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Prime Esperienze

2 Infanzia Parte 2 - Ancora i Videogiochi


di Maialina94
06.02.2024    |    6.534    |    3 9.7
"Posso infilarlo in bocca?” e senza aspettare la sua risposta cominciai dapprima a baciare la punta e dopo due o tre colpi di lingua sulla cappella me lo..."
Fu la volta del round finale ma persi miseramente e quindi dovetti sottostare alla penitenza. Tuttavia questa volta, preso dall’eccitazione si sfilò tuta e mutande posizionandosi a pochi centimetri dalla mia faccia e con la cappella leggermente esposta
Gli incontri con Marco ormai si stavano inesorabilmente accumulando. Ci vedevamo un paio di volte a settimana, durante il pomeriggio per studiare, giocare e masturbarci ovviamente. La mattina a scuola la passavamo come se niente fosse successo. Lui iniziava a fare conoscenze e nuove amicizie e quindi spesso ci trovavamo a discutere all’interno di qualche gruppetto. Ma era nel dopo scuola che i nostri cazzi erano finalmente liberi di indurirsi e spruzzare tutta la loro passione. Ancora ricordo di quando un giorno venni schizzando sulla mia pancia, sentendo per la prima volta il calore dello sperma sul corpo (ogni volta che venivo lo facevo all’interno di un fazzoletto o nel water). Oppure quando un giorno Marco venne sulla mia schiena, dato che, stando in piedi, lui si segava e da dietro continuava a masturbarmi. Quella volta provai la sensazione di un liquido che non mi apparteneva, qualcosa che provenisse dalle viscere di qualcuno che non fossi io; tuttavia, egli non fu l’unica persona con cui entrai in “contatto”.
Cominciamo come sempre dal principio. Lui si chiama Diego e frequentavamo la stessa classe alle medie. Era un po' più alto di me, capelli biondi tendenti al marrone, sempre disordinati ma che comunque gli donavano, occhi di un colore misto grigio e verde, senza barba a differenza di me e quindi molto glabro. Ancora, naso leggermente a patata, una bocca con delle labbra carnose di un pigmento rossastro, fisico asciutto (che ritenevo quella volta di gran lunga migliore del mio), culetto tondo seppur non sodo e cazzo che tutto sommato era rispettabile. Lato A e B completamente senza peli e questo suscitava in me il piacere di guardare un corpo maschile nudo. Avevamo fatto l’asilo insieme per poi separarci alle elementari e infine ricongiungerci alle medie nella stessa classe appunto. Ci mettemmo subito di banco insieme e quindi fu tra i primi con cui iniziai il mio percorso scolastico.
Un pomeriggio eravamo a giocare in camera mia a Dragon Ball Z Budokai 3. Avendo due joystick giocammo insieme ma a turno, parti della campagna principale e successivamente la modalità PVP. Come dice il detto “la fortuna del principiante” Diego si dimostrava molto più tecnico e capace di me, il che mi portò a perdere diversi incontri. Poi durante la scelta dei prossimi personaggi da usare optammo entrambi per la famosissima e bellissima C18, protagonista delle più svariate fantasie di noi maschietti. Chiaramente durante la partita le porcate non si sprecavano; io volevo vederla nuda perché curioso di come era fatta la sua fica, Diego si chiedeva che forma avessero le tette e di come era fatto il suo buchino posteriore e così via. Inutile dire che i nostri pisellini stavano indurendosi e costringendoci a palparci da sopra il pantalone. Così, ormai “esperto di palpeggiamenti” appoggiai la mia mano sopra il suo pacco sentendone la consistenza “ti si è addrizzato anche a te” e lui “senti chi parla...facciamo così ogni volta che uno di noi due perde tocca l’altro, che ne dici?”. Io avendo già in corso giochini erotici con Marco (pur non confessandoglielo mai) accettai di buon grado. Il primo incontro lo vinsi io ma ero già piuttosto eccitato e preferii farmi infilare la mano dentro i pantaloni ma non a pelle “bello...dai toccalo più forte visto che hai perso di brutto” e lui “sì ma avevi Cell e io Crilin grazie al cazzo che vinci”. Infatti il secondo incontro lo vinse lui nonostante avessimo personaggi più o meno alla pari. Era il mio turno di penitenza ma lui mi prese la faccia e la spinse contro la sua virilità, a livello del cavallo “dai vieni che adesso te lo metto in faccia...ssssh si dai... muovi la faccia così, mi si sta scappellando”. Ed a proposito di cappelle, la mia si stava inumidendo e sentivo la punta appiccicarsi al tessuto dei boxer. Fu la volta del round finale ma persi miseramente (riconobbi che era davvero più bravo di me) e quindi dovetti sottostare alla penitenza. Tuttavia questa volta, preso dall’eccitazione si sfilò tuta e mutande posizionandosi a pochi centimetri dalla mia faccia e con la cappella leggermente esposta. Sembrava non emanasse odori sgradevoli e anche la punta non luccicava di nessun eventuale liquido, a differenza della mia. Mi prese la testa e ruotando il bacino faceva sì che il cazzo strusciasse su tutto il mio viso, lo sbatteva sulla faccia e cercava di spingere sulle mie labbra nella speranza che lo prendessi dentro. Nel frattempo, avevo infilato la mano nei boxer e preso a segarmi “mmmmh piano che sei vai veloce non sento bene la durezza...posso infilarlo in bocca?” e senza aspettare la sua risposta cominciai dapprima a baciare la punta e dopo due o tre colpi di lingua sulla cappella me lo infilai in bocca. La fretta è cattiva consigliera ed infatti, infilandomelo tutto in una volta fino in fondo, ebbi un conato di vomito e gli occhi presero a lacrimarmi. L’esperienza però non fu delle migliori. La sensazione della pelle del prepuzio sulle pareti interne della mia bocca e la cappella in intimo contatto con la lingua non fu cosa gradita. Sentii quel corpo duro estraneo, con un sapore quasi nullo, un po' quando assaggi la farina della nonna mentre impasta una crostata. Insomma le venature dell’asta, il sapore che non era un sapore ma che al tempo stesso mi disgustava e la posizione da me assunta (stavo in ginocchio con il suo cazzo in bocca) mi fece perdere tutta l’eccitazione. Il mio arnese stava tornando al suo stato di riposo e neanche un minuto dopo lo sfilai facendo finta di niente “ha un sapore strano comunque...però non è male (mentendo spudoratamente). Prova tu adesso con il mio” e, detto ciò, tolsi il resto dei vestiti e messomi a pancia in su allargai le gambe. Diego si posizionò tra di esse “ma è tutto bagnato” e se lo imboccò subito “mmmh...slurp...aaah mmmh”. Aprì la bocca solo per dire che era leggermente salato e se lo rinfilò. Capii da quel momento quanto ricevere dei pompini (io li chiamo bocchini perché la cosa mi eccita di più) fosse una cosa meravigliosa; e non solo per il fatto che muoveva la lingua intorno alla cappella o facesse su e giù con la testa aspirando come se stesse succhiando da una cannuccia, ma perché avere il cazzo nella bocca di qualcun altro mi faceva impazzire, lo sentivo ancora più duro, sussultava e il calore e l’umidità restituivano una sensazione di puro godimento “oddio sii che bellooo...dai...mmmmh vai piano che senò sborro”. Detto fatto e venni nella sua bocca. Mezzo frastornato per l’eiaculazione mi accasciai sul pavimento e osservandolo. Solo dopo qualche istante compresi che Diego non avesse sputato nulla dalla bocca. Sì, lui aveva ingoiato il mio seme, il mio sperma, la mia sborra. Questa cosa mi fece davvero ribrezzo, non concependo come una cosa del genere fosse possibile. Mi disgustava il pensiero che la mia sborra fosse defluita nella sua gola, ma lui “è amara però”.
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