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Gay & Bisex

IN SPIAGGIA RAGAZZO DI COLORE


di Membro VIP di Annunci69.it ANDROMEDA1965
09.03.2023    |    569    |    1 9.5
"Senza indugi mi avvicinai e gli presi la nerchia in mano, poi avuto il suo consenso mi chinai ed iniziai un pompino, gli tenevo strette le anche con le mie..."
Un saluto a voi tutti, riprendo dai precedenti RACCONTI (1 – 12)
Navigando sul sito A69, nella sezione car sex e luoghi d’incontro, inizio ad esplorare le potenzialità che offre la città di Cagliari, tra i numerosi posti segnalati tre in particolare attirano la mia attenzione. Il primo si trova lungo la litoranea e dai pochi commenti presenti nonché negativi non lascia molte speranze, provo di rado a frequentarlo e sinceramente tolto qualche vecchietto segaiolo non vi è null’altro. Poi ne trovo due molto vicini, uno risulta essere su una punta di scogliera in alto, vicino ad un faro, mentre l’altro è proprio sotto la stessa scogliera e risulta frequentato prevalentemente in estate, chi è del posto avrà sicuramente riconosciuto a quali location mi stia riferendo. Un pomeriggio parcheggiata la macchina in alto e vicino al faro, mi inoltrai nella bassa e diratata macchia mediterranea, notando fin da subito un certo movimento, tra l’unico arbusto presente e quasi a strapiombo della scogliera trovai un signore di mezza età con i pantaloni calati ed un cazzo di normali dimensioni già in tiro. Senza indugi mi avvicinai e gli presi la nerchia in mano, poi avuto il suo consenso mi chinai ed iniziai un pompino, gli tenevo strette le anche con le mie mani in modo da bloccarlo e dirigere io l’intensità degli affondi. Dopo poco iniziando ad ansimare mi disse che stava per sborrare e quindi che doveva sfilarlo fuori, io senza rispondere affondai la bocca e con la lingua stimolai il glande, iniziando a sentire numerosi fiotti di liquido denso e bollente. Purtroppo non mi piacque il sapore e quindi non appena ebbi la bocca stracolma sputai il tutto, mi passò un fazzolettino per ripulirmi e senza salutarlo mi allontanai continuando la perlustrazione. In un punto della scogliera e nelle vicinanze di una specie di vecchia garitta in pietra, guardando in basso scoprii la zona nudisti, dove al riparo di grossi massi qualcuno prendeva il sole integrale mentre altri giocavano, mi ripromisi che un'altra volta e con più calma avrei scoperto quel posto. Il via vai di persone era incessante, con il problema che molti erano turisti o locali che andavano lì per godersi il paesaggio e non per altro, ripresi la macchina e scendendo la stradina notai, quasi alla fine della stessa, altro movimento nella boscaglia in questo caso più alta e fitta. Lasciai la macchina a circa 100 metri in un luogo non sospetto e con aria da esploratore mi inoltrai alla scoperta del nuovo sito, diverse persone di ogni età gironzolavano alla ricerca di qualcuno o di qualche cenno di gioco. Trovai due che si stavano segando a vicenda, entrai nel loro rifugio e piegandomi iniziai a pompinarli entrambi, uno cercava di toccarmi il culo o meglio cercava di entrare con la mano dentro i pantaloni sicuramente per infilarmi un dito. Non gradivo le sue avance, nel frattempo notai un ragazzino con una bicicletta tra le mani che fermo ed attraverso i rami ci stava spiando e magari anche segando. Mi ero stufato del contatto dei due e con la mia abilità orale feci raggiungere l’orgasmo del “passivo” che venne copiosamente e con lunghi schizzi che finirono per terra, in tal modo l’altro togliendomi le mani di dosso si poteva dedicare al suo amichetto per prepararlo all’inculata. Mi allontanai cercando il ragazzino che era molto sfuggente, poi lo intravidi in un altro anfratto e ben imboscato, indossava infradito, canotta e pantaloncini aderenti tipo da ciclista, stavolta lo vidi bene e notai una mano che reggeva la bici e con l’altra si toccava il pacco, che dalle forme ed aderenze doveva essere proprio una bella sberla. Lui sembrava avere paura di me (io un omone sia di statura che di età rispetto alla sua bassa statura ed esile corporatura nonché gioventù), pertanto mi misi in un angolo guardandolo mentre lui mi puntava fisso con il suo sguardo e quasi pronto a scappare. Cercai con dei cenni del capo di fargli capire che volevo vedere il suo attrezzo e se di mio gradimento giocare con lui, che nel frattempo continuava senza alcuna esitazione a toccarsi, fino a quando raggiunto un certo senso di sicurezza appoggiò finalmente la bicicletta sul tronco di un alberello. Posizionandosi a debita distanza da me e nell’angolo opposto riprese a toccarsi ma stavolta con due mani e simulando alquanto volgarmente le spinte del bacino di uno che sta scopando, io feci finta di gradire quello spettacolo in effetti mi interessava ben altro. Certo di non essere visto da altri, si abbassò di poco i pantaloncini mettendo in mostra un pitone lungo, grosso, nodoso e con una accentuata curvatura da un lato, era una visione celestiale per i miei occhi, purtroppo continuava a fare quei movimenti del bacino quasi a far dimostrare dell’immensa nerchia che aveva tra le gambe. Gli feci cenno se potevo toccarlo e lui si fece capire portando indietro tutta la pelle del cazzo e facendolo svettare come una mazza, iniziai a toccarlo delicatamente ma il ragazzo molto rude o inesperto continuava a muovere il bacino dettando un ritmo quasi violento. Mi inginocchiai per prenderlo in bocca e lui mi schiaffeggiò diverse volte, sinceramente quell’ammasso di carne era duro e pesante ed i colpi facevano anche male, ingurgitai quel signor cazzo più che potevo e sempre aiutato dalle sue poderose spinte mentre con la lingua giocavo su frenulo e sulla cappella enorme quasi un fungo. Sicuramente gli piacque la mia bocca calda e voluttuosa in quanto con le mani mi teneva ben salda la testa e pompava sempre in maniera più vigorosa, spesso l’uccello con la sua curvatura laterale mi finiva sulla guancia quasi a volerla perforare. Dopo un bel po’ di tempo che mi scopava la bocca ed ormai al culmine della sua eccitazione mi chiese il culo, il ragazzino sapeva il fatto suo, risposi di no in quanto alle prime esperienze anali e mai con calibri del genere. Lui continuò ad insistere, alla fine per accontentarlo accettai ma solo per fare un tentativo di penetrazione, non avevo con me preservativi in quanto non prevedevo nessun rapporto sessuale, lui tanto meno in quanto non era un abitudinario né del posto ma più che altro del genere gay si diceva al massimo bsx, continuando a ripetere, quasi a giustificarsi che gli piaceva la figa e le ragazze. Sapendo già che non sarebbe riuscito ad avere un rapporto a causa del mio buco stretto e delle sue eccezionali dimensioni, lo accontentai e calatomi i bermuda alle ginocchia mi chinai spalle a lui e tenendomi ad un arbusto, da questa posizione scrutai diversi guardoni, imboscati tra le frasche intenti a spiarci masturbandosi. Mi fece divaricare le gambe e brutalmente sputò un paio di volte sul mio culo per poi fare la stessa cosa sul suo cazzo, credo che fosse veramente molto eccitato e proprio un torello da monta. Puntò la sua grossa cappella contro il mio orifizio e tentò più volte di varcare quel pertugio per lui troppo stretto, si lamentava e più ci ritentava più si eccitava, fino a quando e non so come riuscì ad aprire l’uscio del mio culo penetrandomi con il glande bollente e pulsante, chissà quanto sangue stava girando per alimentare tutti quei grammi di carne. Fu bravissimo iniziando a fare delicati e piccoli spostamenti per cercare di guadagnare qualche millimetro, io purtroppo soffusamente mi lamentavo per il dolore che provavo, dopo diverso tempo riuscì a malapena a penetrarmi di qualche centimetro. Nel frattempo i guardoni aumentavano, lui si stava stufando di non poter giocare alle sue condizioni ed io ormai volevo solo alzarmi e fuggire dalle sue grinfie, e fu così che al mio tentativo di staccarmi da quel palo, senza dire nulla e con un poderoso scatto di reni mi sfondò il culo penetrandomi fin nelle viscere. Emisi un urlo di dolore che udirono tutti, ormai era dentro di me e senza alcuna delicatezza pompava come un forsennato, forse per paura che scappassi e quindi di non poter compiere la sua opera. Lui godeva io no, solo dolore, si sentiva un forte rumore ritmico dato dal contatto del suo pube contro le mie chiappe ed uno stridio dovuto dalla sua grossa nerchia contro la pelle aderente del mio buco che la accerchiava come un anello. I lunghi e prepotenti affondi erano molto più sentiti e percepiti dal culo in quanto accentuati dalla sua tendenza laterale del cazzo. Credo che mi spalancò il culo per molto tempo, poi lo sentii ansimare, mi strinse i fianchi con le sue mani, si alzò sulle punte dei suoi piedi per favorire meglio la penetrazione e con ultimi poderosi colpi di bacino ben assestati mi venne dentro. La sua sborra era bollente, liquida, infinita, sentivo i lunghi getti entrami nelle viscere più remote, non finiva più, però era un sollievo emoliente e rinfrescante per le mie interiore. Quando si sfilò dal mio culo il suo cazzo fece un flop quasi come aver stappato una bottiglia di spumante, aveva creato il sottovuoto spinto, e facendo defluire un fiume di sborra, io ero moribondo ma soddisfatto. Mi girai per guardarlo, anche lui aveva un aria appagata, rimasi sconcertato guardando il suo cazzo che anche quasi a riposo era mastodontico, ma più che altro era molto sporco e non solo di sborra, segno che era entrato molto in profondità (ovviamente io non avevo fatto alcuna pulizia interna non pensando a sesso anale). Si fece pulire da me consumando un intero pacco di fazzolettini e senza dire nulla riprese la bicicletta e andò via. Io stremato, dolorante ed intontito, non curante dei numerosi sguardi indesiderati, riuscii a raggiungere la macchina e scappai da quel posto malfamato ma oasi di sesso e passione. Nei giorni a seguire in un primo pomeriggio, ritornai in zona e lasciata la macchina al solito posto mi recai nella macchia, stavolta volevo scoprire il sentiero che portava a mare sotto la scogliera nudista. Come sempre gente che gironzolava ma nessuno di mio interesse, trovai il sentiero e percorrendolo arrivai quasi alla sua fine, iniziando ad intravedere il mare, incrociai nel senso opposto un ragazzo di colore, credo fosse Senegalese, molto alto ed atletico, indossava ciabatte, magliettina, pantaloncini e sulla spalla aveva un telo mare, penso che venisse dalla scogliera nudista. Stranamente mi salutò con un grande sorriso, io ricambiai e prosegui notando con la coda dell’occhio che lui si era fermato osservandomi, ormai arrivato alla fine della piccola stradina, cercai senza successo il percorso migliore per riuscire a raggiungere la scogliera sottostante. Capendo la mia problematica tornò indietro sui suoi passi aiutandomi a scendere in estrema sicurezza, fino a guadagnare una piccola spiaggetta tra gli scogli. Lo ringraziai e gli domandai come mai stava già andando via, mi rispose che era stato in quel posto una mezzoretta ma senza alcun movimento di persone ed io ero il primo arrivato. Lui conosceva molto bene il posto, infatti passata la spiaggetta e superato qualche scoglio, trovai una baia molto piccola e con un grande scoglio piatto a pelo d’acqua, la location era coperta su tre lati da alta e ripida scogliera mentre fronte mare un grande masso consentiva di non essere facilmente osservati da eventuali bagnanti o imbarcazioni. Stese il suo telo e mi invitò a fare altrettanto, sinceramente pensavo alla spiaggia nudisti ma comunque l’occasione che si era presentata era molto ghiotta. Rimanemmo entrambi in slip da mare ed uno affianco all’altro iniziammo a chiacchierare, il mio occhio era ovviamente già caduto sul suo pacco e dal gonfiore che si notava sotto gli slip, ogni tanto facendo finta di sistemarselo se lo toccava, facendolo ulteriormente aumentare di volume. Gli chiesi se prendeva il sole integrale, lui annuendo mi chiese che, se non mi dava fastidio, poteva togliersi gli slip, senza neanche attendere risposta si sfilò l’indumento mostrando un bellissimo cazzo, lungo e nerboruto ma di diametro non esagerato. Ci mettemmo entrambi di fianco guardandoci e parlottando, mentre lui se lo segava dolcemente, io lo guardavo in maniera estasiata e capendolo mi pregò di accarezzarlo. Allungai la mano e mentre lo stringevo sentivo delle forti vibrazioni lungo tutto il mio corpo, lo feci stendere supino ed iniziai a leccarlo dal glande fino alle palle, con una mano accarezzavo il suo petto strizzando delicatamente i capezzoli, con l’altra muovevo la pelle lungo la sua asta. Adorava essere leccato sul glande e le palle, il suo uccello ormai era bello duro, già immaginavo quanta sborra avrei bevuto, poi tirò fuori un profilattico che indossò con estrema rapidità chiedendomi di mettermi a cavalcioni su di lui. Non avevo mai provato una posizione del genere, con due mani si teneva il cazzo dritto come un palo mentre io con le mie aprivo il più possibile le natiche, scesi fino a sentirlo bussare al mio culetto. Non mi aveva preparato con lingua, dita o qualche tipo di gel, pertanto la penetrazione sarebbe avvenuta a crudo, iniziai a scendere su di lui cercando di iniziare il rapporto, ma la cosa era estremamente difficile, poi con l’aiuto della sua mano, prese il glande tra le dita e forzò il mio pertugio, finalmente era violato. Iniziai a sprofondare il quel nerboruto affare nero, gestivo io la penetrazione ed i movimenti in quanto lui era bloccato sotto di me, lo sentii tutto dentro ed iniziai a far su e giù aumentando sempre di più il ritmo. Era totalmente infoiato, dopo diversi minuti si staccò e facendomi mettere in posizione supina con le gambe verso l’alto, posizionò sotto di me un telo mare arrotolato per creare un certo spessore, lo vidi bene entrare con la sua sciabola dentro di me, purtroppo adesso dettava lui il ritmo che era molto sostenuto, passarono pochi minuti e venne nel mio culo, non posso dire di più in quanto la sua eiaculazione finì direttamente nel serbatoio del profilattico. Pensai che il rapporto ormai volgesse al desio, invece imperterrito continuò a scoparmi, anzi con una certa violenza ed affondando sempre di più i suoi poderosi colpi, ad ogni spinta mi diceva frasi oscene ed irripetibili a dimostrazione che era un gran chiavatore. Continuammo così credo per un venti minuti fino a quando mi disse che adesso la sua troia doveva bere la sua sborra fino all’ultima goccia, uscì dal mio buchetto in fiamme e si sfilò il profilattico con il serbatoio già bello carico. Me lo infilò in gola fino alle tonsille, sentivo il sapore della precedente sborrata, pompava come un forsennato bloccandomi la testa la le sue mani, arrivarono i soliti ultimi e poderosi affondi ed al grido “bevi tutto puttana” mi inondò la bocca, ma non fidandomi evitai di bere quel nettare degli Dei. Lui molto alterato dal fatto che non avevo gustato il suo seme mi impose che la volta successiva avrei dovuto bere tutto altrimenti mi avrebbe scopato senza profilattico e goduto direttamente nelle mie viscere, ma questa è un'altra storia.
Segue nel prossimo racconto.
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