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Prime Esperienze

Come Tutto ebbe inizio seconda parte


di Giannatravsicilia
11.05.2023    |    1.852    |    1 9.8
"Complici le illustrazioni dei giornali che lui non mancava di portare per..."
Il cuore mi batteva a mille per il senso di vergogna, non mi aspettavo il suo ritorno così presto, e l'avermi fatto trovare con quel giornale in mano, in una stanza in cui non avrei dovuto essere, mi faceva sentire davvero male al punto che anche lui se ne rese conto. Da un'espressione dura e risentita assunse un'espressione preoccupata, mi rassicurò che non era successo nulla e che dovevo stare tranquillo, che non mi avrebbe fatto niente di male per quella mia mancanza, ma che dovevo capire che l'aver disubbidito ad un suo "ordine" era una cosa grave e che in un modo o nell'altro avrei dovuto rimediare. "Ma di questo", disse, "ne parleremo in un altro momento".
Passarono parecchi giorni senza che lui mi parlasse come di consueto, avvertivo che da quel giorno qualcosa fosse mutato e non c'era più quell'aria di .. complicità che invece sentivo nei giorni precedenti. Non prendemmo più quell'argomento e i giorni passarono lenti e monotoni sino alla fine dell'estate. Nel frattempo, con mia grande gioia, era ritornato dalle vacanze il mio amico e i nostri incontri erano ripresi più intensi ed eccitanti che mai.
Quanto avevo appreso dalla visione dei giornali del mio maestro mi era servito non poco per capire e ..carpire.. nozioni utili e fondamentali che mi sarebbero servite parecchio durante i miei incontri.. e di questo se ne accorse anche il mio amico che non mancò di farmi notare come il quel mese di assenza il mio modo di fare era mutato e in meglio. Gli chiesi cosa intendesse e lui mi rispose che da imbranato mi stavo trasformando in una bella troietta pronta per farsi scopare. Mi vergognai parecchio di quelle parole ma appena a casa, ripensandoci, ebbi un'eccitazione così forte e violenta da bagnarmi tutte le mutandine... e senza nemmeno toccarmi.
Era il preludio per ciò che sarebbe successo da lì a poco e per quello che sarei diventata in futuro... e sì, perché da quel momento in avanti io sarei dovuta essere Gianna e solo Gianna, altrimenti non ci saremo mai più incontrati. Un bambino è come un nastro magnetico senza registrazione, fa presto ad imparare e quando nella sua mente viene incisa una traccia questa rimane indelebile, proprio come un nastro magnetico.
Intanto la scuola era iniziata nuovamente e i miei genitori decisero che avrei dovuto frequentare le lezioni pomeridiane del mio maestro. Si accordarono così per l'orario e io iniziai nuovamente a frequentare la sua casa... con la mia mente sempre rivolta a quella stanza e al suo contenuto proibito.
Un pomeriggio il mio amico mi disse che era venuto il momento che io fossi Gianna non solo nei modi di fare ma anche fisicamente, così mi disse che il giorno successivo avrei dovuto indossare un paio delle calze di mia madre, risposi che non sapevo come fare per averle e lui rispose che mi sarebbe bastato solo aprire i cassetti della biancheria e prenderne un paio.... "attenta a non farti sorprendere altrimenti saranno guai". Non riuscivo più a dirgli di no, oramai facevo tutto ciò che mi chiedeva per incontrarlo, quindi cercai il modo per ubbidire al suo desiderio ed ovviamente ci riuscii, con mio grande sollievo la cosa passò inosservata e da allora e per un po’ di tempo custodii quelle calze come un oggetto prezioso che indossavo durante i miei incontri proibiti. Il desiderio del mio giovane amante cresceva di giorno in giorno come crescevano le sue richieste che non si limitavano oramai solo alle carezze ma si facevano sempre più audaci. Complici le illustrazioni dei giornali che lui non mancava di portare per... farmi vedere "come si deve comportare una brava troietta", così diceva, complice il fatto che anche lui frequentava le lezioni pomeridiane insieme a me, iniziammo a prendere l'abitudine di studiare insieme nel pomeriggio e così, di tanto in tanto, quando gli argomenti di studio coincidevano per entrambi, ci vedevamo a casa mia o a casa sua per fare i compiti... e per ripassare anche altre cose.
Così un pomeriggio che eravamo a casa sua e in cui i suoi genitori erano fuori, mi chiese per prima cosa se indossassi le calze, e alla mia risposta affermativa mi disse di togliermi i pantaloni e di mettermi in ginocchio con gli occhi chiusi. Io ubbidii e una strana sensazione mista a paura e ad eccitazione mi pervase, non capii subito quello che voleva fare, ma quando la punta del suo pene si avvicinò tanto al mio viso da sentirne l’odore tutto fù chiaro in un momento. "Apri quella bocca puttanella" mi disse, e dapprima in modo timido e poi sempre più convinta aprii la mia bocca e feci entrare il membro del mio giovane amante sentendo per la prima volta il sapore dolce e inebriante della passione.
Intanto l'autunno faceva posto all'inverno e le giornate si accorciavano sempre di più, gli incontri con il mio amico diminuivano e proporzionalmente aumentavano le ore che io trascorrevo dal mio maestro che ancora continuava a trattarmi con freddezza e distanza.
Un pomeriggio in cui eravamo soli mi presi di coraggio e gli ricordai ciò che un tempo mi aveva chiesto e se la cosa era ancora valida o meno. Lui mi rispose che non capiva a cosa mi riferissi così gli ricordai del fatto che in estate mi aveva chiesto di parlargli ancora se avessi avuto ancora degli incontri. Non ottenni nessuna risposta, temendo di essere stata troppo sfacciata abbassai gli occhi e non dissi più una parola. Quel giorno passò così, ma il giorno seguente mi disse se questa volta mi ricordassi io cosa mi aveva detto quando mi sorprese a guardare ciò che non dovevo, " ti dissi che in un modo o nell'altro avresti dovuto pagare per quella mia mancanza e la mia indifferenza è la punizione se non mi ubbidisci". Gli risposi che mi dispiaceva molto e che non sarebbe più successo e così da quel giorno tutto ritornò come prima....o meglio non proprio tutto.
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