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Un palermitano davvero focoso


di freek1977
17.04.2020    |    1.187    |    2 8.7
"Arrivato a Palermo, Simone fu la prima persona che incontrai: bello come il sole, ancora attraente come 8 anni prima, con quella sua carnagione olivastra, ..."
Due anni fa, dopo circa 8 dal nostro ultimo incontro, tornai in Sicilia e rivedetti Simone, il mio amico per cui presi una gran sbandata (e di cui ho parlato in un racconto precedente). Non posso dire di aver organizzato quel viaggio solo per rivederlo, ma era sicuramente una delle ragioni principali e la speranza di fare nuovamente sesso con lui rendeva il tutto davvero eccitante.
Arrivato a Palermo, Simone fu la prima persona che incontrai: bello come il sole, ancora attraente come 8 anni prima, con quella sua carnagione olivastra, gli occhi scuri e penetranti e la bocca carnosa, mi faceva nuovamente venir voglia di saltargli addosso.
Anziché salire in hotel da me, Simone si offrì di farmi da guida per un bel giro della città: ero decisamente deluso ma, senza fargli capire il mio disappunto, accettai di passare qualche ora in giro per Palermo con lui.
Mentre passeggiavamo per il lungomare di Palermo, che lui mi disse essere denominato “Foro Italico”, io pensavo a quanto sarebbe stato bello se lui si fosse occupato del mio di foro ma, tra un monumento e l’altro, arrivò la fatidica domanda: “André (lui mi ha sempre chiamato così), come va la vita privata? Ti sei fidanzato?”; risposi, con sincerità, che ero di nuovo single, dopo una frequentazione di qualche mese, che però non era andata a buon fine.
Colsi la palla al balzo e chiesi a mia volta se lui avesse qualcuno e la sua risposta chiarì definitivamente i miei dubbi sul perché fossimo in giro a passeggiare per le vie di Palermo e non in una stanza di hotel a scopare come ricci: “Io da qualche mese sto frequentando un ragazzo e, per la prima volta dopo anni, sento che con lui potrei costruire qualcosa di bello”.
A quel punto i miei sentimenti erano contrastanti: da una parte ero felice per il mio amico, che aveva incontrato un ragazzo che lo rendeva felice, dall’altra ero deluso perché non avremmo fatto sesso; ovviamente mi comportai da amico e lo abbracciai forte, augurandogli che questo fosse il ragazzo giusto e mostrandomi felice per lui.
Ormai si era fatto buio e, visto che era ora di cena, Simone mi propose di andare a mangiare una pizza con lui: accettai volentieri e passammo un’altra oretta insieme, poi mi riaccompagnò all’hotel, poiché lui non abitava a Palermo, ma in un paese verso l’interno e avrebbe dovuto fare oltre mezz’ora di macchina per tornare a casa.
Ci abbracciammo forte e ci salutammo, felici di esserci rivisti dopo tanti anni, poi io salii in camera e pensai “E adesso che faccio?”; saranno state sì e no le 10 di sera, ero in vacanza… non potevo certo finire la serata guardando la tv! Di fare un’altra passeggiata non ne avevo davvero voglia, visto che con Simone avevo già camminato per tutto il pomeriggio, per cui rimaneva solo una cosa da fare: aprire le app di incontri, alla ricerca di una bella minchia sicula.
Solitamente ero abituato a sondare il terreno qualche tempo prima del mio arrivo, per pianificare gli incontri e andare a colpo sicuro, ma stavolta, contando un po’ troppo sulla disponibilità di Simone, non avevo fatto nessuna ricerca, quindi fu un po’ difficile trovare qualcuno disponibile al momento: come ogni chat che si rispetti, molti mi dissero che sarebbero venuti, ma poi sparirono, altri ovviamente dissero che non ero il loro tipo, alcuni non risposero ma, alla fine, un ragazzo di 25 anni mi disse che, appena avrebbe finito di lavorare (faceva il cuoco), sarebbe venuto da me e, quando ormai avevo perso le speranze di fare sesso per quella sera, mi scrisse che era arrivato al portone dell’hotel.
Saranno state le 23.30 ed io cominciavo ad avere un po’ di sonno ma, alla vista di quel ragazzo, così giovane e carino, la stanchezza sparì; lo feci entrare in camera e, visto che aveva una quindicina d’anni meno di me, gli chiesi se non fosse deluso di vedermi di persona: per tutta risposta egli si avvicinò e mi diede un lungo bacio con la lingua, alla fine del quale disse “Mi piaci, altrimenti non sarei venuto”.
Mi chiese se potesse farsi una doccia, visto che veniva dal lavoro e io non ebbi nulla da obiettare: si spogliò completamente davanti ai miei occhi, mostrandomi un fisico atletico, ricoperto in gran parte da un folto pelo nero, soprattutto sul petto, che io non vedevo l’ora di accarezzare; prima di andare nell’altra stanza mi disse “Tu intanto spogliati e mettiti a letto, faccio subito”.
Passarono pochi minuti e il bel palermitano (di cui purtroppo non ricordo il nome, ma di cui ricordo bene altri particolari) uscì dal bagno con un asciugamani alla vita, che fece cadere a terra prima di salire sul letto e mettermi nuovamente la lingua in bocca; quel ragazzo baciava proprio bene ed era molto eccitante sentire il suo corpo sopra il mio, soprattutto quando cominciò ad avere un’erezione e iniziò a farmi sentire la consistenza del suo fallo, premendolo contro la mia pancia.
Senza che io potessi obiettare, mi fece girare e, preso del lubrificante con le dita, giocò un po’ con il mio buchetto e infine entrò in me, dominandomi completamente con il suo corpo; era davvero appagante sentire quel fascio di muscoli agitarsi sopra (e dentro) di me: i suoi colpi erano energici e profondi, anche se forse era anch’egli molto eccitato, poiché dopo pochi minuti lo sentii penetrarmi con più foga e avere un chiaro orgasmo, accompagnato quasi da un urlo.
“Sei già venuto?” “Sì, di solito la prima volta volta duro poco” “La prima volta?” “Certo, la prima. Come minimo stasera ti scopo 3 volte, spero che il tuo culo sia allenato” “Non ti preoccupare, non mi è mai successo di dire basta a qualcuno”; a sentire le mie parole, il giovane mi sorrise e andò in bagno a darsi una sciacquata, poi io feci la stessa cosa.
Quando tornai dal bagno, si presentò ai miei occhi una scena che davvero non mi aspettavo: il mio amante era sdraiato sul letto con il cazzo già duro; stavolta lasciò fare a me: dopo averlo di nuovo baciato con la lingua, cominciai ad assaporare il resto del suo corpo, baciando e succhiando i suoi capezzoli, leccando il suo petto villoso, per poi scendere sempre più in basso, fino al centro del piacere.
Accarezzai quel fallo, che finalmente potevo vedere in tutta la sua maestosità, passai la lingua lentamente su quell’asta di carne così turgida, dalla punta della cappella fino alle palle, leccai anche quelle con avidità e infine tornai su e avvolsi il suo uccello con le mie labbra, arrivando fino in fondo; cominciai a succhiare, muovendo le labbra su e giù “Oh, cazzo… tu sì che sai come si succhia una minchia!”, lo guardai e strizzai l’occhio, come a ringraziarlo, senza mai staccarmi dal suo uccello.
“Dai, sieditici sopra”: quell’offerta era troppo allettante, smisi di spompinarlo, mi bagnai il buchetto con un po’ di saliva e mi impalai con il suo uccello; sentivo nuovamente tutta la consistenza del suo fallo dentro di me ed era davvero piacevole fare su e giù, muovendo il bacino sopra di lui.
Ad un certo punto però mi afferrò per i fianchi e cominciò lui a muoversi, dandomi dei colpi ben assestati “Toccati, voglio vederti sborrare” e, mentre lui da sotto mi sbatteva come un forsennato, mi smanettai, fino a ricoprire il suo petto con il mio caldo sperma; “Bravo, sei venuto. Adesso ti riempio per la seconda volta” e, vedendo l’espressione di godimento sul suo volto e sentendo di nuovo i versi che avevo ascoltato pochi minuti prima, capii che aveva raggiunto l’orgasmo per la seconda volta.
Scesi da quel palo e andai in bagno, poi fu il suo turno e ancora una volta quel bel ragazzotto moro mi sorprese: era tornato dal bagno con il cazzo già duro “Caspita, di nuovo duro, complimenti!” “Te l’ho detto che ti avrei scopato come minimo 3 volte, quando uno mi piace, mi torna subito duro”.
Mi fece mettere a pecora, poi lui si mise dietro di me, mi aprì ben bene le chiappe con le mani e iniziò a leccarmi il buchetto: wow, ci sapeva proprio fare! Di solito, dopo essere venuto, non ho subito voglia di prenderlo di nuovo dietro ma quel ragazzo, leccando avidamente la mia rosellina e infilandoci addirittura la lingua dentro, mi stava facendo godere e desideravo di nuovo di essere posseduto.
Il mio desiderio si esaudì presto: la lingua del giovane smise di giocherellare con il mio culo e subito dopo sentii la sua bella cappella turgida farsi strada tra le mie chiappe; era di nuovo dentro di me e cominciò a scoparmi con lo stesso energico ritmo delle due volte precedenti: era magnifico sentire quell’asta dura di carne entrare e uscire dalle mie viscere, accompagnato dal rumore del suo bacino che sbatteva contro le mie chiappe e le faceva sobbalzare.
Non ho idea di quanto durò, stavo godendo troppo per preoccuparmi di quanto tempo fosse passato, fatto sta che il mio cazzo era ancora moscio, distrutto dall’intenso orgasmo precedente, mentre il suo era ancora una volta duro come il marmo e talmente eccitato da riuscire per la terza volta a sborrarmi nel culo.
Le uniche volte in cui avevo visto qualcuno sborrare 3 volte così di seguito erano state pochi mesi prima con il tipo di New York, mentre ero a Parigi, e tanti anni prima con il mio ex storico; stavolta pensai che fosse finita, ma mi sbagliavo. Dopo l’ennesima visita al bagno per darci una sciacquata, il ragazzo non si rivestì, ma rimanemmo per un po’ nudi nel letto a chiacchierare e, tra una chiacchiera e l’altra, gli diventò di nuovo duro.
“Non dirmi che vuoi scopare ancora?” chiesi quasi impaurito “Dai, mi piace troppo il tuo culo, fatti scopare per un’ultima volta” e mi mise di nuovo la lingua in bocca, facendomi nel frattempo sentire il suo fallo in erezione “Ti va di scoparmi a gambe all’aria?” “Certo che mi va!”; presi due cuscini e me li infilai sotto al sedere, portando in alto le gambe, lui mi afferrò per le caviglie, mise un po’ di saliva nel mio buchetto ormai dilatato ed entrò di nuovo in me.
Non posso negarlo, quella è la mia posizione preferita: l’avevo proposta proprio per finire in bellezza la serata; anche a lui piaceva e cominciò a darmi poderosi colpi di bacino, facendomi sentire il suo fallo fino in fondo alle mie viscere. Messo in quel modo, sentivo davvero ogni centimetro del suo uccellone dentro di me e quella sensazione aveva inaspettatamente svegliato anche il mio di cazzo, che il bel palermitano afferrò con una mano, lasciandomi libera una caviglia.
Devo dire che era davvero bravo a scoparmi e, contemporaneamente, a segarmi ed era così tanto il piacere che provavo, che in pochi minuti esplosi in un orgasmo intenso, tanto che gli schizzi di sborra mi arrivarono al petto; lui non si scompose, afferrò di nuovo la mia caviglia e continuò a scoparmi finché non scaricò per la quarta volta il suo seme nel mio retto.
A quel punto era appagato: andò a farsi di nuovo la doccia, si vestì e se ne andò, non prima di avermi baciato un’ultima volta con passione. Quel ragazzo, così giovane e così pieno di energia, aveva reso quella prima sera a Palermo davvero indimenticabile! Ormai erano le due passate e mi addormentai, stanco ma davvero soddisfatto.
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