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Gay & Bisex

Il quartiere libertino (2): in tre


di birbantotto
13.11.2020    |    7.570    |    6 9.0
"“Ecco vedi? Era messo così quando appena appoggiata la cappella al buco venne sborrandosi nei pantaloni” Mentre lo disse inizio a strusciare la cappellona..."
La sera dopo passai da Giacomo per bere un bicchiere di vino bianco e pomiciare. Tra noi le cose erano facili, la chimica ci faceva effetto appena eravamo rilassati e quando entrò Amin eravamo impegnati in un gustoso 69.
Di sera era ancora più bello, si lasciò spogliare da noi, aveva una peluria riccia fitta ed un corpo muscoloso, un culo da farsi una sega solo a guardarlo ed un cazzo notevole. Appena fu nudo mi prese la testa tra le mani e sorrise mettendomi la lingua in bocca.
“Non ti ricordi di me? Una sera in pineta ti ho preso di sorpresa e ti ho scopato davanti a chi era venuto a vedere che urlavi.
Certo che ricordavo, lo avevo cercato in tutti i luoghi appartati della regione, ma non lo avevo visto in faccia, ricordavo solo un uomo forte e violento ed il trattamento che mi aveva fatto. Avevo sborrato prima ancora che mi toccassi il cazzo, una esperienza indimenticabile.
“Racconta” disse Giacomo
“No dai, mi vergogno è stato il trattamento più violento che ho subito”
“Ma dai, Giacomo deve sapere che puttana sei.”
“Lo avevo visto in pantaloni corti che giravi in pineta con una maglietta aderente ed i capezzoli dritti. Mi avvicinai da dietro, lo immobilizzai e gli alzai la maglietta stringendo forte i capezzoli e baciandolo dietro il collo. Si divincolava ma si capiva che gradiva perché si fece abbassare i pantaloni senza lamentarsi. Osai continuare la dominazione e lo picchiai sul culo.
Non solo non li lamentò ma cercò il cazzo, lo lasciai succhiare un pochino poi lo voltai e nuovamente lo colpii sul buco del culo mentre gli strizzavo i capezzoli”
Era tutto vero, il mio cervello sentiva di nuovo le stesse sensazioni, volevo tanto ripetere l’esperienza che mi avvicinai a Giacomo e gli presi il cazzo in bocca dando il culo al tunisino.
“Ecco vedi? Era messo così quando appena appoggiata la cappella al buco venne sborrandosi nei pantaloni”
Mentre lo disse inizio a strusciare la cappellona sul mio buchetto. Era durissima e entrò piano piano senza difficoltà.
“Voleva andarsene ma lo tenni fermo e lo inculai ben bene, poi lo lasciai ai due nigeriani che guardavano dall’inizio”
Era vero anche quello, rimasi in balia dei due neri per altra mezz’ora e venni nuovamente anche io.
Intanto che finiva il racconto mi godevo la doppia erezione di Giacomo ed Amin.
Dopo qualche minuto Amin usci dal mio culo e mi prese di peso per baciarmi in bocca e stringermi, mi piaceva ma non come con Giacomo. DI Amin mi piaceva la fisicità ed il pitone che aveva in mezzo alle gambe, la rudezza dei modi e la violenza inaspettata ma Giacomo era tutto il resto e quasi come un amante geloso Giacomo mi inculò mentre facevo un pompino ad Amin e venne baciandomi la schiena.
Amin aspettava quel momento per prendere possesso del mio corpo infatti mi girò e mi stese a pancia in su con la testa fuori dal letto.
Pensavo ad una scopata in gola ma avevo indovinato a metà.
“Ora ti faccio provare un’altra cosa”
Mi legò le mani e tolse la cintura di cuoio dai pantaloni. Si mise davanti a me e infilò la sua grossa mazza in bocca. Per me è uno spettacolo vedere i maschi da quella posizione mentre la gola veniva violata ed i coglioni sbattono sulla faccia. Ma lui fece altro che mi fece impazzire, con la cinghia mi colpiva le palle ed il buco del culo, non molto forte ma abbastanza per sentirmi battuto. Riusciva a fare bene entrambe le cose, infilava il cazzo fino in fondo si fermava e mi colpiva con la cinghia. Lacrimavo e sbavavo e mi piaceva tantissimo. Continuò per 5 minuti ed ero allo sfinimento ma sentivo salire la libidine e stava per arrivare l’orgasmo
“Vogli capire se davvero vieni senza toccarti e senza stimolo alla prostata” disse Giacomo che si stava segando
Amin continuava il trattamento insultandomi “ma quanto ti piace il cazzo troia affamata” “Succhia, prendilo in gola, puttana mangiacazzi”
Dopo poco non resistetti più e un’ultima cinghiata diritta sulle palle indolenzite ed il buco che bramava di essere riempito mi fece contorcere al limite della sopportazione. Giacomo capì che volevo essere riempito ed entrò dentro di me mentre sborravo copiosamente. Due tre colpi e Giacomo venne. Amin mi liberò la bocca solo per farmi urlare di goduria poi come un idrante riempì me e Giacomo urlando più di noi.
Amin aveva ragione, amo il corpo maschile, il culo sodo, il petto scolpito ma anche gli uomini grossi e grassi, pelosi, porci, bastardi a letto … insomma una troia affamata.

Scrivetemi grazie, cerco incontri reali dove soddisfare le mie fantasie.
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