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Amica di chat, e... la Cucciolina


di laJessika
08.02.2024    |    569    |    1 8.7
"Penso che sia il momento di spingere per un approccio più coinvolgente..."
Vacanza a Capri... Sola grr....
Vorrei  proprio  sguazzarmeli questi giorni in cui. Silvia è in Germania per un convegno di medici. Avrei la voglia matta di fare la porca tale quale sono negli amorazzi virtuali.
Saprei anche chi mi sarebbe sicuramente campagna in questa follia.
Faccio una telefonata… Avrò chi mi scalderà i piedi nelle notti di solitudine.
Glielo avevo promesso già in chat:
"Continuare così, col virtuale non ce la faccio più. Debbo starti addosso. Gustarmi i tuoi odori. Assaporarti. Unire coralmente i miei ai tuoi gemiti. Amore… ti voglio qui. Anche se so che non sarà facile".
"Vado ad accendere una candela a San Gennaro. Che aggiusta ogni cosa".
Aveva detto. Ma poi chissà se l’aveva fatto.
Comunque… San Gennaro o no sei qui… Quasi senza avvertire. Solo questo scarno WhatsApp:
“Sono in Stazione… che bus per venire da te?”.
Mi è quasi scoppiato il cuore per la gioia.
Due gocce… come rugiada… hanno imbrattato lo slip. L’ho subito cambiato. Irrorato la figa con una buona acqua di colonia.
Svelta, ho indossato la mini più mini che ho. Ho tolto il reggiseno. Le poppe, sfregandosi contro la seta della camicetta hanno cominciato a eccitarmi.
Figurati mentre attendevo salisse l’ascensore!
"Genny!".
"Jessika!".
In coro, all’unisono, durante l’abbraccio:
"Hai visto che ce l’abbiamo fatta!".
"San Gennaro?".
Chiedo.
"Macché… Gennarino… mio marito, ha voluto prendersi una vacanza mistica. Da solo in un santuario trappista. Sono sicura che tornerà frocio.".
Subito la sua mano è fra le mie cosce a saggiarne la polposa disponibilità.
Sento il piacere invadermi… per cui… anziché farle visitare la casa… come succede quando un ospite viene qui per la prima volta… decido di farle provare le virtù del divano che sta lì innanzi a noi.
Dal momento che anche la tenuta da viaggio di Genni non penalizza il mettere in mostra i più erotici attributi del suo corpo. Senza giri di parole le dico di volerle leccare tette e capezzoli. E, che ben capisca il mio desiderio, slaccio ogni bottone alla mia camicetta.
Tetta chiama tetta… La sua t-shirt giace sul pavimento. Le tette si stringono. Si uniscono. Si fondono in una cantilena di gemiti.  Un festival di lingue in bocca e carezze.
"Benvenuta a casa mia, dolce Genni!".
"Se ti lasci mettere la lingua nella fica direi che i convenevoli si sono esauriti".
Non è una richiesta da lasciar cadere. Gonna, camicetta slip e scarpe si ammucchiano sul pavimento. Mi distendo a cosce larghe sul divano. Sono tutta un fremito.
"Non male come intrattenimento. Posso trovare un ruolo anch’io?".
"Figa!!"
L’entusiasmo di ritrovarci nel mondo reale mi ha fatto scordare di chiudere la porta di casa che sta proprio di fronte l’ascensore.
Il divano, va così, in primo piano.
La voce è quella di Anghela la coinquilina di origine tedesca.
Fortunatamente con lei ce la siamo già leccata diverse volte.
Anghela sta appoggiata allo stipite… Ha posto una domanda. Si aspetta una risposta che le viene da Genni:
"Non adesso, Tesoro. Siamo in luna di miele e abbiamo appena cominciato".
Dice quasi senza staccare la bocca dalle mie grandi labbra.
Sopra, lì, dove inizia il solco dell’amore, ho mantenuto, per vezzo, un cespuglio di peli. A Genni, leccando, se n’è incastrato uno di questi tra due denti… Genni prova inutilmente a sputacchiarlo.
"Posso provare io? Ho un mio metodo. Spalanca la bocca che ci provo."
La lingua di Anghela penetra e si mette alla ricerca del pelo fuori luogo.
Mezzo minuto e l’esperta lingua teutonica esce da quella bocca portando in punta il famigerato pelo che viene sputato a terra con ignominia
"Grazie Tesoro. Era fastidiosissimo Silvia. Come posso sdebitarmi?"
Visto la situazione in cui si è introdotta, Anghela dà una risposta muta ed eloquente. Cala i leggings e lo slip.
Bella! In una cornice di peli dorati, Anghela esibisce la propria figa.
Guardo divertita gli occhi interrogativi di Genni e la tolgo dall’imbarazzo:
"Genni… nel Terzo Millennio le lune di miele si possono consumare anche in tre. Godendo tutte quante. Per me, te e Anghela potete fare quel che volete. Anche in faccia a me. È stata abolita ogni forma di gelosia
In un attimo mi prendono in parola. Anghela si sdraia nella mia stessa posa… supina a gambe aperte… nella parte sinistra del divano.
Con i piedi ci tocchiamo. Gli alluci scherzano tra di loro.
Genni entra nel gioco leccando e succhiando gli alluci a tutte e due… Un, diverso genere di brividi prende a scorrazzare per tutta la mia colonna vertebrale.
Decisamente, piedi, gambe e cosce di Anghela, meglio si prestano a una leccata selvaggia… Sono ben più floride e paffute delle mie… Poi c’è la leccata di figa che Genni le deve per la liberazione dal pelo anarcoide.
Diciamo che il corpo di Anghela sia un richiamo più intenso all’orgia.
Genni ne sente il richiamo e si butta su quel corpo con foga e passione.
Mi tiro a sedere per assistere a uno dei più eccitanti live porno a cui abbia finora assistito.
Genni ha iniziato leccando i piedi sia a me che a lei, visto che stavano scherzando assieme. In fine si è infilata l‘alluce di Anghela in bocca succhiandolo come si spompina un cazzo. Lei ha gradito tanto, sciorinandole gemiti e incitamenti in pura lingua deutch.
Genni ha interpretato questi, come fretta di venire a gusto. Subito ha abbreviato il percorso fiondandosi con la bocca sull’inguine… selva di biondi peli… leccando furiosamente. Infila il volto tra cosce e chiappe, per deliziare con affondi il buco del culo. Ad Anghela sembra di impazzire. Con voce strozzata dall’angoscia, chiede a Genni di farla venire subito per non tardare a un importante impegno di lavoro.
Genni si sente offesa da quella richiesta così lontana dal suo modo languido di dar piacere… Smolla ogni attività erotica. Cerca e si rinfila lo slip. Anghela comprende… Alla chetichella se ne va.
Era solo un accidentale siparietto. Torniamo nel nostro abituale franco erotismo.
"Mi piacerebbe sapere come ti sembra il mio buco del culo?".
Ruota su sé stessa… mi pianta le chiappe a due dita dal volto. Ha un culo ricco di carne soda. Geometricamente rientrerebbe tutto in un cerchio… Un incanto!
Ne mordo le chiappe…. Stringo con decisione la prugna della figa… Sembra l’interruttore che fa allargare le chiappe:
"Sei una gran bella porca!"
mi sussurra.
Il buco del culo, in tutta la sua magnificenza, si materializza innanzi alla mia bocca.
È un’emozione scendere in punta di lingua per il pendio di queste natiche che sto assaporando. Mi crogiolo nei suoi odori più intimi.
Questo culo mi si spalanca innanzi. Ha tutta l’aria di essere un divoratore… di cazzi. Suppongo. Glielo chiedo.
È una risposta piena di orgoglio:
"Eh sì, è un culo che si è gustato uccelli di prim’ordine… Sia per fattezza che per importanza… Non scorderò mai l’inculata di un Monsignore che, mentre sborrava nel mio intestino, mi assolveva da tutti i miei peccati. Passati, presenti e futuri. Quindi anche di questi giorni con te."
Io:
"Quindi è un culo benedetto?"
"Oh, sì. Per ogni 3 leccate ti viene un anno di indulgenza plenaria".
Ridiamo a crepapelle. Due dita in figa e prendo a leccarle selvaggiamente il bordo dell’apertura. Nella figa inizia la colatura di linfe ed umori.
M’impegno a fondo per regalarle un orgasmo degno del nome che porta:
"Oh, Tesoro! Valeva proprio la pena venirti a conoscere nel reale. – Ci abbracciamo – Mi piacerebbe tanto averti da me per qualche giorno. Rimanderei dai suoi Gennarino e mi farei spupazzare da te. Pensa… La finestra della camera da letto dà proprio sulla piazzetta di Capri. Come vorrei darti il culo, per farmi sentire dai Vip di sotto mentre grido e godo."
Stappiamo una bottiglia di spumante. Ridendo alla prospettiva.
Rilassate ci dedichiamo, assieme, al rassettamento giornaliero della casa.
È una calda mattina di questo torrido giugno. Siamo nude e tali restiamo pur mentre passiamo l’aspirapolvere… il moccio… spolveriamo.
Di tanto in tanto… una carezza… due dita fra le chiappe… mi stringo a Lei.
Lingua in bocca a baciarci.
Il suo Monte di Venere preme contro il mio. Le fighe sbavano… si incollano tra di loro. Si spalancano.
"Ahh… Sì… Così. Amore…"
Incastriamo le cosce. Spingiamo forte, ambedue.
"Mò figa… che bello!"
Stiamo rassettando la stanza… Che importa? È bello! Hai il letto alle spalle. Ti spingo… Sono sopra di te. Cosce fra le cosce. Figa sulla figa.
La faccio scorrere sulla tua. Tu fai altrettanto. Il piacere monta…
Dovevano essere gemiti. Sono ruggiti di leonesse in amore.
Ci incitiamo. Ci insultiamo.
"Fammi venire… Troia!"
La scopata si fa velocissima. Poi un grido liberatorio… assieme…
"Ahhhhhhh… Vengoooo!"
Baci e ancora baci…. Sempre più strette, per volare assieme nel cielo del nostro orgasmo.
"Mò figa, Genni, il figa a figa ci ha fatto addormentare. S’è fatta ora di pranzo. Dai, vestiti che ti porto a pranzo fuori."
"Dobbiamo ancora finire di rimettere in ordine la casa…"
" Sotto abbiam fatto tutto. Qui ci sarebbe da cambiare il letto. Ma se stanotte ti va di dormire dove abbiamo spruzzato e sborrato noi, lo lasciamo così… Ci tengo a farti mangiare bolognese. Nella trattoria qui sotto sono bravi… Poi dovrebbe essere che alla cuochina giovane piace la figa come a me e te. Potremmo provare a concupirla e farci una notte a tre. Ci stai?"
" Wow….. mi vesto subito!"
La tradizione è rispettata. Genni ha gradito molto e vorrebbe fare i complimenti alla cuoca. Le sue mire vanno al di là delle tagliatelle al ragout e della cotoletta alla bolognese. Lo dice a Rodolfo… il proprietario:
"Ve la mando qui da voi. È un po’ timida, ma ho visto che le piacciono i complimenti delle belle donne come voi".
Angelina, è una cuoca di soli 17 anni, appena sfornata dalla scuola alberghiera. Longilinea, ma sotto il camice da lavoro si può ipotizzare prosperose curve.
La ragazza ha gradito i complimenti, si è seduta al nostro tavolo, chiacchiera spigliatamente e soprattutto nonm molla lo sguardo dalle labbra di. Genni, che… troia più che mai… le muove in continue pose piene di sensualità. Coinvolgendo anche la punta della lingua.
"Che belle sfumature che ha il suo rossetto, Signora!"
Angelina vuol rendere noto di aver inteso che è in corso un dialogo fra i suoi occhi e la bocca di Genni che, da brava cacciatrice, sfrutta l’occasione.
"Non sono Signora… sono Genni, soprattutto per te. Il rossetto l’ho comprato all’aeroporto di Zurigo. Mi sono piaciute proprio quelle sfumature che hai notato anche tu – È l’occasione per spalancare la bocca, mostrare diverse evoluzioni erotiche della lingua. Compreso il tremolio veloce che… se immaginato sulla clitoride… produce fremiti e gocce di piacere… Poi. Guarda nella borsetta. Estrae l’elegante astuccio contenente il rossetto e uno specchietto. Glielo porge – Lo proponevano in questa confezione… Se vuoi e ti fai di pulito puoi tenerla tu".
Angiolina arrossisce ma sta al gioco. Apre lo stick e copre le labbra con la pasta rossa.
Penso che sia il momento di spingere per un approccio più coinvolgente. Le domando:
"Lavori fino a sera?".
"Tra dieci minuti, per oggi ho finito.".
"Sarai tutta per il fidanzato? Immagino. Oggi, poi, con le labbra così rosse… Wow!".
"Niente fidanzati… Ne oggi, ne in futuro".
"Fidanzate?".
Azzardo di Genni…
". Non è ancora successo. Chissà? Non mi dispiacerebbe mica…"
Che va a segno.
Ancora Genni:
"Oggi che farai?"
"Non ho programmi".
"Potresti passarlo con noi a prendere il sole sulla mia terrazza… È proprio qui sopra… Settimo piano.".
"Volentieri, ma il costume chi ce l’ha?".
"Noi il sole lo prendiamo integrale. Nella terrazza nessuno ci può slumare. È la terrazza più alta del circondario".
"Sono con voi. Non mi cambio neppure il camice da lavoro. Sotto debbo star nuda se voglio mai sopravvivere in questo forno di cucina. Non credete?"
Slaccia un bottone. Lo spiraglio mostra un capezzolo.
"È già nostra"
Mi sussurra Genni.
Sono le 14:00… il sole di questo torrido giugno imperversa a tutto spiano. Appena in casa, io e Jenny ci caviamo ogni cosa. La ragazzina indugia.
Si scusa:
"Scusatemi ma non sono abituata a cavarmi nuda davanti a due signore".
Genni, in tutta franchezza:
"Noi non siamo signore… Siamo troie, come vorresti esserlo già tu… Vuoi che ti spogliamo  noi?"
Genny non riesce più a contenersi. Lo capisco dal suo sguardo che è mutato. Dai movimenti delle labbra che continuamente mimano baci ed altre sensualità.
"Se porta dolci emozioni, perché no".
Con un sorriso sulle labbra Angelina resta in attesa di nostre mosse.
Le prendo ambedue per mano e salgo gli 11 scalini che portano alla stanza da letto e in terrazza.
Il sole spande la sua luce abbagliante… l’intenso calore… il pavimento è bollente. Sarebbe buffo in questo momento una foto di gruppo: io e Jenny completamente nude… Angelina ricoperta quasi fino ai piedi da quel brutto camicione verdognolo, pieno delle macchie del cucinare.
Genni la incalza:
"Dai… Spogliati!".
"Chi mi dice che non finisca poi come quelle donnacce, maledette da Dio e dagli uomini"
E se la ride spassosamente. Prende anche a slacciare il primo bottone in alto. Cosa che porta Genny a un esasperata eccitazione. Le è addosso.
Con decisione fa saltare altri quattro bottoni. Spinge in basso la parte superiore della veste.
Meravigliose, un paio di floride tette si mostrano, facendoci impallidire per le nostre, un po’ più attempate.
Le anche e un culo prosperoso impediscono a quel brutto camice di adagiarsi a terra.
E Angelina stessa a sciogliere gli ultimi bottoni e liberarsi da quel brutto coso.
Bella e nuda saltella gioiosa fra di noi.
Genni le si para innanzi. Le accarezza le tette. Da dietro, io, allargo le chiappe. Le accarezzo la figa.
Il sole scalda la nostra eccitazione. Sulla terrazza è già piazzato e aperto, un lettuccio di grandi proporzioni.
È Angelina adesso a prendere in pugno la situazione:
"Facciamo un trenino, ragazze?"
L’uscita della ragazza ci sconcerta un po’. Noi, marpione navigate, la facevamo un po’ più verginella. Anche a guardarla nel suo insieme ispira questo giudizio.
Tra le gambe, sotto a un cespuglietto di peli, non una figa ma un lezioso fighino… Uno spacchetto che, lì, sul Monte di Venere, si fatica a riconoscere per figa.
Tutta la dolcezza dell’adolescenza!
Io e Genni non crediamo che questo fiore abbia già partecipato ad intriganti attività sessuali di gruppo:
"Cosa intendi, Tesoro, per trenino?"
"Semplice no… Io mi sdraio al centro del lettuccio. Tu, Jessika me la lecchi. Tu, Genni vieni con la figa sulla mia bocca. Io te la leccherò finché non sento che mi pisci in bocca tutto il tuo godimento. Non ditemi che voi, marpione come siete, non l’avete mai fatto."
"Come no. È il gioco da compagnia che più ci piace fare con le amiche. Tu, piuttosto?"
"A dire il vero con le amiche ne abbiamo parlato tanto ma sarebbe la prima volta che lo farei. State già pensando che quando avrò la vostra età sarò troia più di voi?"
È Genni a darle una risposta adeguata.
"Intanto non si è troie solo perché  ci piace viaggiare in treno. Comunque ci sentiamo onorate tu lo voglia fare con noi. Se vuoi accomodarti in vettura, Jessika è già pronta a mettere in pressione la caldaia."
Angelina, si sdraia. Cosce aperte… un cuscino sotto le natiche. Con il bacino leggermente sollevato riuscirò pure a darle qualche godimento al buco del culo. La mia passione!
Genny scende delicatamente con la figa sulle labbra della fanciulla.
Il treno può mettersi in moto.
Tra colpi di lingua… leccate e succhiate… la linfa cola abbondante tra di noi.
Angelina, che è quella più deliziata. Si contorce come un serpente. Il piacere le fa raggiungere ben tre orgasmi. Ognuno a ridosso del precedente.
La sola carrozza del treno esclusa dai godimenti è la mia: dove la lingua lecca appassionatamente ma non c’è lingua ad occuparsi di lei.
"Sei stata meravigliosa Jessika! Ora so quanto sia bello viaggiare in treno".
Sono i complimenti di Angelina quando, al termine del viaggio viene a coccolarsi tra le mie cosce portandomi al piacere con lingua e dita.
"Sei proprio una brava porcellina!"
Non posso che congratularmi con lei.
Genni, che possiede una voglia inesauribile, dopo aver colato sborra nella bocca della cucciola, sta rimettendo in sesto i sensi con un vibrato ditalino.
I caldi raggi del sole colorano le nostre epidermidi. Un soave pisolino è il conseguente momento che ci accomuna.
Poi, evidentemente la curiosità di scoprire qualcosa in più su me e Genni, anima Angelina a…..
"Sapete a cosa mi piacerebbe assistere? A voi che vi date godimento e orgasmo… Non è per voyerismo ma per imparare qualcosa da chi sa.".
Genni:
"Faremo tutto quello che vuoi pur di esserti buone maestre… Dì la verità… con quante femmine sei stata, finora?".
"Qualche bacio con la Picci… poi sua mamma ci ha viste toccarcela e abbiamo piantato lì… Tante chat e voglia a non finire. Voi, oggi, siete la manna.".
Genni se la tocca un po’. Uno scatto felino ed è innanzi alla mia bocca a figa spalancata. Sguardi eloquenti. Una strizzata d’occhio. Genni è sopra di me a rovescio.
Alla cucciola dice:
"Questo è il pezzo forte… il 69. Jessika vuol stare sempre sotto… dice che è più agevole leccare il culo".
Già la lingua di Genni produce i suoi benefici effetti. Cucciola non perde un gesto. Prova lei stessa a rifare con il medesimo ritmo quanto vede dal nostro slinguazzare.
Genni, Con l’esperienza che ha, sente la mia figa prossima a schizzare. Compie un atto di disinteressato altruismo: cede la figa alla Cucciola che emozionatissima accosta la bocca alla mia  figa, spalancata e fradicia.
Slinguetta che è un piacere. Per darle soddisfazione emetto prolungati gemiti e mugugni.
Non va oltre il decimo colpo di lingua, la piccola. Comincia ad orgasmare. Si agita. Più volte perde il contatto con la mia figa. Debbo tenerle spinto il volto su questa. Lecca con entusiasmo. Godo. Sto per venire anch’io.
Genni ci osserva sorridente, masturbandosi.
"Jessika. Vengooooooooooooo!!".
Non ho fatto in tempo a penetrarla con l’indice che l’orgasmo l’ha rapita. La stringo forte a me. Mentre ci baciamo, smollo… Vengo anch’io.
A Genni bastano qualche sgrillettata per raggiungere la comune soddisfazione. Si getta tra il nostro abbraccio per farci assaporare le dita, tanto ricche di suoi umori.
Anche per Angelina sono momenti di intensa eccitazione. Il contatto con il caldo corpo di Genni la fa sbavare. Si attacca alle sue tette e lecca… succhia con foga. Ne lecca le ascelle. Si masturba.
L’eccitazione dilaga.
Angelina sembra indemoniata. Passa di tetta in tetta, di figa in figa. Sempre al top dell’entusiasmo.
Quel vivace serpentello che è la sua lingua, la sento darmi piacere In ogni anfratto… crespa, della figa.
È un godimento immane. La bimba incomincia a sapere il fatto suo.
Lecca e succhia con passione.
Mi sento esplodere.
Come ormai avevo dimenticato, la fresca eccitazione della sua adolescenza mi sta portando a vette altissime di piacere.
Sono all’orgasmo più puro… Più sincero. Mi lascio andare ai miei fremiti.
Mi agito… Sobbalzo… Scalcio… Inarco la schiena…Godo.
"Vengo, vengo. Vengoooo!"
Sono squirti. Schizzi di piacere.
Il volto di Angelina è una pozzanghera dei miei umori.
Si asciuga quell’umido sul mio ventre, regalandomi ulteriore piacere.
Sborro!!
"Dio… Che bella porca, sei!"
Pulisce con la lingua la mia sborratura.
Genni non può far altro che mettersi a pisciare sul volto della nostra allieva. Oramai della stessa bravura delle sue maestre.
Resta la nostra voglia di baci e coccole.
Sotto la doccia, Angelina vuole esplorarci, vedere da diverse angolazioni, fighe e buchi del culo. È l’occasione per avere il suo consenso a pisciarle proprio lì, nel buco del culo. Io con uno schizzo introduttivo. Genni, con un getto che la penetra con forza e le procura un piacere insolito.
"Bello! – Esclama mentre il suo culo rigurgita il piscio di Genni – Mi sento lavata nell’intestino. Lo proporrò alla Picci, quando verrà a casa mia."
Di poi… chiacchiere gastronomiche in terrazza con esotici long drink.
Angelina ha voluto preparare lei una succulenta cenetta con quello che ha trovato nella cucinetta.
"Però mii fate dormire tra voi. Non lascerei più questa casa!".
Io dalla cantinetta tiro fuori due importanti bottiglie di bianco del Collio.
Stiamo terminando la cena in terrazza. L’abbiamo voluta in totale nudità. Ora siamo anche un tantino brille: il fresco. Il Sauvignon del Collio sta facendo il suo effetto.
Tra di noi, allegramente si va verso una saga del culo. Fatta di confronti… palpate. Narrazioni.
Genni:
"La prima volta che l‘ho messo in gioco, sono stati tre i cazzi a penetrarmi. Uno di seguito all’altro. Un dolore! Che ho dovuto ricorrere al Pronto Soccorso. Qui mi hanno medicato sfottendomi. La volta successiva… con il cazzo dell’allora amor mio. È stato solo un piacere.".
Io:
"Anch’io non riesco a non pensare alle belle inculate che Norman dà a me e Silvia quando si mette a chiavare con noi".
Angelina, un po’ malinconica:
"Con la Picci vorremmo tanto procurarci uno strap-on ma alla nostra età nessun porno shop vuole vendercelo".
"Anche in questa casa non c’è traccia di quegli strumenti demoniaci".
Per essere più convincente apro le chiappe alla Cucciola e le violo le crespe del culo con la lingua:
"Stasera, qui, si incula così".
Una follata di piacere cala sulla dolce Angelina che un mio pollice, dentro-fuori più volte, la porta a uno struggente godimento.
Dalla collina spira quell’arietta che rende gradevole la serata. Sicché siamo tutte d’accordo di concederci un trenino del culo:
Genni lecca il bel culetto di Angelina, sgrillettandosi. Io apro le natiche sulle languide labbra che la ragazzina mi mette a disposizione. Sarà un viaggio che vogliamo lungo e intrigante.
Un ultimo sorso di Sauvignon… Il fresco dell’acqua del bidet… Un appassionato bacio di Angelina… Il succhiotto al collo da Genni, decretano che ci riteniamo appagate e che possiamo dormire serenamente, come abbiamo deciso, sotto le stelle.
Ognuna di noi si abbraccia alle altre per essere ancora unite nel sogno a godere. Perché è così che vanno i sogni.
Ce lo domandiamo stamattina al caffè.
Genni, nel sogno, aveva ricominciato a leccare il buco del culo di Angelina.
Io, me la sono sgrillettata di santa ragione, sorbendo con la bocca tutta la linfa che lasciava colare.
Lei:
"Eravate meravigliose mentre mi prendevate… Tu, Genni, mi chiavavi. Tu, Jessika me lo spingevi tutto nel culo. Mmmmhhh che godimento! Avevate cazzi smisurati! Eppure, ora, qui con voi, mi sento tanto e solo lesbica. Quando vorrete rifare porterò anche la Picci. Lei sì che ha l’animo da troia. "
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