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Gay & Bisex

PRIMA VOLTA ALLA MOSC BARI


di Membro VIP di Annunci69.it ANDROMEDA1965
15.02.2023    |    269    |    2 6.0
"In un attimo mi ritrovo il cazzo in bocca che scivolava seguendo il ritmo dell’inculata ormai agli sgoccioli ancora pochi colpi violenti ed il mio intestino..."
Un saluto a voi tutti, riprendo dai precedenti racconti (ESPERIENZE 1 - 4)
Dopo le esperienze pregresse, ormai inizia il nuovo millennio (all’età di 35 anni), purtroppo con l’amarezza di aver perso il mio più grosso compagni di gioco, continuo a frequentare la zona di punta Perotti, che però inizia ad essere frequentata da gentaglia, persone che vanno a pagamento e frequentissimi ed a questo punto giustificati controlli. Sentivo parlare di una location particolare di Bari e molto attiva in estate chiamata in lingua dialettale “la mosc” che poi significa gente con il cazzo moscio in bella mostra. Il posto era situato sul molo che si affaccia sul lungomare, aveva una strada di accesso che terminava ad un faro e con un muro alto quasi 4 metri che divideva da un lato la città con il porticciolo turistico e dall’altra il mare aperto. Un pomeriggio, lasciata la macchina in un parcheggio in zona, mi sono recato a piedi in perlustrazione, in effetti si poteva andare in macchina ma la manovra di inversione di marcia era alquanto pericolosa e con il rischio di finire in mare vista la totale assenza di barriere protettive. Notai diversa gente, sia singoli che in gruppo, tutti nudi intenti ad abbronzarsi e bevendo birra fresca a volontà. Più mi inoltravo e più notavo che le persone provenivano da ambienti un po’ particolari diciamo anche di malavita o almeno e quello che volevano far credere. Alla fine del molo vi era un gruppo di ragazzetti con biciclette e motorini truccati che anch’essi nudi e bevendo birra urlavano in dialetto frasi sconnesse tuffandosi in acqua. Questa visione era più piacevole delle altre, ma non potevo rimanere fermo come un ebete, mi avrebbero immediatamente notato e non so cosa sarebbe potuto accadere. Salii da una delle due scalette di accesso sopra il muraglione, questo mi consentiva una migliore visione però poco movimento a causa della scarsa larghezza dello stesso nonché della presenza di alcune persone stese a prendere il sole. Seduto, mi godevo lo spettacolo dello splendido panorama, inoltre da un lato tutte quelle persone nude che si abbronzavano chiacchierando e dall’altra parte del muraglione in pochi appartati tra gli scogli sicuramente a divertirsi. Poco dopo arriva un vespone (moto vespa truccata) condotto da un tizio oltre la cinquantina, corporatura medio bassa e con la tipica pancia da grande bevitore di birra, indossa solo uno slip da mare ed infradito, al collo porta un catenaccio d’oro ed alle dita una serie di anelli molto appariscenti. Nel tragitto lungo la banchina viene salutato da tanti, sembra quasi in segno di rispetto, arriva alla fine del molo dove si trovano i ragazzini e anche loro mostrano riverenza nei suoi confronti. Lui parcheggia la vespa nei paraggi ed avvicinandosi all’orda dei barbari stende a terra un pezzo di cartone e sopra un asciugamano. La mia posizione a questo punto diventa da prima TV e loro non curanti dei numerosi occhi indiscreti continuano a divertirsi, segno della sicurezza che regnava in quel luogo. Dopo una decina di minuti ed aver fatto fuori la prima birra fresca forse della giornata, il boss, mi piace chiamarlo così anche per semplicità nel racconto, si toglie lo slip rimanendo anch’egli nudo, ha un pene che non supera i 18 centimetri ma bello ciccione e nerboruto, stranamente pur essendo molto peloso la parte intima ne è priva segno di accurata depilazione e sinceramente è un piacere guardarlo e ovviamente inizio il mio lento movimento accertandomi di non essere visto da altri. Noto subito l’affinità e sintonia che vi è tra il boss ed un ragazzetto molto giovane, statura media, biondino e magrissimo, data la giovane età non ha peli almeno ben visibili, mentre gli altri continuano a fare tuffi e cagnara, loro in un angolo parlottano fino a quando l’uomo mostra la sua erezione. Il pivellino, che ha un pisellino tra le gambe, sembra ridere di quella vista facendo letteralmente incazzare l’uomo, che inizia ad inveire sul ragazzo in dialetto stretto ed in modo duro e rozzo, tra le tante cose dette ricordo “io con questo le femmine le spacco in due” oppure “quando ero dentro con questo ne ho rotto di culi”, il boy ormai diventato rosso paonazzo sia dalla vergogna che dalla paura si chiuse in un silenzio assordante iniziando a piangere, gli amici assistendo alla scena e ridendo come matti lo prendevano per il culo in considerazione dello sgarro fatto nei confronti del boss “ha riso della sua erezione”. A quel punto l’uomo alzandosi in piedi e gesticolando nonché sbraitando come un forsennato caccia via tutta la ciurma di ragazzi che obbediscono immediatamente, facendo restare lì solo il ragazzetto ormai terrorizzato. Notavo che un paio di giovani, a debita distanza stavano seguendo la cosa, immagino fossero i suoi gregari o chi gli garantiva la sicurezza. Ormai rimasti soli il boss si ristende sul telo da mare facendo accostare il ragazzo, inizia ad accarezzarlo tra i capelli forse per farlo calmare, poi inizia con una serie di baci con grande movimento di lingua, non corrisposti forse per la giovane età ed inesperienza, dopo qualche minuto di effusioni il boss, presa la mano del ragazzo se la porta sul cazzo moscio e lo guida in una lenta sega, vedo la mano muoversi lentamente per tutta l’asta fino a far uscire la cappella che sembra un fungo per le sue dimensioni, l’uomo da una busta tira fuori un barattolo di olio solare e passandosela sul corpo fa sì che il giovane con una mano continui la lenta sega (sempre guidata dalla mano esperta) e con l’altra gli spalmi l’olio, il tutto sempre condito da baci e movimento di lingua. Poi si versa qualche goccia sul pene per far sì che la mano del ragazzo scivoli meglio fino a farlo diventare in pochi minuti completamente eretto e turgido, a quel punto accompagna la testa del ragazzo sul pene che inizia a baciarlo delicatamente, l’uomo non gradisce tanta delicatezza dicendogli con voce rozza che neanche la moglie gli faceva bocchini del genere. Pertanto afferrandogli la testa con forza se la spinge sulla nerchia che affonda completamente, inizia questo trattamento con estremo vigore, il ragazzo più volte ha conati di vomito e si vede che è in sofferenza d’ossigeno. Ormai il boss ha perso la ragione è letteralmente inebriato dal sesso, avendo ormai il cazzo bello duro e pulsante, ordina al ragazzo di girarsi di fianco dandogli le spalle, lui esegue senza battere ciglio, dopo aver sputato un paio di volte sulla mano ed averla passata sul deretano del giovincello, inizia una serie di spinte con il tentativo di forzarne l’apertura, si sentono i mugolii di lui e le urla soffuse dell’altro. Finalmente si apre la porticina e lui con i soliti modi volgari gli dice “la senti la capocchia grossa nel tuo culo, dì la senti” il ragazzo immagino per il dolore non rispose facendo per l’ennesima volta incazzare il boss che a quel punto con un violento colpo di reni gli entra tutto dentro e fino alle palle. Il ragazzo urlò violentemente per il dolore facendo sì che i vicini “bagnanti” si accorsero ed immaginarono l’accaduto, infatti uno dei suoi due amici gli strillò in dialetto “Vitin gi si rutt u cul” (Vito gli hai rotto il culo) e lui con grande soddisfazione gli rispose si è un burro. Inizio ad incularlo con estrema violenza e sempre più velocemente fino a venirgli con più getti di sperma nel sedere, mentre dava gli ultimi colpi chiamò l’amico “Colin vin a fernesc u fatic” (Nicola vieni a finire il lavoro), al ché senza alcuna remora e fiondandosi di corsa arrivo Nicola, aveva un bel ciondolo già totalmente eretto e segno che a quella vista si stava già segando, si presentava lungo e sottile e ricurvo da un lato. Non appena arrivato trovò il boy pancia in aria e gambe divaricate e senza pensarci su due volte lo penetrò esclamando però che era tutto scivoloso e pieno di sborra, iniziando una bella monta che durò ben poco a causa sicuramente dell’estrema eccitazione. A quel punto, sfilatosi, lo fece mettere supino e lui in piedi, fronte la sua testa, iniziò a scoparlo in bocca con prepotenza, sicuramente gli odori ed umori che il ragazzino assaporava erano sia del suo culo che dei due cazzi che lo stavano letteralmente violentando, per la forma storta del fallo si notava la guancia gonfiarsi in quei colpi prepotenti che non finivano direttamente in gola. Alla fine gli venne in faccia con innumerevoli getti di sborra cremosa rendendo il bel visino delicato come una fogna e dicendogli in dialetto adesso buttati a mare e vatti a lavare. Tutto il rapporto fu visto da una decina di persone che ebbero un gran piacere a quella visione visto le diverse seghe, compresa la mia, fatte sul molo. Nei pomeriggi a seguire quel muraglione divenne la mia seconda casa ed iniziai a conoscere alcuni dei “bagnanti” e le loro storie di sesso e di violenza. Un giorno decisi di prendere il sole e farmi un bagno sempre nella speranza di trovare anche qualcosa di più piacevole. Dalla sommità del muraglione notai lato scogli diversi bagnanti, alcuni troppo giovani per i miei gusti, altri già indaffarati, qualcuno dei soliti anziani guardoni e qualche new entry almeno per me. Individuai un signore calvo e sulla sessantina, molto abbronzato e con un fisico tonico per la sua età, ovviamente era nudo ma non riuscivo a vederne e capirne le dimensioni. Mi avvicinai sugli scogli che tra mille anfratti nascondevano i bagnanti, ed in sua prossimità mi sistemai il telo mare, lui sicuramente gradì la mia presenza più giovanile iniziando ad armeggiare visto il movimento delle sue braccia. Io non fui da meno e capendo le mie intenzioni si alzò in piedi con la scusa di stiracchiarsi, rimasi sconcertato aveva un bellissimo pene, già scappellato e leggermente ricurvo su se stesso, la lunghezza poteva essere scarsi i 20 centimetri ma la cosa eccitante erano le dimensioni sottili sotto la grossa cappella fino a diventare grosse vicino ai testicoli. Mi capì al volo e prendendo le sue cose si spostò nel mio anfratto, ci salutammo e scambiammo qualche parola sulla location, io non resistetti a lungo e gli presi il cazzo in mano sentendolo già pulsare al primo contatto, lui gradì toccando il mio che non aveva alcun termine di paragone con le sue fattezze. Notando la sua vigorosa erezione mi inginocchiai ai suoi piedi ed iniziai a leccarli la cappella totalmente fuori, lui mugolava di piacere ed allora iniziai a scendere sempre più giù usando anche colpi di lingua, ormai era in estasi ed iniziava a muovere il bacino per determinare lui il ritmo, io mi divertivo nel frattempo a pizzicargli i capezzoli oppure a massaggiarli le palle, poi toccandogli le natiche scoprii il suo punto debole, voleva sentirle strette tra le mie mani con qualche tocco anche di sfintere. Senza dirmi nulla e dopo aver aumentato il vigore nelle spinte mi venne in gola con una serie di lunghi getti di sborra calda che fui costretto a bere tutta in quanto non avevo alcun margine di manovra. Appagato dal godimento ricambiò con una splendida sega che data l’eccitazione durò ben poco. Ci riposammo sdraiati al sole raccontandomi che gli sarebbe piaciuto portarmi a casa sua per un ulteriore seguito e magari con il coinvolgimento anche della moglie, che anche se anzianotta aveva ancora gran voglia, gli sarebbe piaciuto incularmi mentre io ero dentro di lei, come ovvio tali racconti ci portarono ad essere nuovamente eccitati, lui in particolare anche perché faceva ampiamente uso di viagra. Mi chiese di farci un bagno per rinfrescarci e calmare i bollenti spiriti, ma non fu proprio così, non appena in acqua iniziai a toccarlo, mi piaceva la sua cappella, poi si sedette su uno scoglio a pelo d’acqua ed io con la sola testa fuori iniziai, a suo dire, un divino pompino che lo portò ad una erezione maggiore della prima, notai diverse persone che nel frattempo ci guardavano segandosi e la cosa mi eccitava tantissimo. Arrivò il sospirato ed agognato momento da lui tanto desiderato, entrando in acqua mi chiese di salire sullo stesso scoglio e di appoggiarmici sopra lasciando il sedere in acqua, lui dietro di me stava armeggiando con la cappella fino a quando non cedetti, aveva trovato un appiglio che gli consentiva di stare in posizione eretta, mi chiese se provavo dolore e se poteva continuare, insomma voleva un consenso, immaginando agli effetti della pillola blu che aveva ingerito riuscii solo ad annuire, iniziò così la sua lenta ed inesorabile spinta, la parte iniziale essendo più sottile non creava alcun problema ma l’attrito iniziava da metà cazzo in poi per l’aumento del diametro. Dopo i primi movimenti lenti e delicati iniziò ad aumentare la velocità, andammo avanti così per diverso tempo, mentre tutti intorno continuavano a segarsi, poi iniziò a dare spinte più vigorose e profonde senso di grande eccitazione, sicuramente anche lui aveva notato la gente intorno, era una situazione fantastica, nel bel mezzo dell’inculata si avvicina un vecchio (che avevo già visto aggirarsi in zona in altre occasioni) e senza dire nulla ma più che altro senza chiedere permesso, si siede fronte la mia testa, non lo descrivo in quanto non ne vale assolutamente la pena, unica nota è il cazzo molto piccolo di lunghezza e molto grosso di diametro con pelle appesa e due grossi e pelosi coglioni. In un attimo mi ritrovo il cazzo in bocca che scivolava seguendo il ritmo dell’inculata ormai agli sgoccioli ancora pochi colpi violenti ed il mio intestino era stracolmo di sborra, i grugniti e mugolii erano indescrivibili e non curanti dei guardoni che udendoli aumentavano il loro ritmo segaiolo. Il vecchio mi stava letteralmente scopando la bocca, non aveva un buon odore e sapore ma non potevo ormai più ritrarmi, riuscii a toccargli le palle con una mano, gonfie come non mai, sembrava quasi stessero per esplodere, continuò per qualche altro minuto e tenendomi ferma la testa mi venne in gola quasi affogandomi per la notevole quantità di sperma e dicendomi “bevi puttana sei piena avanti e dietro”. Terminato il rapporto rimasi solo a farmi un bagno ristoratore e scappando velocemente via, per il terrore che qualcun altro si fosse presentato a chiedere la sua parte.
Segue nel prossimo racconto.
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