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La scoperta del sesso - Capitolo Uno


di Membro VIP di Annunci69.it Educata_Mente
07.07.2023    |    22.297    |    4 9.9
"Cercando di vincere l’imbarazzo di parlare delle mie sessioni onanistiche con mia sorella, le dico: “Di solito penso ad una parte del corpo in particolare..."
Questo è un racconto di fantasia. L'ispirazione per questo mio scritto è stata la lettura di alcuni racconti qui sul sito. Ringrazio Monica e Giorgio per avermi ispirato. E spero di non averli offesi con queste mie parole.
Mi piacerebbe conoscere i vostri giudizi. Non chiedo giudizi clementi. Se vorrete essere severi accetterò qualsiasi stroncatura. Accetterò anche ogni singolo consiglio o correzione vorrete suggerirmi. Vi ringrazio fin d’ora.

Capitolo Uno

La mia è stata un’infanzia felice e bellissima, circondato dall’affetto di tutti e dalle attenzioni dei miei familiari più stretti. La mia è una famiglia normale, padre e madre lavoratori. Mio padre professore all’università e mia madre insegnante di latino al liceo e vice preside. Ho una sorella molto più grande di me. Bellissima. E’ una scultura di Fidia in carne ed ossa. Bionda, occhi verdi, pelle bianchissima.
Noi tutti non ci consideriamo naturisti o nudisti veri e propri, anche se penso che nessuno obietterebbe a praticarlo in pubblico, ma è normale girare nudi per casa, soprattutto d’estate quando il caldo arriva a farti pensare di tirarti via la pelle per ridurre la sensazione di calore addosso. Nessuno si chiude in bagno, si cambia di soppiatto o si copre di gran carriera se uno di noi entra in camera o in bagno all’improvviso. I miei genitori ci hanno insegnato il rispetto del corpo ma anche l’accettazione. E di conseguenza il sesso non è mai stato un tabù tra di noi. Non lo “pratichiamo” davanti agli altri membri della famiglia, sia ben chiaro, ma ne parliamo apertamente tra di noi. I miei chiedono a mia sorella se prende precauzioni quando fa sesso con il suo fidanzato e a me invece chiedono, soprattutto mia madre, di non sfogare le mie pulsioni nel mutande del giorno prima. Se io o mio padre abbiamo un’erezione davanti alla mamma o a mia sorella ci si ride su e gli altri di rimando si mettono sull’attenti accompagnando il gesto ad una risatina.

Ultimamente sto notando che mia sorella ha spesso i capezzoli turgidi. I suoi sono vistosi, oscenamente vistosi. E quando le capita quando non indossa il reggiseno o gira con i seni per aria cerca sempre lo sguardo di chi è presente come se volesse vedere la reazione della persona. Di solito la vista dei suoi grossi capezzoli turgidi non mi provocava nessuna “reazione” ma in questo periodo diciamo che sono più sensibile alla vista di certi spettacoli e di rimando io ho un’erezione pressoché istantanea.
E talvolta sul letto mi sono ritrovato a “sognare” quei tasselli impertinenti.
Dopo cena, in questa notte d’estate mi chiudo in camera a giocare con la Xbox. Cuffie in testa e joypad tra le mani a poche decine di centimetri dallo schermo della tv. Mi sento toccare sulle spalle e dopo un salto e un urlo strozzato vedo che è mia sorella che mi fa cenno di togliere le cuffie.
“Guarda che si sente tutto quando parli con i tuoi amici. Scopri un orecchio così urli di meno” mi dice Beatrice. Io la guardo, ancora ansimante per lo spavento e vedo che indossa solo un paio di culottes.
“OK Bea. Scusa” le rispondo io con tono dimesso.
“Ci sono problemi se mi metto sul divano a leggere? Qui da te c’è l’aria condizionata e si sta decisamente meglio” mi chiede lei.
“Nessun problema. Io però parlo con gli altri mentre gioco. Cerco di parlare più piano per non disturbarti”.
“Ma figurati Teo. Torno subito.” E così dicendo si gira ed esce dalla camera.
Pochi istanti dopo la vedo rientrare in camera mia e sedersi sul divano nella parete di fronte a me.
Indossa ancora solo delle culottes. Vedo i suoi seni belli gonfi e soprattutto i capezzoli davvero turgidi. Ha un’areola non molto grande, rosa e una falange di dito al posto dei capezzoli.

Si mette comoda e inizia a leggere dal suo Kindle. Ha il cellulare poggiato proprio sopra il suo sesso, tra le gambe. E spesso lo schermo si illumina come se volesse farmi scoprire la strada verso quell’area proibita.
Talvolta lei lo prende per controllare lo schermo ma il più delle volte non lo considera.
I miei amici poco dopo iniziano a lamentarsi delle mie performance di gioco che, a detta loro, sono peggiorate negli ultimi 10-20 minuti. Io sento una certa pressione all’interno degli slip ma non voglio farmi vedere da Bea in quelle condizioni e quindi continuo a giocare ma veramente con scarsi risultati.
Non so se fosse un’allucinazione dovuta al mio stato “alterato” ma guardando di sfuggita Bea mi sembra che si sfiori con le dita il sesso, nascosto in parte dallo smartphone.
Qualche istante dopo la guardo nuovamente e vedo il suo volto. Ha gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta. E la mano è sempre tra le sue gambe. E lo smartphone continua imperterrito a nascondere cosa combinano le dita della mano di mia sorella. Allontano lo sguardo da Bea e all’ennesima uccisione stupida annuncio ai miei amici di gioco che avrei abbandonato il party.

Non so quale forza mi spinga (o forse lo so bene cosa mi spinge) ma mi siedo vicino a lei e le domando: “Che leggi di interessante?”.
“Una cosa che tu ancora non puoi leggere” mi disse con un sorrisetto malizioso.
Io provai a sbirciare lo schermo del lettore ma lei lo girò immediatamente aggiungendo: “Ti ho detto che non puoi ancora leggere queste cose, curiosone”.
“Cos’è, roba porno?” chiesi io guardandola dritta negli occhi.
“E tu cosa ne sai del porno?” e aggiunge subito dopo “Beh, forse qualcosa ne sai visto come conci le mutande ogni giorno” disse ridendo di gusto. Rosso dalla vergogna abbasso lo sguardo e per un lungo istante le fisso le tette che sobbalzano mentre ride.
Non so cosa risponderle. Mi sento, in un certo senso, sporco. E Bea avendo percepito subito il mio imbarazzo aggiunge subito: “Teo, tranquillo è una cosa normale. La mamma lo sa bene ed è per quello che ti ha messo quella scatola di fazzolettini sulla mensola”.
Questa frase non mi tranquillizzò per nulla e continuo a rimanere con la testa rivolta verso il basso.
“Ehi fratellino, scusami, non volevo metterti in imbarazzo” mi dice abbracciandomi e dandomi un bacio sulla testa e una scompigliata ai capelli.
Il mio braccio è proprio sopra i suoi seni ed sono rigido come un tronco. Dappertutto.
“E’ una cosa bella darsi piacere da soli” continua Bea.

Prendo il coraggio a due mani e mi scosto leggermente da lei. Nel farlo le sfioro un seno con la mano. Mi sento subito avvampare.
“Ma tu lo fai spesso anche se sei fidanzata con Mauro?” le chiedo senza però incrociare il suo sguardo.
“Ti dico subito che mi sono lasciata con Mauro da tre settimane. E in queste ultime settimane, sì, mi sono consolata da sola molto spesso”.
“Quanto spesso?”
“Tutti i giorni se vuoi proprio ci tieni saperlo” mi dice ridacchiando.
“Anche più volte al giorno?” aggiungo io.
“Anche più volte al giorno se ti fa stare più tranquillo” e subito aggiunge: “Qual è stato il tuo massimo?” facendo il gesto delle virgolette per aria.
Io sempre più teso ed imbarazzato rispondo: “quattro”
“Wow. Ma di seguito o in momenti diversi della giornata?” mi chiede sempre ridacchiando.
“Però guardiamoci negli occhi quando parliamo, non trovi?”
Alzando lo sguardo vedo che si sistema sul divano con le gambe incrociate davanti a me.
“Ok” e continuo: “Comunque in diversi momenti della giornata” le dico fissando il suo volto.
“Pensi sempre a qualcosa in particolare quando lo fai? A qualche parte del corpo? A qualche tua compagnetta?”

La discussione sta prendendo una direzione pericolosa, perché l’eccitazione continua ad aumentare e inizio ad avere evidenti problemi a contenere l’erezione dentro il boxer.
Cercando di vincere l’imbarazzo di parlare delle mie sessioni onanistiche con mia sorella, le dico: “Di solito penso ad una parte del corpo in particolare. Mi immagino di averla davanti alle mani”
“Uhm bene”. “E posso sapere che parte del corpo femminile preferisci?”.
Guardo Bea e lo chiede nella maniera più seria e delicata possibile ma per me quelle domande sono un terremoto emotivo.
“Il seno” dico timidamente e con profondo imbarazzo.
“Teo non c’è nulla da vergognarsi. Stiamo parlando di cose normali.”
“E’ anche normale che sia attratto dai seni, tutti gli uomini sono attratti da quelle forme”.
E continua: “Poi sia io che mamma non ci siamo mai coperte davanti a te quindi sei più “esposto”, tranquillo tutto nella norma. Non voglio farti il terzo grado. Se non ti va di rispondere me lo dici e la chiudiamo lì”.
“Ok”.
“C’è qualcosa che vuoi chiedermi Teo? Hai qualche dubbio o curiosità? Hai bisogno di qualche consiglio?”

La tempesta è ormai diventata un uragano e non posso più nascondermi o scappare via.
“Ma tu quando…ecco sì….ehm….”
“Quando cosa Teo?” mi chiede lei.
“Quando ti tocchi” dico io con voce bassa.
“Quando mi tocco cosa?”
“Dai Bea…mi vergogno”
“Non devi vergognarti. Mi hai vista nuda. Io ho visto te nudo. Abbiamo visto mamma e papà nudi. Qualche volta ti ho visto con un’erezione e non c’è bisogno di vergognarsi di nulla. Quando mi tocco la patata? La farfallina? La vagina? La figa? Chiamala come vuoi ma chiamala con un nome”
“Ok.”
“Allora? Cosa vuoi sapere a riguardo della toccata di patata?” dice ridendo.
Io sorrido alla sua battuta e le chiedo: “Quando ti tocchi la patata usi qualche crema o olio? E poi dopo quanto tempo ti fa male?”
“In che senso mi fa male? Perché tu senti dolore ogni volta che ti tocchi il pistolotto?” mi chiede con aria davvero interrogatoria e preoccupata.
“Eh, i giorni in cui mi tocco spesso dopo un po’ inizia a farmi male la punta. Però non mi hai detto se usi creme”
“Uso dei gel. Dovresti usarli anche tu. Ma spiegami. Mi hai detto che ti fa male la punta. Ma la cappella, il glande, o cosa?”
“Dietro la cappella. Dove si attacca alla pelle” le dico cercando di essere il più serio possibile.
“Ok. Ti fa male quel filamento, chiamato frenulo, che unisce il glande al prepuzio, la pelle?” “E’ normale dopo un’eccessiva stimolazione che il frenulo possa essere irritato ed essere più sensibile.”
“Io sono un medico Teo. Se quando senti dolore vuoi farmi dare un’occhiata non metterti problemi” continua lei.
“Guardami qua, sono con le tette al vento davanti a te e quindi la vergogna non deve esistere”
“Bea, non è la stessa cosa. Un conto è girare per casa nudi un conto è mostrarti da vicino il mio pisello” le rispondo con un tono un po’ scocciato.
“Di cosa hai paura Teo? Perché sarebbe diverso se controllassi, come medico, il frenulo del tuo pene?” “Ma da quando ti da fastidio mostrarti nudo?”
“No, non è quello” rispondo sulla difensiva.
“Hai paura che possa avere un’erezione mentre ti guardo il pene?” incalza Bea.
“Si” rispondo in maniera netta e sicura.
“E perché mai? Avere un’erezione è la cosa più naturale di questo mondo. E alla tua età è ancora più normale e frequente”.
“Bea, non è normale avere un’erezione davanti alla propria sorella, anche se è medico”
“Teo, adesso faccio la stronza!” sbotta Bea sistemandosi meglio sul divano. “Quindi anche adesso non sei normale? Si vede chiaramente che sei eccitato! E ti confermo che è del tutto normale” e subito dopo aggiunge: “Guarda lì che erezione cerchi di nascondere”.
“Bea, smettila” le chiedo con tono stizzito.
“No Teo. Voglio farti capire che non c’è nulla di male in tutto questo. Stiamo parlando di argomenti scottanti. Io sono davanti a te con solo le mutande addosso. E’ normale Teo. Anzi, ti confesso che, vuoi per l’astinenza di questo ultimo periodo, vuoi per gli argomenti di cui stiamo parlando e aggiungici anche che la tua dotazione è piuttosto notevole, ma anche io non rimango indifferente a questi stimoli.”
“Si ma a te non si vede in maniera così evidente” le ribatto io subito.
“Non è del tutto vero. Se guardi i miei seni vedrai che i miei capezzoli sono più grossi e sono piuttosto eretti. Ma se mi togliessi le mutandine lo vedresti in maniera più evidente” mi risponde con una punta di orgoglio nel tono della voce.
“I capezzoli li hai quasi sempre così” le dico quasi ridendo con la paura di aver esagerato un po’.
“Ah si? Quindi mi guardi fisso le tette?” mi chiede lei mettendo le braccia piegate sui fianchi?
“No…non volevo dire questo…” aggiungo piuttosto imbarazzato di essere stato beccato con le mani nella marmellata.
“E cosa volevi dire?” mi chiede con aria di sfida.
“Che ultimamente quando ti ho vista senza reggiseno hai spesso i capezzoli come adesso. Però non è che ti guardi fisso le tette per vedere quando diventano così”
“Quando si inturgidiscono si dice.” “E quindi il mio fratellino mi ha beccata spesso eccitata” “Hai capito il porcello” mi dice sorridendo di gusto.
“Beh tu non fai niente per nasconderlo” le dico in maniera piccata.
“Perché è naturale eccitarsi. Soprattutto quando si hanno stimoli visivi. Come ti ho detto vedere le dimensioni della tua erezione non è che mi lasci indifferente” mi dice candidamente.
“Mi stai dicendo che sei eccitata per quello che vedi?” le chiedo io con malizia.
“Come lo sei tu, tesoro mio. Tu sei eccitato perché stai ricevendo stimoli visivi e sensoriali che alterano la tua sensibilità. Le mie tette, i miei capezzoli. I miei ormoni forse. Forse anche questa posizione in cui sono seduta ti stimola e ti fa eccitare.” E subito dopo aggiunge: “A me questa tua pudicizia, questo tuo goffo tentativo di non farmi vedere quanto sei eccitato, mi eccita ancora di più”. BOOM. Ecco la detonazione finale sulla mia flebile resistenza.
“Mi vuoi dire che se non nascondessi la mia erezione, non saresti così eccitata?” le chiedo con aria di sfida.
“Non lo so Teo. Come ti ho detto, e come hai potuto constatare tu stesso, ultimamente sono spesso su di giri. Da quel punto di vista la mancanza di Mauro si fa sentire. Ma resta sempre uno stronzo, per inciso”. “Comunque il vedo e non vedo, o i tentativi maldestri di nascondere qualcosa di “proibito” per me è uno stimolo molto potente”.
“Boh, forse si” aggiungo io.
“Se mi nascondessi le tette, queste tette grandi, con le mani non ti attizzerebbero di più? Quando ti ho detto che, se mi fossi tolta le mutandine, avresti potuto notare meglio quanto sono eccitata, non ti ha fatto eccitare di più?” mi chiede candidamente.
“Cavoli Bea. Vai giù pesante”.
“Scusami Teo. Non volevo metterti in difficoltà”.
“No tranquilla. E’ che non saprei come risponderti sinceramente. Ho paura magari di esagerare.”
“Teo siamo qui tranquilli, entrambi belli su di giri e quindi con un livello dell’inibizione ormai nullo. Quindi parla pure liberamente.” mi dice in maniera molto dolce.
“Ok. Quando mi hai detto quella cosa lì, ho pensato a te nuda. Ma non saprei immaginare cosa avrei potuto notare per capire quanto sei eccitata”.

Vedo il suo volto in un sorriso tanto rassicurante quanto eccitante. Piegando un po’ di lato la testa mi chiede: “Ti va di fare una cosa assieme? Ci mettiamo nudi uno di fronte all’altra e ti faccio vedere cosa avresti potuto notare. Anzi ti chiedo cosa noti di diverso dalle altre volte che mi hai visto nuda”
“Uh.” Esclamo io. “Non so Bea. Ho paura di non riuscire a controllarmi” le dico io.
“Cosa può succedere di strano? Potresti eiaculare? E quindi? Non saresti il primo che vedo” mi dice cercando di tranquillizzarmi.
Subito dopo si alza in piedi e si sfila le mutandine. E le sventola davanti a me. “Eccole qua” mi dice sfidandomi apertamente con lo sguardo.
Ormai i freni inibitori sono andati e senza pensarci troppo mi metto in piedi pure io e mi sfilo i boxer rimanendo completamente nudo davanti a Beatrice.
“Porca miseria Teo. Ma lo hai il porto d’armi per quella bestia?”
Al suono di quelle parole mi viene naturale contrarre i muscoli del pube e il mio pisello fa un sobbalzo.
“Ecco, questa cosa che hai appena fatto è una delle cose più eccitanti. Mi manda fuori di testa” mi dice lei con una voce suadente e tentatrice.
“Dai sediamoci” mi dice indicandomi il divano.

Lei si siede come prima con le gambe incrociate e io faccio come lei.
Poi prende le sue mutandine e mi fa vedere l’interno. “Vedi, questi sono gli umori che produce una vagina quando una donna è eccitata” e continua “E’ un misto di secrezioni dovute alla sovrastimolazione”. E così facendo le annusa.
“Che odore ha?” le chiedo incuriosito.
“Sentilo tu stesso. Puoi anche assaggiarlo se vuoi. Non mi offendo” mi dice ridendo e porgendomi il suo intimo.
Prendo le sue mutandine e le avvicino al naso. Inspiro diverse volte e sento un odore pungente.
“Forse sentirai anche l’odore della mia pipì. Anche se mi passo la carta igienica spesso qualche gocciolina va a finire sulla mutandina.”
“Si è un odore intenso.”
“E non vuoi assaggiare?” mi chiede con uno sguardo provocatorio.
“Non guardarmi” le dico.
“Scordatelo. TI guardo eccome! Te l’ho detto che non mi scandalizzo se lo fai. Anzi ti sto praticamente dicendo di farlo” mi dice con decisione.
Con la punta della lingua sfioro la stoffa delle sue mutandine e raccolgo un filamento dei suoi umori. Non ha un sapore particolarmente forte o marcato.
“Beh? Il giudizio?” mi chiede lei.
“E che siamo a master chef?” le dico ridendo. “Non ha un sapore forte o marcato comunque. Sembra buono”
“Dalla fonte è sicuramente meglio” mi dice maliziosamente.
“Sicuramente. Ma dovrò scoprilo da solo quando sarà il momento” le dico con uno sguardo che di innocente aveva ben poco.
“Tempo al tempo mio giovane padawan!” mi dice gesticolando come Yoda in Star Wars.
E così dicendo cambia posizione sul divano. Appoggia una gamba sullo schienale e l’altra la mette fuori dal divano poggiando il piede per terra.
“Cosa noti nella mia patata?” mi chiede con aria molto provocatoria.
Bea è seduta a gambe aperte davanti a me, completamente nuda. Mi mostra, senza oscenità e volgarità, il suo sesso. E mi chiede praticamente di guardarle la figa.
Deglutisco e inconsciamente contraggo nuovamente i muscoli del pube. La mia erezione non accenna minimamente a diminuire.

Mi avvicino ma cercando di evitare di sembrare un allupato.
“Beh si vedono quei filamenti che avevi anche sulle mutandine”.
“Ok. Poi?”
“La parte esterna mi sembra arrossata” le dico con trasporto.
“Quello perché stasera ho fatto la ceretta” mi dice ridendo di gusto. E ad ogni risata guardo i suoi seni sobbalzare.
“Ora concentrati qua sotto, non sulle tette!” richiamandomi subito all’ordine. “E quelle arrossate sono le grandi labbra” aggiunge con tono da maestrina.
“Ok. Grandi labbra.” Prendo nota mentalmente della nuova nozione.
“Ti sembrano gonfie? La mia patata ti sembra uguale alle altre volte che mi hai visto nuda?” continua a martellarmi di domande.
“No, mi sembra più aperta, non so se mi sono spiegato. In mezzo alle grandi labbra si vedono molti umori” replico io.
“Quelle sono invece le piccole labbra. E sì, sono molto bagnata lì in mezzo.” Mi dice candidamente Bea. “E quindi mi hai squadrato per bene anche la passera. Sei proprio un bel porcello”
E continua: “Sopra le piccole labbra c’è una piccola protuberanza, la vedi? Se la osservi da vicino sembra una cappella” mi domanda.
“Si” le dico e continuando: “E’ il clitoride?” aggiungo tutto speranzoso.
“E bravo il mio piccolo jedi. Dopo mi spieghi come fai a sapere queste cose”. “La clitoride se stimolata a dovere può portare a forti orgasmi la donna”.
“Tu la stimoli molto?” le chiedo. “Si, mi piace molto giocarci” mi risponde lei.
E con un rapido gesto mi fa vedere come e quanto le piace giocarci. “Vedi?” mi chiede quasi sospirando e massaggiando delicatamente quel bottoncino del piacere.

La osservo e rivedo quell’espressione che ho visto poco prima mentre giocavo. Testa leggermente piegata all’indietro, bocca dischiusa in una smorfia di puro piacere, occhi chiusi e quelle dita che stimolano il suo sesso non più oscurato dal suo cellulare. “Vedi Teo come reagisco agli stimoli delle mie dita?” e mentre mi fa quella domanda infila due dita tra le sue piccole labbra e me le porge. Io come un ebete afferro le dita e le porto alla mia bocca. Sento il sapore intenso del sesso e dell’eccitazione di mia sorella.
“Adesso sono più buona?” mi chiede sorridendomi.
“Si, decisamente più buona” le rispondo io tutto felice e sognante.
Si risistema e incrocia nuovamente le gambe. “Mi hai visto quasi masturbarmi”
“Posso?” mi chiede indicando il mio sesso che non accenna a ridurre la sua tensione.
Io mi sposto con la schiena indietro e porto giù una gamba. “Ok” le dico titubante ma offrendole comunque una vista migliore del mio pisello.
E lei afferrandolo delicatamente mi dice “Vedi, anche voi vi bagnate in fondo.” E scoprendo il glande passa un dito sulla cappella e raccoglie una goccia. Ho una fitta incredibile di piacere. Ho un fremito e penso subito a cercare di calmarmi per evitare di venire tra le mani di mia sorella.
“Ecco vedi. Questo è liquido pre eiaculatorio o pre seminale” e dicendomelo porta il dito alla bocca e lo assaggia. “Anche tu sei buono” mi dice facendo l’occhiolino. Avvicinandosi con il viso verso le mie intimità scopre nuovamente il glande e abbassa il prepuzio. “dimmi quando ti fa male” mi chiede stringendo il mio pene tra le dita e scendendo lungo tutta la mia asta. “Ahi” esclamo io alla prima fitta.
“Direi che mamma ha fatto un ottimo lavoro quando eri piccolino. In tutti i sensi oserei dire” e sorridendo lascia la presa del mio pisello.
“In effetti il frenulo è un po’ arrossato. Ci hai dato dentro in questi ultimi giorni, eh?“ mi domanda facendomi l’occhiolino. E aggiunge subito: “Il prepuzio scorre bene lungo l’asta. Non ci sono segni di fimosi e anche la corona del glande è ok. Ci sono delle papule perlacee ma non preoccuparti. Io le trovo anche carine da vedere. Ma le controlliamo assieme nei prossimi mesi. Ora rimetti la bestia in gabbia”.

Lei si alza dal divano, raccoglie le sue mutandine e le indossa nuovamente. Sistema l’elastico sull’inguine e poi si china verso di me e mi da un bacio sulla guancia. “Non è stato così terribile vero? Ti senti normale adesso?”
“Non è stato per niente terribile. E sì, forse hai ragione.” “Certo che ho ragione.” “Posso sapere se ho rischiato di essere annaffiata dal tuo idrante?”
“Bea, daiiiii”
“Teo, la mia è solo curiosità. Forse un po’ morbosa, ma è solo curiosità.”
“Comunque si. Quando hai passato il dito sulla cappella ho pensato di non riuscire a trattenermi”
“Ti è piaciuto?”
“Molto Bea”
“Andiamo a dormire? Anche se forse entrambi sfogheremo un po’ le nostre tensioni” mi dice guardandomi il pisello.
“si credo che ne abbiamo bisogno” aggiungo io.
“Si ne abbiamo proprio bisogno” conclude lei.
Raccoglie il suo Kindle e il cellulare, si gira e mi bacia delicatamente sulle labbra. “Pensami mentre ti toccherai”.
Ed esce dalla camera mostrandomi il suo sedere pressoché perfetto.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
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