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io, papà e una doccia.


di hershel
19.06.2022    |    39.879    |    13 9.8
"Fu una questione di attimi, sentii una scarica di piacere propagarsi per tutto il corpo con la forza d’urto di una esplosione atomica..."
Ero a casa, di umore nero, il mio ragazzo mi aveva mollata da due settimane e, citando la famosa gaffe di Antonella Clerici “non posso vivere senza cazzo”. Mio padre si stava facendo la doccia. Sapevo di piacergli, lo vedevo quando mi guardava come non si guarda normalmente una figlia; e devo dire anche lui mi attizzava, e parecchio. Era separato da due anni e sesso zero, a parte l’attività onanistica che lui pensava di condurre in gran segreto.
Ero annoiata, stanca della mia routine, volevo qualcosa di forte, di diverso, di trasgressivo. Giocai il tutto per tutto, mi spogliai e mi diressi verso il bagno. Non avevamo chiavi sulle porte per una questione di sicurezza. Prima di entrare in bagno, si bussava e si entrava solo se non c’era risposta. Feci un respiro profondo ed entrai come se niente fosse, decisa, puntando alla doccia.
“Ma Lara, ci sono io!” esclamò mio padre, sorpreso e disorientato.
“Papino, dai, volevo fare una doccia con te, eccheccavoli.” gli dissi con il tono di discolpa della bambina che ha appena preso una caramella senza il permesso.
“Come volevi fare la doccia con me! Ma dico, sei impazzita!” c’era stupore e imbarazzo nelle sue parole e come poteva essere diversamente.
“Dai papà, non fare il bacchettone. Avevo...avevo solo voglia di stare un po’ con te, ti ricordi come ci facevi la doccia quando eravamo piccoli. Dai dammi un’insaponata che poi devo uscire.” Mio padre era abituato ad obbedire alla mamma, dandogli un compito preciso, sperai di sviare il suo evidente turbamento.
Mi misi di spalle.
“Eddai, papà, dimostra che non sei un conformista!” Mio padre guardava con disprezzo al conformismo della gente. Sperai di aver aperto una breccia nella sua chiusura.
“Non sei più una bambina!” Protestò iniziando riluttante a insaponarmi la schiena, le sue mani si muovevano in modo goffo ed incerto.
Mi girai per l’insaponatura sul davanti.
“Wow! Aveva proprio ragione la mamma, hai un gran bell’attrezzo, quando si rizza questo diventa una gru!”
“Intanto questi non sono affari tuoi, e poi, con tua mamma parli delle mie dimensioni?” Anche parlare della mamma lo distolse dal momento di impasse.
“No, è che ne parlava spesso con le sue amiche”
“La stronza! Quando mai si è fatta gli affari suoi quella.” Brontolò scuotendo la testa.
Iniziò a insaponarmi le spalle e poi si fermò.
“Eddai papà, finiamo sta doccia sennò tiriamo notte. Domani discutiamo di questo anche tutto il giorno se vuoi”
Fece finta che le mie parole lo avessero convinto è mi insaponò i seni, vidi il suo pene destarsi lento. Arrivato alla vagina io allargai le gambe e sentii il suo massaggio arrivare fino al buchetto del sedere, sentivo il suo dito indugiare, insistette in quel movimento, anche a lui iniziava a piacere la cosa,
Ero stra eccitata.
“Ora tocca a me.” Gli dissi in modo perentorio.
Non feci complimenti e iniziai subito dal suo fallo, lo insaponai per tutta la sua lunghezza, avanti e indietro, avanti e indietro. Nelle mie mani lo vidi e lo sentii allungarsi a vista d’occhio, bellissimo, e non smetteva. Che spettacolo! Raramente avevo visto nei video porno dimensioni simili.
Aprii l’acqua per lavare giù il sapone dai nostri corpi, continuando a massaggiare quel muscolo duro come l’acciaio. Non volli incontrare lo sguardo di mio padre che era una statua di sale.
Poi, con le labbra, agguantai il suo pene, lunghissimo, grossissimo, appetitosissimo e incominciai a fare un avanti e indietro per tutta la sua lunghezza.
Sentivo il suo superbo glande andare ben oltre le mie tonsille, ma non ebbi tempo di notare il fastidio, ero troppo agitata nel timore di un suo energico e definitivo rifiuto al mio assalto, cosa che però non si concretizzò mai.
Estrassi il suo lungo fallo dalla mia bocca e inizia ai titillare il suo glande con la mia lingua appuntita. Con la mano mi misi a stantuffare velocemente quel tronco che a malapena riuscivo ad afferrare. Appoggiai l’altra mano ai suoi testicoli turgidi.
Nella stanza si udivano gli schiocchi e risucchi delle mia bocca. Il mio respiro era affannato, l’affanno di una persona che è entrata nel giardino del piacere.
Papà aveva le braccia alzate, le mani appoggiate ai lati della doccia, non faceva nulla, non diceva nulla, sentivo solo il suo respiro irregolare, il suo inspirare ed espirare profondo, lento, incapace di ammettere a se stesso che stava provando un piacere recondito, sepolto da anni e che probabilmente pensava perso.
Aumentai il ritmo della mano destra che però dopo poco si intorpidì, non avendo mai maneggiato organi di tali dimensioni; passai alla sinistra che riprese a gran ritmo anche se con un andamento scomposto. Con la lingua e con le labbra gustavo quell’oggetto del desiderio come si gusta un cono gelato in un pomeriggio di estate torrida.
Papà iniziò ad ansimare ed a emettere il rantolo del maschio che sta per raggiungere la frenesia del piacere. Sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia come per rallentarla. Capii. Nel momento stesso in cui le mie labbra si aprirono per fagocitare quel vulcano in imminente eruzione, la mia lingua rilevò uno spasmo nel muscolo indurito all’inverosimile e un getto di liquido caldo si catapultò nel mio palato infrangendosi in fondo alla gola. Altri spasmi e altri zampilli. Ingurgitai quel nettare saporoso dal gusto sublime, mi portai il palmo della mano sul clitoride, lo massaggiai con movimenti circolari lenti ma decisi. Fu una questione di attimi, sentii una scarica di piacere propagarsi per tutto il corpo con la forza d’urto di una esplosione atomica. Mi irrigidii tutta, incapace di reagire; mio padre iniziò a muovere il suo bacino facendo lentamente entrare ed uscire dalla mia bocca il suo pene che stava inesorabilmente perdendo vigore, in cerca di un ultimo sprazzo di piacere issando però bandiera bianca subito dopo.
Lasciai cadere il suo stanco fallo dalle mie labbra, lo accarezzai un’ultima volta con la lingua, mi alzai e ci abbracciammo. Uscimmo dalla doccia, ci asciugammo senza dire niente, senza guardarci, lui andò in accappatoio in soggiorno a guardare la televisione mentre io mi vestii in fretta ed uscii a vedere le mie amiche.

P.S. Cortesemente, fatemi notare eventuali errori o sviste.
Grazie.
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