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Gay & Bisex

Le gioie dell'equitazione


di Membro VIP di Annunci69.it Oldpig49
11.03.2024    |    8.411    |    8 9.6
"Le nostre mani frugavano impazienti sulle cerniere lampo cercando di aprirle per svelare il segreto celato dietro di esse mentre le nostre bocche, ancora..."
Da un paio di mesi avevo iniziato a frequentare una scuola di equitazione, il cavallo mi affascinava per sua eleganza, la sua potenza e la sensazione di libertà che provavo mentre, in perfetta simbiosi, come in una danza, riuscivo a domare quella potenza e farla esplodere durante il salto, saltare gli ostacoli provoca una tale scarica di adrenalina che pochi sport sanno dare.
Avevo imparato a cavalcare anni addietro in un maneggio sulla Cassia, vicino al mio posto di lavoro, il mio istruttore aveva passato la vita con i cavalli avendo fatto parte della polizia equestre, andato in pensione si dedicò all’insegnamento, diventammo amici e smisi di prendere lezioni quando lui lasciò il lavoro a causa di divergenze con il proprietario del maneggio.
Tornata la voglia trovai una scuola di equitazione più vicina a casa mia, l’istruttore era un bell’uomo sulla cinquantina, molto bravo, e mi faceva fare lezione spesso con uno stallone anglo-arabo di 7 anni , sauro chiaro con la criniera e la coda bianchi dal nome Palomino, un cavallo abbastanza docile per essere uno stallone con il quale avevo instaurato un bel rapporto.
Quel giorno, dopo una lezione non troppo impegnativa, come sempre avevo portato Palomino nel box, avevo tolto la sella, i finimenti e impugnata la spazzola cominciai a pulire il suo manto, a lui piaceva molto essere spazzolato e avevo notato che quando gli passavo la brusca sui fianchi il suo pene cominciava ad uscire prepotentemente penzolando impudico sotto la pancia, la vista di quel membro lungo e grosso mi faceva venire dei pensieri sconci, immaginavo un uomo che avesse quel ben di Dio in mezzo alle gambe, come sarebbe stato bello toccarlo per sentirne la consistenza, mentre questi pensieri giravano nella mia mente sentivo l’eccitazione salire in me e il mio cazzo indurirsi completamente.
Mi lasciai andare e cominciai toccare le palle gonfie e grosse del cavallo che, anche lui preso dall’eccitazione, mi lasciò fare, notai che la cosa era di suo gradimento perchè mostrò una erezione con i fiocchi, il suo cazzo era lungo e possente ed io chinato con una mano sui suoi gioielli rimasi a guardare ipnotizzato e non mi accorsi che Mario, l’istruttore era entrato nel box.
Mi alzai di scatto togliendo subito la mano dalle palle del cavallo e, rosso in viso, guardai Mario che si avvicinava sorridendo.
“ Fa questo effetto anche a me..” disse con voce calma mentre la sua mano si posava sulla patta dei miei pantaloni, rimasto senza fiato dalla sorpresa non riuscivo a proferire parola invece lui parlò ancora :” Senti, anche il mio cazzo è duro e gonfio” e con l’altra mano prese la mia e l’accompagnò sul suo membro che riuscivo, attraverso la stoffa, a percepirne la durezza e la grandezza, ormai era talmente vicino alla mia faccia che non feci in tempo a scostarmi, forse neanche volevo scostarmi, che la sua bocca si impadronì della mia e la sua lingua saettò contro la mia in una lasciva danza erotica.
Le nostre mani frugavano impazienti sulle cerniere lampo cercando di aprirle per svelare il segreto celato dietro di esse mentre le nostre bocche, ancora attaccate in un libidinoso abbraccio, si scambiavano la nostra passione, lui fu più lesto di me nel tirarmi fuori il cazzo duro come un sasso e prese a massaggiarmelo con delicatezza, anch’io riuscii a far esplodere un magnifico arnese dalla patta dei suoi pantaloni e la mia mano si riempì di un notevole membro grosso e duro.
Cominciai ad esplorare quella meraviglia palpandola, abbassai la mano e trovai due grosse palle gonfie e sode mentre lui mi aveva calato i calzoni e le mutande accarezzandomi le chiappe, si staccò dall’abbraccio che ci aveva legati, si tirò giù i pantaloni ed io vidi finalmente tutta l’abbondanza che la natura aveva regalato a quell’uomo, il suo cazzo era il doppio del mio, completamente privo di peli, sembrava enorme, la sua cappella circoncisa svettava rossa su un’asta rigata da grosse vene e i suoi coglioni, anch’essi glabri, pendevano grandi incorniciando un cazzo da sogno.
Mi abbracciò ancora infilandomi il suo arnese fra le cosce e mi baciò ancora con più sfrontatezza, sentivo la sua mazza che sfregava nell’interno delle cosce e il cuore cominciò a battere più forte, la voglia di assaggiare il sapore di quel grosso pene mi assalì prepotentemente ma lui continuava a baciarmi e a scoparmi fra le cosce, le sue mani aggrappate alle mie chiappe assecondavano le spinte del suo bacino donandomi il piacere di essere posseduto.
Dun tratto si fermò e preso il suo randello con una mano lo sbattere con violenza sulla mia pancia nuda, una, due, tre volte, poi posò la sua mano sul mio capo e mi spinse giù verso il suo inguine ed io mi trovai a facci a faccia con l’oggetto dei miei desideri, gli afferrai le palle con una mano mentre con l’altra cominciai a massaggiare la sua asta rimirando la sua grandezza, in cima alla sua cappella una grossa goccia di liquido colava lentamente ed io mi avventai a leccare la sua cappella gustando il sapore di quella gemma.
Riuscii ad ingoiare quel cazzo completamente, la sua cappella trapassò l’ugola ed arrivò fino in gola, lo sentii sussultare e gemere di piacere mentre io avevo perso ogni freno ed in ginocchio sulla paglia continuavo a leccare, succhiare ed ingoiare quel meraviglioso cazzo, lo sentivo ansimare e gemere dal piacere finché si spostò di colpo:” Basta, così mi fai venire ed io voglio ancora scoparti” disse e mi infilò la lingua in bocca stringendomi forte.
Mentre mi baciava languidamente mi fece indietreggiare fino alla parete del box, mi fece voltare, mi appoggiò il membro sulle chiappe, mi baciò sul collo accarezzandomi il petto e strizzandomi i capezzoli fino a farmi male, poi si chinò e con le mani mi aprì le chiappe e cominciò a leccarmi il buco del culo, sentivo la sua lingua armeggiare intorno allo sfintere mentre la sua mano si era impossessata del mio cazzo e lo stringeva forte muovendola su e giù, poi mi mise le dita della mano nella mia bocca, io leccai ed insalivai per bene immaginando quello che sarebbe successo poi.
Cominciò a torturarmi il buco del culo con le dita umide di saliva, il primo dito entrò dentro di me regalandomi un brivido di piacere, poi sputò sulle sue dita e ricominciò a ravanare nel mio buco finché due, poi tre dita entrarono in me, avevo già avuto il piacere di essere sodomizzato e sapevo che il primo impatto sarebbe stato doloroso ma non vedevo l’ora che sprofondasse dentro di me che appoggiato con le mani al muro del box, a gambe aperte spingevo il bacino indietro per agevolare il sublime lavoro del mio amante. Finalmente avvertii il calore della cappella bagnata di saliva sul mio sfintere cominciar a spingere, entrava poco poco e poi usciva per entrare ancora un po’ più a fondo, io respiravo forte cercando di rilassare i muscoli dello sfintere che cedeva sempre di più, poi sputò ancora abbondantemente sulla sua mano e bagnò ancor di più la cappella per poi infilarle nel mio culo che stava cedendo, spinse ancora dolcemente il suo grande cazzo nel mio buco che cedette dolcemente, avvertii un leggero dolore che passò subito lasciando il posto ad un enorme piacere, spinsi il bacino verso di lui che mi prese per i fianchi cominciando a chiavarmi lentamente , il suo arnese entrava tutto dentro di me ed usciva quasi del tutto dal mio buco del culo ormai aperto, i suoi grossi coglioni sbattevano piacevolmente sul mio perineo, io giravo la testa a cercare la sua bocca che trovavo facilmente, era più alto di me almeno un palmo, la sua lingua ed il suo cazzo mi stavano donando il piacere più forte che, un adoratore del cazzo quale sono, può aspirare.
Furono momenti di estrema libidine, ora i suoi affondi erano più frequenti e brutali conditi con sonore sculacciate sui miei glutei tondi e bianchi da femmina, i suoi gemiti si confondevano con i miei, con la voce rotta dall’emozione dissi senza vergogna: “ Vienimi nel culo amore, inondami di sperma, fammi sentire che sono tua…” e dopo alcuni colpi profondi sentii uno schizzo caldo invadermi le viscere, poi ancora un’altro e ancora un’altro…
Rimase fermo con il cazzo ancora duro dentro di me baciandomi sul collo e sulla bocca, poi si sfilò e un fiotto caldo di sperma mi colò lungo le cosce, mi girai e lentamente mi inginocchiai prendendo in bocca il suo membro che andava afflosciandosi cercando di bere il liquido rimasto, era bello il suo cazzo non ancora ammosciato, grosso e bello che continuai a tenere nella bocca.
Mi carezzò i capelli mi aiutò ad alzarmi e mi baciò di nuovo abbracciandomi forte, guardammo Palomino che era rimasto a guardarci e che aveva ancora il cazzo fuori e cominciammo a ridere, Fummo amanti per un bel po di tempo scopando nella stalla, nel fienile e in mezzo ai campi e Palomino ci guardava sempre eccitato, povero Palomino poteva fare solo il voyeur.
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