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La giovane Ufficiale a bordo


di birbantotto
16.10.2023    |    13.165    |    4 9.5
"All’arrivo a bordo la trafila burocratica era stata veloce così come la conoscenza del Comandante e degli altri Ufficiali..."
Paola stava vivendo un mix di emozioni senza fine. Era sotto la doccia nella sua cabina e ripensava alla sua situazione ed a quella lunga giornata.

Subito dopo il diploma Nautico aveva ottenuto il suo primo imbarco come Allievo ufficiale.
Il viaggio in aereo era stato tranquillo, sebbene fosse il suo primo volo senza amici o genitori, così come raggiungere il porto di Algeri per imbarcarsi sulla porta container non era stato complicato nonostante il suo francese fosse stentato.
All’arrivo a bordo la trafila burocratica era stata veloce così come la conoscenza del Comandante e degli altri Ufficiali.
Dopo sei ore di navigazione, la sera era stata presentata al resto dello staff e tra loro riconobbe un uomo che aveva già visto sul bus poche ore prima.
Sull’autobus che l’aveva portata nelle vicinanze della nave aveva incrociato un paio di sguardi penetranti da parte di uomini che evidentemente apprezzavano la sua carnagione chiara ed il suo aspetto, uno dei quali era proprio lui.
Paola sul bus era vestita con pantaloni e maglietta aderente per mettere in evidenza il suo fisico morbido con le tette non grandi ma sode con sporgenti capezzoli e un bel culo rotondo. Le labbra accentuate erano già state l’attrazione naturale per le sue esperienze.

Alla presentazione seppe che l’uomo si chiamava Enea ed anche se era imbarazzata ripensando al suo sguardo insistente della mattina mantenne un ottimo distacco.
L’uomo era scuro di pelle, peloso, con folta barba brizzolata e con una pancia prominente grossa e probabilmente dura e doveva avere più di quaranta anni. Un tipo di uomo verso il quale non provava attrazione per età e aspetto; il suo pensiero era - non daró mai la soddisfazione ad un uomo più grande brutto e grasso di entrare dentro di me.

Un ultimo giro di ispezione sul ponte superiore e poi era entrata finalmente in cabina.
Adesso sotto la doccia stava pensando alla sua trasformazione avvenuta negli ultimi due anni.

Il suo fisico era sbocciato solo a 16 anni e fino ad allora non aveva avuto attenzione da parte dei ragazzi. Capì che era desiderabile soltanto quando Gennaro la spinse nei bagni dei maschi per baciarla sulla bocca.
Non aveva saputo resistere a quel brivido e ricambiò.
Non aveva mai pensato al “cazzo” ma quella lingua dentro la sua bocca, il sentirsi stretta in modo forte e schiacciata contro la parete del bagno la avevano eccitato tanto da voler provare a toccare il suo amico nelle parti intime. Il contatto della nerchia la mandò in estasi e quel giorno fece lì nei bagni il suo primo pompino. Veramente non fu proprio un pompino perché succhio poco in quanto Gennaro, evidentemente già esperto, gli scopò la bocca.
Aveva vergogna di se ma sentire il cazzo sul viso le piaceva e Gennaro era un gran bel ragazzo. Nessuno dei due pensava ad altro che ad una limonata pesante e
Lei venne toccandosi mentre l’altro gli sborrava in faccia, ma per Paola fu una esperienza sconvolgente.
Gli piaque molto essere praticamente sottomessa e schizzata senza dolcezza.
Si vide spesso con Gennaro nel dopo scuola e fecero coppia fissa per un lungo periodo e oltre al pompino nella giovane coppia fece strada anche la masturbazione e ovviamente la fica di Paola era leccata spesso e anche lei raggiungeva l’orgasmo ma niente sesso completo.
Incredibile, ma nonostante che si bagnasse in maniera copiosa per la voglia di cazzo la ragazza sapeva resistere alla tentazione. Voleva aspettare un ragazzo di cui fosse innamorata.
I suoi capezzoli grossi e sporgenti e la mania per le magliette leggere furono la scintilla per Alvaro, un ragazzo piu grande del suo quartiere.

Erano nello stesso giro di amici anche se non si erano mai parlati. Paola era delusa da Gennaro sempre sbrigativo e distante e non si fidava di lui, ma avrebbe voluto ormai a 18 anni fare sesso.

Alvaro era un bel ragazzo palestrato, sorridente iscritto a giurisprudenza e non aveva la ragazza.
E cosi pochi mesi prima, una sera d’estate, prese l’iniziativa e dopo due uscite ed un bicchiere di troppo, lei astemia, si trovò di notte a scavalcare il recinto del parco insieme ad Alvaro.
In pochi minuti era in ginocchio a pompare quel bel cazzo di marmo che aveva tastato dai pantaloni la sera prima. Perse la testa e si fece mettere a pecora su una panchina.
“Sono vergine” disse Paola
“Tranquilla non mi piace metterlo nel culo”
“Non hai capito, sono vergine in senso totale”
Alvaro rimase di sasso.
“E vuoi che continuo?”
“Si ma fai piano”.
Alvaro la prese per i fianchi e sbatté forte la cappella sulla fica vergine della ragazza, che sospirò.
Era tesa ma sentire sbattere e strusciare il cazzo duro e caldo sulla sua fica, sensibilissima la fece bagnare a dismisura.
“Sei un lago”
Paola si voltò. I suoi occhi persi erano chiaro sintomo di desiderio.
“Gioca con i miei capezzoli” gli disse
Alvaro non perse un secondo e le sue mani strinsero le tette della giovane, pizzicandole i capezzoli.
Paola emanava gridolini e la sua fica era ancora più bagnata.
A quel punto spinse la sua mazza nella spacca della sua ragazza.
Lo piantò fino in fondo e una decisa tirata dei due capezzoli le procurò un orgasmo fortissimo.
Solo dopo il ragazzo la scopò forte e la fece venire per la seconda volta, on sapeva se grazie al suo grosso manganello o per la estrema sensibilità dei capezzoli che erano rossi e grossi a dismisura.
Per venire Alvaro volle provare la sua bocca.
La mise seduta sulla panchina, la penetrò in bocca e la riempi di sborra calda.
Paola era eccitatissima e ingoiò tutto.
“Mai nessuna l’aveva fatto. Ti piace il sapore di sperma?”
“Anche per me la prima volta che ingoio e devo dire che sei aspro ma volevo farti godere come si deve”
“È stato bello” disse poi lui.
“Si. Anche per me. Sei diverso dal mio ex,”
Si era innamorata quell’estate di Alvaro e facevano coppia fissa.

Ora nella sua cabina pensava ai suoi prossimi mesi impegnativi sulla nave. Voleva dedicarsi solo al lavoro ma quei pensieri le avevano svegliato il desidero di cazzo e si addormentò dopo aver fatto un lavoretto con le dita.
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