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Diana mi ha svezzato così...


di ringo00
17.08.2020    |    20.911    |    5 9.9
"Eh si, le mie prime eiaculazioni furono tutte sue..."
Continuazione del racconto Diana. Buona lettura.

Dopo quel delizioso randevouz con Diana, il nostro rapporto si solidificó: ogni giorno mi offriva il seno, e tante volte ero io stesso a chiederlo. Lei mi guardava con due occhi da... Da? I suoi occhi sembranvano quelli di una ragazza innamorata, o forse era solo una mia impressione. Comunque, non ero mai sazio del suo dolcissimo latte, era diventata cosa di routine: quando si sedeva sul divano per allattare mi sedevo sulle sue cosce, e Diana non si faceva pregare, mi offriva il suo bel capezzolo rosa e mi facevo delle gran scorpacciate.
Questo durante il giorno: la notte, quando papà era assente per lavoro, mi intruffolavo spesso nel lettone, per godere delle coccole che Diana non mi negava mai. Si alzava la giacca del pigiama fino al collo e lasciava che giocassi a mio piacimento con le sue tette, le baciassi, accarezzassi, insomma, avevo la massima libertà di azione. Quando poi ero stanco ci posavo la testa sopra e ci dormivo come su di un cuscino.
Quando Diana era in vena mi permetteva di fare il giochino, come lo definivamo: strusciavo il pistolino sulla sua pancia fino al l'orgasmo, abbracciandola stretta. Eh si, le mie prime eiaculazioni furono tutte sue.
La nostra intimità era tale da farci anche la doccia assieme: Diana fu la prima donna nuda che vidi, e ne fui davvero felice. Lei mi lavava per bene dappertutto, genitali compresi, spiegandomi che è molto importante tenere pulite le zone intime, e spesso osservava che stavo crescendo bene, a suo dire. Quando ci scambiavamo di posto iniziava il vero divertimento, almeno per il sottoscritto: passavo la spugna ovunque, sul seno, sul sedere, potevo esplorare quel corpo giunonico e fare tutte le domande che volevo, Diana non lasciava mistero, rispondeva con sincerità e senza mai essere volgare. Ad attirare le mie attenzioni fu quel triangolino di peli biondi che aveva sul pube; ovviamente sapevo già che i maschi avevano il pisello e le ragazze la patatina, il discorso delle api e dei fiori mi era già stato fatto da tempo, ma non avevo mai avuto la possibilità di approfondire l'argomento, vista la mancanza di donne in casa. Diana mi spiegò con la solita dolcezza che quella era la sua vagina, o "sfornabimbe", disse con un risolino.
Ero davvero curioso a quel punto, e lì successe il fatto che cambiò per sempre il nostro rapporto; lei chiese se volessi vedere bene come è fatta una patatina, e io accettai entusiasta. Diana allora si sedette sul bordo del lavandino, allargando bene le gambe. Avevo dinanzi la prima intimità femminile della mia vita. Diana iniziò a spiegare: "Vedi, tesoro, la patatina è fatta così: le pieghe più esterne si chiamano labbra, queste più grandi e quelle più piccole. Questa specie di bottoncino qui è il clitoride, ed è molto sensibile, per una donna è l'equivalente del pisellino per voi uomini."
Ascoltavo rapito, osservando i movimenti delle sue dita mente indicava la sua anatomia.
Ebbi quasi un colpo quando allargò un poco le labbra con gli indici:" Questa è la parte più importante, vedi? Si chiama vagina, è qui che devi inserire il pisello se vuoi fare un bambino. Ma per te è ancora presto, tesoro, sei ancora un bimbo..."
La cosa sembrò finita lì, ci asciugammo e andammo a dormire, ma ero insonne: la vista del corpo nudo di Diana e specialmente del suo fiore mi aveva messo addosso una certa agitazione, mi rigiravo insonne nel letto finché non mi arresi e andai da lei. Ovviamente mi permise di restare con lei, e quando le dissi che non riuscivo a dormire rispose che sapeva bene cosa fare.
Si spoglió completamente, restando tutta nuda davanti ai miei occhi adoranti. Si mise sdraiata comoda e mi disse di denudarmi a mia volta; mi vergognavo perché ero in erezione, ma Diana ne sembrava felice. Mi fece sdraiare sopra di lei, non sembrava tanto diverso dal solito giochino che facevamo; questo però era più eccitante, il contatto diretto con la sua pelle vellutata mi mandava in un brodo di giuggiole. Era particolarmente piacevole il solletico che il suo morbido ciuffetto pubico faceva sul mio pene, ma stranamente mi sembrava di sentire come umido, chissà perché. Diana mi faceva un sacco di carezze, mi baciava, mi guardava con occhi colmi di affetto.
"Adesso la mamma ti insegna come si fa un bambino, tesoro, vuoi?" chiese con un brillio nello sguardo.
Si, si, mille volte sì: volevo che mi insegnasse tutto ciò che bisogna sapere.
Diana prese delicatamente il mio pistolino tra le dita e lo indirizzó sull'imbocco della sua patata; indugió per un attimo premendo la mia cappella sul suo clito bagnato, lucido come un caramella.
"Sei pronto, gioia?"
Annuii deciso: ero più che pronto.
Diana inserì la punta, che scivolò dentro agilmente; emisi un lungo sospiro di pura estasi, ero entrato dentro la mia prima donna. Diana mi intrecció le braccia dietro la schiena e mi attirò a se: "Qui dalla mamma, amore. Voglio sentire la tua bocca sul seno mentre lo facciamo..."
Chiusi le labbra sui suoi capezzoli, prima uno e poi l'altro, cercai di succhiare entrambi avvicinando le tettone e schiacciandole, e nel frattempo non smettevo mai di fare dentro e fuori dalla fica di Diana, che gemeva e sospirava, dicendomi come muovermi. Ero in pura estasi, stare dentro a una donna era bellissimo, come avevo potuto provare sospetto nei confronti delle femmine? Quando il familiare nodo al basso ventre che precede l'eiaculazione si fece più stretto, infilai la faccia nel seno di Diana, soffocandovi un grido. Lei accolse ogni singola goccia della mia seppur acerba venuta con un lungo sospiro. Mi calmai in qualche minuto, e svanita la foga dell'amplesso mi rilassai, accarezzando il corpo di Diana, mi faceva sentire eccitato ma al tempo stesso protetto e al sicuro.
Mi abbracciò forte, accarezzando la mia testa: "Allora, amore, va tutto bene? Ti è piaciuto?"
Mugolai un assenso, soffocato dal suo seno.
Diana mi scoccó un bacio, lunghissimo, sui capelli: "Sono felice, è piaciuto molto anche a me. Adesso siamo ancora più uniti, tesoro."
Mi sarei reso conto solo più tardi che avevo donato la mia innocenza alla donna che quasi chiamavo mamma, e mi era piaciuto da morire.
Restammo abbracciati a lungo. Nudi, come Adamo ed Eva, riposando dopo le fatiche del fare l'amore. La situazione aveva presto una nuova, eccitante piega...

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