ma sarebbe dovuto uscire, violando la consegna di Francesco.
Poi realizzò che in fin dei conti si trovava immerso dagli avanzi dell’urina quella dei suoi tre maschi, quindi, si lasciò andare e anche la sua si unì a quella dei suoi uomini.
Rimase in attesa per sentire cosa facessero nell’altra stanza, forse sarebbero venuti a controllare o forse si fidavano. Lui, comunque, in quella notte silenziosa, rimase ubbidiente al posto che gli avevano destinato, che oramai iniziava a percepire come proprio.

FINE?



Per i lettori: grazie per l'attenzione e un grazie particolare per chi vorrà commentare e dire la propria su questo racconto: che siano commenti positivi o critiche è sempre tutto molto utile per ricevere nuovi spunti e migliorarsi.
Devo ammettere che ci ho messo parecchio per quest'episodio della saga e mi sono deciso più che altro perché alcuni utenti me l'hanno chiesto ripetutamente nel corso di questi mesi: esitavo perché non ero certo che avrei trovato spunti nuovi e temevo di essere ripetitivo, ovviamente aspetto un vostro feedback proprio per sapere se i miei timori erano o meno fondati.
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