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Mia suocera le apre


di MasterT2
17.01.2023    |    77.346    |    16 9.8
"Come sono finito con mia suocera meza nuda e sta cosa in mano? Decisamente non so dire di no..."
Mia suocera apre.....le chiappe

E' un po' che voglio raccontarvi questa storia. Un paio di imprevisti ed ecco che succede.

Sono Marco, vado per quaranta, sposato con Rita, due figli, moglie dolce e ancora vogliosa, insomma, non mi manca niente. Sono in ferie, I figli in giro con gli amici, ormai a casa stanno poco, mia moglie si occupa di beneficenza ed anche lei si da da fare fuori casa. Io poltrisco, leggo, faccio un giro, suona il telefono. Mia suocera Nora. Sessantenne vedova da qualche anno, simpatica stravede per I nipoti, viene spesso da noi, specie nel fine settimana. Non vive lontano. Siamo in confidenza e la chiamo mamma. Ha un problema con la doccia, ha pensato che visto che sono a casa, magari posso aiutarla. Ma certo! Quattro passi e sono da lei. Sono solo le guarnizioni. Metto tutto a posto e intanto lei prepara the e biscotti. Mi e' sempre piaciuto il the con le signore. Da bambino e anche piu' grande mi sedevo in un angolo coi miei biscotti e stavo li' ad ascoltare impalato I loro discosi. Spesso si dimenticavano di me e I discorsi spaziavano. Le donne, specie se legate tra loro, tagliano e cuciono con le parole, dipingono tele, e fanno fantasticare I ragazzi. Ricordo ancora le panciate di belino duro quando poi, nella mia stanza, ripensavo a quei discorsi. Altri tempi, ma ancora adesso amo sedermi con loro e ascoltare, magari una domanda ogni tanto e fanno uscire particolari succosi su questo o quello. Cosi' passo un po' di tempo con Nora. Parliamo di moglie e figli, lavoro e vacanze. All'improvviso impallidisce e si irrigidisce, gemendo.
“Mamma, cosa succede? Stai bene?”
“Si, ma non so, una fitta improvvisa qui sotto”
Si tocca la pancia a sinistra.Si massaggia un po' Un crampo? Forse aria? Da militare ho ricevuto parecchia istruzione su primo intervento. La vedo rilassarsi e poi irrigidirsi ancora.
“Mamma, devo mica portarti al pronto soccorso?”
“No,no, non credo sia grave. Il dolore si muove. Sara' un po' d'aria. Prima sono stata sul terrazzo e c'era vento, un po' fresco.
“Fai una cosa, sdraiati sul divano e mettiamo una borsa d'acqua calda. Di solito fa bene.”
“Mi sembra un'ottima idea. Ecco!” Si sdraia. “La borsa e' nell'armadio in bagno.”
Cinque minuti e se ne sta sdraiata tenendosi la borsa sulla pancia. Dalle smorfie capisco che I dolori continuano.
“Come va? Meglio?”
“Si, un po' meglio. Di sicuro e' aria. A pensarci, sono un paio di giorni che non vado. Ultimamente sono un po' stitica.”
“Vuoi che ti preparo qualcosa? Magari una camomilla?” Si fa una risatina.
“Camomilla? Ma certo, camomilla. Oddio, non ci credo che te lo sto chiedendo. Si, camomilla, ma metti su la pentola grande con almeno sei bustine.”
Devo averla guardata strano.
“Si, hai capito bene. Un pentolone di camomilla. Non da bere, stupidone. Mi devi aiutare a fare un clistere.
“Un clistere? Ma mamma!”
“Dai, dai, cosa vuoi che sia. Vai di nuovo in bagno e prendi il sacchetto con la gomma attaccata. Ah, e porta anche il tubetto della crema sul lavandino!”
Mentre preparo e raccolgo, penso anche. Clistere. Mia mamma e anche la nonna me ne avevano fatto qualcuno, ma ero bambino. Il ricordo mi riscalda. Mi sento arrossire. Va beh, sono solo.
“Ecco qua tutto. Per la camomilla ci vuole ancora un po.”
Mi guarda con un sorriso angelico.
“Bravo, metti tutto qua. Poi devi anche farla raffreddare. Ci vuole tiepida.”
“Ma, sei sicura? Vuoi proprio che io... Non vuoi che chiamiamo la vicina?”
“Marco, ma di cosa ti preoccupi? Cosa vuoi che sia! Dai che ti spiego tutto io. Niente di difficile.”
E si fa una risatina. Mi manda a prendere degli asciugamani e li sistemiamo sul divano. Giusto in caso.
Camomilla pronta. Ancora calda. Intanto riempio la borsa. Vederla piena con la lunga gomma, la cannulina bianca, il rubinetto, sento lo stomaco che mi si chiude. Accellero il processo con un po' di ghiaccio. Torno da lei e mi blocco. Il suo bel culone bianco mi accoglie. Si e' girata di fianco, verso il muro, nuda dalla vita in giu'. Pero', da vestita mica sembrava ancora cosi' sodo.
“Dai, su, metti un po' di crema sul dito e spalmamela.”
Si, lo so, sembro imbranatissimo. Vorrei vedere voi. So cosa devo fare, ma sono bloccato.
“Qui stupidone!” Con una mano sposta un po' la chiappa destra e piega la gamba. Lo vedo. Il buchetto! Un po' scuro, tutto grinzoso. Un buco di culo! Mica il primo che vedo. Bocca asciutta, stretta alle palle. Come se lo fosse! Allungo la mano, lo sfioro appena col dito incremato.
“Tranquillo che non morde! Dai, su, un paio di giri col dito e spingine un po' anche dentro, con la punta. Fai piano.”
Prima di accorgermene ho gia' infilato mezzo dito. Non si lamenta. Solo un sospiro.
“Bravo, cosi' va bene. Ora ungi la cannulina e infilala. Delicatamente. Mettila tutta. Ecco, adesso apri il rubinetto. Bravo! Benissimo. Tienila spinta. Sento l'acqua che entra.”
Tra sospiri vari lascia andare la chiappa. Allungo l'occhio. Sotto vedo la ficona. Si, si vede bene. Come una bella prugna, compatta e con la lunga fessura chiusa. Sospiro anch'io. Mi accorgo di averlo duro. Speriamo non se ne accorga! Si massaggia il ventre. L'acqua scende veloce. A circa tre quarti mi ferma.
“Chiudi adesso! Ma non levarla ancora. Aspetta se no scappa.”
Fa un paio di respiri profondi, sempre massaggiando.
“Adesso levala, piano piano. Bravo. Ecco, cosi'.”
Tolgo e sospira ancora. Poi si gira lentamente. Cespuglio bruno in bella vista. Bello folto, ma non vedo altro con le gambe chiuse.
“Non restare li' impalato! Dai, su, aiutami. Massaggia la pancia. Non spingere troppo! Senso antiorario, dall'alto in baso. Bravo!! Visto che non e' difficile. Ooopps, sara' meglio che vada! Tu intanto riempi ancora che dovremo ripetere.”
Lenta ma decisa, si alza e scappa in bagno. Prendo fiato. Come sono finito con mia suocera meza nuda e sta cosa in mano? Decisamente non so dire di no. Me lo sento in tiro e mi scappa un ghigno. Sempre ghignando riempio il sacchetto, lo appendo. Rumori dal bagno. L'acqua. Cassetti. Il bide'. E arriva. Sorridente, rilassata. Sempre col cespuglio in mostra. Bello abbondante. Risale il ghigno. Ha in mano qualcosa. Me la mostra. Una cannula piu' lunga, un po' piu' grossa e con la punta bulbosa. Mi sembra una di quelle che le donne usano per lavarsi.
“Ma che bravo!! Hai preparato tutto! Vieni, prova a mettere questa. Dovrebbe far salire l'acqua piu' in alto. Mi sento proprio meglio sai. Dovro' mangiare piu' verdura.”
Lei parla, io cambio la cannula. Si sistema ancora sul divano. Stavolta prona, un paio di cuscini sotto le reni. Mi guarda e ride.
“Marco, sei sposato da vent'anni, non sei mica un ragazzino. E poi hai gia visto tutto,no?
Dai, la metti giusto come prima. Un po' di crema e via. Hei, prima un po' col dito.”
Mmmm, per mettere il dito devo guardare. Ha alzato le gambe. Dio che ficona! Ora la vedo tutta, la fessura socchiusa, luccica. Grande stretta alle palle e sento I pantaloni stringere. Vorrei aggiustarlo un po' ma ho le mani occupate. Tentativamente appoggio il dito. Lo solletico un po' e spingo leggermente. Il dito sivola libero. Tempo di pensarci ed e' tutto dentro. Solo un sospiro. Muovo un po'. Ancora sospiri. Ripeto tutto uguale. Cannula unta, Tutta dentro, fino in fondo. Scivola libera. Apro il rubinetto e finalmente posso sistemarmi l'uccello. Si e' coperta la fica con la mano. Si sara' resa conto che potevo vedere tutto. Aumentano I sospiri. Con l'altra mano si massaggia. Prima che chieda comincio a massaggiarla anch'io, come prima. Sorride contenta.
“Bravo Marco. Hai capito. Cosi' va proprio bene.”
Sospira ancora e chiude gli occhi, bocca semiaperta. Noto che anche la mano sulla fica si muove, preme, muove, preme. Hai capito la Nora? Si sta masturbando. Guizzo nelle mutande. Accidenrti, qui va a finire che me le bagno. Oh, oh, sta finendo. Meglio chiudere. Muovo un po' la cannula, sembra le piaccia. Leggera rotazione, contro le pareti del buchino, un po' dentro e fuori. Si, la mano frega con piu' forza. Respira piu' veloce. Gemito piu' lungo. Sospiro. Mano che preme. Respiro sospeso. Bocca aperta. Occhi spalancati. Riprende a respirare. La mano si rilassa. Credo che abbia goduto. L'ho vista venire in diretta. Stretta alle palle.
“Mamma, posso toglierla?”
“Si caro. Piano piano pero'. Si, molto lentamente. Continua il massaggio che mi fa bene.”
Sbuffa un paio di volte, poi si alza e scappa via. Me lo sistemo di nuovo. Mi sa che dovro' sciaquare le mutande. Sono totalmente carico e scarico allo stesso tempo. Seguo I rumori del bagno come in un'altra dimensione. Ritorna. Sembra pensierosa. Sempre col cespuglio in vista. Si siede e sorride. Due colpetti sul cuscino vicino a lei. Vuole che mi sieda. Si gira e mi guarda. Sempre sorridendo mi prende le mani. So che vuole dirmi qualcosa. Aspetto. Due respiri profondi. Sembra seria.
“Marco, grazie. So che qualcosa ti ha turbato. Anche a me. Sei un uomo sposato. Si, con mia figlia, lo so. Si, potrei essere tua madre, ma sono sicura che capisci. Spero la vedrai come me e non penserai male.”
Credo di guardarla con la bocca aperta e gli occhi spalncati. Mi stringe le mani.
“Marco, ormai sono vedova da qualche anno e credevo che certe voglie mi avessero lasciato. Beh, mi sbagliavo. Oggi, adesso, si sono risvegliate e ho, davvero, bisogno di te. Capisci vero? Certe voglie di donna, di moglie..”
Si alza e la seguo. Ora sono in piedi di fronte a lei. Mi tiene sempre le mani. Fa un passo avanti, quasi mi sfiora.
Marco, caro, vuoi aiutarmi? Ho davvero tanto bisogno di questo!”
E una sua mano si stringe sul mio pacco. Durissimo. Sorride mentre mi scappa un gemito.
“Marco, mi sembra che questo voglia dire si?”
Non parlo e abbasso leggermente la testa a baciarla. Si abbandona alle mie labbra,si apre alla mia lingua. Con la mano libera le acchiappo la fica, la stringo tutta...era un po' che volerlo farlo. Mugola di piacere sulle mie labbra. La maneggio un po'. Fradicia. Si da da fare con la cintura. Mi stacco e tolgo pantaloni e mutande in un colpo. Mi guarda la mano sulla bocca. Non ricordo averlo mai avuto cosi' dritto. Gonfio e scappellato punta a mezzogiorno. Allunga la mano, lo stringe.
“Oh si, Marco, ne ho davvero bisogno!”
Si curva sul divano spingendo il culo in alto. Mi devo abbassare un filo sulle ginocchio per puntarlo all'entrata che sento umida e bollente. La vedo anche, bella gnfia, tutta aperta di un bel colore rosa vivo, tutta luccicante. Dio che fica! Non serve spingere forte. Scivola dentro come in un guanto usato. Bollente, bagnata. Rantola di piacere e spinge contro roteando leggera.
“Oh si, Marco, caro Marco, si. Ma li dopo. Dopo! Prima ho bisogno di la'. Oh Marco, ti prego, Nel culo Marco. Mettimelo in culo! Inculami! E con le mani si apre le chiappe presentandomi il buco aperto, addirittura palpita voglioso. Le pieghe stiracchiate dalle sue dita. Lo vedo pulsare. Non penso proprio a niente. Togo il cazzo fradicio di umori dalla sua fica bollente e lo punto su quel buco voglioso. Appena un filo di resistenza e poi entro, quasi di forza. Lo spingo tutto a fondo. Il suo ringhio gutturale lo accoglie. Un si urlato a denti stretti. Me lo stringe in una morsa poi rilascia con un'altro si, lungo e finale. Un si di piacere, di soddisfazione.
“Si Marco, si, lo sento. Oddio Marco, tutto dentro. Si, tutto nel culo. Si, inculami Marco, dammelo tutto. Dai Marco, spingi! Che porco che sei, ti inculi la suocera! si Marco, bel porcone spingi, dammelo fino in fondo”
Ogni mia spinta e' ricambiata da una sua, il ritmo sempre piu' veloce, le botte profonde, a fondo. Sento movimento vicino alle palle. La sua mano che fruga la fica. I rantoli si susseguono sempre piu' veloci. La tengo stretta, ora guida lei il ritmo, sempre piu' veloce e urla, urla di piacere squassandosi tutta. A malapena rimango dentro e riesco a spingere ancora un paio di volte, poi anch'io ringhio fiottandole dentro il mio piacere. Ansanti, consumati ci accasciamo sul divano. Ci vuole un po prima di riprendere fiato. Sedudi affiancati col fiatone, mi prende ancora la mano. Mi bacia sulla guancia, sulle labbra.
“Grazie Marco. Oddio, cosa penserai di me? Devo essere ridotta da far paura! Mi ero dimenticata cosa vuol dire godere.
"No Nora, mamma, sei bellissima. Una donna che ha goduto e' sempre bella. Penso che sei fantastica e se ce la facessi ricomincerei da capo.”
“Davvero non pensi che sono una vecchiaccia che si e' approfittata della situazione?”
“No, davvero no. Anzi, penso che magari potrei essere io quello.
Ride di gusto. La mia mano scende a massaggiare il pelo, la sua a cercare la carne molla.
“Bene allora! Nessun problema se ti chiamo ancora a riparare qualcosa vero? E non ti preoccupare, alla Rita ci parlo io!”.

Fine prima puntata.

Doveva essere una cosa veloce, ma mi si e' sviluppato in testa e mi sa che scrivero' ancora di Marco e Nora. La voglia di sesso resta sempre anche quando sembra che l'ora per certe cose sia passata. Me ne rendo conto ogni giorno di piu'. Signore che pensate di aver chiuso bottega, guardatevi dentro, pensateci bene poi sarete voi a dirmi cosa avete sentito. Per I signori pensateci su due volte prima di ritenere la vostra vecchia compagna ormai finita. Sta a voi risvegliarla o mantenerla sveglia. Datevi da fare. Scrivetemi coi vostri commenti a : [email protected] due chiacchere fanno sempre bene.
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