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Mamme che......hanno voglia!!*


di MasterT2
24.04.2020    |    54.077    |    10 10.0
"Con la mano libera le acchiappo un capezzolo..."
“Carloooo! Carlo? Cosa c’e’? Non stai bene?”

Ecco! Ora avrò’ la conferma se il mio piano funziona. Sono due settimane che ci lavoro e questa sembra la via migliore. Certo posso sempre essere sfrontato e metterla di fronte al fatto, ma non me la sento. Voglio che cada di sua spontanea volonta’. Cada nella trappola intendo.
Mi chiamo Carlo, 40anni, impiegato di banca. Divorzio definitivo, da sei mesi sono tornato a casa dalla mamma. Mamma Rosa, 65anni da poco vedova, ma non certo in gramaglie. Si, gli voleva bene, ma la vita continua. In questi mesi, qui tutti i giorni, mi sono reso conto che la mia mammetta non me la racconta giusta. Lei e la sua amica Carmela. C’e’ troppa complicita’ tra di loro. Si vedono almeno un paio di volte la settimana e quando l'aspetta, mamma sembra sempre una ragazzina al primo appuntamento e dopo ha l'aria della gattona soddisfatta. Ultimamente c'e' stato un periodo che Carmela non si e' fatta vedere, ma poi i contatti sono ripresi. Quando ha saputo che sarebbe venuta a trovarla, mamma ha mostrato una grande eccitazione. Frasi udite di straforo da telefonate, frasi tipo "sara' tutto come prima", "mi mancano i tuoi massaggi" "sono tutta un remescio" e cosi' via, mi avevano febbrilmente incuriosito. Passando davanti ad un negozio di elettronica che svendeva attrezzatuta per la sorveglianza e la sicurezza, mi si e' accesa la classica lampadina. Webcams, microfoni, eccetera. Fatto spese, approfittando alla prima occasione incasa da solo, ho installato il tutto collegandolo al mio computer e qualche giorno dopo, finalmente, ho potuto togliermi la curiosita'. Mi sentivo un po' strano all'aver spiato mia madre, ma il risultato e' andato ben oltre le mie aspettative. Andiamo con ordine. Ben sistemato in camera, auricolari e porta chiusa, avvio la registrazione. Eccole che entrano in casa. Carmela e' una 45enne di tipo meridionale, carnagione scura, nera, formosa, andante sul rotondo. Un bel paio di tettone. Divorziata, un figlio ventenne all'universita'. Mamma e' ancora una bella signora, relativamente snella, atletica, gambe lunghe e snelle, appena appesantita da un filo di pancetta. Parlano del piu' e del meno, sedute in cucina. Carmela ha finalmente concluso le pratiche del divorzio e adesso si sente libera, ma non era quello che l'aveva tenuta lontana. Le avrebbe raccontato tutto piu' tardi. Mamma si alza e va alla stufa.
"Carmelina, guarda cosa ho preparato! Infusione di erbe aromatiche e spezie, con agrumi! Vedrai che delizia!"
"Mmmm, Rosa! Roba di lusso! Come mi sono mancate le tue mani, cara Rosa! Andiamo, non vedo l'ora. E mentre mi massaggi ti racconto tutto!!"
Vanno in camera. Carmela comincia a spogliarsi. Mmmm, la cosa si fa molto interessante. Sento un brivido di eccitazione. Sotto il pigiama l'uccello comincia ad allungare il collo. Accidenti, si e' messa tutta nuda! Due tettone immense, un culo da sballo e un cespuglione scuro, ma ben curato. Si sdraia sul letto, coperto da asciugamani e fornito di cuscini extra. Mamma le si siede accanto, le sparge addosso il contenuto di una bottiglietta e comincia a massaggiarla. Collo, spalle, schiena, gambe, cosce e infine natiche, Le sue mani scorrono, frugano anche la' in mezzo. Carmela mugola di piacere. Si gira, gambe aperte, ansima. Ancora olio. Ancora le mani di mamma sul suo corpo. Stavolta la prende meno alla larga. Gambe, cosce, collo, spalle, veloce e poi agguanta le tette. Sembra quasi stia impastando il pane. Carmela geme e si agita, le gambe spalancate, i capezzoli grosse bacche irrigidite su larghe aoreole grinzose. Mamma li pizzica, li stringe tra le dita. Carmela muove il bacino. Mamma si abbassa e prende i capezzoli tra le labbra, prima uno e poi l'altro. Li succhia a lungo, mordendoli leggermente. Infine la mani scendono, aprono, dividono il pelo scuro. Non vedo bene, ma le mani frugano, spingono, si muovono mentre Carmela geme forte e rotea i fianchi. Ancora un lungo gemito, poi si ferma ansante. Con le mani ferma quelle di mamma.
"Oddio, grazie! Rosa sei sempre fantastica!"
"Ecco, adesso sei pronta. Cinque minuti. Va bene?"
"Oh, si!! Aspetto cara, aspetto!"
Mamma va in bagno. Dallo stipetto prende una borsa di plastica con un lungo tubo attaccato. Un clistere? Torna in cucina e la riempie con l'infusione che aveva preparato e rientra in camera dove intanto Carmela si e' sistemata in ginocchio con una pila di cuscini sotto la pancia.
"Eccolo qua! Pronta?"
"Oh si. Prontissima!"
Mamma appende la borsa alla testiera, poi si spreme sulle dita un po'di crema e comincia a passargliele tra le chiappe. Vorrei proprio poter vedere meglio!! Dal movimento e dai mugolii di Carmela immagino le dita di mamma che lavorano il buchino, lo penetrano, lo aprono.
"Mmmm, Carmelina! Me lo ricordavo piu' stretto sto buchino. Ed e' anche un po' arrossato. Mmmm, e' questo che mi devi raccontare vero? Hai trovato un'ometto eh? E glielo hai dato?"
"Oh si Rosa. E che uomo! Non ci crederai mai."
"Dai allora! Racconta. Guarda che te lo faccio tenere fino a che non mi hai detto tutto."
"Va bene, va bene! Saro' velocissima. Tu pero' fammelo lentamente. Mmmm, niente di meglio di sentirsi riempire il pancino dalle tue infusioni calde! Mmmmm. Allora, dicevamo. Neanche un mese fa, mi alzo di notte a far pipi'. Entro in bagno, mi siedo e solo allora vedo Mirko nella vasca."
"Mirko? Tuo figlio?"
"Si, si, proprio lui! Non l'avevo sentito rientrare. Era nella vasca e, Rosa, aveva il coso in mano! E che coso! Una meraviglia di cazzo. Stretto nella mano ne usciva fuori un'altra meta' e con un cappellone grosso e rosso. Sono rimasta ad occhi spalancati e bocca aperta. Mirko anche lui. Bloccato. Si sentiva solo lo scroscio della mia pipi'. Mi riprendo. Chiedo scusa e mi siedo sul bide'. Lui si scusa anche e cerca di drizzarsi per nascondere il coso, senza riuscirci. Si sente in dovere di cercare di spiegarmi, che si e' lasciato con la ragazza, mentre io mi lavo, mi asciugo e mi siedo sul bordo della vasca. Non riesco a capacitarmi del cazzone che gli vedo tra le gambe. Mio marito non e' che fosse granche'!! Ti giuro Rosa, non so cosa mi sia passato per la testa. Ancora adesso non ci credo. Da quando mi sono separata, non sono piu' stata con un'uomo. Solo con te ho trovato un po' di piacere. Ho sentito la mia voce dire che anch'io ero senza un'uomo, ho visto la mia mano allungarsi, prenderlo in mano. La sua bocca si e' spalacata, le sue labbra si muovevano, nessun suono. L'ho stretto. Dio, com'e grosso Rosa!! L'ho menato un po' poi mi sono alzata e gli ho detto di venire con la mamma. Anche lui si e' alzato. Mi e' sembrato il dio Nettuno che usciva dal mare con la sua lancia in resta. Ha cercato di parlare, ma l'ho azzittito. L'ho asciugato e me lo sono tirato dietro a letto. Si cara Rosa. Senza vergogna alcuna, mi sono portata a letto mio figlio!! Mi sono fatta scopare e ho goduto senza ritegno. Da allora ci diamo dentro senza limiti. Gli ho dato tutto. Fica, bocca e culo!!"
"Accidenti Carmela!! Anche se stento, ci credo!! Hai la fica talmente gonfia... ma ti faccio godere dopo! Vai ora!!"
Carmela si alza e va in bagno. Mamma torna in cucina per riempire di nuovo la borsa e la riappende. E poi si spoglia. Resto a bocca aperta a guardare lo schermo. Non ricordo neanche l'ultima volta che l'ho vista nuda. E' bellissima, tutta bianca, ma snella e tonica. Il seno pende un po' ma e’ ancora pieno. Si sistema sul letto, a pancia sotto. Che bel culo!! Carmela torna. E' ancora nuda. Si siede accanto a mamma e comincia a massaggiarla dopo averla spruzzata d'olio. Lentamente, con metodo, le mani robuste che scavano nel corpo rilassato. Di nuovo non si vede bene, ma le mani di Carmela scendono a dedicarsi alle sue chiappe. Le spremono, i pollici le allargano, spingono nella scura fessura, aprono, ma non lo vedo il suo buchetto, lo penetrano. Posso dirlo dal movimento. Carmela stacca una mano si unge di nuovo le dita e poi le spinge a fondo, due. Stantuffa veloce e con forza. Mamma geme, mugola, poi si irrigidisce. Ha goduto!! Carmela toglie le dita ed infila la cannula. Mamma si alza sulle ginocchia, spinge il culo in alto, il tubo tra le chiappe e’ altamente eroticizzante. Carmela massaggia, anche la fica che immagino fradicia. La mia mano scorre veloce sul mio cazzo durissimo. Ansimo. Il clistere finisce e mamma va a svuotarsi. Una risciaquata ed eccole attorcigliate in un sessantanove rovente, gemiti e urla soffocati nelle rispettive fiche. Godono, urlano di piacere ed anch’io mi lascio andare in una sborrata infinita.
Accidenti!! Adesso capivo tutto!! Ancora col cazzo grondante in mano, decisi che anch’io avrei dovuto partecipare ai loro piaceri, e non solo come guardone segaiolo.
Due settimane ed eccomi qua, un sabato mattina. Di solito esco a comprare il giornale. Stamattina no. Sono a letto con la faccia dolente.

“Carloooo! Carlo? Cosa c’e’? Non stai bene?”
“No mamma! Beh, si, ma niente di grave. Un po’ di mal di pancia. Forse ho preso un colpo d’aria!”
“Bene, fammi sapere se ti passa! Magari ci vuole qualcosa. Intanto ti porto la borsa dell’acqua calda.”
Passa una mezz’oretta. Solo a pensare a quello che speravo succedesse, mi stava eccitando.
“Allora, come va?”
“Un po’ meglio, ma sono sempre indolenzito.”
“Ma sei andato?”
“No, veramente non ho quel tipo di stimolo. E’ piu’ una via di mezzo tra crampi e aver preso una botta. Non so come dire.”
“Mmmmm, fammi un po sentire!”
Abbasso il lenzuolo senza scoprire la parte che conta, ma abbastanza perche’ veda che sotto sono nudo. Alzo la maglietta. Mi tocca e preme un po sulla pancia. L’assecondo, mugolo un po’ quando spinge. Accenno che a sinistra fa un po’ male.
“Mmmm, non mi sembri ne’ pieno, ne’ gonfio. Sono sicura che passera’. Comunque, se vuoi, ti posso fare un clisterino bello caldo. I clisteri aiutano sempre in questi casi!”
Solo a sentirlo nominare me lo sento gonfiare.
“Un clistere? Beh, non so. Non ne ho mai fatti.”
“Come no! Da piccolo te li facevo sempre.”
“Veramente non mi ricordo. Ma se dici che fa bene! Vuoi che vada in bagno?”
“No, no. Per ora stai pure a letto. Tanto ci vuole un’attimo a prepararlo. Poi te lo faccio li’. Starai piu’ comodo.”
Ho lo stomaco in fermento. L’eccitazione mi fa aumentare il battito e il cazzo mi tira. Sento rumore di pentole dalla cucina. Ed eccola arrivare. La borsa in una mano, il tubo di gomma nell’altra. Faccio in tempo a notare la cannula nera e sottile.
“Pronti. Girati di fianco.”
Attacca la borsa alla testiera e mi scopre la chiappe. Com’ero non credo potesse vederlo. Mi da una pacca e ride.
“E pensare che avevi un cosi’ bel sederino, roseo e morbido. Ora sembri una scimmia!”
Altra pacca continuando a ghignare.
“Dai, alza su la gamba che si fa meglio.”
Ecco. Adesso l’avrebbe visto. Alzai la gamba per bene, in modo da scoprirlo tutto.
“Mmmmm, non sara’ mica quello il mal di pancia!!” commenta ridacchiando “Vedi cosa vuol dire a mollare la moglie?” continua a ridacchiare. Non rispondo, ma faccio un brontolio.
“Va bene, va bene. Non guardo. Ecco qua.”
Sento il tocco del suo dito unto. Gira sul buchetto e spinge leggermente. Mai preso niente nel culo, ma il suo dito lo voglio sentire. Mi rilasso e plop, entra che e’ una meraviglia. Chiudo gli occhi e mugolo di piacere. Sento il suo ghigno silenzioso.
“Ti ho fatto male?”
“No mamma. Solo che non sono abituato.”
“Si, si, lo so!”
Ma il dito lo spinge tutto dentro, e lo muove. Il mio cazzo. Duro al massimo, le dice la verita’. O almeno spero! Non lo sapevo neanch’io che mi sarebbe piaciuto cosi tanto.Il dito prolunga il suo andirivieni, molto piu’ del neccessario. I miei sospiri lo accompagnano. Voglio farle capire, senza dirglielo, che mi piace e sono pronto ad altre esperienze. Via il dito, con mio sommo dispiacere, dentro la cannula. La sento appena, ma poi il liquido appena caldo comincia a scorrere e quello e’ piacere puro. Un piacere completo, fisico, mentale e poi sensuale. Forse perche’ mi ero preparato a ricerverlo proprio con quell’intenzione. Mah, so solo che mi piace da matti! Mi sento riempire, lentamente. Sopprimo gli stimoli che vorrebbero farmi scappare in bagno. Anche l’eccitazione selvaggia causata dal dito, si assopisce. Toglie la cannula. Quasi mi dispiace.
“Ecco! Adesso girati e cerca di tenerlo un po’. Ce la fai?”
“Beh, un po’ credo di si. Ci provo. Mi sento gia’ piu’ rilassato.”
Mi giro. Il mio cazzo e’ sempre dritto, duro come un paletto. I nostri sguardi si incrociano e ci scappa una risata. Mi ci da una ditata facendolo oscillare.
“Proprio rilassato, non direi!!”
“Scusa, ma per quelo non ci posso fare niente. Fa di testa sua.”
“Gia’, proprio quello che avete i sbagliato voi uomini. Due teste!!”
Ride ancora. Poi si siede accanto a me e mi sfiora la pancia piena con la punta delle dita, premendo leggermente qua e la’. Ogni tanto entra in contatto, casualmente?, con la mia erezione, facendomi rabbrividire. Improvvisamente devo scappare. La necessita’ viene prima dell’eccitazione. Mi sento un filo ridicolo col mio cazzo dritto. I suoi occhi mi seguoni. Ghigna ancora.
Ahhhh, che bellezza!! Svuotato, risciacquato. Eccola sulla porta del bagno.
“Ti senti meglio?”
“Si, direi proprio di si.”
Il suo sguardo si abbassa. Sono ancora bello basanotto.
“Vieni che ne facciamo ancora uno.!”
“Di nuovo?”
“Sarebbe meglio. Ti dispiace?”
All’idea si stava drizzando nuovamente. Stavolta rido anch’io indicandolo.
“Se dico di no, non mi crederesti!!”
Ride anche lei. Faccio per uscire.
“No, non c’e’ bisogno. Possiamo farlo direttamente qui. Questo va piu’ veloce. Mettiti contro il lavandino.”
Obbedisco. Mi appoggio al lavello curvandomi, spingendo bene il culo indietro, le gambe ben aperte lasciando che veda tutto per bene. Sospiro a sentire le sue dita fresche sull’ano. Accarezzano, spingono. Sono due, le sento. Poi solo uno entra, bene a fondo. Rotea e stantuffa, lento e deciso. Mi sembra di sentire una goggiolina risalire lentamente l’asta tesa. La sento respirare profondamente mentre mi lavora il buchetto, ogni tanto provando a spingere dentro anche l’altro dito. Vorrei dirle di si, di slargarmelo per bene. Riesco solo a mugolare e a spingere contro la sua mano. Esce, mi da una stretta alle palle gonfie, poi la benedetta cannula. Il piacere del liquido caldo che entra, stavolta piu’ forte. Riesco a sentire il getto riempirmi, il liquido salirmi dentro. Un piacere a cui non vorrei rinunciare. Non so quanto ne ha messo, ma ora sono pieno. Mi sento straripare. Toglie la cannula e mi lascia sedere, restando a guardarmi. Sento un filo di imbarazzo ma, in fondo, l’ho voluto io. Passo al bide’. Noto il suo sguardo ancora sul mio cazzo e sento l’eccitazione rimontare. Ora esprime un senso di voglia. Guarda e si lecca le labbra. Il suo respiro e’ profondo, il volto arrossato. Sotto il vestito da casa si intravedono i capezzoli spingere. Sono sicuro che sente la mancanza di un’uomo. Nonostante abbia pensato e ripensato a questa situazione, mi trovo bloccato e senza parole. Mi alzo e lo copro con la mano mentre vorrei stringerlo e menarlo con forza. I nostri sguardi si incontrano ancora. Posso leggere il suo desiderio. Lei il mio? Riusciamo solo a ridere ancora. Allunga la mano a soppesarmi ancora le palle.
“Scusa, sara’ meglio che ti lascio da solo!”
Ora sono io ad arrossire.
“Scusa tu. Anche a questo non sono piu’ abituato!!”
Occhi negli occhi. Ora o mai piu’. Lo stringo e muovo la mano. Lentamente. Il suo sguardo si appanna, la lingua guizza tra le labbra socchiuse. Lo so, potrei giurarlo, in questo momento le immagini di Carmela e del figlio le stanno percorrendo la mente. La sua mano si chiude sulla mia accompagnandone il movimento. Ci siamo. Sfilo la mia mano da sotto e la chiudo sulla sua. Ora e’ lei a stringere il mio cazzo caldo. Lo deve sentire bruciante. Muovo la sua mano su di me. Lentamente. Si scuote, come ritornasse in se, si svegliasse da un sogno. Ci guardiamo. Si lecca di nuove le labbra improvvisamente asciutte. La mano continua a muoversi, da sola. Lo tiene stretto, con movimenti ampi, deliberati.
“Carlo..”
“Si mamma?”
“Appunto, sono tua madre!!”
La mano non si ferma. Continuamo a guardarci, fissi. Con la mano libera le acchiappo un capezzolo. Lo sento bene, rigido tra le dita attraverso la stoffa sottile del vestito e del reggipetto. Lo stringo. Le si piegano le gambe. Geme debolmente.
“Importa?”
“Si, ma ormai....!”
Sempre stringendo il capezzolo le palpo anche il seno. Lo sguardo si annebbia poi ritorna lucido mentre si morde le labbra. La sua mano ora sega liberamente, spedita, facilitata dallo sgocciolamento. Sento l’orgasmo montare. Non resisto. Se ne accorge anche lei. Si sposta indietro di un passo e abbassa gli occhi. Vuole vedere. L’accontento.
“Oohh, si mamma. Ecco!”
“Mmmmm, si Carlo. Dai. Daiiiiii!!”
Non ricordo aver mai goduto con tanta intensita’. Esplodo letteralmente. Non riesco a trattenere un grugnito animalesco. I miei schizzi le imbrattano il vestito accompagnati dai suoi gridolini di gioia. Ci guardiamo sorridenti ed ansanti. Me lo spreme e si lecca le labbra. Sprizza libidine.
“...mamma... whaoo!”
“Si, whao, eri proprio pieno!”
Risata liberatoria. Ora le palpo i seni con entrambe le mani. Si lecca un dito. L’altra mano si impossessa del cazzo ora in fase di stanca. Le stringo i capezzoli. Di nuovo piega le ginocchia, per un attimo.
“Mamma....”
“Oh Carlo!!”
“Mamma, vuoi? Anche tu?
“Carlo!! Cosa?”
“Beh, magari un bel clisterino!”
“Carlo!! Cosa stai dicendo? Davvero me lo faresti?”
“L’hai detto tu che fa sempre bene. Si, si che te lo farei!”
“Oddio Carlo! Mi devo sedere. Un attimo solo. E’ troppo! Non so cosa sia successo. Io, io...”
“Mamma!! Non e’ successo niente. Stai scoprendo di non aver chiuso del tutto bottega. Sei una donna che non ha smesso di sentirsi femmina, che ancora vuole sentirsi femmina!”
“Carlo, davvero? Non ti disgusto? Sono tua madre!! Tuo padre...”
“Papa’ non c’e’ piu’. E tu hai ancora bisogno di un uomo nella tua vita.”
“Oddio Carlo. Sei mio figlio. Non so se posso, se ce la faccio, sono confusa. Confusa, eccitata, tutto!!”
“Non pensarci mamma! Pensa solo al piacere che ti posso dare, all’amore che ci possiamo scambiare.”
“Si, parli bene tu. Poi dobbiamo convivere con le nostre azioni. Va bene!!”
Si rialza dal bordo della vasca dove si era seduta. Sembra decisa. Ha preso la decisione. Mi guarda e mi prende per mano.
“Vieni, lo facciamo di la’. Piu’ comodo per una vecchia signora!!”
La seguo senza parole, il suo culo ondeggiante davanti a me. Ooops, mi sta tornando duro!!
Ha fretta. Non sta a preparare infusioni complicate. Acqua tiepida, un po’ di sale. Chiacchieriamo cercando di far finta sia tutto normale. Mi dice che la prossima volta avra’ qualcosa di speciale. Ecco. Pronta! Mi guarda con la borsa in mano. Vede il mio cazzo duro, la mia mano che lo stuzzica. Arrossisce e me la porge.
“Pronta! Vediamo se hai imparato.”
La seguo in camera. Non si corica, solo si piega sul letto dopo essersi sfilata le mutandine. Alza il vestito. Non capisco piu’ niente. Non so quanto sono rimasto a guardarla a bocca spalancata. La sua voce mi scuote e mi riprendo.
“Allora?”
Che visione!! Altro che webcam spia!! Un culo rotondo e tonico, bianco, le cosce lunghe e muscolose. Lo spinge in alto e apre le gambe mostrandomi la fica aperta, rosa, bagnata e gonfia di eccitazione. Il fiorellino del suo buchetto occhieggia in mezzo alle natiche aperte, novello Polifemo. La mia mano si muove da sola, spinta da volonta’ propria. Due dita sfiorano le sue labbra dischiuse raccogliendone le goccioline che l’imperlano, arrivano a sfiorare la bacca del suo clitoride anche lui gonfio di voglia. Trema, rabbrividisce.
“Carlo!!! Non si fa li’.”
Ho la gola secca, la bocca come carta vetrata. Non riesco a parlare. Le mie dita risalgono ed ecco il sospirato buchetto. Morbido e cedevole. Lo sfioro e lo titillo poi spingo dentro il dito bagnato dai suoi succhi. Entro agevolmente. Mi stringe, come per ringraziarmi. Lei sospira e spinge ancora piu’ in alto. Comincio a muovere il dito dentro, fuori, intorno, scordandomi di tutto il resto fino a che lei stessa mi ricorda che e’ ora. Infilo la cannula e cerco di aprire piano, ma mi dice di aprirla tutta! Mi sa che ha fretta! Se la prende tutta in un batter d’occhio. Si alza e si sdraia lentamente sul letto, le gambe semiaperte, le ginocchia un po’ alzate. Il vestito sempre tirato su, sopra il ventre. Si passa la mano sul pancino arrotondato. Capisco. Il massaggio e’ importante. La sfioro dolcemente, prima ai lati e poi verso il centro, ma sono attirato dal suo boschetto ancora scuro e ben curato, da quella fessura aperta come una ferita. La mia mano vi si posa sopra. E’ fradicia. Geme forte. Sento il suo grilletto duro e me ne impossesso. Lo stringo tra pollice ed indice e lo muovo leggemente come fosse un mini cazzo. Geme ed i suoi fianchi si muovono, spinge contro la mia mano. Con le altre dita la penetro. Tutte e tre!! Le sue gambe si chiudono, i suoi fianchi roteano. Geme forte. Chiude gli occhi, spinge e stringe. Io stringo e spingo. Geme ed ansa, sempre piu’ forte e rapida. Con una mano mi afferra il cazzo stringendolo forte e tirandolo mentre si irrigidisce spingendo contro la mano che la sta tormentando. E gode!! Urla il suo piacere, mugolii e grugniti inframmezzati dal mio nome e da lunghi “siiiiiii”. Poi crolla, ansando, madida di sudore. Pochi attimi e scappa in bagno. Aspetto un attimino e quando sento l’acqua scrosciare la raggiungo. Seduta sul bide’ si sta sciacquando. E’ nuda. Completamente. Ammiro le sue tette dai grossi capezzoli ancora inturgiditi. Anch’io sono bello turgido. Non ho mai visto la mia cappella cosi’ gonfia e rossa. Una sua mano subito lo raggiunge accarezzandolo, soppesandolo. Faccio lo stesso con un seno birichino. Ci sorridiamo. Nell’altra mano ho il clistere.
“Vuoi farmene un’altro?”
“Tu me ne hai fatti due!!”
“Si, ma tu non stavi bene. Io, invece...”
“Beh, a dir la verita’, ti farei qualcos’altro.”
“Ahh, siii? Cosa faresti a tua madre?”
“Beh, ehm, mamma, ehm, hai un culo meraviglioso!”
“Che caro! Davvero ti piace il mio culo?”
“Oohh piacermi? Ne vado pazzo!! Darei qualsiasi cosa per incularti!”
“Carlooo!! Ma cosa dici? Vorresti incularti la mamma? Vorresti mettermelo in culo?
“Si, mi e’ venuto questo desiderio improvviso. Non c’e’ niente che desideri di piu’!”
“Davvero? Io mi ricordo ancora certi giochetti interessanti. Che ne dici di un bel pompino?”
Alla parola ‘pompino’ il mio cazzo guizza nella sua mano. Lei ride e tira fuori la lingua per poi slinguarsi oscenamente le labbra. Rabbrividisco. Lei dirige la cappella verso la sua bocca e la lecca tutta attorno, per poi succhiarsela tutta come una caramella. Solo un’attimo.
“Mmmmm, e’ buono!! Non vuoi che te lo succhi tutto come si deve?”
“Mamma, voglio tutto da te! Ma sopratutto voglio mettertelo in quel buchetto nascosto e stretto.”
“Mmmm, non sapevo di avere un figlio cosi’ porco!” ride “Ma sono sicura che nenche tu pensavi di trovarti a fare queste cose con tua madre!! Allora vuoi incularmi. Adesso?”
“Oddio, si. Certo! Andiamo di la’?”
“No, lo facciamo qua! Ora. Ecco, vieni!”
Si alza e si appoggia al lavandino offrendomi le natiche ben aperte, le ganbe divaicate al massimo, il culo spinto verso l’alto. Che visione paradisiaca! Troppo tutto! Lo prendo con una mano e lo spennello su e giu’ lungo la fica fradicia. Non resisto e lo spingo dentro. Brucia!! Gemiamo entrambi.
“Ooooohhhh, Carlooooo!! Ma non volevi mettermelo in culo?”
“Mmmm, siiii, ma non ho restitito all’invito della tua ficona. Sei bollente mamma!”
Estraggo il cazzo ben inzaccherato dai sui succhi ed uso le dita per irrorare per bene il suo fiorellino che sento pulsante sotto le mie dita. Dio, che culo!! E io stavo per infilarlo! Punto la cappella e spingo. Cede prontamente. Entro accolto da un gemito sordo. Spingo ancora e sono tutto dentro. Geme piu’ forte, piu’ sordamente, profondamente. Quasi un lungo grugnito. Il suo sfintere mi da una lunga stretta di benvenuto, poi si rilassa. Comincio a muovermi dentro di lei accompagnato dai suoi gemiti e mugolii, sempre piu’ forti ed acuti. Lo spingo tutto dentro, a fondo, fino a sentire il contatto della sua fica bagnata contro le mie palle. Prima lentamente e poi sempre piu’ veloce, piu’ forte, piu’ violentemente. Le mie mani le stringono i fianchi tirandola verso di me ad ogni spinta. Sento il movimento della sua mano tra le cosce, le sue urla diventano piu’ roche. La mia danza verte al folle. Il pulsare del suo sfintere mi carica maledettamente. L’orgasmo arriva improvviso. Vorrei non smettere mai, ma ormai comanda lui. I miei grugniti si uniscono alle sue grida. Mi sento gonfiare e poi esplodere, dentro di lei che improvvisamente si irrigidisce e poi si molla, le gambe sembrano non sorreggerla più’. La tengo stretta, entrambi scossi dagli ultimi spasmi, poi crolliamo seduti a terra, appoggiati alla vasca. Ad occhi chiusi, ansanti, senza piu’ alcuna forza, ci stringiamo una mano. Ci vogliono alcuni minuti prima di ritrovare la parola.
“Mamma, grazie!! E’ stato fantastico! Ancora non ci credo che sia successo.”
“Carlo caro, e’ successo!! Non mi ricordavo di poter godere cosi’. Oddio Carlo, non posso credere di averne avuto cosi’ tanta... voglia!!

Master T

Dedicato a tutti e tutte quelle con le voglie, che vogliono sentirsi il culo ben aperto, stantuffato da un cazzo duro e caldo.
A tutti e tutte coloro che lo vorrebbero, ma non hanno il coraggio di farselo fare. Non sapete cosa vi perdete!! Ho ricevuto mail da signore gia’ anzianotte che, in non piu’ verde eta’, hanno deciso di provare cosa offrisse il loro buchetto.... e mi hanno ringraziato per averle stimolate a provare. Di culo si gode gente!! Basta provare per credere... ma bisogna essere anche liberi mentalmente... liberi di pensare che, come altre parti del nostro corpo, anche il culo ha piu’ di una funzione... e il piacere che offre, se propriamente stimolato, puo’ essere superlativo. Viva il culo!!! .

Racconto rpubblcato
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